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Sergio Agosti – Segno come colore
‘Segno come colore’ sono opere su carta di Sergio Agosti presentate durante la personale del ‘75 alla Galleria Giorgi di Firenze e non ancora esposte a Torino.
Comunicato stampa
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Mutabilis ospita dal 3 al 21 marzo ‘Segno come colore’ opere su carta di Sergio Agosti presentate durante la personale del ‘75 alla Galleria Giorgi di Firenze e non ancora esposte a Torino. Opere che hanno particolare valore nella personale ricerca dell’artista intesa a trovare, ancora una volta nel segno come nel colore, gli elementi d’una inedita visione poetica.
“È noto come il compito essenziale che l’arte contemporanea ha dato a se stessa sia quello analitico. Analitico nei confronti della nozione, della definizione materiale, della definizione nominale, delle impalcature concettuali, delle strutture axiologiche, dei mezzi impiegati, dei simboli, dei segni, dei significanti come dei significati. Il termine a cui approda questo processo, più o meno, lo conosciamo, come conosciamo l’esiguità dello spazio residuo che è lasciato agli operatori. È una vicenda drammatica, questo avvicinamento al punto zero senza che mai (mai?) esso sia raggiunto, questa specie di asintoto che lascia sempre un po’ di bianco fra la retta e l’iperbole. (…) Il dipinto della tradizione, una volta sottoposto alla squisita macchina analitica, ha conservato solo una - quasi l’ultima se non proprio l’ultima - delle sue notazioni. Dei passati graffiti informali, di quelle allusioni a muri scorticati e incisi, a intonaci rigati, solcati, qualcosa è rimasto; il segno appunto ridotto nella sua tendenzialmente pura essenzialità.
La strenua analisi, la pervicace riduzione esercitata sul côté semiotico del dipinto, ha portato al ricupero di una sua astanza apertamente e felicemente sensuale.”
Ermanno Migliorini
Presentazione per la personale alla galleria “Giorgi”, Firenze, 1976
“È noto come il compito essenziale che l’arte contemporanea ha dato a se stessa sia quello analitico. Analitico nei confronti della nozione, della definizione materiale, della definizione nominale, delle impalcature concettuali, delle strutture axiologiche, dei mezzi impiegati, dei simboli, dei segni, dei significanti come dei significati. Il termine a cui approda questo processo, più o meno, lo conosciamo, come conosciamo l’esiguità dello spazio residuo che è lasciato agli operatori. È una vicenda drammatica, questo avvicinamento al punto zero senza che mai (mai?) esso sia raggiunto, questa specie di asintoto che lascia sempre un po’ di bianco fra la retta e l’iperbole. (…) Il dipinto della tradizione, una volta sottoposto alla squisita macchina analitica, ha conservato solo una - quasi l’ultima se non proprio l’ultima - delle sue notazioni. Dei passati graffiti informali, di quelle allusioni a muri scorticati e incisi, a intonaci rigati, solcati, qualcosa è rimasto; il segno appunto ridotto nella sua tendenzialmente pura essenzialità.
La strenua analisi, la pervicace riduzione esercitata sul côté semiotico del dipinto, ha portato al ricupero di una sua astanza apertamente e felicemente sensuale.”
Ermanno Migliorini
Presentazione per la personale alla galleria “Giorgi”, Firenze, 1976
03
marzo 2020
Sergio Agosti – Segno come colore
Dal 03 al 21 marzo 2020
arte contemporanea
Location
MUTABILIS
Torino, Via Dei Mille, 25/c, (Torino)
Torino, Via Dei Mille, 25/c, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 15:00-19:00, sabato 10:30-13:00
Sito web
Autore
Autore testo critico