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Sergio Coppi – Reflex
Le opere del fotografo ternano sono ritratti aventi per soggetto dei noti artisti, alcuni scatti, al di là della fisionomia, documentano azioni-happening eseguite dagli autori o il loro lavoro nello studio
Comunicato stampa
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La mostra prevede l’esposizione di una serie di fotografie in b/n eseguite da Sergio Coppi nel corso dei primi anni Settanta. Le opere del fotografo ternano sono ritratti aventi per soggetto dei noti artisti, come, ad esempio, Renato Guttuso, Pietro Consagra, Beverly Pepper, Nicola Carrino, Luca Patella, Renato Mambor, Giorgio De Chirico, Sergio Lombardo, Piero Dorazio, Enzo Brunori, Mario Ceroli, Achille Perilli, Toti Scialoja. Alcuni scatti, al di là della fisionomia, documentano azioni-happening eseguite dagli autori o il loro lavoro nello studio. In altri casi mostrano caratteristiche comportamentali e psicologiche di grande suggestione.
Nota critica:
Questa storia, stampata prima dell’avvento dell'era digitale, non inizia con il consueto “C’era una volta”, ma con “C’ero anch’io”, per attestare la presenza dell’autore a quegli eventi che ha narrato attraverso la pellicola fotografica. Questa storia non è fatta di parole, ma di immagini, di volti, d’istanti eternati con un click. Gli scatti di Sergio Coppi sono una testimonianza incontrovertibile della sua diretta partecipazione alla vita artistica, italiana e non solo, degli ultimi decenni.
Folgorato dai capolavori di Ugo Mulas, Sergio, armato di coraggio e con la sua inseparabile Nikon, intraprendere quest’avventura che lo riporta a Roma, sua città natale. Con il desiderio di vivere quella memorabile stagione creativa che ha caratterizzato l’ambiente culturale capitolino negli anni Sessanta e Settanta, e con il sogno di emulare in qualche modo il fotografo milanese, Coppi si reca negli studi di pittori e scultori, li accompagna sui luoghi delle loro azioni, ne diventa amico, spettatore-ammiratore, compagno di strada. Con semplicità, immediatezza e intensa partecipazione, scatto dopo scatto, egli registra gli accadimenti, ma soprattutto descrive l’aspetto esteriore e psicologico dei soggetti ritratti.
Oggi, come allora, le sue fotografie ci restituiscono quelle sensazioni, filtrate dalla sua sensibilità estetica e dalla memoria. Mediante l’alchimia dei “veleni” della camera oscura Coppi fa scaturire immagini cariche di pathos. Per capire ciò, bastino gli esempi dei ritratti di Consagra, rapito dal travaglio creativo durante la preparazione di un bozzetto; di Patella, che svolge una sua geniale, poetica azione di fronte alla Fontana di Trevi, o l’intensità di un primo piano dedicato a Guttuso, colto nell’istante in cui aspira avidamente il fumo dalla sua sigaretta per scaricare un po’ la tensione durante un convegno di partito.
Sergio Coppi è nato a Roma. Ben presto si trasferisce a Terni, dove risiede e compie gli studi. La sua attività di fotografo inizia nei primi anni Sessanta, per necessità e spirito di emulazione, come afferma egli stesso. Una serie di committenze pubbliche su progetti rivela l’originalità di un fotografo capace di raccontare fuori dal coro delle olografie e del paludamento visivo. A metà degli anni Settanta espone una serie di opere alla Rocca di Narni. Da allora sono state numerose le mostre e gli eventi che ha allestito in Umbria, ma soprattutto a Terni, città che Coppi ha saputo raccontare e guardare al di là degli stereotipi.
Nota critica:
Questa storia, stampata prima dell’avvento dell'era digitale, non inizia con il consueto “C’era una volta”, ma con “C’ero anch’io”, per attestare la presenza dell’autore a quegli eventi che ha narrato attraverso la pellicola fotografica. Questa storia non è fatta di parole, ma di immagini, di volti, d’istanti eternati con un click. Gli scatti di Sergio Coppi sono una testimonianza incontrovertibile della sua diretta partecipazione alla vita artistica, italiana e non solo, degli ultimi decenni.
Folgorato dai capolavori di Ugo Mulas, Sergio, armato di coraggio e con la sua inseparabile Nikon, intraprendere quest’avventura che lo riporta a Roma, sua città natale. Con il desiderio di vivere quella memorabile stagione creativa che ha caratterizzato l’ambiente culturale capitolino negli anni Sessanta e Settanta, e con il sogno di emulare in qualche modo il fotografo milanese, Coppi si reca negli studi di pittori e scultori, li accompagna sui luoghi delle loro azioni, ne diventa amico, spettatore-ammiratore, compagno di strada. Con semplicità, immediatezza e intensa partecipazione, scatto dopo scatto, egli registra gli accadimenti, ma soprattutto descrive l’aspetto esteriore e psicologico dei soggetti ritratti.
Oggi, come allora, le sue fotografie ci restituiscono quelle sensazioni, filtrate dalla sua sensibilità estetica e dalla memoria. Mediante l’alchimia dei “veleni” della camera oscura Coppi fa scaturire immagini cariche di pathos. Per capire ciò, bastino gli esempi dei ritratti di Consagra, rapito dal travaglio creativo durante la preparazione di un bozzetto; di Patella, che svolge una sua geniale, poetica azione di fronte alla Fontana di Trevi, o l’intensità di un primo piano dedicato a Guttuso, colto nell’istante in cui aspira avidamente il fumo dalla sua sigaretta per scaricare un po’ la tensione durante un convegno di partito.
Sergio Coppi è nato a Roma. Ben presto si trasferisce a Terni, dove risiede e compie gli studi. La sua attività di fotografo inizia nei primi anni Sessanta, per necessità e spirito di emulazione, come afferma egli stesso. Una serie di committenze pubbliche su progetti rivela l’originalità di un fotografo capace di raccontare fuori dal coro delle olografie e del paludamento visivo. A metà degli anni Settanta espone una serie di opere alla Rocca di Narni. Da allora sono state numerose le mostre e gli eventi che ha allestito in Umbria, ma soprattutto a Terni, città che Coppi ha saputo raccontare e guardare al di là degli stereotipi.
29
giugno 2008
Sergio Coppi – Reflex
Dal 29 giugno al 20 luglio 2008
fotografia
Location
STUDIO A’87 – EX CHIESA DI SAN CARLO BORROMEO
Spoleto, Via San Carlo, 5, (Perugia)
Spoleto, Via San Carlo, 5, (Perugia)
Orario di apertura
venerdì, sabato e domenica 16-20. Gli altri giorni su appuntamento
Vernissage
29 Giugno 2008, ore 18
Autore
Curatore