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Serena Lugli – Comunque volare
Serena Lugli, nella sua ultima ricerca artistica, cattura fotografie del presente e narra di mondi evidenti e reali. Racconta di strade, luoghi e ambiti di dimenticanze, storie semplici che riconosciamo passando e transitando nei percorsi della vita quotidiana.
Comunicato stampa
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Il giorno 9 ottobre 2019 alle ore 17.00 inaugura, presso la Galleria Il Laboratorio, la mostra Comunque volare di Serena Lugli a cura di Roberta Melasecca.
“Serena Lugli, nella sua ultima ricerca artistica, cattura fotografie del presente e narra di mondi evidenti e reali. Racconta di strade, luoghi e ambiti di dimenticanze, storie semplici che riconosciamo passando e transitando nei percorsi della vita quotidiana. Serena illustra la società dell’eccesso, dell’esubero, dello scarto, del rifiuto (cit. Zygmunt Bauman), del consumismo imperante che demistifica azioni e immagini. Nell’idea che ogni cosa subisce, nel corso della sua vita, cambiamento e trasformazione per arrivare ad una nuova configurazione volta al progresso, si fa strada la costruzione di un nuovo ordine che, nel sostituire quello esistente, produce materiale di scarto da smaltire o da riutilizzare. E’ una visione lucida e talvolta spietata, quella di una modernità in perenne movimento che accantona i progetti non riusciti, o falliti o superati, siano essi cose o persone, che velocemente diventano rifiuti distintivi della globalizzazione. E’ un diluvio universale, globale e in questa mutevole corrente ogni legame diventa liquido, le identità labili, i confini come fantasmi.
Nelle opere di Serena appaiono immagini di una collettività in preda alla frenesia del consumo e dello smaltimento del rifiuto, di luoghi chiusi ed impenetrabili, di costrizioni di vite, di giorni che si susseguono identici, in una folle ripetizione di forme e gesti che, nel gioco mnemonico, cambiano e mutano come insinuanti camaleonti. L’artista, nel tratteggiare paesaggi inevitabili, si accorge tuttavia di credere e sperimentare, come risposta e superamento dell’evidenza della liquidità, nuovi strumenti, misteriosi, non spiegabili: materializza simboli di una determinata/indeterminata poesia come definita da Andrea Emo nel Quaderno 256 del 1963 all’interno del volume La voce incomparabile del silenzio. “Vive in ognuno di noi una determinata, o meglio una indeterminata poesia, che pochi riescono ad esprimere, ma che è un sentimento o meglio un’attualità assolutamente diversa, infinitamente nota, e infinitamente ignota, immediatamente presente e inaccessibile, una poesia che porta il nostro nome e che è l’evidenza stessa dell’altro, il puro altro da noi.”
Con tratto non descrittivo appaiono sagome di uccelli, talvolta con campiture nette, altre volte costellate di parole: narrano l’esperienza di verità non facilmente conoscibili, della possibilità di una rinnovata ricerca interiore, di un percorso di infinite spiegazioni ed innumerevoli significati. Probabilmente, è nella cultura della relazione che l’uomo postmoderno può apprendere e riacquisire quelle competenze relazionali, elementari e scontate ma dimenticate in favore dell’economia globale e della tecnologia avanzata, attraverso un atteggiamento comunicativo-relazionale di tipo assertivo, in un processo di crescita personale di attitudine all’ascolto, di disponibilità al dialogo. Nella cultura della relazione l’uomo può riscoprire spazi e luoghi della città come elementi di interconnessione tra sfera pubblica e privata, nuove forme di appartenenza, innovative modalità di coabitazione che possano così diventare propulsori di paesaggi di condivisione e partecipazione.” (dal testo critico di Roberta Melasecca)
Serena Lugli. Nata e vissuta a Roma, ha frequentato il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti. Lavora da sempre affiancando arte e artigianato; ha partecipato con le sue ceramiche a numerose esposizioni in Italia, Europa ed in America. Dal 2000 si dedica alla realizzazione di gioielli in argento, bronzo, oro e pietre dure. Il suo percorso artistico ha toccato varie tematiche e tecniche: dopo le prime opere e la serie dei passaggi urbani (oli su tavola) ha affrontato spesso tematiche femminili (opere su carta). Dal 2000 ha intrapreso una ricerca informale utilizzando tecniche miste su carta (pastelli, acquarello, tempere e collage) e su tavola (acrilici, pasta di carta, tele, fili) con effetti materici. Nel 2011 con “negli appositi spazi” ha privilegiato un messaggio più diretto con immagini (olio su tavola) figurative che raccontano storie e stati d’animo, mentre nel 2012 con “opere su carta” e “mulini a vento e altre storie” ha sviluppato le sue tecniche inserendo anche elementi narrativi.
“Serena Lugli, nella sua ultima ricerca artistica, cattura fotografie del presente e narra di mondi evidenti e reali. Racconta di strade, luoghi e ambiti di dimenticanze, storie semplici che riconosciamo passando e transitando nei percorsi della vita quotidiana. Serena illustra la società dell’eccesso, dell’esubero, dello scarto, del rifiuto (cit. Zygmunt Bauman), del consumismo imperante che demistifica azioni e immagini. Nell’idea che ogni cosa subisce, nel corso della sua vita, cambiamento e trasformazione per arrivare ad una nuova configurazione volta al progresso, si fa strada la costruzione di un nuovo ordine che, nel sostituire quello esistente, produce materiale di scarto da smaltire o da riutilizzare. E’ una visione lucida e talvolta spietata, quella di una modernità in perenne movimento che accantona i progetti non riusciti, o falliti o superati, siano essi cose o persone, che velocemente diventano rifiuti distintivi della globalizzazione. E’ un diluvio universale, globale e in questa mutevole corrente ogni legame diventa liquido, le identità labili, i confini come fantasmi.
Nelle opere di Serena appaiono immagini di una collettività in preda alla frenesia del consumo e dello smaltimento del rifiuto, di luoghi chiusi ed impenetrabili, di costrizioni di vite, di giorni che si susseguono identici, in una folle ripetizione di forme e gesti che, nel gioco mnemonico, cambiano e mutano come insinuanti camaleonti. L’artista, nel tratteggiare paesaggi inevitabili, si accorge tuttavia di credere e sperimentare, come risposta e superamento dell’evidenza della liquidità, nuovi strumenti, misteriosi, non spiegabili: materializza simboli di una determinata/indeterminata poesia come definita da Andrea Emo nel Quaderno 256 del 1963 all’interno del volume La voce incomparabile del silenzio. “Vive in ognuno di noi una determinata, o meglio una indeterminata poesia, che pochi riescono ad esprimere, ma che è un sentimento o meglio un’attualità assolutamente diversa, infinitamente nota, e infinitamente ignota, immediatamente presente e inaccessibile, una poesia che porta il nostro nome e che è l’evidenza stessa dell’altro, il puro altro da noi.”
Con tratto non descrittivo appaiono sagome di uccelli, talvolta con campiture nette, altre volte costellate di parole: narrano l’esperienza di verità non facilmente conoscibili, della possibilità di una rinnovata ricerca interiore, di un percorso di infinite spiegazioni ed innumerevoli significati. Probabilmente, è nella cultura della relazione che l’uomo postmoderno può apprendere e riacquisire quelle competenze relazionali, elementari e scontate ma dimenticate in favore dell’economia globale e della tecnologia avanzata, attraverso un atteggiamento comunicativo-relazionale di tipo assertivo, in un processo di crescita personale di attitudine all’ascolto, di disponibilità al dialogo. Nella cultura della relazione l’uomo può riscoprire spazi e luoghi della città come elementi di interconnessione tra sfera pubblica e privata, nuove forme di appartenenza, innovative modalità di coabitazione che possano così diventare propulsori di paesaggi di condivisione e partecipazione.” (dal testo critico di Roberta Melasecca)
Serena Lugli. Nata e vissuta a Roma, ha frequentato il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti. Lavora da sempre affiancando arte e artigianato; ha partecipato con le sue ceramiche a numerose esposizioni in Italia, Europa ed in America. Dal 2000 si dedica alla realizzazione di gioielli in argento, bronzo, oro e pietre dure. Il suo percorso artistico ha toccato varie tematiche e tecniche: dopo le prime opere e la serie dei passaggi urbani (oli su tavola) ha affrontato spesso tematiche femminili (opere su carta). Dal 2000 ha intrapreso una ricerca informale utilizzando tecniche miste su carta (pastelli, acquarello, tempere e collage) e su tavola (acrilici, pasta di carta, tele, fili) con effetti materici. Nel 2011 con “negli appositi spazi” ha privilegiato un messaggio più diretto con immagini (olio su tavola) figurative che raccontano storie e stati d’animo, mentre nel 2012 con “opere su carta” e “mulini a vento e altre storie” ha sviluppato le sue tecniche inserendo anche elementi narrativi.
09
ottobre 2019
Serena Lugli – Comunque volare
Dal 09 al 16 ottobre 2019
arte contemporanea
Location
IL LABORATORIO
Roma, Via Del Moro, 49/50, (Roma)
Roma, Via Del Moro, 49/50, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 17.00 - 20.30 - sabato e domenica 11.00- 20.30
Vernissage
9 Ottobre 2019, ore 17.00
Sito web
Ufficio stampa
Melasecca PressOffice
Autore
Curatore
Autore testo critico