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Self Portrait
In esposizione i sei vincitori dell’omonimo concorso fotografico
Comunicato stampa
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prossimo 13 Giugno 2012 alle ore 18.00 inaugura, presso la sede di Obiettivo Reporter (via Natale Battaglia 34, Milano) la mostra fotografica Self-Portrait. L’esposizione è a cura di Sara Munari.
Con fotografie e video di: Barbagaglio Carmelo, Stéfano Pérez Tonella, Valentina Cusano, Sandro Rafanelli, Momography (Monica Moretti), Carola Ducoli.
L’autoritratto è sicuramente un’indagine della quale il mezzo fotografico si è appropriato, è una sfida interessante che quasi tutti gli artisti hanno colto, da sempre. L’interessamento per l’autoritratto ha inoltre incuriosito molti studiosi che hanno proposto svariate tesi per comprendere individualità, carattere, psicologia umana e culturale. Gli autori esprimono i propri sentimenti attraverso la “certezza” della fotografia, loro mezzo di verità. L’artista che opera attraverso l’auto-ritratto è autore di pensieri visuali che egli stesso inserisce nell’immagine assumendone la personalità. Autoritrarsi è mostrare la parte più intima, è rivelare la percezione di sé stessi il che è sicuramente un’operazione difficile.
L’autoritratto, va direttamente alla genesi e nel caso della fotografia ci va nel modo più veloce, gelando il momento dell’immagine come di fronte ad uno specchio ed intraprendendo un raffronto tra il sé analizzato ed il sé dei propri pensieri, due distinte entità che coesistono in qualche caso l’una all’insaputa dell’altra.
L’Io raffigurato è probabilmente la liberazione del pensiero di sé come impulso spontaneo, ci si mette a nudo, ci si espone ad altri sguardi. Ma di questi autori vediamo davvero l’animo? Ci si può mostrare attraverso lo scatto fotografico? Sicuramente vediamo quello che gli autori credono di essere o perlomeno vorrebbero essere.
Augusto Pieroni definisce l’autoritratto “pratica obliqua”, riferendosi “al gioco di specchi Rembrandtiano che fa di questo genere uno strumento di autoanalisi e di terapia per riportare ad unità, per quanto aperta e problematica, la molteplicità di identità che l’uomo amministra in sé e per gli altri. La fotografia ha arricchito questo filone grazie al dispositivo lente-otturatore che istiga a mettere in posa l’Ego, a sceneggiarlo, offrendo una ben conscia bugia in pasto al tradizionalmente sincero e trasparente mezzo fotografico.……..” (Scritti recenti: (Auto)ritratto: fra rimeditazione e rimediazione dell’identità fotografica)
Questa forma di espressione dipende esclusivamente da sé stessi, se il risultato non convince è esclusivamente colpa propria, per questo si può riprovare, fino a descrivere la propria immagine esattamente come la si voleva/vedeva.
Per questo mi hanno colpita gli autoritratti di questi autori, nessuno di loro riguarda minimamente il cogliere l’attimo fotografico, nessuno di loro sembra attratto dall’hic et nunc, forse imperfetto, mosso, mal composto, con la cognizione che non si ripeterà più uguale, nessuna di queste immagini interpreta situazioni fuggenti e labili.
Sono tutti studi sulla propria persona (esteriormente) e personalità. Ognuno degli autori ha letteralmente interpretato sé stesso, con un criterio quasi pittorico, con la possibilità di toccare e ritoccare il risultato. Se questo ritrarsi sia privo di significati sostanziali o rappresenti effettivamente il raffigurato, non interessa, fattore importante è poter vedere quello che ogni artista ha da dire di sé.
Sara Munari (Curatrice e fotografa)
Con fotografie e video di: Barbagaglio Carmelo, Stéfano Pérez Tonella, Valentina Cusano, Sandro Rafanelli, Momography (Monica Moretti), Carola Ducoli.
L’autoritratto è sicuramente un’indagine della quale il mezzo fotografico si è appropriato, è una sfida interessante che quasi tutti gli artisti hanno colto, da sempre. L’interessamento per l’autoritratto ha inoltre incuriosito molti studiosi che hanno proposto svariate tesi per comprendere individualità, carattere, psicologia umana e culturale. Gli autori esprimono i propri sentimenti attraverso la “certezza” della fotografia, loro mezzo di verità. L’artista che opera attraverso l’auto-ritratto è autore di pensieri visuali che egli stesso inserisce nell’immagine assumendone la personalità. Autoritrarsi è mostrare la parte più intima, è rivelare la percezione di sé stessi il che è sicuramente un’operazione difficile.
L’autoritratto, va direttamente alla genesi e nel caso della fotografia ci va nel modo più veloce, gelando il momento dell’immagine come di fronte ad uno specchio ed intraprendendo un raffronto tra il sé analizzato ed il sé dei propri pensieri, due distinte entità che coesistono in qualche caso l’una all’insaputa dell’altra.
L’Io raffigurato è probabilmente la liberazione del pensiero di sé come impulso spontaneo, ci si mette a nudo, ci si espone ad altri sguardi. Ma di questi autori vediamo davvero l’animo? Ci si può mostrare attraverso lo scatto fotografico? Sicuramente vediamo quello che gli autori credono di essere o perlomeno vorrebbero essere.
Augusto Pieroni definisce l’autoritratto “pratica obliqua”, riferendosi “al gioco di specchi Rembrandtiano che fa di questo genere uno strumento di autoanalisi e di terapia per riportare ad unità, per quanto aperta e problematica, la molteplicità di identità che l’uomo amministra in sé e per gli altri. La fotografia ha arricchito questo filone grazie al dispositivo lente-otturatore che istiga a mettere in posa l’Ego, a sceneggiarlo, offrendo una ben conscia bugia in pasto al tradizionalmente sincero e trasparente mezzo fotografico.……..” (Scritti recenti: (Auto)ritratto: fra rimeditazione e rimediazione dell’identità fotografica)
Questa forma di espressione dipende esclusivamente da sé stessi, se il risultato non convince è esclusivamente colpa propria, per questo si può riprovare, fino a descrivere la propria immagine esattamente come la si voleva/vedeva.
Per questo mi hanno colpita gli autoritratti di questi autori, nessuno di loro riguarda minimamente il cogliere l’attimo fotografico, nessuno di loro sembra attratto dall’hic et nunc, forse imperfetto, mosso, mal composto, con la cognizione che non si ripeterà più uguale, nessuna di queste immagini interpreta situazioni fuggenti e labili.
Sono tutti studi sulla propria persona (esteriormente) e personalità. Ognuno degli autori ha letteralmente interpretato sé stesso, con un criterio quasi pittorico, con la possibilità di toccare e ritoccare il risultato. Se questo ritrarsi sia privo di significati sostanziali o rappresenti effettivamente il raffigurato, non interessa, fattore importante è poter vedere quello che ogni artista ha da dire di sé.
Sara Munari (Curatrice e fotografa)
13
giugno 2012
Self Portrait
Dal 13 giugno al 13 luglio 2012
fotografia
Location
OBIETTIVO REPORTER
Milano, Via Natale Battaglia, 34, (Milano)
Milano, Via Natale Battaglia, 34, (Milano)
Vernissage
13 Giugno 2012, ore 18
Autore
Curatore