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Sergio Vasco – Incontrare l’arte
Un viaggio a cavallo di due secoli di un’artista che è riuscito, in un caleidoscopio di tecniche e materiali, interpretazione e maestria, a trasformare i concetti in poesia concreta, visibile, tangibile, con le radici ben salde nel reale quotidiano ed un risultato volto al futuro
Comunicato stampa
Segnala l'evento
martinArte di Paola Barbarossa
laboratorio d’arte- corsi- spazio espositivo
Vi invita all’inaugurazione di
INCONTRARE L’ARTE
sergio VASCO
…Un viaggio a cavallo di due secoli di Arte vista, sentita, vissuta ed interpretata attraverso gli occhi, il cuore, la testa e le mani di un’artista che è riuscito, in un caleidoscopio di tecniche e materiali, interpretazione e maestria, a trasformare i concetti in poesia concreta, visibile, tangibile, con le radici ben salde nel reale quotidiano ed un risultato volto al futuro…
a cura di: martinArte
Inaugurazione
giovedì 8 novembre 2018 ore 18.00 / 21.00
La mostra proseguirà sino a 23 novembre 2018
Orari:
dal lunedì al venerdì 15.30-19.30
altri orari o festivi: su appuntamento cell. 335360545
martinArte c.so Siracusa 24/a -10136 Torino - cell. 335360545 e.mail:paolabarbarossa@libero.it www.premioceleste.it/paola.barbarossa www.martinarte2010.it www.martinarte2010.com
ingresso libero
Incontrare l’Arte
Nel considerare le trasformazioni verificatesi
nell’arte d’oggi non è possibile prescindere
da un’occhiata, almeno, rivolta al mondo che
ci circonda, all’attuale aspetto della
nostra civiltà
Gillo Dorfles
Rileggendo il percorso artistico di Sergio Vasco si coglie la sua «occhiata rivolta al mondo che ci circonda», la strenua volontà di attraversare vicende, situazioni, accadimenti per raggiungere lo spazio dell’arte, per avventurarsi in una stagione di interiori intuizioni, di accordi cromatici, di incontri determinanti per il fare pittura e scultura e grafica.
Ora, a poco più di cinquant’anni dalla prima mostra personale alla «Promotrice delle Belle Arti», il suo discorso si «scopre» nelle tavole esposte da «martinArte», dove illustra e sottolinea un ritratto professionale che unisce gli anni del «Visual Design», con una rigorosa progettazione legata agli stilemi architettonici contemporanei, all’iniziale interesse per una scultura dal modellato sapientemente delineato, che ha fatto dire a Lucio Cabutti: «Prevale la figura umana, di volta in volta stabile e pensosa, oppure dolente, come posseduta da un antico dolore....».
Vi è, quindi, nel suo impegno una costante evoluzione espressiva, una sintesi figurale che trova riscontri nell’attenzione per i molteplici aspetti della società del secondo Novecento e del nuovo Millennio, per un’interpretazione capace di legare astrazione, realismo simbolico e iperrealismo. Tanto da essere invitato nel 1972 da Elio Quaglino, titolare della Galleria La Minima di Torino, alla rassegna «Arte Giovane. Aspetti italiani dell’Iperrealismo», insieme a Enrico Borghi, Alex Ognianoff e Gianni Zatterin. L’anno successivo, Albino Galvano scrive di «una pittura che, mentre costringe l’occhio a illudersi del reale, stimola l’immaginazione è vera arte: sintesi di vita interiore e di perizia nella padronanza della tecnica. Vera poesia perché eccellente mestiere».
Dalla frequentazione della Bottega della ceramica di Victor Cerrato al Borgo Medievale alle lezioni di Filippo Scroppo all’Accademia Albertina, dall’approfondimento tecnico ai corsi ENALC all’insegnamento delle Discipline Pittoriche al «Liceo Artistico Statale» di Cuneo, «1° Liceo Artistico» e «Liceo Artistico Cottini» in Torino, si snoda un’attività sempre affiancata dalla ricerca di un proprio linguaggio artistico.
Un linguaggio caratterizzato dalla rivisitazione della realtà quotidiana, dai riferimenti al passato «Classico», dalle anamorfosi e da quel ricorrente «drappo-simbolo-messaggio» che evoca i miti positivi o negativi dell’attuale società.
Vasco ha recuperato, tra pittura e scultura e materiali quali il plexiglass, una dimensione artistica scandita da una lettura, e conseguente ridefinizione, dell’ambiente, dai proverbi antichi come antiche sono le riflessioni popolari («Bene la forza- ma l’ingegno è meglio»), dal fluire del segno-parola che «occupa» lo spazio della tela o del foglio di carta.
Il manifesto per il concorso «Centenario dell’Unità d’Italia» (Italia ‘61), il puntuale sviluppo compositivo dei disegni per lo «Studio ‘65» e per il progetto museografico del Forte di Bard dello «Studio Dedalo», esprimono una sorprendente capacità tecnica mediante «tavole» che «parlano molti linguaggi...sono strumenti interattivi» (Massimo Venegoni). E con il Premio Arte Mondadori, per la scultura in bronzo «Come straccio strizzato», e le suggestive opere finaliste al Premio Nazionale di Pittura Cesare Pavese, si ricorda la natura morta «Tre sono i buoni bocconi», «Messaggio ad un fanciullo» e «Lungopo dai Murazzi» che ricrea il fascino di una Torino percorsa dalla luce atmosferica.
Angelo Mistrangelo
laboratorio d’arte- corsi- spazio espositivo
Vi invita all’inaugurazione di
INCONTRARE L’ARTE
sergio VASCO
…Un viaggio a cavallo di due secoli di Arte vista, sentita, vissuta ed interpretata attraverso gli occhi, il cuore, la testa e le mani di un’artista che è riuscito, in un caleidoscopio di tecniche e materiali, interpretazione e maestria, a trasformare i concetti in poesia concreta, visibile, tangibile, con le radici ben salde nel reale quotidiano ed un risultato volto al futuro…
a cura di: martinArte
Inaugurazione
giovedì 8 novembre 2018 ore 18.00 / 21.00
La mostra proseguirà sino a 23 novembre 2018
Orari:
dal lunedì al venerdì 15.30-19.30
altri orari o festivi: su appuntamento cell. 335360545
martinArte c.so Siracusa 24/a -10136 Torino - cell. 335360545 e.mail:paolabarbarossa@libero.it www.premioceleste.it/paola.barbarossa www.martinarte2010.it www.martinarte2010.com
ingresso libero
Incontrare l’Arte
Nel considerare le trasformazioni verificatesi
nell’arte d’oggi non è possibile prescindere
da un’occhiata, almeno, rivolta al mondo che
ci circonda, all’attuale aspetto della
nostra civiltà
Gillo Dorfles
Rileggendo il percorso artistico di Sergio Vasco si coglie la sua «occhiata rivolta al mondo che ci circonda», la strenua volontà di attraversare vicende, situazioni, accadimenti per raggiungere lo spazio dell’arte, per avventurarsi in una stagione di interiori intuizioni, di accordi cromatici, di incontri determinanti per il fare pittura e scultura e grafica.
Ora, a poco più di cinquant’anni dalla prima mostra personale alla «Promotrice delle Belle Arti», il suo discorso si «scopre» nelle tavole esposte da «martinArte», dove illustra e sottolinea un ritratto professionale che unisce gli anni del «Visual Design», con una rigorosa progettazione legata agli stilemi architettonici contemporanei, all’iniziale interesse per una scultura dal modellato sapientemente delineato, che ha fatto dire a Lucio Cabutti: «Prevale la figura umana, di volta in volta stabile e pensosa, oppure dolente, come posseduta da un antico dolore....».
Vi è, quindi, nel suo impegno una costante evoluzione espressiva, una sintesi figurale che trova riscontri nell’attenzione per i molteplici aspetti della società del secondo Novecento e del nuovo Millennio, per un’interpretazione capace di legare astrazione, realismo simbolico e iperrealismo. Tanto da essere invitato nel 1972 da Elio Quaglino, titolare della Galleria La Minima di Torino, alla rassegna «Arte Giovane. Aspetti italiani dell’Iperrealismo», insieme a Enrico Borghi, Alex Ognianoff e Gianni Zatterin. L’anno successivo, Albino Galvano scrive di «una pittura che, mentre costringe l’occhio a illudersi del reale, stimola l’immaginazione è vera arte: sintesi di vita interiore e di perizia nella padronanza della tecnica. Vera poesia perché eccellente mestiere».
Dalla frequentazione della Bottega della ceramica di Victor Cerrato al Borgo Medievale alle lezioni di Filippo Scroppo all’Accademia Albertina, dall’approfondimento tecnico ai corsi ENALC all’insegnamento delle Discipline Pittoriche al «Liceo Artistico Statale» di Cuneo, «1° Liceo Artistico» e «Liceo Artistico Cottini» in Torino, si snoda un’attività sempre affiancata dalla ricerca di un proprio linguaggio artistico.
Un linguaggio caratterizzato dalla rivisitazione della realtà quotidiana, dai riferimenti al passato «Classico», dalle anamorfosi e da quel ricorrente «drappo-simbolo-messaggio» che evoca i miti positivi o negativi dell’attuale società.
Vasco ha recuperato, tra pittura e scultura e materiali quali il plexiglass, una dimensione artistica scandita da una lettura, e conseguente ridefinizione, dell’ambiente, dai proverbi antichi come antiche sono le riflessioni popolari («Bene la forza- ma l’ingegno è meglio»), dal fluire del segno-parola che «occupa» lo spazio della tela o del foglio di carta.
Il manifesto per il concorso «Centenario dell’Unità d’Italia» (Italia ‘61), il puntuale sviluppo compositivo dei disegni per lo «Studio ‘65» e per il progetto museografico del Forte di Bard dello «Studio Dedalo», esprimono una sorprendente capacità tecnica mediante «tavole» che «parlano molti linguaggi...sono strumenti interattivi» (Massimo Venegoni). E con il Premio Arte Mondadori, per la scultura in bronzo «Come straccio strizzato», e le suggestive opere finaliste al Premio Nazionale di Pittura Cesare Pavese, si ricorda la natura morta «Tre sono i buoni bocconi», «Messaggio ad un fanciullo» e «Lungopo dai Murazzi» che ricrea il fascino di una Torino percorsa dalla luce atmosferica.
Angelo Mistrangelo
08
novembre 2018
Sergio Vasco – Incontrare l’arte
Dall'otto al 23 novembre 2018
arte contemporanea
Location
MARTINARTE
Torino, Corso Siracusa, 24a, (Torino)
Torino, Corso Siracusa, 24a, (Torino)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 15.30-19.30
altri orari o festivi: su appuntamento cell. 335360545
Vernissage
8 Novembre 2018, ore 18.00
Autore
Curatore