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Sergio Camplone – Paesaggi di cava
Un immagine lunare si presenta al viaggiatore che da nord attraversa il Tavoliere per recarsi in visita
estiva alle meraviglie del Gargano, sono le cave di Apricena che si mostrano come grandi crateri di
inerti ad annunciare un paesaggio intriso di luce e di drammatica bellezza
Comunicato stampa
Segnala l'evento
PAESAGGI DI CAVA
In un momento in cui il territorio delle cave pugliesi in generale, quello di Apricena in particolare, è
tormentato da dispute e regolamentazioni sulle modalità di utilizzazione delle cave e sulle necessità
di ripristinarne la qualità ambientale, la Galleria CON_FINE in controtendenza a quella che è
l’immagine martoriata del comprensorio estrattivo, ne presenta la sua struggente bellezza, attraverso
le immagini straordinarie di Sergio Camplone, per fortuna c’è ancora qualcuno che continua a
credere nella BELLEZZA come soluzione alternativa dei problemi o, quantomeno, prova a guardare
questi territori e questi problemi a partire dai suoi lati positivi.
Sabato alle 19, se ne discute in Galleria ad Apricena (via Marconi 54) davanti alle immagini di Sergio
Camplone, in compagnia fotografi architetti ed operatori culturali.
il colore della luce
Un immagine lunare si presenta al viaggiatore che da nord attraversa il Tavoliere per recarsi in visita
estiva alle meraviglie del Gargano, sono le cave di Apricena che si mostrano come grandi crateri di
inerti ad annunciare un paesaggio intriso di luce e di drammatica bellezza.
Ci si avvicina con curiosità a vedere da presso quei grandi massi accumulati che crescono e
ingrandiscono sempre più con l’incedere del cammino fino a mostrare, in tutta la grandezza, le
dimensioni eccezionali di una montagna artificiale.
Invitano, quasi, alla salita per capire dall’alto cosa nascondono, ma nello stesso tempo incutono
timore per il loro equilibrio precario e costringono a girarci intorno, fino a trovare un varco, dal quale
si scorgono in lontananza, profondità inattese ed uno spazio inedito e difficile da misurare con lo
sguardo.
La curiosità rapisce e costringe, poco a poco, ad avventurarsi al suo interno. Un percorso a spirale,
come di girone dantesco, accompagna lungo pareti verticali che si alzano in misura proporzionale
alla discesa. Enormi superfici segnate da linee orizzontali di lievi fratture, sfaldate, che rimandano a
dimensioni megalitiche di possenti mura poggiate l’una sull’altra.
La luce si fa accecante ed il sole riverbera, sul biancore delle pareti, tutta la sua forza, diffondendo
nel tremolio della calura estiva un’assordante silenzio di pietra.
Si passa progressivamente, dall’iniziale configurazione incerta dei meandri della cava ad una
geometria sempre più regolare, stereotomica, come a svelare di regole e di segreti nascoste al di
sotto delle proprie viscere. Una sorta di architettura al negativo presenta, sempre più netta, i suoi
caratteri ed i suoi dettagli, fatti di pieni e di vuoti in un continuum spaziale completamente dissolto
nella luce.
Grandi stanze a cielo aperto si aprono in affaccio una sull’altra, distribuendo piccoli depositi di massi
informi in attesa di essere rimossi, a testimoniare di come solo la pietra possa abitare questi luoghi,
apparentemente inospitali ma capaci di restituire il fascino surreale di un paesaggio ciclopico nel
quale vince, ancora una volta, la forza della Natura.
Una Natura che mostra tutta la sua forza nelle dimensioni inafferrabili di cavità che si sovrappongono
una nell’altra. Una Natura che svela, tuttavia, nelle sue pietre, i segni dell’artificio umano. E’ tutto
qui il fascino di questa drammatica bellezza, la consapevolezza che, nonostante le dimensioni
inafferrabili, questo paesaggio lunare sia il frutto delle trasformazioni dell’uomo.
Le immagini di Sergio Camplone, raccontano di questa bellezza, colgono le sue continue mutazioni,
catturano la drammaticità profonda di un paesaggio duro, lacerante e lacerato ma…. nello stesso
momento, ci coinvolgono, ci trasportano al suo interno, ci emozionano con le vibrazioni di una
luce potente e delicata, che penetra le pietre ed i luoghi, addomesticandoli al nostro sguardo per
svelarci, come diceva il grande Laszlo Moholy-Nagy, che da quando esiste la fotografia guardiamo i
paesaggi con altri occhi. Domenico Potenza
SUONINCAVA BY DAY BY NIGHT
Giungere nelle Cave di Apricena di sera tardi, durante una delle 4 serate di Suonincava, può essere
un’esperienza fantastica, per il paesaggio lunare che i fari dell’automobile riescono a inquadrare e
per lo spettacolo che la musica e le luci dell’evento riescono a regalare. Ma attraversare le cave di
giorno, sotto un sole meridionale, e inquadrare con i propri occhi gli immensi crateri che bucano la
terra rossa, è un’esperienza altrettanto, e forse ancora più, fantastica. Se poi ad inquadrare questo
luogo è la macchina fotografica di Sergio Camplone, ci si accorge che la fantasia può trasformare
un simile paesaggio in una strana casa con il soffitto azzurro e le pareti bianche, bianchissime, della
pietra di Apricena.
Da 12 anni Suonincava cerca di presentare, divulgare, trasformare, un luogo e la sua terra (la sua
pietra) attraverso la musica. Un luogo enormemente bello per una manifestazione dalle enormi
potenzialità, che negli anni regalerà forti ricordi a chi lo attraverserà e lo ascolterà.
Per capire meglio Suonincava andare su www.suonincava.com.
Per capire meglio le Cave di Apricena prendere la macchina ed andarci.
Massimo Tocco + Rossella Ugliola (giornalisti presenti a Suoni in Cava 2011
In un momento in cui il territorio delle cave pugliesi in generale, quello di Apricena in particolare, è
tormentato da dispute e regolamentazioni sulle modalità di utilizzazione delle cave e sulle necessità
di ripristinarne la qualità ambientale, la Galleria CON_FINE in controtendenza a quella che è
l’immagine martoriata del comprensorio estrattivo, ne presenta la sua struggente bellezza, attraverso
le immagini straordinarie di Sergio Camplone, per fortuna c’è ancora qualcuno che continua a
credere nella BELLEZZA come soluzione alternativa dei problemi o, quantomeno, prova a guardare
questi territori e questi problemi a partire dai suoi lati positivi.
Sabato alle 19, se ne discute in Galleria ad Apricena (via Marconi 54) davanti alle immagini di Sergio
Camplone, in compagnia fotografi architetti ed operatori culturali.
il colore della luce
Un immagine lunare si presenta al viaggiatore che da nord attraversa il Tavoliere per recarsi in visita
estiva alle meraviglie del Gargano, sono le cave di Apricena che si mostrano come grandi crateri di
inerti ad annunciare un paesaggio intriso di luce e di drammatica bellezza.
Ci si avvicina con curiosità a vedere da presso quei grandi massi accumulati che crescono e
ingrandiscono sempre più con l’incedere del cammino fino a mostrare, in tutta la grandezza, le
dimensioni eccezionali di una montagna artificiale.
Invitano, quasi, alla salita per capire dall’alto cosa nascondono, ma nello stesso tempo incutono
timore per il loro equilibrio precario e costringono a girarci intorno, fino a trovare un varco, dal quale
si scorgono in lontananza, profondità inattese ed uno spazio inedito e difficile da misurare con lo
sguardo.
La curiosità rapisce e costringe, poco a poco, ad avventurarsi al suo interno. Un percorso a spirale,
come di girone dantesco, accompagna lungo pareti verticali che si alzano in misura proporzionale
alla discesa. Enormi superfici segnate da linee orizzontali di lievi fratture, sfaldate, che rimandano a
dimensioni megalitiche di possenti mura poggiate l’una sull’altra.
La luce si fa accecante ed il sole riverbera, sul biancore delle pareti, tutta la sua forza, diffondendo
nel tremolio della calura estiva un’assordante silenzio di pietra.
Si passa progressivamente, dall’iniziale configurazione incerta dei meandri della cava ad una
geometria sempre più regolare, stereotomica, come a svelare di regole e di segreti nascoste al di
sotto delle proprie viscere. Una sorta di architettura al negativo presenta, sempre più netta, i suoi
caratteri ed i suoi dettagli, fatti di pieni e di vuoti in un continuum spaziale completamente dissolto
nella luce.
Grandi stanze a cielo aperto si aprono in affaccio una sull’altra, distribuendo piccoli depositi di massi
informi in attesa di essere rimossi, a testimoniare di come solo la pietra possa abitare questi luoghi,
apparentemente inospitali ma capaci di restituire il fascino surreale di un paesaggio ciclopico nel
quale vince, ancora una volta, la forza della Natura.
Una Natura che mostra tutta la sua forza nelle dimensioni inafferrabili di cavità che si sovrappongono
una nell’altra. Una Natura che svela, tuttavia, nelle sue pietre, i segni dell’artificio umano. E’ tutto
qui il fascino di questa drammatica bellezza, la consapevolezza che, nonostante le dimensioni
inafferrabili, questo paesaggio lunare sia il frutto delle trasformazioni dell’uomo.
Le immagini di Sergio Camplone, raccontano di questa bellezza, colgono le sue continue mutazioni,
catturano la drammaticità profonda di un paesaggio duro, lacerante e lacerato ma…. nello stesso
momento, ci coinvolgono, ci trasportano al suo interno, ci emozionano con le vibrazioni di una
luce potente e delicata, che penetra le pietre ed i luoghi, addomesticandoli al nostro sguardo per
svelarci, come diceva il grande Laszlo Moholy-Nagy, che da quando esiste la fotografia guardiamo i
paesaggi con altri occhi. Domenico Potenza
SUONINCAVA BY DAY BY NIGHT
Giungere nelle Cave di Apricena di sera tardi, durante una delle 4 serate di Suonincava, può essere
un’esperienza fantastica, per il paesaggio lunare che i fari dell’automobile riescono a inquadrare e
per lo spettacolo che la musica e le luci dell’evento riescono a regalare. Ma attraversare le cave di
giorno, sotto un sole meridionale, e inquadrare con i propri occhi gli immensi crateri che bucano la
terra rossa, è un’esperienza altrettanto, e forse ancora più, fantastica. Se poi ad inquadrare questo
luogo è la macchina fotografica di Sergio Camplone, ci si accorge che la fantasia può trasformare
un simile paesaggio in una strana casa con il soffitto azzurro e le pareti bianche, bianchissime, della
pietra di Apricena.
Da 12 anni Suonincava cerca di presentare, divulgare, trasformare, un luogo e la sua terra (la sua
pietra) attraverso la musica. Un luogo enormemente bello per una manifestazione dalle enormi
potenzialità, che negli anni regalerà forti ricordi a chi lo attraverserà e lo ascolterà.
Per capire meglio Suonincava andare su www.suonincava.com.
Per capire meglio le Cave di Apricena prendere la macchina ed andarci.
Massimo Tocco + Rossella Ugliola (giornalisti presenti a Suoni in Cava 2011
29
ottobre 2011
Sergio Camplone – Paesaggi di cava
29 ottobre 2011
fotografia
serata - evento
serata - evento
Location
GALLERIA CON(FINE)
Apricena, Via Guglielmo Marconi, 54, (Foggia)
Apricena, Via Guglielmo Marconi, 54, (Foggia)
Vernissage
29 Ottobre 2011, ore 19
Autore