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Sergio Bianchi – Upward_architecture exhibition
La mostra sintetizza l’attività di ricerca dello studio di Sergio Bianchi, con particolare riferimento al tema dell’abitare il pianeta.
Comunicato stampa
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La mostra sintetizza l’attività di ricerca dello studio di Sergio Bianchi, con particolare riferimento al tema dell’abitare il pianeta.
“La società occidentale, nel processo di realizzazione del proprio habitat procede per negazione del “naturale”. La prassi è la cementificazione: eliminare la natura “selvaggia”, sovrapponendo al suolo un rassicurante ambiente pavimentato, liscio, levigato, dove lo spazio per le altre speci, animali o vegetali che siano è lasciato ai “giardini”.
Tornano alla mente le parole di Black Elk, il saggio Lakota, “Only to the white man was nature a wilderness and only to him was the land 'infested' with 'wild' animals and 'savage' people. To us it was tame, Earth was bountiful and we were surrounded with the blessings of the Great Mystery.”
Per la loro cultura non esisteva la dicotomia naturale, artificiale, non esisteva la natura selvaggia. La terra, nel grande mistero della vita, offriva meravigliose opportunità.
Occorre sforzarci di recuperare quell’ottimismo, recuperare quel senso di appartenenza al ciclo della vita rinunciando alla nostra stanca visione antropocentrica. Come fare? Come trovare un posto per l’uomo lasciando spazio alle altre specie?
La risposta, forse ingenua e parziale, è verso l’alto. Guadagnare il cielo, oltre a spostare e arricchire la relazione uomo/natura, offre la possibilità immensa di restituire parte del suolo agli “altri” che condividono il pianeta con la nostra specie.
Edward Wilson, l’entomologo vincitore del premio Pulitzer, nel suo recente Half Earth, propone di riservare al “naturale” la metà della superficie del pianeta. Ma anche noi specie umana siamo parte del “naturale”, per cui la nostra ricerca si muove verso l’integrare il nostro habitat a quel 50% della superficie della terra.
Ancora una volta vengono in aiuto le parole di un nativo americano, Chief Seattle, Humankind has not woven the web of life. We are but one thread within it. Whatever we do to the web, we do to ourselves. All things are bound together. All things connect.
Chiudo con un pensiero di Luigi Pellegrin, che più di tutto innerva e sintetizza questa ricerca:”La terra è una radice immensa che può permettere l’esplosione nello spazio di una organizzazione sociale che a terra ormai è pigra, ed è un rapporto diverso , una variazione in aumento di ingombro nello spazio e un aumento di libertà nella superficie terrestre.” (Sergio Bianchi)
Studio Bianchi è uno studio di architettura con sede a Roma, fondato da Sergio Bianchi ed Elisabetta Straffi. L’attività progettuale spazia da complessi residenziali e uffici a proposte per le periferie di Roma. Nel settore della progettazione urbana nel 2011 lo studio ha vinto il concorso per la riqualificazione di Piazza San Francesco ad Accumoli. Tra i progetti si segnalano il complesso Petrillo a Bevagna, la sede di innova presso il Polo Tecnologico Industriale Romano, una casa ad Antananarive in Madagascar, e la nuova sede di Rainbow, il colosso italiano dell’animazione dove l’interesse si focalizza nell’uso delle energie alternative, nell’integrazione naturale artificiale e nella realizzazione di un ambiente stimolante per i creativi di “Winx”. Sul fronte urbanistico più volte Studio Bianchi ha affrontato il tema della costruzione nei paesi arabi. Il tema delle residenza trae ispirazione dalla relazione col paesaggio come nel caso della villa a Montorso. Nel 2000 Sergio Bianchi ha vinto ”Una casa a Bellegra”, il concorso indetto dall’Inarch in occasione del pensionamento di Nicola De Risi. La casa realizzata nel 2007 ha ricevuto numerosi riconoscimenti: il premio ALA Assoarchitetti del Dedalo Minosse nel 2008, il premio per il miglior committente “Amarchitettura”, il premio “Romarchitettura”, il premio per il design nell’ambito della Triennale di architettura di Sofia in Bulgaria. La casa ha fatto anche parte della mostra “Italy Now” nel corso del congresso UIA 2011.
La mostra è visitabile dal 1 al 5 ottobre 2016 su appuntamento: T. +39 3356530836
L'iniziativa non si prefigge finalità commerciali di alcun genere, ma fa parte delle attività culturali dell'associazione. L'evento sarà strettamente su invito e prenotazione: mandare una mail a uffstampaaiac@presstletter.com
Interno 14 è a Roma in via Carlo Alberto 63.
Associazione Italiana di Architettura e Critica
www.architetturaecritica.it
UFFICIO STAMPA AIAC
Roberta Melasecca
uffstampaaiac@presstletter.com
tel. 349 4945612
per info eventi: www.presstletter.com
“La società occidentale, nel processo di realizzazione del proprio habitat procede per negazione del “naturale”. La prassi è la cementificazione: eliminare la natura “selvaggia”, sovrapponendo al suolo un rassicurante ambiente pavimentato, liscio, levigato, dove lo spazio per le altre speci, animali o vegetali che siano è lasciato ai “giardini”.
Tornano alla mente le parole di Black Elk, il saggio Lakota, “Only to the white man was nature a wilderness and only to him was the land 'infested' with 'wild' animals and 'savage' people. To us it was tame, Earth was bountiful and we were surrounded with the blessings of the Great Mystery.”
Per la loro cultura non esisteva la dicotomia naturale, artificiale, non esisteva la natura selvaggia. La terra, nel grande mistero della vita, offriva meravigliose opportunità.
Occorre sforzarci di recuperare quell’ottimismo, recuperare quel senso di appartenenza al ciclo della vita rinunciando alla nostra stanca visione antropocentrica. Come fare? Come trovare un posto per l’uomo lasciando spazio alle altre specie?
La risposta, forse ingenua e parziale, è verso l’alto. Guadagnare il cielo, oltre a spostare e arricchire la relazione uomo/natura, offre la possibilità immensa di restituire parte del suolo agli “altri” che condividono il pianeta con la nostra specie.
Edward Wilson, l’entomologo vincitore del premio Pulitzer, nel suo recente Half Earth, propone di riservare al “naturale” la metà della superficie del pianeta. Ma anche noi specie umana siamo parte del “naturale”, per cui la nostra ricerca si muove verso l’integrare il nostro habitat a quel 50% della superficie della terra.
Ancora una volta vengono in aiuto le parole di un nativo americano, Chief Seattle, Humankind has not woven the web of life. We are but one thread within it. Whatever we do to the web, we do to ourselves. All things are bound together. All things connect.
Chiudo con un pensiero di Luigi Pellegrin, che più di tutto innerva e sintetizza questa ricerca:”La terra è una radice immensa che può permettere l’esplosione nello spazio di una organizzazione sociale che a terra ormai è pigra, ed è un rapporto diverso , una variazione in aumento di ingombro nello spazio e un aumento di libertà nella superficie terrestre.” (Sergio Bianchi)
Studio Bianchi è uno studio di architettura con sede a Roma, fondato da Sergio Bianchi ed Elisabetta Straffi. L’attività progettuale spazia da complessi residenziali e uffici a proposte per le periferie di Roma. Nel settore della progettazione urbana nel 2011 lo studio ha vinto il concorso per la riqualificazione di Piazza San Francesco ad Accumoli. Tra i progetti si segnalano il complesso Petrillo a Bevagna, la sede di innova presso il Polo Tecnologico Industriale Romano, una casa ad Antananarive in Madagascar, e la nuova sede di Rainbow, il colosso italiano dell’animazione dove l’interesse si focalizza nell’uso delle energie alternative, nell’integrazione naturale artificiale e nella realizzazione di un ambiente stimolante per i creativi di “Winx”. Sul fronte urbanistico più volte Studio Bianchi ha affrontato il tema della costruzione nei paesi arabi. Il tema delle residenza trae ispirazione dalla relazione col paesaggio come nel caso della villa a Montorso. Nel 2000 Sergio Bianchi ha vinto ”Una casa a Bellegra”, il concorso indetto dall’Inarch in occasione del pensionamento di Nicola De Risi. La casa realizzata nel 2007 ha ricevuto numerosi riconoscimenti: il premio ALA Assoarchitetti del Dedalo Minosse nel 2008, il premio per il miglior committente “Amarchitettura”, il premio “Romarchitettura”, il premio per il design nell’ambito della Triennale di architettura di Sofia in Bulgaria. La casa ha fatto anche parte della mostra “Italy Now” nel corso del congresso UIA 2011.
La mostra è visitabile dal 1 al 5 ottobre 2016 su appuntamento: T. +39 3356530836
L'iniziativa non si prefigge finalità commerciali di alcun genere, ma fa parte delle attività culturali dell'associazione. L'evento sarà strettamente su invito e prenotazione: mandare una mail a uffstampaaiac@presstletter.com
Interno 14 è a Roma in via Carlo Alberto 63.
Associazione Italiana di Architettura e Critica
www.architetturaecritica.it
UFFICIO STAMPA AIAC
Roberta Melasecca
uffstampaaiac@presstletter.com
tel. 349 4945612
per info eventi: www.presstletter.com
30
settembre 2016
Sergio Bianchi – Upward_architecture exhibition
Dal 30 settembre al 05 ottobre 2016
architettura
Location
INTERNO 14 NEXT
Roma, (Roma)
Roma, (Roma)
Orario di apertura
su appuntamento: T. +39 3356530836
Vernissage
30 Settembre 2016, Ore 18.30
Autore