Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
SENSO PLURIMO 6: Paolo Ferrante – Memorabilia
Come un antropologo. Paolo Ferrante congela nella resina frammenti di cose comuni, che appartengono a vite private, li sottrae all’oblio e li restituisce alla permanenza della storia. Ogni singola scultura simile a un fossile o a un’ambra, sostiene la curatrice, suggerisce la volontà di sottrarre le storie individuali all’accumulo di macerie, di salvarle dalla polvere del tempo per creare sotto la propulsione di una forte ispirazione romantica un piccolo museo domestico e quotidiano, eterogeneo e incerto
Comunicato stampa
Segnala l'evento
l’appuntamento con l’arte visiva curato da Marinilde Giannandrea
frammenti di vita congelati nella resina e restituiti alla storia
per la Memorabilia di PAOLO FERRANTE
Durante la serata sarà presentato il catalogo di Senso Plurimo.5
Al via Senso Plurimo 6, la rassegna dei Cantieri Teatrali Koreja curata dalla giornalista e
critica Marinilde Giannandrea. Nella scatola dei desideri, progettata da Rune Ricciardelli per il foyer
del teatro trovano spazio 4 giovani pugliesi: nata sei anni fa in un momento in cui si cominciavano a
manifestare i segni della crisi, la rassegna è un territorio in cui si alternano i lavori degli artisti, le voci
dei critici e degli studiosi per offrire una possibile chiave di lettura delle fragilità del presente e una
probabile visione del futuro.
Ad inaugurare la rassegna il 13 dicembre 2014 alle ore 19.00 (in mostra fino al 9 gennaio 2015)
Paolo Ferrante con MEMORABILIA (INGRESSO LIBERO).
Come un antropologo. Paolo Ferrante congela nella resina frammenti di cose comuni, che
appartengono a vite private, li sottrae all’oblio e li restituisce alla permanenza della storia. Ogni
singola scultura simile a un fossile o a un’ambra, sostiene la curatrice, suggerisce la volontà di
sottrarre le storie individuali all’accumulo di macerie, di salvarle dalla polvere del tempo per creare
sotto la propulsione di una forte ispirazione romantica un piccolo museo domestico e quotidiano,
eterogeneo e incerto. Un elemento non nuovo al lavoro di Ferrante che preferisce concentrarsi, a
volte malinconicamente, su dati minori e trascurati per poterli conservare e valorizzare a dispetto
del loro destino. L’operazione è resa ancora più accurata dalla volontà di impreziosire ogni
singolo elemento con un dettaglio pregiato che tende ad enfatizzarne la qualità unica e speciale,
trasformandolo in un’incarnazione ostinata e tenace dei ricordi.
Tuttavia questa volta il gusto per l’osservazione sentimentale, quella che attinge al Museo
dell’innocenza di Orhan Pamuk, si adegua al passo dell’alchimista. Tra le fonti di questo lavoro c’è,
infatti, Ferrante Imperato, il naturalista napoletano vissuto tra la fine del XVI secolo e gli inizi del XVI.
Ma non è il solo riferimento. Sono presenti anche le citazioni dei gabinetti delle curiosità di Rodolfo II
e Manfredo Settala, il mini museo di Hans Fex, i materiali preziosi intrecciati agli oggetti consunti di
Remo Bianco.
Memorabilia diventa così collezione di feticci eterogenei e confortanti, una raccolta di reliquie trovate
o inventate (poco importa), di allegorie, di scorie e mirabilia. In questo processo di accumulazione,
che sembra volere immagazzinare il mondo dentro di sé, ogni dettaglio spinge a interrogarsi sulle
molteplici nature delle immagini e delle immaginazioni. Con questo lavoro Ferrante rinsalda in
maniera dichiaratamente empirica e diretta il necessario legame che l’arte deve stabilire con la
molteplice varietà delle esistenze.
[...] C’è un’attitudine che sta caratterizzando molta produzione artistica contemporanea, a diverse latitudini,
nella generazione post 1970: una volontà di catalogazione, di inventariazione di dati, immagini, passioni,
esperienze, realtà. C’è chi si approccia a questa pratica con un metodo disciplinato, da studioso che non
si concede distrazioni, grazie a un’analisi di fatti storici comprovati, anche per merito dell’utilizzo di numeri
esatti tratti da inventari ragionati e ineccepibili. E c’è chi si lascia andare a un taglio mediato con la passione
e i ricordi, senza badare troppo a incasellamenti talvolta eccessivi, apatici. Quest’ultimi si spingono oltre,
prelevano brandelli di memorie e li posizionano secondo personali tendenze e con approcci che variano
naturalmente a seconda delle finalità e dei linguaggi impiegati. Ma sempre con un metodo che ha del casuale
tra le sue ragioni d’essere. È quanto sta capitando in tempi recenti anche a Paolo Ferrante, che nel solco di un
progressivo e meditato percorso, a piccoli passi ha sempre dimostrato un aspetto fondamentale, che nell’arte
forse è tra le prime inclinazioni che bisognerebbe avere: curiosità. Curiosità nel guardare all’arte e agli artisti,
con un tentativo di conoscenza e di vicinanza, a prescindere dagli esiti della sua medesima indagine artistica.
Oggi raccoglie i primi risultati compiuti di una ricerca ancora tutta da perpetuare. La stessa curiosità l’ha spinto
a gironzolare, a cercare immagini nei luoghi più impensati, dove poi ha trovato anche oggetti, materiali che
sono risultati utili per il suo lavoro successivo. Con il tempo ha creato un serbatoio di ipotesi, un repertorio che
da anonimo ed estraneo è divenuto privato, esclusivo. Anzi, incondizionato e necessario.
Dopo aver percorso un periodo connesso alle pratiche del disegno e della pittura, oggi è tornato al piccolo
formato, anzi alla miniatura, con piccole porzioni di materia da posizionare con un taglio installativo. Non si
tratta di apologie sulle abilità tecniche, ma di un repertorio di brandelli collocati sotto resina, in una sorta forma
a medaglione che rammenta gli antichi Memorabilia. All’interno c’è tutto e il contrario di tutto. C’è la testa di
un santo o di un pupo di terracotta, le ali di una farfalla, una biglia, un ciondolo, un lembo di carta e un viso
ritagliato. Provengono da una wunderkammer immaginaria, dove si mescolano i generi e si attraversano le
epoche a cui attingere un patrimonio che va oltre l’immagine per poi tornare ad essa [...] Lorenzo Madaro
Durante la serata sarà presentato il catalogo di Senso Plurimo.5
PAOLO FERRANTE Lecce, 1984 È laureato in Decorazione presso l'Accademia di Belle Arti di Lecce e il suo linguaggio
si concentra sul corpo e sui fenomeni naturali. Dal 2012 collabora con varie case editrici e spazi culturali salentini e
nel 2014 crea insieme con altri artisti pugliesi il collettivo “Idume Studio” destinato a indagare l'immaginario territoriale
sotterraneo e nascosto. Nel 2013 ha pubblicato il libro d’artista Tegumenta, Edizioni Eperidi. Vive e lavora a Lecce.
PAOLO FERRANTE, Memorabilia, 13 dicembre 2014 - 9 gennaio 2015
Ingresso libero
Sarà possibile visitare le mostre nelle serate di spettacolo e dal lunedì al venerdì dalle ore 15.30 alle ore 18.00. Bus
Info: Cantieri Teatrali Koreja, via Guido Dorso, 70
tel. 0832-242000 / 240752
www.teatrokoreja.it;
frammenti di vita congelati nella resina e restituiti alla storia
per la Memorabilia di PAOLO FERRANTE
Durante la serata sarà presentato il catalogo di Senso Plurimo.5
Al via Senso Plurimo 6, la rassegna dei Cantieri Teatrali Koreja curata dalla giornalista e
critica Marinilde Giannandrea. Nella scatola dei desideri, progettata da Rune Ricciardelli per il foyer
del teatro trovano spazio 4 giovani pugliesi: nata sei anni fa in un momento in cui si cominciavano a
manifestare i segni della crisi, la rassegna è un territorio in cui si alternano i lavori degli artisti, le voci
dei critici e degli studiosi per offrire una possibile chiave di lettura delle fragilità del presente e una
probabile visione del futuro.
Ad inaugurare la rassegna il 13 dicembre 2014 alle ore 19.00 (in mostra fino al 9 gennaio 2015)
Paolo Ferrante con MEMORABILIA (INGRESSO LIBERO).
Come un antropologo. Paolo Ferrante congela nella resina frammenti di cose comuni, che
appartengono a vite private, li sottrae all’oblio e li restituisce alla permanenza della storia. Ogni
singola scultura simile a un fossile o a un’ambra, sostiene la curatrice, suggerisce la volontà di
sottrarre le storie individuali all’accumulo di macerie, di salvarle dalla polvere del tempo per creare
sotto la propulsione di una forte ispirazione romantica un piccolo museo domestico e quotidiano,
eterogeneo e incerto. Un elemento non nuovo al lavoro di Ferrante che preferisce concentrarsi, a
volte malinconicamente, su dati minori e trascurati per poterli conservare e valorizzare a dispetto
del loro destino. L’operazione è resa ancora più accurata dalla volontà di impreziosire ogni
singolo elemento con un dettaglio pregiato che tende ad enfatizzarne la qualità unica e speciale,
trasformandolo in un’incarnazione ostinata e tenace dei ricordi.
Tuttavia questa volta il gusto per l’osservazione sentimentale, quella che attinge al Museo
dell’innocenza di Orhan Pamuk, si adegua al passo dell’alchimista. Tra le fonti di questo lavoro c’è,
infatti, Ferrante Imperato, il naturalista napoletano vissuto tra la fine del XVI secolo e gli inizi del XVI.
Ma non è il solo riferimento. Sono presenti anche le citazioni dei gabinetti delle curiosità di Rodolfo II
e Manfredo Settala, il mini museo di Hans Fex, i materiali preziosi intrecciati agli oggetti consunti di
Remo Bianco.
Memorabilia diventa così collezione di feticci eterogenei e confortanti, una raccolta di reliquie trovate
o inventate (poco importa), di allegorie, di scorie e mirabilia. In questo processo di accumulazione,
che sembra volere immagazzinare il mondo dentro di sé, ogni dettaglio spinge a interrogarsi sulle
molteplici nature delle immagini e delle immaginazioni. Con questo lavoro Ferrante rinsalda in
maniera dichiaratamente empirica e diretta il necessario legame che l’arte deve stabilire con la
molteplice varietà delle esistenze.
[...] C’è un’attitudine che sta caratterizzando molta produzione artistica contemporanea, a diverse latitudini,
nella generazione post 1970: una volontà di catalogazione, di inventariazione di dati, immagini, passioni,
esperienze, realtà. C’è chi si approccia a questa pratica con un metodo disciplinato, da studioso che non
si concede distrazioni, grazie a un’analisi di fatti storici comprovati, anche per merito dell’utilizzo di numeri
esatti tratti da inventari ragionati e ineccepibili. E c’è chi si lascia andare a un taglio mediato con la passione
e i ricordi, senza badare troppo a incasellamenti talvolta eccessivi, apatici. Quest’ultimi si spingono oltre,
prelevano brandelli di memorie e li posizionano secondo personali tendenze e con approcci che variano
naturalmente a seconda delle finalità e dei linguaggi impiegati. Ma sempre con un metodo che ha del casuale
tra le sue ragioni d’essere. È quanto sta capitando in tempi recenti anche a Paolo Ferrante, che nel solco di un
progressivo e meditato percorso, a piccoli passi ha sempre dimostrato un aspetto fondamentale, che nell’arte
forse è tra le prime inclinazioni che bisognerebbe avere: curiosità. Curiosità nel guardare all’arte e agli artisti,
con un tentativo di conoscenza e di vicinanza, a prescindere dagli esiti della sua medesima indagine artistica.
Oggi raccoglie i primi risultati compiuti di una ricerca ancora tutta da perpetuare. La stessa curiosità l’ha spinto
a gironzolare, a cercare immagini nei luoghi più impensati, dove poi ha trovato anche oggetti, materiali che
sono risultati utili per il suo lavoro successivo. Con il tempo ha creato un serbatoio di ipotesi, un repertorio che
da anonimo ed estraneo è divenuto privato, esclusivo. Anzi, incondizionato e necessario.
Dopo aver percorso un periodo connesso alle pratiche del disegno e della pittura, oggi è tornato al piccolo
formato, anzi alla miniatura, con piccole porzioni di materia da posizionare con un taglio installativo. Non si
tratta di apologie sulle abilità tecniche, ma di un repertorio di brandelli collocati sotto resina, in una sorta forma
a medaglione che rammenta gli antichi Memorabilia. All’interno c’è tutto e il contrario di tutto. C’è la testa di
un santo o di un pupo di terracotta, le ali di una farfalla, una biglia, un ciondolo, un lembo di carta e un viso
ritagliato. Provengono da una wunderkammer immaginaria, dove si mescolano i generi e si attraversano le
epoche a cui attingere un patrimonio che va oltre l’immagine per poi tornare ad essa [...] Lorenzo Madaro
Durante la serata sarà presentato il catalogo di Senso Plurimo.5
PAOLO FERRANTE Lecce, 1984 È laureato in Decorazione presso l'Accademia di Belle Arti di Lecce e il suo linguaggio
si concentra sul corpo e sui fenomeni naturali. Dal 2012 collabora con varie case editrici e spazi culturali salentini e
nel 2014 crea insieme con altri artisti pugliesi il collettivo “Idume Studio” destinato a indagare l'immaginario territoriale
sotterraneo e nascosto. Nel 2013 ha pubblicato il libro d’artista Tegumenta, Edizioni Eperidi. Vive e lavora a Lecce.
PAOLO FERRANTE, Memorabilia, 13 dicembre 2014 - 9 gennaio 2015
Ingresso libero
Sarà possibile visitare le mostre nelle serate di spettacolo e dal lunedì al venerdì dalle ore 15.30 alle ore 18.00. Bus
Info: Cantieri Teatrali Koreja, via Guido Dorso, 70
tel. 0832-242000 / 240752
www.teatrokoreja.it;
13
dicembre 2014
SENSO PLURIMO 6: Paolo Ferrante – Memorabilia
Dal 13 dicembre 2014 al 09 gennaio 2015
arte contemporanea
Location
CANTIERI TEATRALI KOREJA
Lecce, Via Guido Dorso, 70, (Lecce)
Lecce, Via Guido Dorso, 70, (Lecce)
Orario di apertura
nelle serate di spettacolo e dal lunedì al venerdì dalle ore 15.30 alle ore 18.00
Vernissage
13 Dicembre 2014, ore 19
Autore
Curatore