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Sergi Barnils – Ciutat Ideal
Attraverso la metafora dell’utopia urbanistica, l’artista catalano Sergi Barnils ci consegna l’idea di un sistema, di un ordine gioioso di origine sovrannaturale che deve farsi fisico e concreto, e che quindi viene tradotto nella lingua della pittura, grazie all’antichissima tecnica dell’encausto.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La galleria MARCOROSSISPIRALEARTE di Monza a partire dal 16 maggio accoglie nello spazio di via Vittorio Emanuele la mostra personale dell’artista catalano Sergi Barnils che nei mesi di marzo e aprile è stata allestita nelle prestigiose sale del Museo di Palazzo Principi di Correggio (RE). Le opere che saranno visibili a Monza sono infatti tutte pubblicate sul catalogo che ha corredato l’evento espositivo pubblico, realizzato in collaborazione con il Comune di Correggio e con la Regione Emilia Romagna.
Sergi Barnils, nato in Guinea Equatoriale nel 1954, oggi vive e lavora alla porte di Barcellona. Il suo lavoro, apprezzato da pubblico e critica, è molto noto in Spagna, ma anche in Germania e in Italia, dove ha cominciato ad esporre negli anni Novanta. Dopo un lungo apprendistato in cui si è confrontato con le maggiori correnti dell’arte contemporanea (dagli Impressionisti a Cézanne, da Masson all’arte astratta), Barnils è approdato a una personalissima sintesi tra i colori e le suggestioni della tradizione catalana e una pittura primordiale carica di segni penetranti e morbide visioni.
L'iniziale amore per il paesaggio ha lasciato i modi descrittivi della rappresentazione per diventare astrazione spaziale, attraverso un tratto sottile e incisivo che prende corpo grazie all’antichissima tecnica dell’encausto su tela e tavola. Grazie alle particolari caratteristiche della cera, materia prima dell’encausto, il disegno dialoga con la pittura, la geometria si sposa con le stratificazioni della materia, e le immagini - per quanto schematiche - sono legate al divenire della vita, ed esprimono sempre la ricerca della gioia e della bellezza. Barnils è vicino, per motivi diversi, a tre grandi artisti catalani come lui: Miró, Guadí, e Tàpies, ma è anche accostabile – per armonia di segno e colore, di equilibrio tra rigore e fantasia - a Klee e Vieira de Silva.
Come scrive il critico d’arte Sandro Parmiggiani nel catalogo della mostra di Correggio, l’osservatore deve "cogliere la sottile aura mitologica e rituale che spira in tutto l’operato di Barnils, con questo suo ricorrere a segni elementari di base, e a piante di città che paiono mutuate da quelle disegnate dai bambini sui selciati delle strade per giocarvi sopra".
Scrive ancora Parmiggiani: "Possono a volte sembrarci, questi dipinti, una struttura organizzata come un mondo chiuso, sovraffollato, formicolante di una quantità di elementi apparentemente identici, ma in verità sempre varianti, che noi percepiamo, insieme, come espressione della ricchezza del mondo, e di una sorta di soffocamento nell’impossibilità apparente di trovare una via d’uscita dal labirinto. Barnils ci rivela, del resto, l’affinità profonda tra architettura e scrittura, tra gli edifici di pietre e quelli di parole."
Sergi Barnils, nato in Guinea Equatoriale nel 1954, oggi vive e lavora alla porte di Barcellona. Il suo lavoro, apprezzato da pubblico e critica, è molto noto in Spagna, ma anche in Germania e in Italia, dove ha cominciato ad esporre negli anni Novanta. Dopo un lungo apprendistato in cui si è confrontato con le maggiori correnti dell’arte contemporanea (dagli Impressionisti a Cézanne, da Masson all’arte astratta), Barnils è approdato a una personalissima sintesi tra i colori e le suggestioni della tradizione catalana e una pittura primordiale carica di segni penetranti e morbide visioni.
L'iniziale amore per il paesaggio ha lasciato i modi descrittivi della rappresentazione per diventare astrazione spaziale, attraverso un tratto sottile e incisivo che prende corpo grazie all’antichissima tecnica dell’encausto su tela e tavola. Grazie alle particolari caratteristiche della cera, materia prima dell’encausto, il disegno dialoga con la pittura, la geometria si sposa con le stratificazioni della materia, e le immagini - per quanto schematiche - sono legate al divenire della vita, ed esprimono sempre la ricerca della gioia e della bellezza. Barnils è vicino, per motivi diversi, a tre grandi artisti catalani come lui: Miró, Guadí, e Tàpies, ma è anche accostabile – per armonia di segno e colore, di equilibrio tra rigore e fantasia - a Klee e Vieira de Silva.
Come scrive il critico d’arte Sandro Parmiggiani nel catalogo della mostra di Correggio, l’osservatore deve "cogliere la sottile aura mitologica e rituale che spira in tutto l’operato di Barnils, con questo suo ricorrere a segni elementari di base, e a piante di città che paiono mutuate da quelle disegnate dai bambini sui selciati delle strade per giocarvi sopra".
Scrive ancora Parmiggiani: "Possono a volte sembrarci, questi dipinti, una struttura organizzata come un mondo chiuso, sovraffollato, formicolante di una quantità di elementi apparentemente identici, ma in verità sempre varianti, che noi percepiamo, insieme, come espressione della ricchezza del mondo, e di una sorta di soffocamento nell’impossibilità apparente di trovare una via d’uscita dal labirinto. Barnils ci rivela, del resto, l’affinità profonda tra architettura e scrittura, tra gli edifici di pietre e quelli di parole."
16
maggio 2009
Sergi Barnils – Ciutat Ideal
Dal 16 maggio al 20 giugno 2009
arte contemporanea
Location
MARCOROSSI ARTECONTEMPORANEA
Monza, Via Vittorio Emanuele, 44, (Milano)
Monza, Via Vittorio Emanuele, 44, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato, ore 11.00 - 19.00
Vernissage
16 Maggio 2009, ore 18.00 - 22.00
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