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Seni Camara – Due metri sotto terra / Paola Mattioli – Seni Camara, 2003
doppia personale
Comunicato stampa
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Paola Mattioli
Una “storia” affascinante il racconto di Paola Mattioli e Sarenco narrata nelle pagine di “Mèmoire d’Afrique”. L’ incontro con un villaggio e la sua sciamana Seni Camara; L’incontro con straordinarie sculture di Dee Madri ed archetipi ancestrali, terrecotte impregnate dello “spirito dell’Africa”.
Nel 2013 Mattioli accompagna Sarenco, artista e profondo conoscitore di arte africana, a Bignona in Casamance (Senegal), dove vive Seni Camara.
Tra polvere, bambini e polli la scultrice - sciamana declina il “normale” quotidiano scalza, senza acqua ne’ luce elettrica. Parla solo wolof e solo la volontà d’incontro e di comunione permette loro di annullare le abissali distanze. Il premio: Il popolo ancestrale di terracotta.
“...ed ecco, che in quella miseria, prende vita un mondo incantato...”, racconta la stessa Mattioli.
L’ atemporalità assoluta di quell’incontro, l’abbandono di ogni sovrastruttura e preconcetto occidentale, creano l’alchimia della serena complicità che non i racconti, ma solo le immagini riescono a testimoniare.
Paola Mattioli (Milano, 1948) vive la fotografia dagli anni’70. Il suo metodo di ricerca viene spiegato da lei stessa:
“… Se devo riassumere la mia posizione sulla fotografia, posso dire che ho scelto di stare su due piani: Uno narrativo e uno concettuale. Le storie possono anche essere minime, come avviene per esempio nel ritratto, che vorrei fosse una sintesi non dico di tutta la storia di una persona, ma almeno di quello che mi sembra ne rappresenti il punto centrale”.
La Galleria Ca’ di Fra’ ritenendo limitante la definizione “arte africana”, preferisce parlare unicamente di “arte”. Allo stesso modo, nel solco tracciato dalle sue multiformi passioni, ha da sempre percorso la strada della fotografia.
Due mondi, un incontro.
Per “raccontare storie attraverso le storie …. ”, come ci ricorda la stessa Mattioli.
In galleria quindici “storie d’arte” in dialogo…
Seni Camara (Bignona – Senegal 1945)
Una scultrice tra le più importanti e significative del panorama artistico non solo africano, conosciuta a livello internazionale.
Queste splendide sculture sembrano venire direttamente dal centro della Terra stessa….
Nel 1989 il Centro G. Pompidou di Parigi firmò una mostra che fece cambiare, nel mondo occidentale, la percezione dell’ arte africana: "Les magiciennes de la terre".
Da quel momento e grazie anche al testo di Louise Bourgeois, che definì Seni Camara “la maggior scultrice contemporanea”, la leggenda ebbe inizio….
Leggendaria divenne persino la sua persona, alimentata dal voluto isolamento, in un Senegal percorso da un continuo stato di guerra dove ogni spostamento ed ogni pensiero diventano impegnativi quando non pericolosi…..
Leggendaria la sua vita di “sciamana”, disinteressata a tutto ciò che non rientra nel “suo universo”. Una donna che conosce profondamente l’essere umano e le sue spinte emotive profonde.
Da quell’ ormai lontano 1989 l’ “Arte africana” ha avuto un riconoscimento sia a livello di critica d’arte sia di gusto, rendendo limitante e limitativa l’aggettivazione “africana”.
Rappresentante della società Diola, Seni Camara incarna l’anima intima dell’ Africa, le sue spendide e terribili contraddizioni.
La scultrice non ha avuto figli, ma è madre di un intero villaggio che accudisce e protegge. Ha affidato alle sue opere il compito di mostrare il grande mito ancestrale della Maternità con tutte le teste degli infiniti figli che fioriscono da Lei; Un corridoio verso il mondo animista che ci circonda, una via per ritornare all’Origine.
La stessa nascita delle sue opere è un rito sciamanico.
La terra ha forma antropomorfa; Il bosco diventa il forno dove “nascono” le sue creature. Una danza frenetica, i gesti e le parole da “sacerdotessa” fanno da levatrici a queste “nascite creative”. Quando tutto si compie, la accompagnano a casa opere cariche dello Spirito degli Antenati e della Madre Africa.
La Galleria Ca’ di Fra’ propone una nuova mostra, dopo la personale del 2004, di questa artista unica, figlia dell’ Africa.
Un “dialogo” tra le sculture di Seni Camara e la fotografia di Paola Mattioli
La prima scultrice, la seconda fotografa.
Due artiste, due universi, un incontro di vita.
Una quindicina di sculture in dialogo con altrettante fotografie in un intreccio particolare e unico.
Una “storia” affascinante il racconto di Paola Mattioli e Sarenco narrata nelle pagine di “Mèmoire d’Afrique”. L’ incontro con un villaggio e la sua sciamana Seni Camara; L’incontro con straordinarie sculture di Dee Madri ed archetipi ancestrali, terrecotte impregnate dello “spirito dell’Africa”.
Nel 2013 Mattioli accompagna Sarenco, artista e profondo conoscitore di arte africana, a Bignona in Casamance (Senegal), dove vive Seni Camara.
Tra polvere, bambini e polli la scultrice - sciamana declina il “normale” quotidiano scalza, senza acqua ne’ luce elettrica. Parla solo wolof e solo la volontà d’incontro e di comunione permette loro di annullare le abissali distanze. Il premio: Il popolo ancestrale di terracotta.
“...ed ecco, che in quella miseria, prende vita un mondo incantato...”, racconta la stessa Mattioli.
L’ atemporalità assoluta di quell’incontro, l’abbandono di ogni sovrastruttura e preconcetto occidentale, creano l’alchimia della serena complicità che non i racconti, ma solo le immagini riescono a testimoniare.
Paola Mattioli (Milano, 1948) vive la fotografia dagli anni’70. Il suo metodo di ricerca viene spiegato da lei stessa:
“… Se devo riassumere la mia posizione sulla fotografia, posso dire che ho scelto di stare su due piani: Uno narrativo e uno concettuale. Le storie possono anche essere minime, come avviene per esempio nel ritratto, che vorrei fosse una sintesi non dico di tutta la storia di una persona, ma almeno di quello che mi sembra ne rappresenti il punto centrale”.
La Galleria Ca’ di Fra’ ritenendo limitante la definizione “arte africana”, preferisce parlare unicamente di “arte”. Allo stesso modo, nel solco tracciato dalle sue multiformi passioni, ha da sempre percorso la strada della fotografia.
Due mondi, un incontro.
Per “raccontare storie attraverso le storie …. ”, come ci ricorda la stessa Mattioli.
In galleria quindici “storie d’arte” in dialogo…
Seni Camara (Bignona – Senegal 1945)
Una scultrice tra le più importanti e significative del panorama artistico non solo africano, conosciuta a livello internazionale.
Queste splendide sculture sembrano venire direttamente dal centro della Terra stessa….
Nel 1989 il Centro G. Pompidou di Parigi firmò una mostra che fece cambiare, nel mondo occidentale, la percezione dell’ arte africana: "Les magiciennes de la terre".
Da quel momento e grazie anche al testo di Louise Bourgeois, che definì Seni Camara “la maggior scultrice contemporanea”, la leggenda ebbe inizio….
Leggendaria divenne persino la sua persona, alimentata dal voluto isolamento, in un Senegal percorso da un continuo stato di guerra dove ogni spostamento ed ogni pensiero diventano impegnativi quando non pericolosi…..
Leggendaria la sua vita di “sciamana”, disinteressata a tutto ciò che non rientra nel “suo universo”. Una donna che conosce profondamente l’essere umano e le sue spinte emotive profonde.
Da quell’ ormai lontano 1989 l’ “Arte africana” ha avuto un riconoscimento sia a livello di critica d’arte sia di gusto, rendendo limitante e limitativa l’aggettivazione “africana”.
Rappresentante della società Diola, Seni Camara incarna l’anima intima dell’ Africa, le sue spendide e terribili contraddizioni.
La scultrice non ha avuto figli, ma è madre di un intero villaggio che accudisce e protegge. Ha affidato alle sue opere il compito di mostrare il grande mito ancestrale della Maternità con tutte le teste degli infiniti figli che fioriscono da Lei; Un corridoio verso il mondo animista che ci circonda, una via per ritornare all’Origine.
La stessa nascita delle sue opere è un rito sciamanico.
La terra ha forma antropomorfa; Il bosco diventa il forno dove “nascono” le sue creature. Una danza frenetica, i gesti e le parole da “sacerdotessa” fanno da levatrici a queste “nascite creative”. Quando tutto si compie, la accompagnano a casa opere cariche dello Spirito degli Antenati e della Madre Africa.
La Galleria Ca’ di Fra’ propone una nuova mostra, dopo la personale del 2004, di questa artista unica, figlia dell’ Africa.
Un “dialogo” tra le sculture di Seni Camara e la fotografia di Paola Mattioli
La prima scultrice, la seconda fotografa.
Due artiste, due universi, un incontro di vita.
Una quindicina di sculture in dialogo con altrettante fotografie in un intreccio particolare e unico.
03
maggio 2018
Seni Camara – Due metri sotto terra / Paola Mattioli – Seni Camara, 2003
Dal 03 maggio al primo giugno 2018
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA CA’ DI FRA’
Milano, Via Carlo Farini, 2, (Milano)
Milano, Via Carlo Farini, 2, (Milano)
Orario di apertura
lunedì - venerdì 10-13 e 15-19
Vernissage
3 Maggio 2018, h 18.00
Autore