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Sergio Vecchio e l’enigma di Argo
Sergio Vecchio è aduso ascrivere le sue opere ad un ciclo e le tele concepite per lo spazio de’ Il Catalogo, fanno parte dell’era di Argo, un tema ispirato dallo sguardo dei suoi due amici “in forma” di cane, Giotto e Frida, testimoni, confidenti, consiglieri delle sue giornate di lavoro nel laboratorio paestano
Comunicato stampa
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Sergio Vecchio
Argo
L’ eremita nella capanna di vetro
24 marzo – 15 aprile 2012
Inaugurazione: sabato 24 marzo ore 19
Apertura: tutti i giorni, escluso il lunedì: ore 10 -13 17,30-20
Info.: 089/232666
Sergio Vecchio e l’enigma di Argo
La galleria Il Catalogo di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta, ospiterà da sabato 24 marzo 14 olii dell’artista cilentano
La primavera della Galleria Il Catalogo di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta, si apre con il ritorno nello spazio espositivo di Sergio Vecchio. Il fil rouge che lega le quattordici opere della mostra, il cui vernissage sarà vissuto sabato 24 marzo alle ore 19 per restare fruibile sino a domenica 15 aprile, è la tecnica ad olio, che potrà vedersi applicata a tele di piccole dimensioni e a due grandi carte a mano di Acireale. Sergio Vecchio è aduso ascrivere le sue opere ad un ciclo e le tele concepite per lo spazio de’ Il Catalogo, fanno parte dell’era di Argo, un tema ispirato dallo sguardo dei suoi due amici “in forma” di cane, Giotto e Frida, testimoni, confidenti, consiglieri delle sue giornate di lavoro nel laboratorio paestano. “Tutto parte da una capanna di vetro – si legge nel catalogo della mostra, corredato da una preziosa antologia critica - capace di catturare ogni sfumatura di luce, dall’alba più tenue al tramonto più infuocato, dai colori lividi dell’albeggiare, al petrolio della notte, riscaldata da una semplice e fumosa stufa a legna, dove Sergio cerca la forma su infinite carte d’alici, il colore, crea e disfa, le sue terre, gli azzurri, i rossi, vive la sua tela, novello filosofo cinico sulle tracce dell’umido tartufo di Giotto e Frida e della loro condizione di felice autarchia. Due le carte di Acireale, su cui l’olio ha schizzato l’officina di Argo e il suo carattere un po' fedele un po' infido, un po' mite e un po' aggressivo, talvolta disposto ad attendere il cibo, talvolta impaziente, il suo sguardo, geloso, che strappa baci. Le sue figure, le dee, le bufale in “Rebus della sera” o in “Itinerari dell’enigma”, sono apparizioni che emergono nello spazio delle attese e del buio delle cose e ne rompono l'equilibrio, fissando l'evento e il racconto. Le masse figurali non hanno necessità d'essere destrutturate: l'energia è unica e tutta interna e non può giungere alla forzatura, alla deformazione, alla caricatura; questo spazio specifico è la condizione formale di quella stabilità dell’immagine o di quella distribuzione della materia dei pieni e dei vuoti, che è il segno di Sergio Vecchio. La tecnica diventa emozione "fattiva" che la natura insegna solo se trasferita nella zona "crepuscolare" della memoria, dove il documento si trasforma in sogno. Un sogno della dea la quale, insieme ai suoi animali, sa di non doverne mai svelare l’enigma, di non sollevare il velo di un passato già violato, per salvarlo da sguardi di occhi che non sanno più vedere”.
Sergio Vecchio è nato a Castellabate (Sa) nel 1947. Ha studiato pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, allievo di Carlo Alfano e di Giovanni Brancaccio. Dopo una breve permanenza tra Roma e Napoli intorno alla fine degli anni Settanta si trasferisce a Salerno dove insegna discipline pittoriche per trentacinque anni presso il Liceo Artistico della città. Si dedica sin da giovanissimo alla ricerca grafica e pittorica, collabora come disegnatore a vari giornali e riviste specializzate. Interessato alle tecniche dell’incisione pubblica numerose raccolte di stampe con le quali, in Italia, partecipa a rassegne prestigiose del settore come ad esempio “Il Salone del libro” di Torino nel 1986, oppure “Galassia Gutenberg” a Napoli nel 1992 o ancora alla “Mostra del libro d’Arte” a Firenze e Pavia nel 1993. Il 1968 è l’anno in cui ‘riscopre’ Paestum ed inizia per lui una felice ed interminabile stagione creativa. Nel 1978 fonda l’Archivio-Laboratorio di Paestum dove raccoglie immagini, opere, documenti, gouaches, fotografie, vari materiali sull’antica città a partire dal Settecento fino all’arte contemporanea con cui vengono realizzate riviste, libri e documentari televisivi. Dopo una iniziale fase sperimentale di ricerca approda con contaminazioni di tecniche e linguaggi diversi, al tema della Magna Grecia, suo paesaggio dell’anima, realizzando performances, scritture, eventi e, soprattutto, grandi dipinti. Negli anni Settanta e Ottanta è presente a Napoli, Salerno e Roma con varie mostre personali e collettive. Nel 1971 viene invitato alla “Rassegna d’Arte Contemporanea” di Varese, nel 1975 prende parte alla “X Quadriennale di Roma”, nel 1978 partecipa al Premio Michetti a Francavilla a Mare e presenta la personale alla Galleria La Piazzetta di Roma, nel 1983 espone all’Auditorium S. Fedele di Milano. Nel 1984 è segnalato da Pierre Restany ed inserito nel Catalogo Generale della Grafica Italiana dell’Arte, Mondadori e per l‘Annuario Comanducci dell’Arte Italiana. Negli anni Novanta anche la Sicilia diviene un suo luogo di ricerca creativa con la frequentazione costante dei siti archeologici più noti dell’isola, allestendo numerose mostre personali e partecipando a collettive. È qui che scopre la carta di Acireale e gli opifici ove la lavorano, instaurando con gli artigiani un rapporto di stima e di collaborazione. Vive e lavora a Paestum. Nella primavera del 2011 il Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi, ospita una mostra delle opere degli ultimi anni.
L’ Ufficio Stampa
Olga Chieffi cell. 347/8814172
Argo
L’ eremita nella capanna di vetro
24 marzo – 15 aprile 2012
Inaugurazione: sabato 24 marzo ore 19
Apertura: tutti i giorni, escluso il lunedì: ore 10 -13 17,30-20
Info.: 089/232666
Sergio Vecchio e l’enigma di Argo
La galleria Il Catalogo di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta, ospiterà da sabato 24 marzo 14 olii dell’artista cilentano
La primavera della Galleria Il Catalogo di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta, si apre con il ritorno nello spazio espositivo di Sergio Vecchio. Il fil rouge che lega le quattordici opere della mostra, il cui vernissage sarà vissuto sabato 24 marzo alle ore 19 per restare fruibile sino a domenica 15 aprile, è la tecnica ad olio, che potrà vedersi applicata a tele di piccole dimensioni e a due grandi carte a mano di Acireale. Sergio Vecchio è aduso ascrivere le sue opere ad un ciclo e le tele concepite per lo spazio de’ Il Catalogo, fanno parte dell’era di Argo, un tema ispirato dallo sguardo dei suoi due amici “in forma” di cane, Giotto e Frida, testimoni, confidenti, consiglieri delle sue giornate di lavoro nel laboratorio paestano. “Tutto parte da una capanna di vetro – si legge nel catalogo della mostra, corredato da una preziosa antologia critica - capace di catturare ogni sfumatura di luce, dall’alba più tenue al tramonto più infuocato, dai colori lividi dell’albeggiare, al petrolio della notte, riscaldata da una semplice e fumosa stufa a legna, dove Sergio cerca la forma su infinite carte d’alici, il colore, crea e disfa, le sue terre, gli azzurri, i rossi, vive la sua tela, novello filosofo cinico sulle tracce dell’umido tartufo di Giotto e Frida e della loro condizione di felice autarchia. Due le carte di Acireale, su cui l’olio ha schizzato l’officina di Argo e il suo carattere un po' fedele un po' infido, un po' mite e un po' aggressivo, talvolta disposto ad attendere il cibo, talvolta impaziente, il suo sguardo, geloso, che strappa baci. Le sue figure, le dee, le bufale in “Rebus della sera” o in “Itinerari dell’enigma”, sono apparizioni che emergono nello spazio delle attese e del buio delle cose e ne rompono l'equilibrio, fissando l'evento e il racconto. Le masse figurali non hanno necessità d'essere destrutturate: l'energia è unica e tutta interna e non può giungere alla forzatura, alla deformazione, alla caricatura; questo spazio specifico è la condizione formale di quella stabilità dell’immagine o di quella distribuzione della materia dei pieni e dei vuoti, che è il segno di Sergio Vecchio. La tecnica diventa emozione "fattiva" che la natura insegna solo se trasferita nella zona "crepuscolare" della memoria, dove il documento si trasforma in sogno. Un sogno della dea la quale, insieme ai suoi animali, sa di non doverne mai svelare l’enigma, di non sollevare il velo di un passato già violato, per salvarlo da sguardi di occhi che non sanno più vedere”.
Sergio Vecchio è nato a Castellabate (Sa) nel 1947. Ha studiato pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, allievo di Carlo Alfano e di Giovanni Brancaccio. Dopo una breve permanenza tra Roma e Napoli intorno alla fine degli anni Settanta si trasferisce a Salerno dove insegna discipline pittoriche per trentacinque anni presso il Liceo Artistico della città. Si dedica sin da giovanissimo alla ricerca grafica e pittorica, collabora come disegnatore a vari giornali e riviste specializzate. Interessato alle tecniche dell’incisione pubblica numerose raccolte di stampe con le quali, in Italia, partecipa a rassegne prestigiose del settore come ad esempio “Il Salone del libro” di Torino nel 1986, oppure “Galassia Gutenberg” a Napoli nel 1992 o ancora alla “Mostra del libro d’Arte” a Firenze e Pavia nel 1993. Il 1968 è l’anno in cui ‘riscopre’ Paestum ed inizia per lui una felice ed interminabile stagione creativa. Nel 1978 fonda l’Archivio-Laboratorio di Paestum dove raccoglie immagini, opere, documenti, gouaches, fotografie, vari materiali sull’antica città a partire dal Settecento fino all’arte contemporanea con cui vengono realizzate riviste, libri e documentari televisivi. Dopo una iniziale fase sperimentale di ricerca approda con contaminazioni di tecniche e linguaggi diversi, al tema della Magna Grecia, suo paesaggio dell’anima, realizzando performances, scritture, eventi e, soprattutto, grandi dipinti. Negli anni Settanta e Ottanta è presente a Napoli, Salerno e Roma con varie mostre personali e collettive. Nel 1971 viene invitato alla “Rassegna d’Arte Contemporanea” di Varese, nel 1975 prende parte alla “X Quadriennale di Roma”, nel 1978 partecipa al Premio Michetti a Francavilla a Mare e presenta la personale alla Galleria La Piazzetta di Roma, nel 1983 espone all’Auditorium S. Fedele di Milano. Nel 1984 è segnalato da Pierre Restany ed inserito nel Catalogo Generale della Grafica Italiana dell’Arte, Mondadori e per l‘Annuario Comanducci dell’Arte Italiana. Negli anni Novanta anche la Sicilia diviene un suo luogo di ricerca creativa con la frequentazione costante dei siti archeologici più noti dell’isola, allestendo numerose mostre personali e partecipando a collettive. È qui che scopre la carta di Acireale e gli opifici ove la lavorano, instaurando con gli artigiani un rapporto di stima e di collaborazione. Vive e lavora a Paestum. Nella primavera del 2011 il Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi, ospita una mostra delle opere degli ultimi anni.
L’ Ufficio Stampa
Olga Chieffi cell. 347/8814172
24
marzo 2012
Sergio Vecchio e l’enigma di Argo
Dal 24 marzo al 15 aprile 2012
arte contemporanea
Location
GALLERIA IL CATALOGO
Salerno, Via Antonio Maria De Luca, 14, (Salerno)
Salerno, Via Antonio Maria De Luca, 14, (Salerno)
Orario di apertura
tutti i giorni, escluso il lunedì: ore 10 -13 17,30-20
Vernissage
24 Marzo 2012, ore 19
Autore