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Sergio Staino – A occhi chiusi. Acquerelli tra sogno e realtà 2006/2017
Una mostra antologica con una scelta di acquerelli originali, realizzati a mano da Staino nel corso di questi ultimi undici anni di attività. Sono opere a carattere artistico che mostrano un importante aspetto, da scoprire, della sua produzione creativa, diverso dalle sue famose vignette satiriche
Comunicato stampa
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Sergio Staino è un personaggio importante, da molti anni fa parlare di sé sulla scena culturale e politica italiana, soprattutto lo conosciamo per le pungenti vignette satiriche.
Proprio per rendere più completa questa sua immagine, la Galleria SPAZIOGRAFICO di Massa Marittima vuole presentarlo al pubblico sotto un’altra veste: quella dell’Artista, perché Staino ha sempre disegnato, carta e colori fanno parte del suo mondo e delle sue fantasie, l’acquerello in particolare rappresenta per lui un vero amore.
Dal 2000, con la progressiva perdita della vista, lavora quasi esclusivamente con il computer: è questa potente innovazione tecnologica che gli ha prolungato la vita da vignettista, ma nonostante le difficoltà non ha mai abbandonato l’espressione “materica” con l’uso di penne a china e pennelli su foglio, per esprimere contenuti spesso onirici, fantasiosi, emozionali.
Questa mostra presenta una scelta di acquerelli realizzati dal 2006 a oggi. Alcuni sono illustrazioni per libri o per riviste, altri schizzi preparatori per opere realizzate poi in digitale; ci sono acquerelli di grande formato, molto colorati, altri più piccoli nei quali prevale l’aspetto grafico rispetto al colore, a testimoniare il cambiamento della tecnica man mano che il tempo acuiva i problemi visivi.
Non hanno un ordine preciso né un filo conduttore, sono uniti dal fatto di essere eseguiti non in digitale ma a mano, con un segno tracciato quasi al buio, lasciando a tanta casualità l’emozione dell’artista e quella dello spettatore.
PRESENTAZIONE DELL' AUTORE
Vi ricordate quanto era bello, quando eravamo piccoli, tenere gli occhi ben aperti? E quanto combattevamo con tutte le nostre forze quell’antipatico Pisolo che, gettandoci una magica polverina, ci costringeva a chiuderli per dormire? C’erano troppe cose da vedere e da non perdere, troppe, belle o brutte che fossero. Gli occhi della mamma, la prima amichetta, le castagne sul fuoco, il film di Biancaneve… ma anche, per la mia generazione, le squadracce fasciste in spedizione punitiva, la fila di soldati nazisti che attraversavano il paese risalendo verso il nord, le rosse bombe dalle alette d’argento accatastate accanto alle tante piccole bare bianche con i miei amichetti morti nei bombardamenti.. Migliaia e migliaia, milioni e milioni d’immagini immagazzinate nel cervello e poi ridotte a semplici linee riprodotte sul foglio. Un lavoro continuo e interminabile in cui scaricare emozioni di ogni tipo, di gioia e dolore, di speranza e disperazione, di paure e sicurezze.
Adesso i miei occhi sono quasi sempre chiusi e anche quando si aprono riescono ad intuire ben poche cose... ma che importa? Ho tante di quelle immagini ancora intatte nel cervello e tantissime ancora che si costruiscono da sole, mischiando i ricordi tra realtà e sogno. Sì, adesso gli occhi chiusi mi servono per sognare, mi servono per immaginare quelle figure che una maledetta ipermiopia mi nega ogni giorno di più.
Dal 2000 lavoro quasi esclusivamente sul computer, è questa incredibile innovazione tecnologica che mi ha prolungato la vita di vignettista e mi ha dato la capacità di riprodurre in serie infinita il tondo naso di Bobo o il piccolo naso di Ilaria.
In larga misura ho dovuto dare addio alla “materia” e non è stato un distacco indolore, al contrario. Solo in certi momenti riesco a trovare la forza di lasciare il touch screen, prendere un bel foglio di carta, quella pesante, bella ruvida, e graffiarla con la penna a china senza ben sapere se le forme e le figure che immagino siano proprio quelle che sto disegnando in quel momento. E poi il colore, l’acquerello, tecnica meravigliosa e sublime che inonda e inzuppa la carta e dal quale non puoi tornare indietro. Se la pennellata va storta te la tieni, non la puoi correggere.
Metto in mostra qui un po’ di queste cose fatte davvero quasi a occhi chiusi dal 2006 ad oggi. Le ho tirate fuori da vari cassetti sparsi qua e là per lo studio e per la casa. Alcuni sono illustrazioni per libri o per riviste, altri schizzi preparatori per opere realizzate poi in digitale e, per questo, non hanno un ordine preciso né un senso logico comune; sono solo unite dal fatto di essere realizzate tutte “a mano” con la voglia di continuare a provare certe emozioni, di sfidare la sorte avversa con la bellezza di una mano che si muove quasi al buio, lasciando a tanta casualità l’emozione mia e quella dello spettatore.
Sergio Staino
Proprio per rendere più completa questa sua immagine, la Galleria SPAZIOGRAFICO di Massa Marittima vuole presentarlo al pubblico sotto un’altra veste: quella dell’Artista, perché Staino ha sempre disegnato, carta e colori fanno parte del suo mondo e delle sue fantasie, l’acquerello in particolare rappresenta per lui un vero amore.
Dal 2000, con la progressiva perdita della vista, lavora quasi esclusivamente con il computer: è questa potente innovazione tecnologica che gli ha prolungato la vita da vignettista, ma nonostante le difficoltà non ha mai abbandonato l’espressione “materica” con l’uso di penne a china e pennelli su foglio, per esprimere contenuti spesso onirici, fantasiosi, emozionali.
Questa mostra presenta una scelta di acquerelli realizzati dal 2006 a oggi. Alcuni sono illustrazioni per libri o per riviste, altri schizzi preparatori per opere realizzate poi in digitale; ci sono acquerelli di grande formato, molto colorati, altri più piccoli nei quali prevale l’aspetto grafico rispetto al colore, a testimoniare il cambiamento della tecnica man mano che il tempo acuiva i problemi visivi.
Non hanno un ordine preciso né un filo conduttore, sono uniti dal fatto di essere eseguiti non in digitale ma a mano, con un segno tracciato quasi al buio, lasciando a tanta casualità l’emozione dell’artista e quella dello spettatore.
PRESENTAZIONE DELL' AUTORE
Vi ricordate quanto era bello, quando eravamo piccoli, tenere gli occhi ben aperti? E quanto combattevamo con tutte le nostre forze quell’antipatico Pisolo che, gettandoci una magica polverina, ci costringeva a chiuderli per dormire? C’erano troppe cose da vedere e da non perdere, troppe, belle o brutte che fossero. Gli occhi della mamma, la prima amichetta, le castagne sul fuoco, il film di Biancaneve… ma anche, per la mia generazione, le squadracce fasciste in spedizione punitiva, la fila di soldati nazisti che attraversavano il paese risalendo verso il nord, le rosse bombe dalle alette d’argento accatastate accanto alle tante piccole bare bianche con i miei amichetti morti nei bombardamenti.. Migliaia e migliaia, milioni e milioni d’immagini immagazzinate nel cervello e poi ridotte a semplici linee riprodotte sul foglio. Un lavoro continuo e interminabile in cui scaricare emozioni di ogni tipo, di gioia e dolore, di speranza e disperazione, di paure e sicurezze.
Adesso i miei occhi sono quasi sempre chiusi e anche quando si aprono riescono ad intuire ben poche cose... ma che importa? Ho tante di quelle immagini ancora intatte nel cervello e tantissime ancora che si costruiscono da sole, mischiando i ricordi tra realtà e sogno. Sì, adesso gli occhi chiusi mi servono per sognare, mi servono per immaginare quelle figure che una maledetta ipermiopia mi nega ogni giorno di più.
Dal 2000 lavoro quasi esclusivamente sul computer, è questa incredibile innovazione tecnologica che mi ha prolungato la vita di vignettista e mi ha dato la capacità di riprodurre in serie infinita il tondo naso di Bobo o il piccolo naso di Ilaria.
In larga misura ho dovuto dare addio alla “materia” e non è stato un distacco indolore, al contrario. Solo in certi momenti riesco a trovare la forza di lasciare il touch screen, prendere un bel foglio di carta, quella pesante, bella ruvida, e graffiarla con la penna a china senza ben sapere se le forme e le figure che immagino siano proprio quelle che sto disegnando in quel momento. E poi il colore, l’acquerello, tecnica meravigliosa e sublime che inonda e inzuppa la carta e dal quale non puoi tornare indietro. Se la pennellata va storta te la tieni, non la puoi correggere.
Metto in mostra qui un po’ di queste cose fatte davvero quasi a occhi chiusi dal 2006 ad oggi. Le ho tirate fuori da vari cassetti sparsi qua e là per lo studio e per la casa. Alcuni sono illustrazioni per libri o per riviste, altri schizzi preparatori per opere realizzate poi in digitale e, per questo, non hanno un ordine preciso né un senso logico comune; sono solo unite dal fatto di essere realizzate tutte “a mano” con la voglia di continuare a provare certe emozioni, di sfidare la sorte avversa con la bellezza di una mano che si muove quasi al buio, lasciando a tanta casualità l’emozione mia e quella dello spettatore.
Sergio Staino
16
dicembre 2017
Sergio Staino – A occhi chiusi. Acquerelli tra sogno e realtà 2006/2017
Dal 16 dicembre 2017 al 10 gennaio 2018
arte contemporanea
Location
GALLERIA SPAZIOGRAFICO
Massa Marittima, Vicolo Ciambellano, 7, (Grosseto)
Massa Marittima, Vicolo Ciambellano, 7, (Grosseto)
Orario di apertura
Tutti i giorni (escluso il 25 dicembre e il 1 gennaio)
ore 16-19
Vernissage
16 Dicembre 2017, ore 17.00
Autore
Curatore