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Sergio Leta – Controra
La nuova produzione del genovese Sergio Leta indaga sul momento della controra visto non solo come quella calda ora dove nessuno si muove,produce o parla,ma anche come spazio altro da noi,dove si capita per volontà o per indolenza.
Comunicato stampa
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La controra è quel momento del primo pomeriggio che va dalle 2 fino alle 4 e nel quale ,specie d’estate, non vedrete mai anima viva circolare per le strade di una qualsivoglia città del Mediterraneo.
La possibilità che esista un momento nel normale scandirsi del tempo nel quale avviene un’interruzione dell’attività non può appartenere a quelle culture che non sanno ben coniugare verbi come aspettare, fermarsi, osservare e riposare o simili.
Nei luoghi caldi dove il sole non dà tregua, i popoli hanno da sempre sentito la necessità di interrompere il normale ritmo di vita per ripararsi dall’infierire del sole nelle ore più calde della giornata (…)
Ho visto sulle tele di Sergio riportati bambini dallo sguardo di adulti che osservano con volontà “catalogatrice” insetti e rettili dalle forme raramente tranquillizzanti, e un ranocchio saggio o una lucertola stupita che ci guarda con fare sospettoso come se le stessimo invadendo un campo fino a quel momento solo suo… ho visto l’occhio dell’uomo intromettersi benignamente in un mondo dove si squadernano i ruoli consueti, si entra in un’altra dimensione in cui non vale ciò che vale. Questo credo quia absurdum , che Sergio mi ha e ci ha preparato non è altro che l’ ennesima cerimonia che l’arte ci apparecchia agli occhi! Una cerimonia per la quale l’autore si è rivolto al mondo dei sogni , un varco aperto su di un mondo in cui ogni attività non è condotta con le modalità consuete : se un corpo adagiato su di un letto pare dormire nella controra, dopo l’amore, forse il suo sonno è solo il mezzo con cui si sta esprimendo la conoscenza di questo altro mondo che ci si apre solo nella controra ; se un gigante ci appare steso ed immobile, paralizzato con lo sguardo fisso forse è solo perché il varco si è aperto ai suoi occhi rivelando un altro panorama!
Rimane il problema di definire se sia meglio l’ora o non piuttosto la controra. Ma forse è un falso problema, se si pone attenzione ad un fatto: ogni porta che vi immette in un luogo contemporaneamente vi fa anche uscire da un altro; allora non si dà controra senza ora, allora non si dà sogno senza realtà,come in queste opere in cui gli oggetti si mescolano presenziando insieme sulla tela, conferma di questo rapporto dialettico che esiste tra i due tempi.
Vorrei chiedervi di fare all’artista questa domanda, forse un po’ la guida orientativa dentro questa ultima produzione del pittore : dove si trova meglio, nell’ora o nella controra?
E voi?
Enzo Acierno
La possibilità che esista un momento nel normale scandirsi del tempo nel quale avviene un’interruzione dell’attività non può appartenere a quelle culture che non sanno ben coniugare verbi come aspettare, fermarsi, osservare e riposare o simili.
Nei luoghi caldi dove il sole non dà tregua, i popoli hanno da sempre sentito la necessità di interrompere il normale ritmo di vita per ripararsi dall’infierire del sole nelle ore più calde della giornata (…)
Ho visto sulle tele di Sergio riportati bambini dallo sguardo di adulti che osservano con volontà “catalogatrice” insetti e rettili dalle forme raramente tranquillizzanti, e un ranocchio saggio o una lucertola stupita che ci guarda con fare sospettoso come se le stessimo invadendo un campo fino a quel momento solo suo… ho visto l’occhio dell’uomo intromettersi benignamente in un mondo dove si squadernano i ruoli consueti, si entra in un’altra dimensione in cui non vale ciò che vale. Questo credo quia absurdum , che Sergio mi ha e ci ha preparato non è altro che l’ ennesima cerimonia che l’arte ci apparecchia agli occhi! Una cerimonia per la quale l’autore si è rivolto al mondo dei sogni , un varco aperto su di un mondo in cui ogni attività non è condotta con le modalità consuete : se un corpo adagiato su di un letto pare dormire nella controra, dopo l’amore, forse il suo sonno è solo il mezzo con cui si sta esprimendo la conoscenza di questo altro mondo che ci si apre solo nella controra ; se un gigante ci appare steso ed immobile, paralizzato con lo sguardo fisso forse è solo perché il varco si è aperto ai suoi occhi rivelando un altro panorama!
Rimane il problema di definire se sia meglio l’ora o non piuttosto la controra. Ma forse è un falso problema, se si pone attenzione ad un fatto: ogni porta che vi immette in un luogo contemporaneamente vi fa anche uscire da un altro; allora non si dà controra senza ora, allora non si dà sogno senza realtà,come in queste opere in cui gli oggetti si mescolano presenziando insieme sulla tela, conferma di questo rapporto dialettico che esiste tra i due tempi.
Vorrei chiedervi di fare all’artista questa domanda, forse un po’ la guida orientativa dentro questa ultima produzione del pittore : dove si trova meglio, nell’ora o nella controra?
E voi?
Enzo Acierno
09
ottobre 2008
Sergio Leta – Controra
Dal 09 ottobre all'otto novembre 2008
arte contemporanea
Location
MUSEO DI SANT’AGOSTINO
Genova, Piazza Di Sarzano, 21, (Genova)
Genova, Piazza Di Sarzano, 21, (Genova)
Orario di apertura
Da martedi a sabato ore 15-30 alle 19-30
Vernissage
9 Ottobre 2008, 18:00 alle 24:00
Autore
Curatore