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Sentinelle
Quindici artisti a confronto sul tema della legalità
Comunicato stampa
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Sentinelle è un titolo emblematico per una mostra che è dedicata ad un tema così concreto,reale, urgente ed importante come quello della Legalità.Il tema della Legalità è, nonostante il nome, certamente più vicino alla sfera dell’Etica, che non alla sfera del concetto di Legale.All’Arte è certamente più consona l’Etica. Il lavoro degli artisti è basato sulla regola dell'autodisciplina. La creatività, infatti, necessitadi grande rigore per poter crescere ed alimentarsi e, per poter realizzare tutto questo, l’artistavive nel rispetto di sé stesso e del lavoro dell’arte, in quanto non può fare diversamente.L’arte è, per origine, nel suo rapporto di mimesi con la Natura: l’inganno degli occhi, rappresenta,ma non è, rimanda bidimensionale ciò che realmente è tridimensionale, in un qualche modoallude ed illude. Non a caso nell’antica Grecia, Mercurio, rapido e veloce, era la divinitàche proteggeva gli artisti ed i ladri, in quanto entrambe erano presenti nella società comeingannatori. Aquesto proposito si legge, tra le numerose leggende sulla nascita dell’Arte, lagara tra i due pittori greci; il primo inganna un uccellino che becca l’uva dipinta sulla tela,ma è il secondo il vincitore della gara, in quanto il primo pittore, in visita nello studio, tentadi togliere un panno da un quadro del collega, per vedere l’immagine dipinta, ma lo stessopanno è dipinto.Ingannatori abili, la destrezza e la capacità tecnica sono alla base del lavoro d’arte, macertamente non basta.L’Arte nel corso dei secoli, nella produzione di capolavori, che nel tempo ci testimonianosocietà e culture, pensieri e mondi scomparsi, ha raffinato la qualità di essere un“Meccanismo del pensiero” come la definiva De Chirico, un meccanismo che producepensieri ed induce a riflettere.Gli artisti invitati sono molto differenti tra loro per produzione, tecniche, generazione e proprioper queste profonde differenze presentano un panorama ampio e articolato sia del fare l’artesia dell’interpretazione del tema, che, come si vede in mostra, è risultato estremamente vario,ma soprattutto apre ad altre riflessioni, altri percorsi sul tema, amplia l’orizzonte della Legalità,spaziando sull’Etica.
GLI ARTISTI
Danilo Bucchi, pur essendo un’artista di giovane generazione, è già notevolmente affermatoe la sua opera “Riflessione sulla legalità” si presenta come uno studio, quindi suscettibile dicambiamento, e di conseguenza smorza l’amarezza di una bilancia sulla quale due europesano più di un piccolo uomo sull’altro piatto. La sua riflessione implica uno sguardo più ampio, esteso su tutta una società che ha fatto del denaro un valore, uno scopo, una misurasino a ridurre l’essere umano ad una figurina, un pupazzetto dal peso irrisorio, meno di due euro!! Le opere di Bruno Ceccobelli, nella sua intensa carriera sono sempre state caratterizzate dauna forte valenza simbolica e dal carattere di icone.La sua “sentinella” dal titolo “Incrocio benefico” rimanda ad un mondo nel quale i simbolisono chiari come parole ed imperiosi come comandi. I piedi e le mani sono dinamici edin movimento per l’effetto delle diagonali, incrociate come spade, nel segno della forza edell’autorevolezza.Per (Filippo di Sambuy): l’araldica, i vessilli, e tutto ciò che comporta quel linguaggio diffusamente perduto e ormai conosciuto da pochi studiosi è più di un tema; è il soggettoprincipale delle sue opere e questa “Bandiera”, severa, diviene simbolo di lotte e battaglie-ancora da combattere. La “sentinella” di Luca Guatelli è un grande pupazzo di stoffa, dal volto asimmetrico efisso, che sul suo corpo liscio, ma trafitto in maniera apparentemente innocente da mucchiettidi spilli dalla capocchia gialla come mazzolini di fiori, porta scritto un invito “Ascoltami”“Ascoltatemi”.È certamente più di un invito è un’esortazione al dialogo, alla capacità, ultima, prima dellaguerra, di riuscire a parlare, a risolvere.(Gino Guida) arma una vera sentinella provvista di spada ed elmetto, ma al posto del cuore,o meglio nell’area che ad esso compete, pone i simboli delle religioni del mondo più diffuse,dal cattolicesimo, all’ebraismo, a quella islamica, invitando al rispetto ed alla tolleranzanella libertà di ciascuno. È un’interpretazione della Legalità, in questo caso legata alle Leggied alla ottemperanza ad esse.Ho già scritto altrove del mondo interiore di (Frédéric Guérin): che si manifesta nelle operedell’autore come un’apparizione venuta da lontano. Nei “Pescatori di lune” i pescatori, intential loro lavoro, non tengono conto dei pesci enormi e minacciosi come gli squali, restandooccupati, quasi a significare l’importanza del restare saldi e perseveranti mentre nel cieloguizzano quelle rovinose creature.
Emilio Leofreddi con il “Tango”, dissacratore e trasgressivo, evoca i drammatici “Centopassi” del coraggioso giornalista radiofonico Impastato, ucciso dalla mafia. Tra tutti i balliil tango è quello che più di tutti disobbedisce, infrange, contravviene, viola e infine oltrepassaogni regola. Quelle inique e feroci della mafia sono da infrangere, spezzare ridurre a zero esolo allora quei fatidici cento passi potranno diventare un tango che si fa beffe di quelleregole. Da quando ha inizio il lavoro di Felice Levini possiede il raro dono della leggerezza, nelsenso e nella qualità, che intendeva Italo Calvino. Le opere dell’artista sono sempre pervaseda una ironia, che porgendosi con garbo, non rinuncia, anzi rafforza i contenuti di quelloche comunica. Nell’opera “Autoritratto con bolle” le parole, che si leggono sopra l’immaginedella performance dell’artista, sono contro le parole stesse, anche quelle che lui stesso dice.Le parole mentono, i fatti contano, ma soprattutto restano. La tela di Alfonso Mangone appartiene ad una serie o meglio “famiglia” di opere, che vannotutte sotto il nome di “Città percorso”, come una sorta di viaggio ininterrotto attraversogli occhi ed il pennello dell’artista. Il Foro romano, nella rovina del tempo, contrasta permaestosità con il rottame di bicicletta rubata. È un’immagine allegorica della Legalità, deiprincipi etici, antichi come il mondo e la grande storia del passato.Gonçalo Mabunda è un artista del Mozambico, che, dalla guerra civile del suo paese, daquelle esperienze atroci, ha elaborato una poetica della memoria.Una memoria terribile, che sarebbe preferibile non avere. Sappiamo tutti che è impossibileeludere la memoria, ma che, invece è salutare affrontarla e cercare di lavorare su di essa,affinché diventi inerme, anche se non sarà mai innocente, affinché diventi inoffensiva, anchese mai potrà restituire ciò che ha preso, ma almeno fare in modo che non prenda più e cherestituisca quello che solo può, ovvero non dimenticare, nel sopore assoluto dell’odio, perpoter prendere l’unica via verso il futuro. L’opera “Madre d’Africa” possiede, come tutte lealtre la doppia qualità degli ossimori, ovvero ciascuna di esse appare in aperto contrasto consé stessa: da una parte sono comiche ed allegre, dall’altra tristissime e feroci. I pezzi, ormaiinutilizzabili di armi, granate e strumenti di morte, sono diventate opere, altro da loro stesse,inoffensive e portatrici di pace.(Elisa Montessori): ha al suo attivo un lungo e prestigioso curriculum di opere e mostre. Ilsuo segno, inimitabile ed inconfondibile percorre molte pareti. “Arma d’oro” è un’allegoriadi come nei vortici e nei mulinelli della vita, tra palmizi ed orizzonti, quell’asta d’oro ed isuoi richiami sparsi in forma di tondi pieni sono il segno di una forza incorruttibile comel’oro, che riuscirà a cambiare, a far si che tutto cambi.
Da molti anni Piero Mottola lavora sulla percezione, sui colori, sui suoni e su quello, cheemotivamente quelle viste e quegli ascolti provocano nel pubblico. “Sequenza cromatica E22” è l’opera scelta per dedicarla al tema in oggetto. Nel suo insieme la sequenza cromaticaproduce un effetto di grande energia, di forza vitale rischiarata dalle varie intensità di gialloe nel felice contrasto con i blu. L’energia (giallo), unita alla ragione (blu) è quello che serveper resistere alla mafia, combattendola.Per Franco Nuti la tela si complica arricchendosi di numerose strisce di tela dipinte avvicinatel’una all’altra, percorsi da una grafia pittorica, in un continuum che sembra non avere fine.Alcune di queste strisce sono di carta, scontrini fiscali macchiati di rosso, un’allusione al sangueversato(?) dei tanti pizzi non pagati. A sorreggere tutto questo una sola parola: Giustizia.Anche (Gisella Pietrosanti): usa l’allegoria per affrontare il tema.“La Punitrice” è una figurafemminile che si impone al centro dell’opera e con un gesto imperioso di fiamma alza ilsinistro per difendere l’urna sulla quale si poggia. La croce sull’urna ne definisce il contenuto.La difesa di vittime si erge nel braccio infuocato che campeggia nel cielo nero di mondipiccoli e grandi come visti al microscopio.Ugualmente allegorico si presenta “Sentinelle” con il volo di uccelli bianchi su armifinalmente deposte, dipinto da Gianfranco Schiona. Il bianco degli uccelli, vita e purezza,il loro sbattere d’ali che crea un movimento, contrasta fortemente con il nero fermo ed inerte,come la morte, di quelle armi, che giacciono sulla cronaca dei giornali e che si spera nondebbano più muoversi.Alla fine di questa carrellata e della visione della mostra appare chiaro quanto il tema sia statostimolante per tutti e quanto le risposte siano diverse, ricche di spunti per ulterioriri flessioni.Ancora una volta l’arte è un meccanismo del pensiero, pensa ma soprattutto fa pensare.
Barbara Tosi
GLI ARTISTI
Danilo Bucchi, pur essendo un’artista di giovane generazione, è già notevolmente affermatoe la sua opera “Riflessione sulla legalità” si presenta come uno studio, quindi suscettibile dicambiamento, e di conseguenza smorza l’amarezza di una bilancia sulla quale due europesano più di un piccolo uomo sull’altro piatto. La sua riflessione implica uno sguardo più ampio, esteso su tutta una società che ha fatto del denaro un valore, uno scopo, una misurasino a ridurre l’essere umano ad una figurina, un pupazzetto dal peso irrisorio, meno di due euro!! Le opere di Bruno Ceccobelli, nella sua intensa carriera sono sempre state caratterizzate dauna forte valenza simbolica e dal carattere di icone.La sua “sentinella” dal titolo “Incrocio benefico” rimanda ad un mondo nel quale i simbolisono chiari come parole ed imperiosi come comandi. I piedi e le mani sono dinamici edin movimento per l’effetto delle diagonali, incrociate come spade, nel segno della forza edell’autorevolezza.Per (Filippo di Sambuy): l’araldica, i vessilli, e tutto ciò che comporta quel linguaggio diffusamente perduto e ormai conosciuto da pochi studiosi è più di un tema; è il soggettoprincipale delle sue opere e questa “Bandiera”, severa, diviene simbolo di lotte e battaglie-ancora da combattere. La “sentinella” di Luca Guatelli è un grande pupazzo di stoffa, dal volto asimmetrico efisso, che sul suo corpo liscio, ma trafitto in maniera apparentemente innocente da mucchiettidi spilli dalla capocchia gialla come mazzolini di fiori, porta scritto un invito “Ascoltami”“Ascoltatemi”.È certamente più di un invito è un’esortazione al dialogo, alla capacità, ultima, prima dellaguerra, di riuscire a parlare, a risolvere.(Gino Guida) arma una vera sentinella provvista di spada ed elmetto, ma al posto del cuore,o meglio nell’area che ad esso compete, pone i simboli delle religioni del mondo più diffuse,dal cattolicesimo, all’ebraismo, a quella islamica, invitando al rispetto ed alla tolleranzanella libertà di ciascuno. È un’interpretazione della Legalità, in questo caso legata alle Leggied alla ottemperanza ad esse.Ho già scritto altrove del mondo interiore di (Frédéric Guérin): che si manifesta nelle operedell’autore come un’apparizione venuta da lontano. Nei “Pescatori di lune” i pescatori, intential loro lavoro, non tengono conto dei pesci enormi e minacciosi come gli squali, restandooccupati, quasi a significare l’importanza del restare saldi e perseveranti mentre nel cieloguizzano quelle rovinose creature.
Emilio Leofreddi con il “Tango”, dissacratore e trasgressivo, evoca i drammatici “Centopassi” del coraggioso giornalista radiofonico Impastato, ucciso dalla mafia. Tra tutti i balliil tango è quello che più di tutti disobbedisce, infrange, contravviene, viola e infine oltrepassaogni regola. Quelle inique e feroci della mafia sono da infrangere, spezzare ridurre a zero esolo allora quei fatidici cento passi potranno diventare un tango che si fa beffe di quelleregole. Da quando ha inizio il lavoro di Felice Levini possiede il raro dono della leggerezza, nelsenso e nella qualità, che intendeva Italo Calvino. Le opere dell’artista sono sempre pervaseda una ironia, che porgendosi con garbo, non rinuncia, anzi rafforza i contenuti di quelloche comunica. Nell’opera “Autoritratto con bolle” le parole, che si leggono sopra l’immaginedella performance dell’artista, sono contro le parole stesse, anche quelle che lui stesso dice.Le parole mentono, i fatti contano, ma soprattutto restano. La tela di Alfonso Mangone appartiene ad una serie o meglio “famiglia” di opere, che vannotutte sotto il nome di “Città percorso”, come una sorta di viaggio ininterrotto attraversogli occhi ed il pennello dell’artista. Il Foro romano, nella rovina del tempo, contrasta permaestosità con il rottame di bicicletta rubata. È un’immagine allegorica della Legalità, deiprincipi etici, antichi come il mondo e la grande storia del passato.Gonçalo Mabunda è un artista del Mozambico, che, dalla guerra civile del suo paese, daquelle esperienze atroci, ha elaborato una poetica della memoria.Una memoria terribile, che sarebbe preferibile non avere. Sappiamo tutti che è impossibileeludere la memoria, ma che, invece è salutare affrontarla e cercare di lavorare su di essa,affinché diventi inerme, anche se non sarà mai innocente, affinché diventi inoffensiva, anchese mai potrà restituire ciò che ha preso, ma almeno fare in modo che non prenda più e cherestituisca quello che solo può, ovvero non dimenticare, nel sopore assoluto dell’odio, perpoter prendere l’unica via verso il futuro. L’opera “Madre d’Africa” possiede, come tutte lealtre la doppia qualità degli ossimori, ovvero ciascuna di esse appare in aperto contrasto consé stessa: da una parte sono comiche ed allegre, dall’altra tristissime e feroci. I pezzi, ormaiinutilizzabili di armi, granate e strumenti di morte, sono diventate opere, altro da loro stesse,inoffensive e portatrici di pace.(Elisa Montessori): ha al suo attivo un lungo e prestigioso curriculum di opere e mostre. Ilsuo segno, inimitabile ed inconfondibile percorre molte pareti. “Arma d’oro” è un’allegoriadi come nei vortici e nei mulinelli della vita, tra palmizi ed orizzonti, quell’asta d’oro ed isuoi richiami sparsi in forma di tondi pieni sono il segno di una forza incorruttibile comel’oro, che riuscirà a cambiare, a far si che tutto cambi.
Da molti anni Piero Mottola lavora sulla percezione, sui colori, sui suoni e su quello, cheemotivamente quelle viste e quegli ascolti provocano nel pubblico. “Sequenza cromatica E22” è l’opera scelta per dedicarla al tema in oggetto. Nel suo insieme la sequenza cromaticaproduce un effetto di grande energia, di forza vitale rischiarata dalle varie intensità di gialloe nel felice contrasto con i blu. L’energia (giallo), unita alla ragione (blu) è quello che serveper resistere alla mafia, combattendola.Per Franco Nuti la tela si complica arricchendosi di numerose strisce di tela dipinte avvicinatel’una all’altra, percorsi da una grafia pittorica, in un continuum che sembra non avere fine.Alcune di queste strisce sono di carta, scontrini fiscali macchiati di rosso, un’allusione al sangueversato(?) dei tanti pizzi non pagati. A sorreggere tutto questo una sola parola: Giustizia.Anche (Gisella Pietrosanti): usa l’allegoria per affrontare il tema.“La Punitrice” è una figurafemminile che si impone al centro dell’opera e con un gesto imperioso di fiamma alza ilsinistro per difendere l’urna sulla quale si poggia. La croce sull’urna ne definisce il contenuto.La difesa di vittime si erge nel braccio infuocato che campeggia nel cielo nero di mondipiccoli e grandi come visti al microscopio.Ugualmente allegorico si presenta “Sentinelle” con il volo di uccelli bianchi su armifinalmente deposte, dipinto da Gianfranco Schiona. Il bianco degli uccelli, vita e purezza,il loro sbattere d’ali che crea un movimento, contrasta fortemente con il nero fermo ed inerte,come la morte, di quelle armi, che giacciono sulla cronaca dei giornali e che si spera nondebbano più muoversi.Alla fine di questa carrellata e della visione della mostra appare chiaro quanto il tema sia statostimolante per tutti e quanto le risposte siano diverse, ricche di spunti per ulterioriri flessioni.Ancora una volta l’arte è un meccanismo del pensiero, pensa ma soprattutto fa pensare.
Barbara Tosi
27
marzo 2008
Sentinelle
Dal 27 marzo al 20 aprile 2008
arte contemporanea
Location
PALAZZO ROSPIGLIOSI
Zagarolo, Piazza Dell'indipendenza, (Roma)
Zagarolo, Piazza Dell'indipendenza, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì: 9.30-13. Il giovedì anche 16-19. Il sabato e la domenica 10- 12 e 16-19
Vernissage
27 Marzo 2008, ORE 18
Autore
Curatore