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Serafino Botticelli – In-out
personale
Comunicato stampa
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Ipotizzare condizioni di vita parallele, raccontare una storia capace di oltrepassare le convenzioni spazio-temporali, proiettarsi contemporaneamente nel futuro e nel passato … questi sono gli argomenti intorno ai quali si è sviluppato l’intero discorso artistico di Serafino Botticelli.
L’artista fermano rappresenta infatti, un raro esempio di coerenza professionale, un impegno scrupoloso che lo ha portato ad elaborare un proprio linguaggio in grado di declinare tutte le possibili indagini nel campo della relatività dell’esistenza umana, del cosmo, delle percezioni e dei sentimenti che ad essi lo legano.
E sono proprio queste tematiche, che l’artista porta avanti da circa trent’anni, a dare vita ad una riflessione etica rispetto all’essere umano, alla storia e alla scienza.
Nei suoi dipinti prevalgono il bianco e l’azzurro, i colori della possibilità, ed ogni particolare viene reso con estrema attenzione e con una maestria tecnica di incredibile precisione. E’ per questo che i suoi grandi quadri sia da un punto di vista concettuale che formale riconducono sempre ad un movimento circolare e ininterrotto capace di correlare il micrococosmo al macrocosmo.
Il Nulla e l’Assoluto man mano coincidono, si sovrappongono, fanno pensare ad una possibile teogonia e a tanti probabili mondi come rifrazioni di uno stesso nucleo evolutivo. All’interno di questo semplice, ma coraggioso discorso riguardante i massimi sistemi, si possono rintracciare disparate suggestioni culturali e scientifiche, pensieri e dubbi che hanno attraversato la storia dell’umanità, piccoli spiragli aperti verso un abisso di supposizioni. Eppure l’artista marchigiano percorre questo sentiero investigativo partendo da un proprio interrogativo, dal quel disagio universalmente avvertito dalla mente umana nei confronti di un dentro e di un fuori, di un prima e di un dopo, di una possibile definizione di immobilità e movimento all’interno di un sistema caratterizzato dal moto perpetuo e dalla forza gravitazionale.
Egli percorre e indaga l’alterità partendo dalla percezione della propriadimensione interiore. I suoi dipinti ad olio necessitano di lunghissimi tempi di realizzazione, passaggi successivi di minime variazioni di bianco, di minime rifrazioni di luce, sopra tele per lo più molto grandi che, alla fine, risultano estremamente smaterializzate, ricche di trasparenze e indizi ipnotici, di bagliori improvvisi che contengono simboli infinitesimali, dipinti attraverso la lente d’ingrandimento e difficilmente percepibili ad occhio nudo.
Dopo tanti anni di lavoro in sordina, l’occasione di questa mostra permette di presentare ad un ampio pubblico un altro dei tesori nascosti del Fermano, proseguendo la grande tradizione di arte e di saperi che da epoca preromana caratterizzano la nostra Città e la nostra Provincia.
Le opere di Serafino Botticelli si inseriscono anche nella grande tradizione della pittura marchigiana caratterrizzata da una costante tensione metafisica e da un’inquietudine intellettuale che, in altri tempi e seguendo altre modalità, hanno costituito un aspetto evidente nell’opera di Donato Bramante, Raffaello Sanzio, Vincenzo Pagani, Fortunato Duranti, Adolfo De Carolis, e molti altri fino ad arrivare a Scipione, Gino De Dominicis, Enzo Cucchi e al grande fotografo Mario Giacomelli.
(dai testi in catalogo)
L’artista fermano rappresenta infatti, un raro esempio di coerenza professionale, un impegno scrupoloso che lo ha portato ad elaborare un proprio linguaggio in grado di declinare tutte le possibili indagini nel campo della relatività dell’esistenza umana, del cosmo, delle percezioni e dei sentimenti che ad essi lo legano.
E sono proprio queste tematiche, che l’artista porta avanti da circa trent’anni, a dare vita ad una riflessione etica rispetto all’essere umano, alla storia e alla scienza.
Nei suoi dipinti prevalgono il bianco e l’azzurro, i colori della possibilità, ed ogni particolare viene reso con estrema attenzione e con una maestria tecnica di incredibile precisione. E’ per questo che i suoi grandi quadri sia da un punto di vista concettuale che formale riconducono sempre ad un movimento circolare e ininterrotto capace di correlare il micrococosmo al macrocosmo.
Il Nulla e l’Assoluto man mano coincidono, si sovrappongono, fanno pensare ad una possibile teogonia e a tanti probabili mondi come rifrazioni di uno stesso nucleo evolutivo. All’interno di questo semplice, ma coraggioso discorso riguardante i massimi sistemi, si possono rintracciare disparate suggestioni culturali e scientifiche, pensieri e dubbi che hanno attraversato la storia dell’umanità, piccoli spiragli aperti verso un abisso di supposizioni. Eppure l’artista marchigiano percorre questo sentiero investigativo partendo da un proprio interrogativo, dal quel disagio universalmente avvertito dalla mente umana nei confronti di un dentro e di un fuori, di un prima e di un dopo, di una possibile definizione di immobilità e movimento all’interno di un sistema caratterizzato dal moto perpetuo e dalla forza gravitazionale.
Egli percorre e indaga l’alterità partendo dalla percezione della propriadimensione interiore. I suoi dipinti ad olio necessitano di lunghissimi tempi di realizzazione, passaggi successivi di minime variazioni di bianco, di minime rifrazioni di luce, sopra tele per lo più molto grandi che, alla fine, risultano estremamente smaterializzate, ricche di trasparenze e indizi ipnotici, di bagliori improvvisi che contengono simboli infinitesimali, dipinti attraverso la lente d’ingrandimento e difficilmente percepibili ad occhio nudo.
Dopo tanti anni di lavoro in sordina, l’occasione di questa mostra permette di presentare ad un ampio pubblico un altro dei tesori nascosti del Fermano, proseguendo la grande tradizione di arte e di saperi che da epoca preromana caratterizzano la nostra Città e la nostra Provincia.
Le opere di Serafino Botticelli si inseriscono anche nella grande tradizione della pittura marchigiana caratterrizzata da una costante tensione metafisica e da un’inquietudine intellettuale che, in altri tempi e seguendo altre modalità, hanno costituito un aspetto evidente nell’opera di Donato Bramante, Raffaello Sanzio, Vincenzo Pagani, Fortunato Duranti, Adolfo De Carolis, e molti altri fino ad arrivare a Scipione, Gino De Dominicis, Enzo Cucchi e al grande fotografo Mario Giacomelli.
(dai testi in catalogo)
09
febbraio 2006
Serafino Botticelli – In-out
Dal 09 al 28 febbraio 2006
arte contemporanea
Location
COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN SALVATORE IN LAURO
Roma, Piazza Di San Salvatore In Lauro, 15, (Roma)
Roma, Piazza Di San Salvatore In Lauro, 15, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 15,30–19,30
Vernissage
9 Febbraio 2006, ore 18-20,30
Autore
Curatore