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Serge Gualini – Strutture fragili
Comunicato stampa
Segnala l'evento
«Non comme une recette d’atelier». Per Serge Gualini
di Massimo Sannelli
1.
In principio c’è la CALLIGRAFIA, ma senza l’enfasi complicata di Mathieu. Piuttosto, con tratti casuali (come il primo Twombly… come Michaux…), e riducendo al minimo tutta la confusione. Il massimo risultato è stato raggiunto, con il minimo sforzo apparente – ma questo non è più un segreto per nessuno, né deve esserlo.
Crescendo, Gualini ha voluto linee che sembrano RAMIFICAZIONI o TRACCE o CICATRICI o SCARIFICAZIONI. Si tratta di OPERE PRIVE DI UN CENTRO strutturale, dunque prive di un titolo. Ad opere come queste si dovrebbe dare, per coerenza, più un NOME che un titolo.
Jean-Etienne Hackens ha scritto che le prime opere di Gualini sono «poétisations de la technique». Come dire che la tecnica, di per sé, non è poesia; e che la tecnica, da sola, non comporta l’effetto che l’artista, il pubblico e il critico chiamano «poesia». Non è questione di retorica e di obbedienza a regole: perché ci sia POESIA è necessario uno stile, e che questo stile non sia rigido come un programma militare. Lo stile deve tendere alla fluidità di una cosa che vola, scorre, fiorisce: ad esempio, il panorama vegetale, animale e magico dei poems di Emily Dickinson.
2.
Il tessuto è costruito rigorosamente e geometricamente – ma il manufatto finale è sinuoso e umile (la grande icona della Sindone è un tessuto), come una cosa naturale, che è sempre esistita. Sul tessuto umile appare una Presenza misteriosa, che forse è l’ombra sbiaditissima di Dio: la Sindone è un tessuto certo con l’immagine di un possibile Dio – e il manufatto (che si vede con gli occhi del corpo) è molto più presente del suo stesso Ospite, che si adora con altri occhi. Tutto questo è implicito, volendo o non volendo (e volere è violenza) – nell’uso del tessuto in arte.
3.
Il tessuto, la polvere di marmo, il vetro di Murano e il fil di ferro su una tela non sono mai stati materiali comuni. Ognuno dei quattro ingredienti allude ad altri campi: l’arazzo, la scultura (o meglio: gli scarti della scultura, ciò che sporca il corpo del marmista), l’arte del vetro; la manipolazione di una linea metallica nuda (non è un caso che oggi un poeta, Biagio Cepollaro, scolpisca torcendo fili di metallo: il minimo, «quanto basta»; mentre la polvere di marmo è già l’avanzo di un lavoro demiurgico).
Dunque l’accumulazione è molteplice e ripetuta, ma senza l’aggressività storica del Nouveau Réalisme. Ed è una porta stretta quanto quella di Arman e César: il susino di Brecht, la Primavera, la Natura, il bambino non sono realtà retoriche, ma eterne; le aperture rituali della pelle sono segni parlanti e non giochi da maudits; mentre il «sonetto primaverile» di un artista, in ogni campo, rischierà sempre la simulazione del «discorso naturale».
4.
L’errore non c’è stato. Gualini agisce da artista, con la semplicità risolutiva e la sprezzatura di un bambino che gioca – performando la propria unicità e novità: il proprio INIZIO.
Per Michaux i primi disegni infantili sono Les commencements, slegati da qualsiasi «recette d’atelier». Dunque: in principio fu la Natura, poi la Calligrafia, infine la tecnica che venne contorta dalla Poesia e resa meno magniloquente. Oggi Gualini arriva ad esperimenti vegetali e animali, tracce di esseri, alberi, rami e fiori, o cicatrici: cose trattate con la sontuosa semplicità di chi è consapevole della propria azione. Nessuna ingenuità, nessuna facilitazione inesperta, nessun infantilismo astuto – ma «dessin qui est allusion plutôt que description… / et jeu». Infatti la superficie dipinta si allunga, si allarga, si appesantisce, per la forza delle cose aggiunte, «non comme une recette d’atelier»: tessuto, polvere, vetro, resina, fil di ferro.
Davanti ai segni-rami si può anche meditare, come proponeva Hackens. E aggiungo: si può meditare pacificamente, senza trasformarci in maschere di un sacro ostentato. Francesco ha predicato agli uccelli; Pasolini ha fatto saltellare Totò come i passeri. Anche le cicatrici vi appaiono, come lo stesso Gualini dichiara per le opere degli anni 1994-1998: segni che possono appartenere ad un rito tribale o ad una sofferenza patita – ma tutto torna allo stesso commencement: non c’è cultura senza corpo, non c’è corpo che non abbia sofferto per iniziarsi alla vita; e non c’è bocca che ieri non abbia succhiato un latte, se questa bocca esiste anche oggi.
Studi:
Institut des Arts Visuels de La Cambre. Bruxelles
(Atelier di Dessin et Stimulation Grafique)
Disegno e stimulazione grafica
Mostre personali
Bruxelles, 1998, Ruben Forni Art Gallery.
Francia, Tolosa, novembre 2000, galleria Can’Art.
Italia, UGC Ciné-Cité Romagna, dicembre 2004
Italia, Palazzo Albicini, Corso Garibaldi 82, Forli dal 31/10/05 al 20/11/05
Italia, UGC Ciné-Cité Romagna dal 02/12/05 al 06/01/06
Italia, Milano Maritima, White Corner dal 10/04/06 al 10/05/06
Italia, UGC Ciné-Cité Romagna dal 01/12/06 al 04/01/07
Mostre collettive
Belgio, Bruxelles, 1991, Centre Culturel Jacques Franck.
Belgio, Bruxelles, 1991, Sala dei métiers d'Arts.
Lussemburgo, 1992, Teatro di Lussemburgo.
Belgio, Charleroi, 1992, Museo dei Belli-Arti.
Francia, 1992, Charleville-Mezière, Museo Arthur Rimbaud.
Belgio, Bruxelles, 1993, Médiatine.
Belgio, Bruxelles, 1993, Galerie du prêt d'oeuvre d'Art.
Lussemburgo, 1994, Teatro di Lussemburgo.
Belgio, Bruxelles, 1994, Plan K.
Belgio, Bruxelles, estate 1997, Ruben Forni Art Gallery.
Francia,Paris, 1998, "Salon de Mai", Espace Eiffel-Branly -
Belgio, Bruxelles, dicembre 2001, Fondation Pierre-Paul Hamesse.
Belgio, Bruxelles, Marzo 2002, 100 Artistes pour 100 ans de la Ligue Des Droits de l’Homme.
Italia, Genova, dal 3/12/05 al 21/12/05, 10 rassegna d'Arte Contemporanea
Saturarte, Palazzo Stella
Italia, Forli, 24,25,25 marzo 2006, Vernice Arte
Italia,Pescara,
II PREMIO PESCARA
A cura di Erica Di Febo, Marta Martella, Marzia Renzetti
dal 27 Maggio all’11 giugno 2006
Museo d’arte Moderna Vittoria Colonna, p.zza I maggioPescara
Allestimenti a cura degli scenografiAnna Martella, Emanuele Corradetti, Antonella Ferri, Moreno D’Albenzio
Italia, "Mostra d'Arte Contemporanea", "Praxis" Galleria d'Arte Malatestiana, Rimini settembre 2006
Italia, "Mostra d'Arte Contemporanea", "Praxis" Galleria d'Arte Malatestiana, Rimini marzo 2007
Italia- Pescara, Atelier777, dal 17 novembre al 20 dicembre 2007
Premi ottenuti:
Segnalazione al concorso “Concours Godecharles” Bruxelles - Belgio 1991
Vincitore concorso “Prix Hamesse” Bruxelles - belgio – 1991
Vincitore del concorso “Prix Marie Banegas” in Lussemburgo – 1992
Vincitore del concorso “Prix Jeune Talent” Charleroi – Belgio - 1992
Segnalazione al concorso “Prix Médiatine” Bruxelles - Belgio - 1993
Vincitore concorso “Prix de la Jeunesse” Lussemburgo - 1994
Selezionato alla "10 rassegna d'Arte Contemporanea", Genova- Italia 2005
Selezionato alla seconda edizione del "Premio Webcolor 2005"
Radio:
Radio Broadcasted Publications, Billet 582, Venerdi 22 gennaio 1993, 493 seconde
Cataloghi:
1994: Salon de Printemps
1998: Salon de Mai, espace Eiffel-Branly, 29-55, quai Branly, 75007 Paris, Antoine Poncet- President.
2004 : Edizione 2004 Premio Celeste a cura di Gianluca Marziani.
2006: Vernice art Fair 4 edizione.
2006: Premio Pescara a cura di erica di Febo , Marta Martella, Marzia Renzetti.
Istallazione video:
100 artistes pour les 100 ans de la ligue des droits de l’homme,
Commisaire de l’exposition : Solange Wonner – Paul Gonze.
Opere in collezione pubbliche:
Musée des Beaux Arts, Hotel de ville de Charleroi, Belgio
Opere in collezione private:
Belgio, Francia, Lussemburgo, Italia
Inaugurazione venerdì 04 GENNAIO 2008 alle ore 21.30 presso UGC Ciné Cité Romagna.
Serge Gualini sarà presente all’inaugurazione.
Le opere saranno esposte all’interno di UGC Ciné–Cité Romagna da venerdì 04 gennaio a giovedì 31 gennaio 2008.
Gli orari d’esposizione coincidono con gli orari d’apertura del cinema.
di Massimo Sannelli
1.
In principio c’è la CALLIGRAFIA, ma senza l’enfasi complicata di Mathieu. Piuttosto, con tratti casuali (come il primo Twombly… come Michaux…), e riducendo al minimo tutta la confusione. Il massimo risultato è stato raggiunto, con il minimo sforzo apparente – ma questo non è più un segreto per nessuno, né deve esserlo.
Crescendo, Gualini ha voluto linee che sembrano RAMIFICAZIONI o TRACCE o CICATRICI o SCARIFICAZIONI. Si tratta di OPERE PRIVE DI UN CENTRO strutturale, dunque prive di un titolo. Ad opere come queste si dovrebbe dare, per coerenza, più un NOME che un titolo.
Jean-Etienne Hackens ha scritto che le prime opere di Gualini sono «poétisations de la technique». Come dire che la tecnica, di per sé, non è poesia; e che la tecnica, da sola, non comporta l’effetto che l’artista, il pubblico e il critico chiamano «poesia». Non è questione di retorica e di obbedienza a regole: perché ci sia POESIA è necessario uno stile, e che questo stile non sia rigido come un programma militare. Lo stile deve tendere alla fluidità di una cosa che vola, scorre, fiorisce: ad esempio, il panorama vegetale, animale e magico dei poems di Emily Dickinson.
2.
Il tessuto è costruito rigorosamente e geometricamente – ma il manufatto finale è sinuoso e umile (la grande icona della Sindone è un tessuto), come una cosa naturale, che è sempre esistita. Sul tessuto umile appare una Presenza misteriosa, che forse è l’ombra sbiaditissima di Dio: la Sindone è un tessuto certo con l’immagine di un possibile Dio – e il manufatto (che si vede con gli occhi del corpo) è molto più presente del suo stesso Ospite, che si adora con altri occhi. Tutto questo è implicito, volendo o non volendo (e volere è violenza) – nell’uso del tessuto in arte.
3.
Il tessuto, la polvere di marmo, il vetro di Murano e il fil di ferro su una tela non sono mai stati materiali comuni. Ognuno dei quattro ingredienti allude ad altri campi: l’arazzo, la scultura (o meglio: gli scarti della scultura, ciò che sporca il corpo del marmista), l’arte del vetro; la manipolazione di una linea metallica nuda (non è un caso che oggi un poeta, Biagio Cepollaro, scolpisca torcendo fili di metallo: il minimo, «quanto basta»; mentre la polvere di marmo è già l’avanzo di un lavoro demiurgico).
Dunque l’accumulazione è molteplice e ripetuta, ma senza l’aggressività storica del Nouveau Réalisme. Ed è una porta stretta quanto quella di Arman e César: il susino di Brecht, la Primavera, la Natura, il bambino non sono realtà retoriche, ma eterne; le aperture rituali della pelle sono segni parlanti e non giochi da maudits; mentre il «sonetto primaverile» di un artista, in ogni campo, rischierà sempre la simulazione del «discorso naturale».
4.
L’errore non c’è stato. Gualini agisce da artista, con la semplicità risolutiva e la sprezzatura di un bambino che gioca – performando la propria unicità e novità: il proprio INIZIO.
Per Michaux i primi disegni infantili sono Les commencements, slegati da qualsiasi «recette d’atelier». Dunque: in principio fu la Natura, poi la Calligrafia, infine la tecnica che venne contorta dalla Poesia e resa meno magniloquente. Oggi Gualini arriva ad esperimenti vegetali e animali, tracce di esseri, alberi, rami e fiori, o cicatrici: cose trattate con la sontuosa semplicità di chi è consapevole della propria azione. Nessuna ingenuità, nessuna facilitazione inesperta, nessun infantilismo astuto – ma «dessin qui est allusion plutôt que description… / et jeu». Infatti la superficie dipinta si allunga, si allarga, si appesantisce, per la forza delle cose aggiunte, «non comme une recette d’atelier»: tessuto, polvere, vetro, resina, fil di ferro.
Davanti ai segni-rami si può anche meditare, come proponeva Hackens. E aggiungo: si può meditare pacificamente, senza trasformarci in maschere di un sacro ostentato. Francesco ha predicato agli uccelli; Pasolini ha fatto saltellare Totò come i passeri. Anche le cicatrici vi appaiono, come lo stesso Gualini dichiara per le opere degli anni 1994-1998: segni che possono appartenere ad un rito tribale o ad una sofferenza patita – ma tutto torna allo stesso commencement: non c’è cultura senza corpo, non c’è corpo che non abbia sofferto per iniziarsi alla vita; e non c’è bocca che ieri non abbia succhiato un latte, se questa bocca esiste anche oggi.
Studi:
Institut des Arts Visuels de La Cambre. Bruxelles
(Atelier di Dessin et Stimulation Grafique)
Disegno e stimulazione grafica
Mostre personali
Bruxelles, 1998, Ruben Forni Art Gallery.
Francia, Tolosa, novembre 2000, galleria Can’Art.
Italia, UGC Ciné-Cité Romagna, dicembre 2004
Italia, Palazzo Albicini, Corso Garibaldi 82, Forli dal 31/10/05 al 20/11/05
Italia, UGC Ciné-Cité Romagna dal 02/12/05 al 06/01/06
Italia, Milano Maritima, White Corner dal 10/04/06 al 10/05/06
Italia, UGC Ciné-Cité Romagna dal 01/12/06 al 04/01/07
Mostre collettive
Belgio, Bruxelles, 1991, Centre Culturel Jacques Franck.
Belgio, Bruxelles, 1991, Sala dei métiers d'Arts.
Lussemburgo, 1992, Teatro di Lussemburgo.
Belgio, Charleroi, 1992, Museo dei Belli-Arti.
Francia, 1992, Charleville-Mezière, Museo Arthur Rimbaud.
Belgio, Bruxelles, 1993, Médiatine.
Belgio, Bruxelles, 1993, Galerie du prêt d'oeuvre d'Art.
Lussemburgo, 1994, Teatro di Lussemburgo.
Belgio, Bruxelles, 1994, Plan K.
Belgio, Bruxelles, estate 1997, Ruben Forni Art Gallery.
Francia,Paris, 1998, "Salon de Mai", Espace Eiffel-Branly -
Belgio, Bruxelles, dicembre 2001, Fondation Pierre-Paul Hamesse.
Belgio, Bruxelles, Marzo 2002, 100 Artistes pour 100 ans de la Ligue Des Droits de l’Homme.
Italia, Genova, dal 3/12/05 al 21/12/05, 10 rassegna d'Arte Contemporanea
Saturarte, Palazzo Stella
Italia, Forli, 24,25,25 marzo 2006, Vernice Arte
Italia,Pescara,
II PREMIO PESCARA
A cura di Erica Di Febo, Marta Martella, Marzia Renzetti
dal 27 Maggio all’11 giugno 2006
Museo d’arte Moderna Vittoria Colonna, p.zza I maggioPescara
Allestimenti a cura degli scenografiAnna Martella, Emanuele Corradetti, Antonella Ferri, Moreno D’Albenzio
Italia, "Mostra d'Arte Contemporanea", "Praxis" Galleria d'Arte Malatestiana, Rimini settembre 2006
Italia, "Mostra d'Arte Contemporanea", "Praxis" Galleria d'Arte Malatestiana, Rimini marzo 2007
Italia- Pescara, Atelier777, dal 17 novembre al 20 dicembre 2007
Premi ottenuti:
Segnalazione al concorso “Concours Godecharles” Bruxelles - Belgio 1991
Vincitore concorso “Prix Hamesse” Bruxelles - belgio – 1991
Vincitore del concorso “Prix Marie Banegas” in Lussemburgo – 1992
Vincitore del concorso “Prix Jeune Talent” Charleroi – Belgio - 1992
Segnalazione al concorso “Prix Médiatine” Bruxelles - Belgio - 1993
Vincitore concorso “Prix de la Jeunesse” Lussemburgo - 1994
Selezionato alla "10 rassegna d'Arte Contemporanea", Genova- Italia 2005
Selezionato alla seconda edizione del "Premio Webcolor 2005"
Radio:
Radio Broadcasted Publications, Billet 582, Venerdi 22 gennaio 1993, 493 seconde
Cataloghi:
1994: Salon de Printemps
1998: Salon de Mai, espace Eiffel-Branly, 29-55, quai Branly, 75007 Paris, Antoine Poncet- President.
2004 : Edizione 2004 Premio Celeste a cura di Gianluca Marziani.
2006: Vernice art Fair 4 edizione.
2006: Premio Pescara a cura di erica di Febo , Marta Martella, Marzia Renzetti.
Istallazione video:
100 artistes pour les 100 ans de la ligue des droits de l’homme,
Commisaire de l’exposition : Solange Wonner – Paul Gonze.
Opere in collezione pubbliche:
Musée des Beaux Arts, Hotel de ville de Charleroi, Belgio
Opere in collezione private:
Belgio, Francia, Lussemburgo, Italia
Inaugurazione venerdì 04 GENNAIO 2008 alle ore 21.30 presso UGC Ciné Cité Romagna.
Serge Gualini sarà presente all’inaugurazione.
Le opere saranno esposte all’interno di UGC Ciné–Cité Romagna da venerdì 04 gennaio a giovedì 31 gennaio 2008.
Gli orari d’esposizione coincidono con gli orari d’apertura del cinema.
04
gennaio 2008
Serge Gualini – Strutture fragili
Dal 04 al 31 gennaio 2008
arte contemporanea
Location
UGC CINE’ CITE’ ROMAGNA
Savignano Sul Rubicone, Piazza Fratelli Lumiere, 22, (Forlì-cesena)
Savignano Sul Rubicone, Piazza Fratelli Lumiere, 22, (Forlì-cesena)
Vernissage
4 Gennaio 2008, ore 21.30
Autore