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Sergio Zanni
Le sale del Padiglione ospiteranno i cicli dei Kamikaze, dei Funamboli, Il carro dei vincitori, Il custode della memoria, esiti di una ricerca di grande rigore, che dal piccolo formato giunge ora a confrontarsi con la dimensione monumentale.
Comunicato stampa
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La città di Ferrara dedica un omaggio al percorso artistico di Sergio Zanni. Nato a Ferrara nel 1942, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dalla metà degli anni Sessanta Zanni si dedica alla scultura, dopo una breve parentesi pittorica, rivelando una personalità artistica di grande talento ed originalità, presto segnalatasi all’attenzione della critica. Alla prima personale a Palazzo di Diamanti, seguono infatti importanti mostre in Italia e all’estero, presso gallerie private e prestigiose sedi istituzionali – dal Museo Archeologico di Bologna alla Kommunale Galerie di Berlino.
La mostra allestita al PAC di Palazzo Massari a Ferrara rappresenta l’occasione per accostarsi alla recente produzione dello scultore. Le sale del Padiglione ospiteranno i cicli dei Kamikaze, dei Funamboli, Il carro dei vincitori, Il custode della memoria, esiti di una ricerca di grande rigore, che dal piccolo formato giunge ora a confrontarsi con la dimensione monumentale. Nelle maestose sembianze dei protagonisti Zanni ribadisce la scelta della figurazione. È una scelta che contraddistingue tutta la sua produzione, così orientata a una dimensione comunicativa, da fuggire ogni tentazione formalistica di astrazione. Al centro della poetica dell’artista vi è la rappresentazione delle angosce che accompagnano il vivere quotidiano. Come sottolinea Angelo Andreotti, curatore della mostra, un sottofondo malinconico accompagna la constatazione di non trovarsi nel «migliore dei mondi possibili», alla quale Zanni si oppone con sottile ironia; essa si serve dell’immaginario tematico dell’artista, con i suoi inconfondibili personaggi.
Ai Kamikaze è dedicato un piano dell’esposizione, testimoniando l’attenzione che lo scultore sta dedicando loro. Non è certo alla cronaca che bisogna guardare per trovare il motivo ispiratore di questi maestosi giganti dai gesti sospesi: Zanni lavorava al tema dei guerrieri giapponesi – i kamikaze appunto - molto prima che l’11 settembre riportasse drammaticamente all’attualità quel termine storicizzato.
Nel ciclo dei Kamikaze trovano una sintesi ed un superamento alcuni interessi precocemente manifestati da Zanni: dal tema dell’eroe e al monumento ai caduti. Abbandonando ogni residuo di ironia e giocosità, l’artista conduce ora una riflessione sulla morte, sul termine ultimo che attende l’uomo, costringendolo a confrontarsi con la propria fragilità. La tecnica concorre ad accentuare la suggestione di precarietà: alla durevolezza dei materiali nobili si sostituisce la corruttibilità del polistirolo associato alla terracotta. La candida superficie del polistirolo ricoperto di ironball suggerisce, se osservata a distanza, la pesantezza della pietra, rivelando però ad uno sguardo più attento l’effimera fragilità della sua massa aggregata.
La mostra allestita al PAC di Palazzo Massari a Ferrara rappresenta l’occasione per accostarsi alla recente produzione dello scultore. Le sale del Padiglione ospiteranno i cicli dei Kamikaze, dei Funamboli, Il carro dei vincitori, Il custode della memoria, esiti di una ricerca di grande rigore, che dal piccolo formato giunge ora a confrontarsi con la dimensione monumentale. Nelle maestose sembianze dei protagonisti Zanni ribadisce la scelta della figurazione. È una scelta che contraddistingue tutta la sua produzione, così orientata a una dimensione comunicativa, da fuggire ogni tentazione formalistica di astrazione. Al centro della poetica dell’artista vi è la rappresentazione delle angosce che accompagnano il vivere quotidiano. Come sottolinea Angelo Andreotti, curatore della mostra, un sottofondo malinconico accompagna la constatazione di non trovarsi nel «migliore dei mondi possibili», alla quale Zanni si oppone con sottile ironia; essa si serve dell’immaginario tematico dell’artista, con i suoi inconfondibili personaggi.
Ai Kamikaze è dedicato un piano dell’esposizione, testimoniando l’attenzione che lo scultore sta dedicando loro. Non è certo alla cronaca che bisogna guardare per trovare il motivo ispiratore di questi maestosi giganti dai gesti sospesi: Zanni lavorava al tema dei guerrieri giapponesi – i kamikaze appunto - molto prima che l’11 settembre riportasse drammaticamente all’attualità quel termine storicizzato.
Nel ciclo dei Kamikaze trovano una sintesi ed un superamento alcuni interessi precocemente manifestati da Zanni: dal tema dell’eroe e al monumento ai caduti. Abbandonando ogni residuo di ironia e giocosità, l’artista conduce ora una riflessione sulla morte, sul termine ultimo che attende l’uomo, costringendolo a confrontarsi con la propria fragilità. La tecnica concorre ad accentuare la suggestione di precarietà: alla durevolezza dei materiali nobili si sostituisce la corruttibilità del polistirolo associato alla terracotta. La candida superficie del polistirolo ricoperto di ironball suggerisce, se osservata a distanza, la pesantezza della pietra, rivelando però ad uno sguardo più attento l’effimera fragilità della sua massa aggregata.
04
giugno 2004
Sergio Zanni
Dal 04 giugno al 29 agosto 2004
arte contemporanea
Location
PAC – PALAZZO MASSARI
Ferrara, Corso Porta Mare, 5, (Ferrara)
Ferrara, Corso Porta Mare, 5, (Ferrara)
Biglietti
Intero: 2,00 euro
Ridotto: 1,60 euro
Orario di apertura
9.00 – 13.00. 15.00 – 18.00. Aperto tutti i giorni, chiuso il lunedì
Vernissage
4 Giugno 2004, ore 18.30