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Seta: il filo d’oro che unì il Piemonte al Giappone
Testimonianze di viaggi, diari, reperti, manufatti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 14 settembre al Castello di Racconigi una mostra racconta una affascinante storia,
poco conosciuta. Testimonianze di viaggi, diari, reperti, manufatti. Una sezione è
dedicata alla seta del futuro, con il sushi al baco di seta e il panseta. La rassegna
completata da conferenze e dimostrazioni di arti giapponesi.
Nella seconda metà dell' Ottocento il Piemonte e il Giappone furono uniti da un "filo
d'oro": la seta. E' un' affascinante e poco conosciuta storia, che viene ora raccontata
con una ricca esposizione di reperti nella mostra aperta nelle sale del Castello di
Racconigi (CN) dal 14 settembre al 20 novembre prossimi. La rassegna non si limita ad
esaminare il passato, ma presenta anche alcuni esempi delle più avveniristiche
ricerche e applicazioni di una fibra che, parafrasando il titolo della mostra, sta vivendo
una nuova età dell' oro. Non solo, a corollario della mostra ci sono conferenze di
approfondimento storico-culturale e dimostrazioni di arti, marziali e non, e di tradizioni
giapponesi. L'evento è una sorta di introduzione alla "Japan Week", programmata a
Torino dal 19 al 25 ottobre.
La mostra è stata progettata e curata dalla dottoressa Giulia Ciammaichella, fondatrice
dell' agenzia Link Japan 4 Events srl in collaborazione con la dottoressa Yuko Fujimoto
dell’Associazione Interculturale Italia Giappone Sakura che ha curato il ricco
programma di attività collaterali e didattiche. Ci parla di un periodo incredibile, quello
in cui il Giappone, dopo oltre due secoli di totale chiusura, si apriva al mondo esterno.
Con l' Italia istituì nel 1866 le prime relazioni diplomatiche e il Piemonte fu in prima
linea grazie ad ammiragli coraggiosi, diplomatici accorti, commercianti lungimiranti. Fu
uno scoprirsi reciproco, non senza stupore.
La prima sezione della mostra ripercorre l' epopea dei commerci della seta tra
Piemonte e Giappone attraverso manufatti, opere pittoriche, ma soprattutto diari,
lettere, foto di grandi navigatori, come l' ammiraglio astigiano Giacomo Bove, quello
alessandrino Camillo Candiani, il suo conterraneo contrammiraglio Carlo Grillo. In
questa sessione anche le testimonianze dell' arrivo a Torino e in Piemonte di studenti e
commercianti giapponesi, che studiarono i sistemi all' avanguardia di trattura e
torcitura piemontesi e li portarono in Giappone.
Nella seconda sezione vengono descritti i parallelismi fra la Casa Reale Savoia e la Casa
Imperiale giapponese attraverso cimeli e foto. A Casa Savoia si deve la creazione in
Piemonte, a metà del Seicento, del "sistema fabbrica" per la produzione della seta. La
Casa Imperiale giapponese, appresi i segreti dell' industria serica europea, dal 1871
ininterrottamente coltiva gelsi e alleva bachi da seta all' interno del Palazzo Imperiale di
Tokyo. Il tessuto che si ottiene viene utilizzato per il restauro di antichi arazzi oppure
per doni ai Capi di Stato. La mostra ci racconta tutto questo attraverso un video, libri,
stampe rare e manufatti di seta imperiale giapponese.
La terza sezione è dedicata all' approfondimento e alla comparazione fra filande e
setifici piemontesi e giapponesi. Protagonista è il Filatoio Rosso di Caraglio (Cuneo)
(1678-1930), il più antico esemplare esistente in Italia di setificio: provenienti da questa
fabbrica e da una collezione privata 11 rare stampe ottocentesche illustrano il ciclo
della seta. Parallelamente in Giappone, nella seconda metà dell' Ottocento, nascevano
le prime fabbriche e la mostra contiene testimonianze del più importante setificio
industriale dell' epoca, quello di Tomioka, oggi Patrimonio dell' Unesco.
Nella quarta e ultima sezione un superviolino con corde di seta e seta di ragno, il cui
suono non ha nulla da invidiare a uno Stradivari (ha vinto l' Innovation students award),
introduce il tema delle nuove possibilità d' impiego di questa fibra tessile. L'
agribusiness moderno l' ha messa sotto la lente per sfruttarne le peculiarità in campo
tessile, tecnologico, alimentare e nutraceutico. Sono presentati studi ed esempi di arte
orafa (gioielli con fili di seta e oro), di seta al grafene (50% più resistente e ottimo
conduttore elettrico), di seta fluo e silk biomaterials, con proprietà meccaniche e
rigenerative dei tessuti umani. Si parla anche di "sushi" ai bachi di seta (snakcs molto
proteici e ecosostenibili) e di "panseta", panettoni realizzati con farina di bachi da seta.
poco conosciuta. Testimonianze di viaggi, diari, reperti, manufatti. Una sezione è
dedicata alla seta del futuro, con il sushi al baco di seta e il panseta. La rassegna
completata da conferenze e dimostrazioni di arti giapponesi.
Nella seconda metà dell' Ottocento il Piemonte e il Giappone furono uniti da un "filo
d'oro": la seta. E' un' affascinante e poco conosciuta storia, che viene ora raccontata
con una ricca esposizione di reperti nella mostra aperta nelle sale del Castello di
Racconigi (CN) dal 14 settembre al 20 novembre prossimi. La rassegna non si limita ad
esaminare il passato, ma presenta anche alcuni esempi delle più avveniristiche
ricerche e applicazioni di una fibra che, parafrasando il titolo della mostra, sta vivendo
una nuova età dell' oro. Non solo, a corollario della mostra ci sono conferenze di
approfondimento storico-culturale e dimostrazioni di arti, marziali e non, e di tradizioni
giapponesi. L'evento è una sorta di introduzione alla "Japan Week", programmata a
Torino dal 19 al 25 ottobre.
La mostra è stata progettata e curata dalla dottoressa Giulia Ciammaichella, fondatrice
dell' agenzia Link Japan 4 Events srl in collaborazione con la dottoressa Yuko Fujimoto
dell’Associazione Interculturale Italia Giappone Sakura che ha curato il ricco
programma di attività collaterali e didattiche. Ci parla di un periodo incredibile, quello
in cui il Giappone, dopo oltre due secoli di totale chiusura, si apriva al mondo esterno.
Con l' Italia istituì nel 1866 le prime relazioni diplomatiche e il Piemonte fu in prima
linea grazie ad ammiragli coraggiosi, diplomatici accorti, commercianti lungimiranti. Fu
uno scoprirsi reciproco, non senza stupore.
La prima sezione della mostra ripercorre l' epopea dei commerci della seta tra
Piemonte e Giappone attraverso manufatti, opere pittoriche, ma soprattutto diari,
lettere, foto di grandi navigatori, come l' ammiraglio astigiano Giacomo Bove, quello
alessandrino Camillo Candiani, il suo conterraneo contrammiraglio Carlo Grillo. In
questa sessione anche le testimonianze dell' arrivo a Torino e in Piemonte di studenti e
commercianti giapponesi, che studiarono i sistemi all' avanguardia di trattura e
torcitura piemontesi e li portarono in Giappone.
Nella seconda sezione vengono descritti i parallelismi fra la Casa Reale Savoia e la Casa
Imperiale giapponese attraverso cimeli e foto. A Casa Savoia si deve la creazione in
Piemonte, a metà del Seicento, del "sistema fabbrica" per la produzione della seta. La
Casa Imperiale giapponese, appresi i segreti dell' industria serica europea, dal 1871
ininterrottamente coltiva gelsi e alleva bachi da seta all' interno del Palazzo Imperiale di
Tokyo. Il tessuto che si ottiene viene utilizzato per il restauro di antichi arazzi oppure
per doni ai Capi di Stato. La mostra ci racconta tutto questo attraverso un video, libri,
stampe rare e manufatti di seta imperiale giapponese.
La terza sezione è dedicata all' approfondimento e alla comparazione fra filande e
setifici piemontesi e giapponesi. Protagonista è il Filatoio Rosso di Caraglio (Cuneo)
(1678-1930), il più antico esemplare esistente in Italia di setificio: provenienti da questa
fabbrica e da una collezione privata 11 rare stampe ottocentesche illustrano il ciclo
della seta. Parallelamente in Giappone, nella seconda metà dell' Ottocento, nascevano
le prime fabbriche e la mostra contiene testimonianze del più importante setificio
industriale dell' epoca, quello di Tomioka, oggi Patrimonio dell' Unesco.
Nella quarta e ultima sezione un superviolino con corde di seta e seta di ragno, il cui
suono non ha nulla da invidiare a uno Stradivari (ha vinto l' Innovation students award),
introduce il tema delle nuove possibilità d' impiego di questa fibra tessile. L'
agribusiness moderno l' ha messa sotto la lente per sfruttarne le peculiarità in campo
tessile, tecnologico, alimentare e nutraceutico. Sono presentati studi ed esempi di arte
orafa (gioielli con fili di seta e oro), di seta al grafene (50% più resistente e ottimo
conduttore elettrico), di seta fluo e silk biomaterials, con proprietà meccaniche e
rigenerative dei tessuti umani. Si parla anche di "sushi" ai bachi di seta (snakcs molto
proteici e ecosostenibili) e di "panseta", panettoni realizzati con farina di bachi da seta.
14
settembre 2018
Seta: il filo d’oro che unì il Piemonte al Giappone
Dal 14 settembre al 20 novembre 2018
Location
CASTELLO DI RACCONIGI
Racconigi, Piazza Carlo Alberto, 1, (Cuneo)
Racconigi, Piazza Carlo Alberto, 1, (Cuneo)
Biglietti
L’ingresso al Complesso Monumentale del Castello e parco di Racconigi è a pagamento:
Castello 5,00 Euro
Ridotto 2,50 Euro per i ragazzi dai 18 ai 25 anni
Parco 2,00 Euro
Ridotto 1,00 Euro per i ragazzi dai 18 ai 25 anni
Orario di apertura
dalle 10.00 alle 18.00 , lunedì chiuso
Vernissage
14 Settembre 2018, ore 16.30
Curatore