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Sergio Larrain – Vagabondages
L’esposizione, allestita nelle sale delle Cantine del Forte, è incentrata sulla figura enigmatica del fotografo cileno Sergio Larrain le cui foto sono, oggi, godibili grazie all’Agenzia Magnum.
Comunicato stampa
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Dopo il fortunato progetto Magnum Contact Sheet continua la partnership tra il Forte di Bard e Magnum Photos, la più prestigiosa agenzia fotografica al mondo con una prima assoluta per l’Italia. Dal 25 giugno al 9 novembre 2014 il Forte di Bard presenta la mostra Sergio Larrain. Vagabondages, una coproduzione Magnum Photos – Fondation Henri Cartier-Bresson, curata da Agnès Sire, direttore della Fondation Henri Cartier-Bresson. Si tratta della prima retrospettiva italiana a lui dedicata, grazie alla collaborazione con l’Associazione Forte di Bard. Il progetto ha ottenuto l’alto patrocinio dell’Ambasciata del Cile in Italia.
L’esposizione, allestita nelle sale delle Cantine del Forte, è incentrata sulla figura enigmatica del fotografo cileno Sergio Larrain (1931-2012) le cui foto sono, oggi, godibili grazie all’Agenzia Magnum. Esposti 127 scatti, quasi tutti compresi tra il 1950 e il 1964, il maggior periodo di produzione del fotografo, 4 disegni e 4 scritti originali di Larrain, 5 riviste accompagnate da 6 scatti vintage, 4 libri, oltre a due filmati.
Agnès Sire, direttore della Fondazione Henri Cartier-Bresson e amico epistolare di Larrain per trenta anni lo ha definito un meteorite che ha attraversato l’universo della fotografia e che ha avuto la saggezza di fermarsi perché non riusciva più a trovare la sua libertà fotografando, ma solo alienazione.
Nato a Santiago del Cile nel 1931, Larrain nel 1978 decise di ritirarsi, dopo tanti viaggi, nella campagna cilena, dove ha vissuto una vita autosufficiente e ha insegnato yoga e disegno. Scrisse molto per sensibilizzare e incitare le persone ad agire per migliorare le condizioni dell’umanità, che lui riteneva pessime.
Fermamente contrario all’idea di una mostra sulle sue fotografie, perché l’attenzione mediatica lo avrebbe allontanato dal suo isolamento duramente conquistato, accettò solo alla fine della sua vita che Agnès Sire curasse una retrospettiva del suo lavoro. Spesso Sire si scontrava con il desiderio del fotografo di distruggere tutto il suo lavoro e, soltanto garantendogli che la mostra e i libri su di lui avrebbero dato conforto all’umanità, riuscì a strappargli il consenso sulla riproduzione delle sue fotografie, che sono state oggetto di tre libri: Valparaiso, con testi di Pablo Neruda, Londra e Vagabondages.
Sergio Larrain aveva un occhio attento, libero dalle convenzioni e il suo approccio alla fotografia era di tipo sociale e poetico a tal punto da renderlo un brillante fotografo e un modello per le generazioni future. E’ stato un fotografo mosso dal gusto del vagabondare e dal desiderio profondo di vivere nel mondo.
Sebbene fosse un artista notoriamente schivo, Larrain è diventato comunque un punto di riferimento per coloro che hanno imparato a conoscere e ad amare il suo lavoro. Viene celebrato da Henri Cartier-Bresson, cofondatore dell’agenzia Magnum, per il suo processo sperimentale che ha prodotto immagini che hanno trasformato la natura fissa della macchina fotografica. Le sue immagini hanno lasciato generazioni di spettatori in soggezione di fronte alla simultanea serenità e spontaneità che la sua macchina è sempre stata in grado di catturare. Larrain spiegò, una volta, che una buona immagine nasce soltanto da uno stato di grazia.
I bambini orfani e abbandonati, la vita degli umili e dei dimenticati di Santiago sono i soggetti del primo lavoro di Larrain e rappresentano, al tempo stesso, lo specchio della sua personalità e l’espressione del suo desiderio di una società migliore. Fotografa gli ultimi e, con il suo sguardo di compassione, riesce ad essere tutt’uno con loro, diviene loro amico. Questo nucleo di fotografie diventerà un riferimento imprescindibile per tutta la fotografia cilena e segnerà l’inizio della notorietà di Larrain e della sua attività di fotografo: prima free lance, poi foto reporter della rivista brasiliana O Cruizero Internacional, sino alla collaborazione con Magnum, negli anni ’60.
La mostra Vagabondages, prima assoluta per l’Italia, ha letteralmente rappresentato il top event dei Rencontres di Arles dello scorso anno e l’edizione Thames and Hudson’s del catalogo dell’esposizione, Sergio Larrain: Vagabond Photographer a cura di Agnès Sire e Gonzalo Leiva Quijada ha da poco la medaglia d’oro come Best Photography Book Award dalla Kraszna-Krausz Foundation, il più prestigioso premio anglosassone sull’editoria fotografica. I libri vincitori di ogni edizione sono destinati a offrire un durevole e originale contributo educativo, professionale, storico e culturale al mondo della fotografia.
L’inaugurazione della mostra sarà preceduta da un incontro con Gonzalo Puga, nipote di Sergio Larrain e persona deputata dalla famiglia a curarne il patrimonio personale. Cileno di Santiago, Gonzalo Puga è designer e docente universitario. Le sue fotografie di architettura e le edizioni di design sono state pubblicate in tutto il mondo. Tra gli altri ha sviluppato modelli di design per Apple; AT&T, Samsung e Sanyo.
Una linea di merchandising dedicata alle immagini di Sergio Larrain verrà ideata a supporto della mostra.
L’esposizione, allestita nelle sale delle Cantine del Forte, è incentrata sulla figura enigmatica del fotografo cileno Sergio Larrain (1931-2012) le cui foto sono, oggi, godibili grazie all’Agenzia Magnum. Esposti 127 scatti, quasi tutti compresi tra il 1950 e il 1964, il maggior periodo di produzione del fotografo, 4 disegni e 4 scritti originali di Larrain, 5 riviste accompagnate da 6 scatti vintage, 4 libri, oltre a due filmati.
Agnès Sire, direttore della Fondazione Henri Cartier-Bresson e amico epistolare di Larrain per trenta anni lo ha definito un meteorite che ha attraversato l’universo della fotografia e che ha avuto la saggezza di fermarsi perché non riusciva più a trovare la sua libertà fotografando, ma solo alienazione.
Nato a Santiago del Cile nel 1931, Larrain nel 1978 decise di ritirarsi, dopo tanti viaggi, nella campagna cilena, dove ha vissuto una vita autosufficiente e ha insegnato yoga e disegno. Scrisse molto per sensibilizzare e incitare le persone ad agire per migliorare le condizioni dell’umanità, che lui riteneva pessime.
Fermamente contrario all’idea di una mostra sulle sue fotografie, perché l’attenzione mediatica lo avrebbe allontanato dal suo isolamento duramente conquistato, accettò solo alla fine della sua vita che Agnès Sire curasse una retrospettiva del suo lavoro. Spesso Sire si scontrava con il desiderio del fotografo di distruggere tutto il suo lavoro e, soltanto garantendogli che la mostra e i libri su di lui avrebbero dato conforto all’umanità, riuscì a strappargli il consenso sulla riproduzione delle sue fotografie, che sono state oggetto di tre libri: Valparaiso, con testi di Pablo Neruda, Londra e Vagabondages.
Sergio Larrain aveva un occhio attento, libero dalle convenzioni e il suo approccio alla fotografia era di tipo sociale e poetico a tal punto da renderlo un brillante fotografo e un modello per le generazioni future. E’ stato un fotografo mosso dal gusto del vagabondare e dal desiderio profondo di vivere nel mondo.
Sebbene fosse un artista notoriamente schivo, Larrain è diventato comunque un punto di riferimento per coloro che hanno imparato a conoscere e ad amare il suo lavoro. Viene celebrato da Henri Cartier-Bresson, cofondatore dell’agenzia Magnum, per il suo processo sperimentale che ha prodotto immagini che hanno trasformato la natura fissa della macchina fotografica. Le sue immagini hanno lasciato generazioni di spettatori in soggezione di fronte alla simultanea serenità e spontaneità che la sua macchina è sempre stata in grado di catturare. Larrain spiegò, una volta, che una buona immagine nasce soltanto da uno stato di grazia.
I bambini orfani e abbandonati, la vita degli umili e dei dimenticati di Santiago sono i soggetti del primo lavoro di Larrain e rappresentano, al tempo stesso, lo specchio della sua personalità e l’espressione del suo desiderio di una società migliore. Fotografa gli ultimi e, con il suo sguardo di compassione, riesce ad essere tutt’uno con loro, diviene loro amico. Questo nucleo di fotografie diventerà un riferimento imprescindibile per tutta la fotografia cilena e segnerà l’inizio della notorietà di Larrain e della sua attività di fotografo: prima free lance, poi foto reporter della rivista brasiliana O Cruizero Internacional, sino alla collaborazione con Magnum, negli anni ’60.
La mostra Vagabondages, prima assoluta per l’Italia, ha letteralmente rappresentato il top event dei Rencontres di Arles dello scorso anno e l’edizione Thames and Hudson’s del catalogo dell’esposizione, Sergio Larrain: Vagabond Photographer a cura di Agnès Sire e Gonzalo Leiva Quijada ha da poco la medaglia d’oro come Best Photography Book Award dalla Kraszna-Krausz Foundation, il più prestigioso premio anglosassone sull’editoria fotografica. I libri vincitori di ogni edizione sono destinati a offrire un durevole e originale contributo educativo, professionale, storico e culturale al mondo della fotografia.
L’inaugurazione della mostra sarà preceduta da un incontro con Gonzalo Puga, nipote di Sergio Larrain e persona deputata dalla famiglia a curarne il patrimonio personale. Cileno di Santiago, Gonzalo Puga è designer e docente universitario. Le sue fotografie di architettura e le edizioni di design sono state pubblicate in tutto il mondo. Tra gli altri ha sviluppato modelli di design per Apple; AT&T, Samsung e Sanyo.
Una linea di merchandising dedicata alle immagini di Sergio Larrain verrà ideata a supporto della mostra.
25
giugno 2014
Sergio Larrain – Vagabondages
Dal 25 giugno al 09 novembre 2014
fotografia
Location
FORTE DI BARD
Bard, Via Vittorio Emanuele II, 85, (Aosta)
Bard, Via Vittorio Emanuele II, 85, (Aosta)
Biglietti
Intero: 6,00 €
Ridotto: 4,00 €
Cumulativo mostra Picasso 12,00 €
Orario di apertura
Martedì-venerdì 11.00-18.00
Sabato-domenica 11.00-19.00
Lunedì chiuso
Aperto tutti i giorni dal 21 luglio al 24 agosto
Vernissage
25 Giugno 2014, ore 18.30 su invito
Autore
Curatore