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Senz’anima: L’ultimo Paradiso
Ad inaugurare il primo appuntamento del 2009 una mostra collettiva di artisti nazionali ed internazionali che affrontano con differenti metodologie espressive la fragilità umana che qui diviene musa ispiratrice e humus di un tessuto culturale e sociale.
Comunicato stampa
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SENZ’ANIMA intende riflettere su quello che oggi è il nostro ultimo paradiso, cioè la nostra Terra, il nostro modo di vivere, sentire, partecipare agli eventi della storia, per iniziare a recuperare il senso della vita e dell’uomo, verso quella sublime dimensione dell’anima che si materializza in un altrove sconosciuto ma che è capace di affascinare, incuriosire l’essere umano.
Last Paradise.. è davvero il nostro ultimo paradiso? Possiamo ancora svegliarci da questo sonno profondo in cui la nostra mente cavalca pensieri futuristici e il nostro corpo è ancora legato alla terra e alle sue leggi? Saremo capaci di trattenere la nostra anima nel corpo e non farla fuggire via da noi? ai posteri larga sentenza….
La mostra “Senz’Anima”è suddivisa in due sessioni:
L’anima insegue il corpo e
Last Paradise.
L’anima insegue il corpo
L’arte si sa è un modo di esprimere i fenomeni universali della vita, della morte, della spiritualità, dell’amore. Cornel Barsan (Transilvania,1965, vive ed opera a Parigi) utilizza il linguaggio della scrittura come espressione e simbolo di uno stato metafisico che precede il verbo, la parola. Nelle opere di Daniel Balanescu (Romania,1967) l'identità del modello proposto risulta sacrificata e pronta ad espellere i sentimenti dell'anima: disperazione, sogno ed estasi. Sulla scia del “sogno” e della sua “trasfigurazione” le opere scultoree di Giorgio Carluccio (Tuturano,Br, 1948), che giocano su elementi onirici, composti da materiali eterogenei di grande impatto visivo.
Più dissacrante Felipe Garcia (Chicago, Illinois), che con il dittico fotografico “Pray two” mette in dualità due mani, sulla sinistra il rosario e sulla destra un preservativo.
Simbolicamente esiste una chiave per accedere nei meandri dell’anima, e molto spesso è la musica che aiuta l’artista Irma Hinghofer-Szalkay (Graz, Austria) ad entrare in comunione con l’altro di sé. Ella gioca su tematiche che uniscono filosofia, armonia, mito, per individuare anche aspetti dei sentimenti, dei sogni, delle visioni. La musica come la danza trasportano i nostri sensi in un dolce oblio e il nostro corpo si adagia in una dimensione spirituale e meditativa, nelle opere di Noella Roos (Olanda, 1969). Tra natura e industria, tra anima e oggetto, emergono i lavori grafici di Amanda Sears (Chicago, Il). Rachel Silski (Bruxellel,1962) si concentra su problemi delle relazioni umane e sulla memoria, mentre la giovane Mercedes Vandendorpe (nasce in Canada, vive ed opera in Spagna) è interessata alle dinamiche dell’inconscio nella psicoanalisi di Jung. Archetipi, ombre ed Ego sono miti e credenze di varie culture, simbologie importanti nella vita.
Il nostro corpo è lo specchio dell’anima nelle opere di Nata Marcillac.
Last Paradise
Dopo la mitica caduta in volo di “Dedalo ed Icaro”, dell’artista belga Maggy Jacot (Bruxelles,1958) entriamo nelle “segrete cose ” di Paolo Consorti (San Benedetto del Tronto, 1964), presente con il video “Inside the secret things “, ispirato al terzo canto dell’inferno dantesco della Divina Commedia, in cui uomini e donne nude di diversa età corrono nei meandri infernali alla ricerca di se stessi, in un’atmosfera artificiale carica di plasticismo teatrale. Sulla stessa direttiva ma con una pittura espressionista post moderno Efrath Bouana (Israele,1986vive ed opera a Parigi), porta in scena la disperazione e la solitudine dell’uomo causata dalla perdita del proprio io, nella sanguinosa battaglia alla ricerca di sé, mentre Nathan Brusovani (Leningrado, 1956, vive ed opera in Israele) in fotografia porta “last Paradise” nel tentativo di riprendere gli ultimi istanti del paradiso, pegno, la perdita dell’innocenza. Debra Marie Drexler (Missouri,Usa,1958,) ha vissuto per alcuni anni a Tahiti nelle Hawai, studiando il contesto dove ha vissuto Gauguin,padre dell’arte moderna, esaminando il confine tra arte visiva, filmografia e romanzo. Letizia Marabottini (Aquapendente,Vt,1974, vive ed opera a Roma), lavora sul paesaggio urbano, mixando, quasi fossero matrici xilografiche fotografia e pittura, intervenendo con solchi e materiali eterogenei sulle immagini urbane, sulle prospettive di palazzi, luoghi del nostro vivere ma anche del caos.
Anche la leccese Maria Antonietta Scaringella (Campi Salentina,Lecce) gioca sul paesaggio e la sua trasfigurazione. Tagli trasversali propongono allo sguardo prospettive di fuga e angoli urbani, palazzi totemaitici dipinti tra realtà e lirismo, che sprigionano un senso di malinconia, di attesa, di tensione. Nella serie fotografica “The Santora Session” di Dirk Petchull (California, 1959),c’è la rappresentazione della grazia e della quieta agonia, le emozioni di una donna, la sua vita, e la ricerca di se stessa.
Last Paradise.. è davvero il nostro ultimo paradiso? Possiamo ancora svegliarci da questo sonno profondo in cui la nostra mente cavalca pensieri futuristici e il nostro corpo è ancora legato alla terra e alle sue leggi? Saremo capaci di trattenere la nostra anima nel corpo e non farla fuggire via da noi? ai posteri larga sentenza….
La mostra “Senz’Anima”è suddivisa in due sessioni:
L’anima insegue il corpo e
Last Paradise.
L’anima insegue il corpo
L’arte si sa è un modo di esprimere i fenomeni universali della vita, della morte, della spiritualità, dell’amore. Cornel Barsan (Transilvania,1965, vive ed opera a Parigi) utilizza il linguaggio della scrittura come espressione e simbolo di uno stato metafisico che precede il verbo, la parola. Nelle opere di Daniel Balanescu (Romania,1967) l'identità del modello proposto risulta sacrificata e pronta ad espellere i sentimenti dell'anima: disperazione, sogno ed estasi. Sulla scia del “sogno” e della sua “trasfigurazione” le opere scultoree di Giorgio Carluccio (Tuturano,Br, 1948), che giocano su elementi onirici, composti da materiali eterogenei di grande impatto visivo.
Più dissacrante Felipe Garcia (Chicago, Illinois), che con il dittico fotografico “Pray two” mette in dualità due mani, sulla sinistra il rosario e sulla destra un preservativo.
Simbolicamente esiste una chiave per accedere nei meandri dell’anima, e molto spesso è la musica che aiuta l’artista Irma Hinghofer-Szalkay (Graz, Austria) ad entrare in comunione con l’altro di sé. Ella gioca su tematiche che uniscono filosofia, armonia, mito, per individuare anche aspetti dei sentimenti, dei sogni, delle visioni. La musica come la danza trasportano i nostri sensi in un dolce oblio e il nostro corpo si adagia in una dimensione spirituale e meditativa, nelle opere di Noella Roos (Olanda, 1969). Tra natura e industria, tra anima e oggetto, emergono i lavori grafici di Amanda Sears (Chicago, Il). Rachel Silski (Bruxellel,1962) si concentra su problemi delle relazioni umane e sulla memoria, mentre la giovane Mercedes Vandendorpe (nasce in Canada, vive ed opera in Spagna) è interessata alle dinamiche dell’inconscio nella psicoanalisi di Jung. Archetipi, ombre ed Ego sono miti e credenze di varie culture, simbologie importanti nella vita.
Il nostro corpo è lo specchio dell’anima nelle opere di Nata Marcillac.
Last Paradise
Dopo la mitica caduta in volo di “Dedalo ed Icaro”, dell’artista belga Maggy Jacot (Bruxelles,1958) entriamo nelle “segrete cose ” di Paolo Consorti (San Benedetto del Tronto, 1964), presente con il video “Inside the secret things “, ispirato al terzo canto dell’inferno dantesco della Divina Commedia, in cui uomini e donne nude di diversa età corrono nei meandri infernali alla ricerca di se stessi, in un’atmosfera artificiale carica di plasticismo teatrale. Sulla stessa direttiva ma con una pittura espressionista post moderno Efrath Bouana (Israele,1986vive ed opera a Parigi), porta in scena la disperazione e la solitudine dell’uomo causata dalla perdita del proprio io, nella sanguinosa battaglia alla ricerca di sé, mentre Nathan Brusovani (Leningrado, 1956, vive ed opera in Israele) in fotografia porta “last Paradise” nel tentativo di riprendere gli ultimi istanti del paradiso, pegno, la perdita dell’innocenza. Debra Marie Drexler (Missouri,Usa,1958,) ha vissuto per alcuni anni a Tahiti nelle Hawai, studiando il contesto dove ha vissuto Gauguin,padre dell’arte moderna, esaminando il confine tra arte visiva, filmografia e romanzo. Letizia Marabottini (Aquapendente,Vt,1974, vive ed opera a Roma), lavora sul paesaggio urbano, mixando, quasi fossero matrici xilografiche fotografia e pittura, intervenendo con solchi e materiali eterogenei sulle immagini urbane, sulle prospettive di palazzi, luoghi del nostro vivere ma anche del caos.
Anche la leccese Maria Antonietta Scaringella (Campi Salentina,Lecce) gioca sul paesaggio e la sua trasfigurazione. Tagli trasversali propongono allo sguardo prospettive di fuga e angoli urbani, palazzi totemaitici dipinti tra realtà e lirismo, che sprigionano un senso di malinconia, di attesa, di tensione. Nella serie fotografica “The Santora Session” di Dirk Petchull (California, 1959),c’è la rappresentazione della grazia e della quieta agonia, le emozioni di una donna, la sua vita, e la ricerca di se stessa.
10
gennaio 2009
Senz’anima: L’ultimo Paradiso
Dal 10 al 28 gennaio 2009
arte contemporanea
Location
PRIMO PIANO LIVINGALLERY
Lecce, Viale Guglielmo Marconi, 4, (Lecce)
Lecce, Viale Guglielmo Marconi, 4, (Lecce)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 16 - 20
Vernissage
10 Gennaio 2009, ore 19.00
Autore