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Sergio Ragalzi – Ombre Atomiche (1985-1986)
Sono opere dense di materia, di bitume, di pittura antirombo, i loro sessi sono molto evidenti ed espliciti ad evidenziarne il genere, sono forti presenze che non hanno perduto la loro corporalità. L’ombra esiste finché c’è vita.
Comunicato stampa
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Sergio Ragalzi presenta dodici dipinti di grandi dimensioni, nati nel 1985 a seguito di un libro sulla bomba atomica sganciata ad Hiroshima e Nagasaki ricevuto in dono. Nel libro non ci sono immagini umane, dell’uomo sono rimasti fievoli segni sulle pareti e sui muri dati dalle impronte di fuliggine. Con la bomba atomica l’uomo è sparito e con lui è terminata una generazione compreso tutto ciò che lo circondava e faceva parte del suo mondo, in un istante tutto è stato azzerato, anche gli oggetti si sono fusi.
È lo stesso fenomeno del processo fotografico, in cui l'impressione sulla carta avviene attraverso la luce, la stessa luce dell'atomica che ha neutraliz- zato la fisicità dell'uomo, di cui resta solo l'impronta. È così che nascono le Ombre Atomiche quadri di grande dimensione, ognuno 4 x 3 metri, mai esposti sino ad oggi per le grandi dimensioni. Se chiediamo all’artista il perché di una dimensione così importante Ragalzi risponde: perché era la dimensione della stanza del mio studio in cui dipingevo e più grandi non potevo realizzarli.
Ma cos’è l’ombra? Qualcosa di impalpabile, di semi visibile che ci segue costantemente, ci circonda, che si fa presenza ed assenza nelle variazioni di luce e di fatto non ci abbandona mai. Qualcosa di imprendibile, che muta nelle dimensioni conservando le caratteristiche della forma da cui trae origi- ne, proteggendoci talvolta dalla calura, seguendoci costantemente sino a diventare un tutt’uno con noi, con la nostra fisicità, un’estensione del nostro corpo, il prolungamento elastico che ci avvolge, ci rincorre, una presenza indiscreta come una guardia del corpo o un angelo custode.
Le ombre di Sergio Ragalzi non sono evanescenti, sono dense di materia, di bitume e di pittura antirombo, i loro sessi sono molto evidenti ed espliciti ad evidenziarne il genere, sono forti presenze che non hanno perduto la loro corporalità. L’ombra esiste finché c’è vita, è per questo motivo che i dipin- ti di Ragalzi non sono distopici ma desiderano porsi a monito rivolto all’uomo, affinché prenda coscienza dei propri limiti, per fermarsi finché è ancora in tempo prima di giungere al punto di non ritorno.
Le 12 sculture in mostra sono le Teste Atomiche nate nel 1986, un anno dopo le Ombre Atomiche. Si tratta di sculture a forma di siluro, una metamorfo- si in cui testa e siluro si fondono. Traggono ispirazione dall’ “urlo” dipinto da Edvard Munch, bocche spalancate che gridano all’uomo di non arrendersi e di prendersi carico dei propri errori con coscienza critica evitando di continuare a ripeterli, perché la storia non ci ha salvati, non ci ha messo al riparo.
È lo stesso fenomeno del processo fotografico, in cui l'impressione sulla carta avviene attraverso la luce, la stessa luce dell'atomica che ha neutraliz- zato la fisicità dell'uomo, di cui resta solo l'impronta. È così che nascono le Ombre Atomiche quadri di grande dimensione, ognuno 4 x 3 metri, mai esposti sino ad oggi per le grandi dimensioni. Se chiediamo all’artista il perché di una dimensione così importante Ragalzi risponde: perché era la dimensione della stanza del mio studio in cui dipingevo e più grandi non potevo realizzarli.
Ma cos’è l’ombra? Qualcosa di impalpabile, di semi visibile che ci segue costantemente, ci circonda, che si fa presenza ed assenza nelle variazioni di luce e di fatto non ci abbandona mai. Qualcosa di imprendibile, che muta nelle dimensioni conservando le caratteristiche della forma da cui trae origi- ne, proteggendoci talvolta dalla calura, seguendoci costantemente sino a diventare un tutt’uno con noi, con la nostra fisicità, un’estensione del nostro corpo, il prolungamento elastico che ci avvolge, ci rincorre, una presenza indiscreta come una guardia del corpo o un angelo custode.
Le ombre di Sergio Ragalzi non sono evanescenti, sono dense di materia, di bitume e di pittura antirombo, i loro sessi sono molto evidenti ed espliciti ad evidenziarne il genere, sono forti presenze che non hanno perduto la loro corporalità. L’ombra esiste finché c’è vita, è per questo motivo che i dipin- ti di Ragalzi non sono distopici ma desiderano porsi a monito rivolto all’uomo, affinché prenda coscienza dei propri limiti, per fermarsi finché è ancora in tempo prima di giungere al punto di non ritorno.
Le 12 sculture in mostra sono le Teste Atomiche nate nel 1986, un anno dopo le Ombre Atomiche. Si tratta di sculture a forma di siluro, una metamorfo- si in cui testa e siluro si fondono. Traggono ispirazione dall’ “urlo” dipinto da Edvard Munch, bocche spalancate che gridano all’uomo di non arrendersi e di prendersi carico dei propri errori con coscienza critica evitando di continuare a ripeterli, perché la storia non ci ha salvati, non ci ha messo al riparo.
21
maggio 2022
Sergio Ragalzi – Ombre Atomiche (1985-1986)
Dal 21 maggio al 10 luglio 2022
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE 107
Torino, Via Andrea Sansovino, 234, (Torino)
Torino, Via Andrea Sansovino, 234, (Torino)
Biglietti
intero 8,00 euro
ridotto 5,00 euro
Orario di apertura
sabato - domenica 14 - 19
Vernissage
21 Maggio 2022, 15 - 20
Sito web
Ufficio stampa
Fondazione 107
Autore
Curatore
Patrocini