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Sensaktions
La mostra è suddivisa in tre sessioni:(emozioni dal profondo; collezionisti di memorie;un nuovo senso di spazio.
Comunicato stampa
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Si inaugura domenica 31 maggio alle ore 21,00 la mostra d’arte contemporanea “SENSAKTIONS” a cura di Dores Sacquegna.
La mostra gioca sulla riflessione metafisica dell’uomo e dello spazio che lo circonda, sulle emozioni e le sensazioni, il tempo e i luoghi della memoria. L’artista comunica il suo pensiero, il suo essere hic et nunc, l’identità culturale di cui è partecipe, le sensazioni di alienazione, disagio, potenza, dominio, frustrazione, inadeguatezza, piacere, provocazione, alla ricerca costante di una propria identità senza condizionamento alcuno.
La sessione “emozioni dal profondo” si apre con la performance “ L’inizio delle trasmissioni…?” di Massimiliano Manieri (Lecce) che gioca sui flussi di informazione tra il proprio corpo e la macchina, in questo caso dei monitor, dove l'interattività, modella identità complesse, innescando il “funzionamento” di un’altra frequenza di relazione, in uno scambio di percezioni fisiche, psichiche e multimediali.
Dario Manco (Lecce), ci accompagna in un territorio Off Limits, costruito da prossimità spaziali in continua costruzione. Una fusione di perfetta simbiosi tra due realtà: il corpo e la sensorialità.
Sulla relazione fisica tra il corpo umano e sostanze ibride, gioca la ricerca di Marissa Benedict (Usa) il cui corpo diventa un “manufatto” umano, soggetto ad un equilibrio provvisorio, ad una dominazione ed un soggiogamento da parte dell’oggetto.
La definizione di un nuovo senso umano, diventa la soluzione naturale alla proliferazione di una virtualità pluridimensionata nella serie “Cylindrical “ di Patrick Mitch (Alabama), in cui l’artista incapsula in forme sferiche immagini multiple, prese dal voyeurismo di internet. Questi disegni citano trasgressioni, amputazioni, luoghi violati, come svelati da un occhio licenzioso di un guardone o da una lente della macchina fotografica.
Per Matteo Procaccioli (Italia), le figure diventano metafore, si connettono in intrecci di linee di una ricercata casualità, in una dimensione onirica multisensoriale. Per Ilgvars Zalans (Latvia), la vista assume il carattere di dominio e di controllo percettivo; la vista è l'unico senso che crea l'illusione di spazi uniformi e connessi.
Negli ultimi decenni la figura dell’artista è divenuta eclettica, volta alla ricerca, alla conservazione, alla catalogazione della storia e del nostro vivere. In questa cartografia della contemporaneità si innesta il discorso sui “collezionisti di memorie” , cioè su coloro che riflettono sull’identità, i luoghi, l’ambiente, la natura,etc.
L’artista oggi interpreta il ruolo dello storico, del ricercatore, dell’archivista, dell’editor e/o del collezionista, con riferimenti autobiografici o in linea generale della collettività.
La fotografia, è il mezzo per eccellenza che cattura l’immagine di un momento, di un’emozione, una sensazione che con la sensibilità dell’artista diventa poesia interiore e ci rende unici o blocca le nostre visioni per sempre.
Un appendice sulle scienze sociali in cui il ruolo dell’artista è quello di “registrare”, salvaguardare, apprezzare il territorio in cui vive e a rispettare le sue leggi. Di questa sessione fanno parte i seguenti artisti: Kim Aesun (Giappone) James Cooper (Bermuda), Victoria Dearing (Usa), Stefan Havadi-Nagy (Germania), Minas Halaj (Armenia), Jean James (Canada), Ben Mitchell (Australia), Mario Nimke (Germania), Matteo Procaccioli (italia), Shelley Vouga (Svizzera). L’arte, si sa, offre diverse prospettive di pensiero. E’ un’architettura dell’interno, uno strumento a disposizione della collettività per capire i meccanismi della vita e/o proporre modelli progettuali raffinati di una colta espressività. Dallo spazio reale dell’opera allo spostamento "virtuale", l'arte è un ponte tra queste due dimensioni, evidenziandone le qualità e i suoi enigmatici dialoghi tra un paesaggio dimensionale e quello immateriale.
In questo contesto “Un nuovo senso di spazio” è la ricerca di questi ultimi artisti.
Gennaro Barci (Italia) presenta i suoi “blending” bi-facciali su plexiglass che restituiscono la fisicità di estensioni o memorie interscambiabili che si trovano nel nostro inconscio e si sublimano in percezioni.
Nel dittico pittorico di Mirta De Simoni (Italia) si assiste ad un mondo in transito che crea nuove estensioni di senso.
Giovanni Felle (Brindisi), con “ora et labora” annulla in un geometrismo rigoroso e bianco, elementi sacri (rosario) e un piccone da campagna, un dualismo quasi cartesiano, enigmatico nella sospensione della dimensione temporale.
Remko Leeuw (Olanda) è uno degli artisti della “BLIK-collective of action painting” gruppo che lavora con le performance d’azione. Le sue opere, fluide come un cortocircuito entrano nello spazio percettivo più intimo dell'individuo, quello fatto dei desideri, dei sogni.
Samuel Lipp (Usa) ci provoca sul senso della parola e del potere con le” twin tower”.
David Moyano Prieto (Spagna), riflette sull’identità con connessioni di linguaggio che illuminano modi e mondi nel loro ipnotico funzionamento.
Helena Zapke Rodriguez (Spagna), vede nella natura una zona quasi di pericolo, una corsia preferenziale con innumerevoli interferenze racchiuse l'una nell'altra, una somma di filtri che si sovrappongono creando le più svariate e stimolanti percezioni.
Benjamin Sohnel (Germania) rappresenta la morfologia di un batterio delle barriere coralline. Lo spazio infatti è costituito da una materia sconosciuta, un effetto "morphing" che lascia intuire l'intima struttura di una forma primordiale.
La mostra gioca sulla riflessione metafisica dell’uomo e dello spazio che lo circonda, sulle emozioni e le sensazioni, il tempo e i luoghi della memoria. L’artista comunica il suo pensiero, il suo essere hic et nunc, l’identità culturale di cui è partecipe, le sensazioni di alienazione, disagio, potenza, dominio, frustrazione, inadeguatezza, piacere, provocazione, alla ricerca costante di una propria identità senza condizionamento alcuno.
La sessione “emozioni dal profondo” si apre con la performance “ L’inizio delle trasmissioni…?” di Massimiliano Manieri (Lecce) che gioca sui flussi di informazione tra il proprio corpo e la macchina, in questo caso dei monitor, dove l'interattività, modella identità complesse, innescando il “funzionamento” di un’altra frequenza di relazione, in uno scambio di percezioni fisiche, psichiche e multimediali.
Dario Manco (Lecce), ci accompagna in un territorio Off Limits, costruito da prossimità spaziali in continua costruzione. Una fusione di perfetta simbiosi tra due realtà: il corpo e la sensorialità.
Sulla relazione fisica tra il corpo umano e sostanze ibride, gioca la ricerca di Marissa Benedict (Usa) il cui corpo diventa un “manufatto” umano, soggetto ad un equilibrio provvisorio, ad una dominazione ed un soggiogamento da parte dell’oggetto.
La definizione di un nuovo senso umano, diventa la soluzione naturale alla proliferazione di una virtualità pluridimensionata nella serie “Cylindrical “ di Patrick Mitch (Alabama), in cui l’artista incapsula in forme sferiche immagini multiple, prese dal voyeurismo di internet. Questi disegni citano trasgressioni, amputazioni, luoghi violati, come svelati da un occhio licenzioso di un guardone o da una lente della macchina fotografica.
Per Matteo Procaccioli (Italia), le figure diventano metafore, si connettono in intrecci di linee di una ricercata casualità, in una dimensione onirica multisensoriale. Per Ilgvars Zalans (Latvia), la vista assume il carattere di dominio e di controllo percettivo; la vista è l'unico senso che crea l'illusione di spazi uniformi e connessi.
Negli ultimi decenni la figura dell’artista è divenuta eclettica, volta alla ricerca, alla conservazione, alla catalogazione della storia e del nostro vivere. In questa cartografia della contemporaneità si innesta il discorso sui “collezionisti di memorie” , cioè su coloro che riflettono sull’identità, i luoghi, l’ambiente, la natura,etc.
L’artista oggi interpreta il ruolo dello storico, del ricercatore, dell’archivista, dell’editor e/o del collezionista, con riferimenti autobiografici o in linea generale della collettività.
La fotografia, è il mezzo per eccellenza che cattura l’immagine di un momento, di un’emozione, una sensazione che con la sensibilità dell’artista diventa poesia interiore e ci rende unici o blocca le nostre visioni per sempre.
Un appendice sulle scienze sociali in cui il ruolo dell’artista è quello di “registrare”, salvaguardare, apprezzare il territorio in cui vive e a rispettare le sue leggi. Di questa sessione fanno parte i seguenti artisti: Kim Aesun (Giappone) James Cooper (Bermuda), Victoria Dearing (Usa), Stefan Havadi-Nagy (Germania), Minas Halaj (Armenia), Jean James (Canada), Ben Mitchell (Australia), Mario Nimke (Germania), Matteo Procaccioli (italia), Shelley Vouga (Svizzera). L’arte, si sa, offre diverse prospettive di pensiero. E’ un’architettura dell’interno, uno strumento a disposizione della collettività per capire i meccanismi della vita e/o proporre modelli progettuali raffinati di una colta espressività. Dallo spazio reale dell’opera allo spostamento "virtuale", l'arte è un ponte tra queste due dimensioni, evidenziandone le qualità e i suoi enigmatici dialoghi tra un paesaggio dimensionale e quello immateriale.
In questo contesto “Un nuovo senso di spazio” è la ricerca di questi ultimi artisti.
Gennaro Barci (Italia) presenta i suoi “blending” bi-facciali su plexiglass che restituiscono la fisicità di estensioni o memorie interscambiabili che si trovano nel nostro inconscio e si sublimano in percezioni.
Nel dittico pittorico di Mirta De Simoni (Italia) si assiste ad un mondo in transito che crea nuove estensioni di senso.
Giovanni Felle (Brindisi), con “ora et labora” annulla in un geometrismo rigoroso e bianco, elementi sacri (rosario) e un piccone da campagna, un dualismo quasi cartesiano, enigmatico nella sospensione della dimensione temporale.
Remko Leeuw (Olanda) è uno degli artisti della “BLIK-collective of action painting” gruppo che lavora con le performance d’azione. Le sue opere, fluide come un cortocircuito entrano nello spazio percettivo più intimo dell'individuo, quello fatto dei desideri, dei sogni.
Samuel Lipp (Usa) ci provoca sul senso della parola e del potere con le” twin tower”.
David Moyano Prieto (Spagna), riflette sull’identità con connessioni di linguaggio che illuminano modi e mondi nel loro ipnotico funzionamento.
Helena Zapke Rodriguez (Spagna), vede nella natura una zona quasi di pericolo, una corsia preferenziale con innumerevoli interferenze racchiuse l'una nell'altra, una somma di filtri che si sovrappongono creando le più svariate e stimolanti percezioni.
Benjamin Sohnel (Germania) rappresenta la morfologia di un batterio delle barriere coralline. Lo spazio infatti è costituito da una materia sconosciuta, un effetto "morphing" che lascia intuire l'intima struttura di una forma primordiale.
31
maggio 2009
Sensaktions
Dal 31 maggio al 17 giugno 2009
arte contemporanea
Location
PRIMO PIANO LIVINGALLERY
Lecce, Viale Guglielmo Marconi, 4, (Lecce)
Lecce, Viale Guglielmo Marconi, 4, (Lecce)
Orario di apertura
Dal lunedì al sabato ore 17 - 20, mattina su appuntamento.
Vernissage
31 Maggio 2009, ore 21,00
Autore
Curatore