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Serena Vestrucci – Ortica
Ortica è un nuovo progetto di Serena Vestrucci concepito per lo spazio di Marsèlleria in via privata Rezia 2.
La mostra, a cura di Paola Tognon, si compone di tre nuovi lavori, autonomi ma intimamente correlati, che danno espressione alla parola come luogo immateriale.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Ortica è un nuovo progetto di Serena Vestrucci concepito per lo spazio di Marsèlleria in via privata Rezia 2.
La mostra, a cura di Paola Tognon, si compone di tre nuovi lavori, autonomi ma intimamente correlati, che danno espressione alla parola come luogo immateriale.
Ortica inaugura il 22 giugno con una performance che, nel corso della mostra, sarà restituita come opera video.
Durante le fasi finali, A. è completamente dipendente. Il linguaggio è ridotto a semplici frasi, portando infine alla completa perdita della parola.
A. non riesce a portare a termine le azioni più semplici e quotidiane, in quanto non più capace di controllare funzioni come la memoria e il pensiero. Il ricorso alla cosiddetta comunicazione non verbale deve essere cercato e affinato.
Il fenomeno del perdersi, inteso come non trovare un percorso familiare è molto frequente. Diversi sono i fattori che possono intervenire: la diminuzione delle facoltà di ricordare, le difficoltà di orientamento nello spazio, l’ansia che spesso accompagna i suoi comportamenti.
Molto frequente in A. è la tendenza a ripetere a breve distanza di tempo frasi, domande, interiezioni. Il sintomo è legato principalmente all’amnesia che fa sì che dimentichi, nel volgere di pochi secondi, ciò appena detto. Accade così che la stessa frase venga ripetuta con frequenza estenuante.
Quello che colpisce in A. è l'incomunicabilità della parola, o meglio l'incapacità di formulare la cognizione del pensiero che porta alla parola. Lo scarto è minimo, ma procura un divario e un allontanamento massimo, totale.
Ortica è il ritratto del paradosso. L'eterno e il perenne contraddetto dal carattere effimero di A., dalla sua precaria esistenza, dal suo non esserci più.
(Serena Vestrucci)
La mostra, a cura di Paola Tognon, si compone di tre nuovi lavori, autonomi ma intimamente correlati, che danno espressione alla parola come luogo immateriale.
Ortica inaugura il 22 giugno con una performance che, nel corso della mostra, sarà restituita come opera video.
Durante le fasi finali, A. è completamente dipendente. Il linguaggio è ridotto a semplici frasi, portando infine alla completa perdita della parola.
A. non riesce a portare a termine le azioni più semplici e quotidiane, in quanto non più capace di controllare funzioni come la memoria e il pensiero. Il ricorso alla cosiddetta comunicazione non verbale deve essere cercato e affinato.
Il fenomeno del perdersi, inteso come non trovare un percorso familiare è molto frequente. Diversi sono i fattori che possono intervenire: la diminuzione delle facoltà di ricordare, le difficoltà di orientamento nello spazio, l’ansia che spesso accompagna i suoi comportamenti.
Molto frequente in A. è la tendenza a ripetere a breve distanza di tempo frasi, domande, interiezioni. Il sintomo è legato principalmente all’amnesia che fa sì che dimentichi, nel volgere di pochi secondi, ciò appena detto. Accade così che la stessa frase venga ripetuta con frequenza estenuante.
Quello che colpisce in A. è l'incomunicabilità della parola, o meglio l'incapacità di formulare la cognizione del pensiero che porta alla parola. Lo scarto è minimo, ma procura un divario e un allontanamento massimo, totale.
Ortica è il ritratto del paradosso. L'eterno e il perenne contraddetto dal carattere effimero di A., dalla sua precaria esistenza, dal suo non esserci più.
(Serena Vestrucci)
23
giugno 2016
Serena Vestrucci – Ortica
Dal 23 giugno al 29 luglio 2016
arte contemporanea
Location
MARSELLERIA 2
Milano, Via Privata Rezia, 2, (Milano)
Milano, Via Privata Rezia, 2, (Milano)
Vernissage
23 Giugno 2016, ore 19-21
Autore
Curatore