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Sergio Williams – Notti fluorescenti
L’allestimento attuale, che prende il nome da un particolare e sapiente uso del colore e della luce, tale da riprodurre su tela effetti digitali e fluorescenti, in cui paesaggi all’apparenza crepuscolari sono trafitti da giochi di luminosità e chiaroscuri ai limiti del reale e verosimile, si compone di circa 20 pezzi, tutti rigorosamente su acrilico con un formato medio 60×60, oltre a 6 opere 50×50, un paio 100×120 e poche altre 60×70 e 80×100, sino a due creazioni che formeranno un dittico scomponibile e ricombinabile
Comunicato stampa
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S’inaugura giovedì 22 febbraio 2007 alle 19:30 “NOTTI FLUORESCENTI”, la nuova personale di SERGIO WILLIAMS. Vernissage che apre la mostra presso l’EMPORIO DI PARMA di WILLY SANTANGELO (vico Vasto a Chiaja n. 52/53 − NAPOLI), visitabile sino al 7 marzo tutti i giorni, eccetto il lunedì mattina e i festivi, dalle 10:00 alle 13:30 e dalle 16:30 fino alle 20:00.
Ancora un interessante appuntamento presso lo show room di WILLY SANTANGELO e SABINA ALBANO, la cui cultura classica e passione per l’arte hanno reso questa gallery dalle atmosfere minimaliste e newyorchesi, un ‘locus amoenus’, dove talenti emergenti e non, napoletani ma non solo, trovano occasione e spazio per un felice e proficuo confronto con pubblico e addetti ai lavori.
WILLIAMS, bilingue e cosmopolita, ha frequentato il liceo a Madrid, si è laureato in lingua e letteratura inglesi all’Istituto Orientale di Napoli, ha vissuto in Gran Bretagna, così come a Tripoli, Bengasi e La Valletta. Vivida e varia la sua partecipazione a collettive un po’ in tutt’Italia e anche all’estero sin dal 1980. Per non parlare, poi, di esposizioni personali quali, per citarne solo alcune, “L’occhio ritrovato” (Galleria Dehoniana, Napoli, 1980), “Surreale e fantastico” (Galleria Dehoniana, Napoli, 1981), “Tempio celeste” (Convento di San Francesco, Gubbio, 1989), Personale, Weiterbuldungzentrum, (Düsseldorf, Germania, 1989), oltre a numerose altre mostre negli anni precedenti e successivi a Bari, Bologna, Cosenza, Sorrento, Ravello, Formia, Arezzo, Venezia, sino alle più recenti “Deserts” (Spazio Arte, Napoli, 2005) e a una personale a Cosenza presso la galleria L’Incontro nel 2006.
L’allestimento attuale, che prende il nome da un particolare e sapiente uso del colore e della luce, tale da riprodurre su tela effetti digitali e fluorescenti, in cui paesaggi all’apparenza crepuscolari sono trafitti da giochi di luminosità e chiaroscuri ai limiti del reale e verosimile, si compone di circa 20 pezzi, tutti rigorosamente su acrilico con un formato medio 60x60, oltre a 6 opere 50x50, un paio 100x120 e poche altre 60x70 e 80x100, sino a due creazioni che formeranno un dittico scomponibile e ricombinabile.
Nell’iter artistico di WILLIAMS, autodidatta con una ben precisa linea pittorica, c’è stato un graduale spostamento da una gamma cromatica più vicina al vero e al naturale verso tinte artificiali, ma mai artificiose, che aspirano alla completezza del colore, sempre più visionario e moderno nel ricorso a esiti per così dire surreali. Se prima l’elemento straniante e metafisico era dato dall’apparizione di forme geometriche o inconsuete in normali paesaggi, ora è essenzialmente la risultante della ricerca cromatica. E ciò con una netta alternanza di colori chiari e più freddi, tutte le sfumature del blu, dell’azzurro e del verde, a quelli più caldi, come l’arancio, il dorato, il marrone, il rosso. Per quanto non si tratti solo di un’antitesi cromatica, bensì di una dicotomia anche di forme e motivi: da un lato, infatti, impenetrabili foreste con tutte le tinte del blu; dall’altro, deserti con i colori caldi del Nord Africa e del Sahara. Un’opposizione perfettamente speculare: il secco e il vuoto del deserto, privazione ed essenzialità di segni pittorici e simbolici, colmati solo dalla pienezza dei colori, contro un’ipertrofia e una sovrabbondanza dei medesimi segni nelle umide foreste dalle nuances più chiare e fredde. Questa decisa antinomia di due binari paralleli, su cui corre il convoglio dell’ispirazione di WILLIAMS, però, talvolta si ammansisce a favore di una sorta di sintesi, di un travaso di almeno un elemento dell’uno nell’altro o viceversa. È così che negli scorci delle foreste azzurre compare la luce di una palma dal tronco rosso, marrone o dorato; o anche, come in alcune opere del passato, sfere e piramidi si fanno strada tra la fitta e lussureggiante vegetazione delle foreste o nelle scarne e insondabili distese dei deserti. Oppure, forme architettoniche ancestrali e primordiali divengono il primo piano dell’immagine, ma interamente sormontate dalla flora come in “Temple” (olio su tela 65x81); sette palme di diverso colore possono costituire e suggerire un mistico cerchio come nell’“Ora Sacra”, sempre nella prospettiva, però, che, oggi più di ieri, gran parte dell’effetto materico sia affidato proprio al colore.
Una mostra, dunque, da non lasciarsi sfuggire assolutamente!
Ancora un interessante appuntamento presso lo show room di WILLY SANTANGELO e SABINA ALBANO, la cui cultura classica e passione per l’arte hanno reso questa gallery dalle atmosfere minimaliste e newyorchesi, un ‘locus amoenus’, dove talenti emergenti e non, napoletani ma non solo, trovano occasione e spazio per un felice e proficuo confronto con pubblico e addetti ai lavori.
WILLIAMS, bilingue e cosmopolita, ha frequentato il liceo a Madrid, si è laureato in lingua e letteratura inglesi all’Istituto Orientale di Napoli, ha vissuto in Gran Bretagna, così come a Tripoli, Bengasi e La Valletta. Vivida e varia la sua partecipazione a collettive un po’ in tutt’Italia e anche all’estero sin dal 1980. Per non parlare, poi, di esposizioni personali quali, per citarne solo alcune, “L’occhio ritrovato” (Galleria Dehoniana, Napoli, 1980), “Surreale e fantastico” (Galleria Dehoniana, Napoli, 1981), “Tempio celeste” (Convento di San Francesco, Gubbio, 1989), Personale, Weiterbuldungzentrum, (Düsseldorf, Germania, 1989), oltre a numerose altre mostre negli anni precedenti e successivi a Bari, Bologna, Cosenza, Sorrento, Ravello, Formia, Arezzo, Venezia, sino alle più recenti “Deserts” (Spazio Arte, Napoli, 2005) e a una personale a Cosenza presso la galleria L’Incontro nel 2006.
L’allestimento attuale, che prende il nome da un particolare e sapiente uso del colore e della luce, tale da riprodurre su tela effetti digitali e fluorescenti, in cui paesaggi all’apparenza crepuscolari sono trafitti da giochi di luminosità e chiaroscuri ai limiti del reale e verosimile, si compone di circa 20 pezzi, tutti rigorosamente su acrilico con un formato medio 60x60, oltre a 6 opere 50x50, un paio 100x120 e poche altre 60x70 e 80x100, sino a due creazioni che formeranno un dittico scomponibile e ricombinabile.
Nell’iter artistico di WILLIAMS, autodidatta con una ben precisa linea pittorica, c’è stato un graduale spostamento da una gamma cromatica più vicina al vero e al naturale verso tinte artificiali, ma mai artificiose, che aspirano alla completezza del colore, sempre più visionario e moderno nel ricorso a esiti per così dire surreali. Se prima l’elemento straniante e metafisico era dato dall’apparizione di forme geometriche o inconsuete in normali paesaggi, ora è essenzialmente la risultante della ricerca cromatica. E ciò con una netta alternanza di colori chiari e più freddi, tutte le sfumature del blu, dell’azzurro e del verde, a quelli più caldi, come l’arancio, il dorato, il marrone, il rosso. Per quanto non si tratti solo di un’antitesi cromatica, bensì di una dicotomia anche di forme e motivi: da un lato, infatti, impenetrabili foreste con tutte le tinte del blu; dall’altro, deserti con i colori caldi del Nord Africa e del Sahara. Un’opposizione perfettamente speculare: il secco e il vuoto del deserto, privazione ed essenzialità di segni pittorici e simbolici, colmati solo dalla pienezza dei colori, contro un’ipertrofia e una sovrabbondanza dei medesimi segni nelle umide foreste dalle nuances più chiare e fredde. Questa decisa antinomia di due binari paralleli, su cui corre il convoglio dell’ispirazione di WILLIAMS, però, talvolta si ammansisce a favore di una sorta di sintesi, di un travaso di almeno un elemento dell’uno nell’altro o viceversa. È così che negli scorci delle foreste azzurre compare la luce di una palma dal tronco rosso, marrone o dorato; o anche, come in alcune opere del passato, sfere e piramidi si fanno strada tra la fitta e lussureggiante vegetazione delle foreste o nelle scarne e insondabili distese dei deserti. Oppure, forme architettoniche ancestrali e primordiali divengono il primo piano dell’immagine, ma interamente sormontate dalla flora come in “Temple” (olio su tela 65x81); sette palme di diverso colore possono costituire e suggerire un mistico cerchio come nell’“Ora Sacra”, sempre nella prospettiva, però, che, oggi più di ieri, gran parte dell’effetto materico sia affidato proprio al colore.
Una mostra, dunque, da non lasciarsi sfuggire assolutamente!
22
febbraio 2007
Sergio Williams – Notti fluorescenti
Dal 22 febbraio al 07 marzo 2007
fotografia
Location
EMPORIO DI PARMA DI SABINA ALBANO
Napoli, Vico Del Vasto A Chiaia, 52, (Napoli)
Napoli, Vico Del Vasto A Chiaia, 52, (Napoli)
Orario di apertura
tutti i giorni, eccetto il lunedì mattina e i festivi, dalle 10:00 alle 13:30 e dalle 16:30 fino alle 20:00
Vernissage
22 Febbraio 2007, ore 19.30
Autore