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Sentieri di pace. L’arte della pace e la pace dell’arte
La mostra riunisce ventisette donazioni di opere di artisti di diversi paesi del mondo – che andranno poi a costituire le nuove acquisizioni del Mimac – , accomunati dal desiderio di essere artisti di pace e messaggeri di umanità e bellezza.
Comunicato stampa
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Ha preso il via, all’interno dello storico museo “M I M A C” (Museo Internazionale Mariano d'Arte Contemporanea) della Fondazione Don Tonino Bello di Alessano - Lecce, il nuovo progetto dal titolo “GLI SPLENDORI DEL TEMPIO”, un percorso artistico internazionale, di durata biennale, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte di piano internazionale Prof. Carlo Franza, direttore dello stesso M I M A C. Questa mostra dal titolo “Sentieri di pace. L’arte della pace e la pace dell’arte” è la seconda del nuovo percorso, e si impone come evento di singolare importanza culturale in quanto è desiderio del curatore proporre sia nomi di rilievo dell’arte contemporanea, italiani e stranieri, che rassegne visibilmente accompagnatrici delle “notti insonni” di Don Tonino Bello. La mostra evento oltre che essere dedicata a don Tonino Bello, padre dei buoni e dei giusti, è la seconda dei tre appuntamenti dell'estate culturale alessanese 2010, voluti dal Mimac e dalla Fondazione che ne porta il nome. L’esposizione curata dall’illustre Storico dell’Arte di fama internazionale, Prof. Carlo Franza, che firma anche il testo in catalogo dal titolo “Sentieri di pace. L’arte della pace e la pace dell’arte”, riunisce ventisette donazioni di opere di artisti di diversi paesi del mondo - che andranno poi a costituire le nuove acquisizioni del Mimac - , accomunati dal desiderio di essere artisti di pace e messaggeri di umanità e bellezza.
Scrive Carlo Franza nel testo: “La vivace attività artistica e culturale del Mimac della Fondazione Don Tonino Bello, vede la nuova donazione e acquisizione di ben ventisette nuove opere, tra dipinti, sculture e installazioni, e argomenta questa mostra nella Casa della Pace sul tema “Sentieri di Pace. L'arte della Pace e la Pace dell'Arte”. E' un nuovo evento tutto dedicato a Tonino Bello, santo tra i santi, il quale è stato capace di segnare la crisi dei cuori e di alzare la voce per chiamare a raccolta i “costruttori di pace”, sull'esempio delle Beatitudini evangeliche, e aprire quella carovana verso l'attesa di cieli e terre nuove. Tonino Bello ha percorso i “sentieri di Isaia” (è il titolo di un suo libro con molti interventi a favore della pace) e ha speso la sua vita – tutta tesa verso un'utopia infinita e gravida di attese - affinchè la pace divenisse realtà e far sì che le spade, come dice il profeta Isaia, si trasformino in falci.”. Nella costante attenzione ai temi della cultura e dell'arte e della spiritualità cristiana e belliana, il Mimac e la Fondazione svolgono da anni un ruolo insostituibile, con uno sguardo sì tutto particolare rivolto al sociale e agli “ultimi” amati da don Tonino più di se stesso, ma anche per ribadire l'impegno non solo per l'indagine storiografica dell'arte del proprio tempo, ma divenire aggregazione di quegli artisti, che ancora credono nella bellezza, la sola vera certezza capace di salvare il mondo. Ecco un nutrito gruppo di artisti chiamati a responsabilità del proprio tempo e motivati al tema della Pace, i quali hanno risposto come un segnale di sfida, tenendo in conto quel famoso congresso della pace che ci fu a Roma nel 1948 e che vide Picasso ergersi paladino di una nuova era che inizialmente nel secondo dopoguerra allargò gli animi degli uomini di buona volontà, come poi nel 1963 puntualizzò Papa Giovanni XXIII con la sua “Pacem in terris”. Urge nei nostri tempi il messaggio di pace e sono gli artisti a esplorarne questo spirito attraverso le diverse espressioni del contemporaneo. Da parte nostra siamo convinti che non si possano leggere le opere degli artisti senza avere ben presente sia il loro mondo morale che le loro radici psicologiche e creative. Non basta la padronanza assoluta della materia e delle tecniche artistiche, c’è poi l’aspirazione alla classicità e al bisogno d’astrazione, lo sfogo dei sensi e l’ictus dell’intelligenza.
Ora sono proprio le anime e le intelligenze più acute a vivere questa tensione intellettuale della Pace che diventa il tema dominante della mostra in questione. Eppoi cos’è la Pace? Quanti tipi di pace ci sono? Alla prima domanda rispondo con le parole di don Tonino: “la pace non è un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno. Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo...”. Per la seconda domanda, avverto che c' è la pace sociale, la pace cittadina, la pace politica, la pace mondiale, la pace interiore, la pace dei sensi, la pace come rispetto della vita, la pace creativa, e così via. Non dimentichiamo di quanti maestri di pace si siano avuti in tempi che è facile ricordare. Basti pensare ad esempio al Picasso di Guernica, o alla pace razziale di Martin Luther King, o alla pace non violenta di Ghandi, o al profeta di pace che è stato l’amico Don Tonino Bello, vescovo di Molfetta, scomparso da ben diciassette anni. Tonino Bello è stato il guru contemporaneo che più ha significato con metafore di fuoco proprio il tema della Pace, cercata fino alla morte, nonostante un ministro del tempo (Scotti) si fosse espresso metaforicamente con “A peste, fame et BELLO ( alludeva a don Tonino) libera nos domine”. Le diverse aperture creative, l’individuazione di alcuni valori fondamentali ed evangelici, tra cui la Pace, la matrice spirituale e culturale di ogni artista, portano a verificare sulle immagini i termini di una riflessione tutt’altro che conclusa. Il fenomeno della Pace non è solo un fatto socio-culturale, vive oggi la dimensione della globalizzazione che ha annullato la funzione amalgamante delle comuni radici etnico-culturali. Sul piano dell’arte, poi, è inevitabile il rapporto con le tendenze artistiche venutesi a configurare a livello nazionale e internazionale grazie all'avallo della chiesa tutta. Tant’è che la produzione artistica dei giovani e dei meno giovani di oggi, che certamente hanno bisogno di quel tanto di sedimentazione che le cose devono avere per consentirne una verifica scientificamente attendibile, riflette una dimensione culturale definibile sempre più in quell’aura d’universalità, intesa in un’accezione storica così come felicemente era stata utilizzata da Giulio Carlo Argan. Gli artisti qui hanno dato senso alla Pace come idea di libertà e di sostegno ai diritti dell’uomo, di una pace come cultura e come grido d’allarme e nello stesso tempo di speranza”.
Cenni biografici del Curatore
Carlo Franza, nato ad Alessano-Lecce nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco - Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 ( di cui è presidente di giuria dal 2001) e il premio Città di Tricase nel 2008.
Scrive Carlo Franza nel testo: “La vivace attività artistica e culturale del Mimac della Fondazione Don Tonino Bello, vede la nuova donazione e acquisizione di ben ventisette nuove opere, tra dipinti, sculture e installazioni, e argomenta questa mostra nella Casa della Pace sul tema “Sentieri di Pace. L'arte della Pace e la Pace dell'Arte”. E' un nuovo evento tutto dedicato a Tonino Bello, santo tra i santi, il quale è stato capace di segnare la crisi dei cuori e di alzare la voce per chiamare a raccolta i “costruttori di pace”, sull'esempio delle Beatitudini evangeliche, e aprire quella carovana verso l'attesa di cieli e terre nuove. Tonino Bello ha percorso i “sentieri di Isaia” (è il titolo di un suo libro con molti interventi a favore della pace) e ha speso la sua vita – tutta tesa verso un'utopia infinita e gravida di attese - affinchè la pace divenisse realtà e far sì che le spade, come dice il profeta Isaia, si trasformino in falci.”. Nella costante attenzione ai temi della cultura e dell'arte e della spiritualità cristiana e belliana, il Mimac e la Fondazione svolgono da anni un ruolo insostituibile, con uno sguardo sì tutto particolare rivolto al sociale e agli “ultimi” amati da don Tonino più di se stesso, ma anche per ribadire l'impegno non solo per l'indagine storiografica dell'arte del proprio tempo, ma divenire aggregazione di quegli artisti, che ancora credono nella bellezza, la sola vera certezza capace di salvare il mondo. Ecco un nutrito gruppo di artisti chiamati a responsabilità del proprio tempo e motivati al tema della Pace, i quali hanno risposto come un segnale di sfida, tenendo in conto quel famoso congresso della pace che ci fu a Roma nel 1948 e che vide Picasso ergersi paladino di una nuova era che inizialmente nel secondo dopoguerra allargò gli animi degli uomini di buona volontà, come poi nel 1963 puntualizzò Papa Giovanni XXIII con la sua “Pacem in terris”. Urge nei nostri tempi il messaggio di pace e sono gli artisti a esplorarne questo spirito attraverso le diverse espressioni del contemporaneo. Da parte nostra siamo convinti che non si possano leggere le opere degli artisti senza avere ben presente sia il loro mondo morale che le loro radici psicologiche e creative. Non basta la padronanza assoluta della materia e delle tecniche artistiche, c’è poi l’aspirazione alla classicità e al bisogno d’astrazione, lo sfogo dei sensi e l’ictus dell’intelligenza.
Ora sono proprio le anime e le intelligenze più acute a vivere questa tensione intellettuale della Pace che diventa il tema dominante della mostra in questione. Eppoi cos’è la Pace? Quanti tipi di pace ci sono? Alla prima domanda rispondo con le parole di don Tonino: “la pace non è un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno. Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo...”. Per la seconda domanda, avverto che c' è la pace sociale, la pace cittadina, la pace politica, la pace mondiale, la pace interiore, la pace dei sensi, la pace come rispetto della vita, la pace creativa, e così via. Non dimentichiamo di quanti maestri di pace si siano avuti in tempi che è facile ricordare. Basti pensare ad esempio al Picasso di Guernica, o alla pace razziale di Martin Luther King, o alla pace non violenta di Ghandi, o al profeta di pace che è stato l’amico Don Tonino Bello, vescovo di Molfetta, scomparso da ben diciassette anni. Tonino Bello è stato il guru contemporaneo che più ha significato con metafore di fuoco proprio il tema della Pace, cercata fino alla morte, nonostante un ministro del tempo (Scotti) si fosse espresso metaforicamente con “A peste, fame et BELLO ( alludeva a don Tonino) libera nos domine”. Le diverse aperture creative, l’individuazione di alcuni valori fondamentali ed evangelici, tra cui la Pace, la matrice spirituale e culturale di ogni artista, portano a verificare sulle immagini i termini di una riflessione tutt’altro che conclusa. Il fenomeno della Pace non è solo un fatto socio-culturale, vive oggi la dimensione della globalizzazione che ha annullato la funzione amalgamante delle comuni radici etnico-culturali. Sul piano dell’arte, poi, è inevitabile il rapporto con le tendenze artistiche venutesi a configurare a livello nazionale e internazionale grazie all'avallo della chiesa tutta. Tant’è che la produzione artistica dei giovani e dei meno giovani di oggi, che certamente hanno bisogno di quel tanto di sedimentazione che le cose devono avere per consentirne una verifica scientificamente attendibile, riflette una dimensione culturale definibile sempre più in quell’aura d’universalità, intesa in un’accezione storica così come felicemente era stata utilizzata da Giulio Carlo Argan. Gli artisti qui hanno dato senso alla Pace come idea di libertà e di sostegno ai diritti dell’uomo, di una pace come cultura e come grido d’allarme e nello stesso tempo di speranza”.
Cenni biografici del Curatore
Carlo Franza, nato ad Alessano-Lecce nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco - Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 ( di cui è presidente di giuria dal 2001) e il premio Città di Tricase nel 2008.
04
agosto 2010
Sentieri di pace. L’arte della pace e la pace dell’arte
Dal 04 agosto al 30 settembre 2010
arte contemporanea
Location
MIMAC – MUSEO INTERNAZIONALE MARIANO D’ARTE CONTEMPORANEA
Alessano, Piazza Don Tonino Bello, 42, (Lecce)
Alessano, Piazza Don Tonino Bello, 42, (Lecce)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 18-21
Vernissage
4 Agosto 2010, ore 19.00
Autore
Curatore