Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Segno > Azione > Terra
Con la mostra SEGNO > AZIONE > TERRA si analizza il rapporto tra territorio, intervento artistico e proiezione di esso nell’ambito della Land Art.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Montrasio Arte è lieta di annunciare la mostra SEGNO > AZIONE > TERRA che, attraverso un’accurata selezione di opere, mira a ripercorrere una stagione artistica forse tra le maggiori e più affascinanti dell’ultimo secolo: la Land Art.
Gli americani Christo, Dennis Oppenheim, Michael Heizer, Gordon Matta-Clark e gli europei Hamish Fulton, Richard Long e Jan Dibbets sono alcuni dei grandi protagonisti visibili in mostra con le loro istallazioni, disegni, cartine geografiche, libri d’artista e in numero maggiore fotografie.
Questi artisti sono accomunati in particolare dalla volontà di estendere il proprio campo operativo oltre le pareti delle gallerie - white cube - e da una nuova concezione dell’opera d’arte non come risultato estetico in sé compiuto bensì come episodio di un processo: un’opera aperta, effimera, destinata a essere riassorbita nel flusso inarrestabile della natura.
L’esposizione indaga quindi il loro relazionarsi con l’ambiente circostante e l’intervento su di esso che sia la semplice e primordiale azione di camminare lungo una linea sul prato come in A Line Made by Walking 1969 di Richard Long o il tracciare per mezzo di camion, motociclette una serie di cerchi nelle distese desertiche del Nevada, concepite da Michael Heizer come una tabula rasa da disegnare e plasmare su grande scala. La processualità data da azione e segno e l’opera temporanea che ne deriva sono tramandati e documentati in particolare dalla ripresa fotografica e video. Nello specifico, il medium fotografico rappresenta motivo d’indagine e riflessione cui gli artisti si avvicinano in maniere differenti per trasmettere o semplicemente documentare i loro interventi sul paesaggio, dalle zone desertiche del Nevada ai siti industriali abbandonati ai margini delle città.
Evidenti appaiono i molteplici approcci: dalla fotografia in bianco e nero di Fulton accompagnata da brevi descrizioni che registrano sensazioni e piccoli accadimenti durante i suoi lunghi cammini, ai collage in sequenza di Dibbets - come in Sea 1974 - attraverso i quali sperimenta la costruzione ottica dello spazio. E ancora al collage circolare di diametro superiore ai due metri eseguito da Heizer - Circular Surface 1970 - che sembra voler gareggiare con la grandiosità e il titanismo dei suoi interventi sul territorio, alle fotografie- cibachrome di Godon Matta-Clark: di notevoli dimensioni, cariche di un nuovo vocabolario di colori, queste sono tagliate e disposte in composizioni fortemente dinamiche, permettendo all’artista di esplorare e catturare la complessità spaziale da lui creata nei building cuts, trasmettendo “the all-around experience of the piece”.
Il medium fotografico, slegato dal compito di una mera documentazione, rientra con forza nel campo allargato dell’arte di quegli anni e grazie ad esso le opere di Land Art o le operazioni site-specific di Matta- Clark - fruibili in un determinato tempo e luogo - diventano esperibili e mentali.
Segno> Azione > Terra oltre a rientrare in una specifica linea espositiva particolarmente sentita e indagata negli ultimi anni da Montrasio Arte, aderisce alla rassegna milanese di PhotoFestival che si svolgerà contestualmente al periodo di apertura della mostra.
Catalogo disponibile in galleria.
Gli americani Christo, Dennis Oppenheim, Michael Heizer, Gordon Matta-Clark e gli europei Hamish Fulton, Richard Long e Jan Dibbets sono alcuni dei grandi protagonisti visibili in mostra con le loro istallazioni, disegni, cartine geografiche, libri d’artista e in numero maggiore fotografie.
Questi artisti sono accomunati in particolare dalla volontà di estendere il proprio campo operativo oltre le pareti delle gallerie - white cube - e da una nuova concezione dell’opera d’arte non come risultato estetico in sé compiuto bensì come episodio di un processo: un’opera aperta, effimera, destinata a essere riassorbita nel flusso inarrestabile della natura.
L’esposizione indaga quindi il loro relazionarsi con l’ambiente circostante e l’intervento su di esso che sia la semplice e primordiale azione di camminare lungo una linea sul prato come in A Line Made by Walking 1969 di Richard Long o il tracciare per mezzo di camion, motociclette una serie di cerchi nelle distese desertiche del Nevada, concepite da Michael Heizer come una tabula rasa da disegnare e plasmare su grande scala. La processualità data da azione e segno e l’opera temporanea che ne deriva sono tramandati e documentati in particolare dalla ripresa fotografica e video. Nello specifico, il medium fotografico rappresenta motivo d’indagine e riflessione cui gli artisti si avvicinano in maniere differenti per trasmettere o semplicemente documentare i loro interventi sul paesaggio, dalle zone desertiche del Nevada ai siti industriali abbandonati ai margini delle città.
Evidenti appaiono i molteplici approcci: dalla fotografia in bianco e nero di Fulton accompagnata da brevi descrizioni che registrano sensazioni e piccoli accadimenti durante i suoi lunghi cammini, ai collage in sequenza di Dibbets - come in Sea 1974 - attraverso i quali sperimenta la costruzione ottica dello spazio. E ancora al collage circolare di diametro superiore ai due metri eseguito da Heizer - Circular Surface 1970 - che sembra voler gareggiare con la grandiosità e il titanismo dei suoi interventi sul territorio, alle fotografie- cibachrome di Godon Matta-Clark: di notevoli dimensioni, cariche di un nuovo vocabolario di colori, queste sono tagliate e disposte in composizioni fortemente dinamiche, permettendo all’artista di esplorare e catturare la complessità spaziale da lui creata nei building cuts, trasmettendo “the all-around experience of the piece”.
Il medium fotografico, slegato dal compito di una mera documentazione, rientra con forza nel campo allargato dell’arte di quegli anni e grazie ad esso le opere di Land Art o le operazioni site-specific di Matta- Clark - fruibili in un determinato tempo e luogo - diventano esperibili e mentali.
Segno> Azione > Terra oltre a rientrare in una specifica linea espositiva particolarmente sentita e indagata negli ultimi anni da Montrasio Arte, aderisce alla rassegna milanese di PhotoFestival che si svolgerà contestualmente al periodo di apertura della mostra.
Catalogo disponibile in galleria.
20
aprile 2016
Segno > Azione > Terra
Dal 20 aprile al 12 giugno 2016
fotografia
arte contemporanea
disegno e grafica
arte contemporanea
disegno e grafica
Location
MONTRASIO ARTE MILANO
Milano, via di Porta Tenaglia, 1, (Milano)
Milano, via di Porta Tenaglia, 1, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00
Vernissage
20 Aprile 2016, ore 18.30
Autore
Curatore