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Sfere
Sfere, un titolo che rimanda alle forme curve, simbolicamente riferite al femminile e alla madre Terra. Una mostra nella quale le artiste invitate esprimono, attraverso le proprie opere, il valore e la bellezza del genere femminile
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Mostra: collettiva
Titolo: Sfere
Luogo: Sala la Pianta Via Leopardi 7 Corsico ( Milano)
Inaugurazione: Martedì 21 giugno alle ore 18
Durata: sino al 26 giugno
Curatela: Antonella Prota Giurleo per l’associazione di donne Galassia
Allestimento: Gretel Fehr
Artiste: Gretel Fehr, Mavi Ferrando, Nadia Magnabosco, Marilde Magni,
Antonella Prota Giurleo
Orari di apertura: giorni feriali dalle ore 16 alle ore 19; domenica 10 -12 e 16
– 19
Entrata: libera
SABATO 25 GIUGNO in occasione della Notte rosa apertura sino a tarda sera
Performance: di poesia
Orario: dalle ore 17
Presentazione: Anna Schoenstein
Interpreti: Mariella Bucceri, Federica Casinghini, Cristina Dozio, Gabriella
Dugoni, Alessandra Ferraro, Alessandra Ravizza, Silvia Sidoli
Sfere, un titolo che rimanda alle forme curve, simbolicamente riferite al femminile e alla
madre Terra.
Una mostra nella quale le artiste invitate esprimono, attraverso le proprie opere, il valore
e la bellezza del genere femminile.
Gretel Fehr propone tre opere nelle quali utilizza due elementi che costituiscono ormai
una consuetudine del suo lavoro più recente: il recupero ( frammenti regolari di plexiglas
a specchio) e la rielaborazione fotografica.
Musica delle sfere, Smile e Trasferire mettono in luce la capacità femminile di
comprensione e attenzione nei confronti delle altre persone, quell’empatia che
comporta, nello stesso tempo, gioia e dolore. Una capacità espressa attraverso la
comparazione di positivo e negativo, del sorriso accompagnato alla lacrima, dello
specchio e dello sguardo femminile che è anche sguardo della natura.
Nei lavori di Mavi Ferrando sono ben evidenti la preponderanza della linea curva e la
commistione tra astrazione ed elementi antropomorfici, tra gioco e ironia.. Il vuoto
disegna il volume e la forma mentre ciascun elemento appare pieno o vuoto a partire
da ciò che chi osserva mette a fuoco. Anche nelle opere qui esposte, Guardiani e Nike, è
esplicitato il superamento dell’onnipresente linguaggio fallico che riempie il mondo
dell’arte.
E’ evidente come libertà e spregiudicatezza siano caratteristiche delle opere di Mavi
Ferrando, caratteristiche peraltro comuni a molte artiste, libere dal dovere di mantenere
antiche posizioni di potere con la loro scia di conservatorismo, artiste che non hanno
nulla da perdere esprimendosi liberamente attraverso l’arte.
Nadia Magnabosco presenta due opere, Perle e Quel filo che ci unisce. Nella prima
l’artista si ispira ad un testo poetico, Fotografia, che rimanda all’infanzia, alla malinconia
del tempo trascorso e ai rimpianti per il non detto ma anche alla profondità delle
relazioni umane e soprattutto con il riconoscimento della potenza della lingua materna e
della genealogia femminile ben evidenziata dal vestitino senza corpo, vestitino identità
di una genealogia femminile in cui nonne, madri, figlie e nipoti appaiono come piccole
perle uniche figlie in realtà di un unico mare. In Quel filo che ci unisce l’artista ha
raccolto diversi ritratti di donne e di bambine che, con forza e coraggio, esprimono
libertà di pensiero e di azione. Trasferite su tarlatana le immagini sono state cucite con
fili colorati, a formare un grande abito che costituisce un ritratto femminile collettivo.
Nelle opere di Antonella Prota Giurleo la consueta ricerca di materiali ecocompatibili,
forma di rispetto per la madre Terra, si accompagna al tentativo di coesistenza pacifica
tra maschile e femminile, tra forme curve e forme rettilinee. Una ricerca di percorso di
identità di genere che, a partire dal recupero del quadrato come più antica forma
simbolica riferita alla terra, passa anche attraverso le forme totemiche avvolte nella
stoffa, ornata di piccoli tondi metallici che risuonano nel movimento, stoffa che le
donne arabe pongono intorno ai fianchi per danzare. Un equilibrio, una coesistenza
pacifica di competenze e di saperi possibile? Forse. Sicuramente, una ricerca.
Marilde Magni ha creato, utilizzando la carta, l’abito per una donna in cammino verso
un mondo in cui sarà “regina” e un libro d’artista, un testo poetico in due lingue, italiana
e araba.
Le opere, Arcobaleno, e Due lingue per una poesia, sono state realizzate, secondo una
ormai consueta modalità dell’artista, a maglia. La carta, tagliata in liste sottili, diviene il
filato utilizzato per essere lavorato con i ferri “da calza”.
Un modo per recuperare una competenza e un’abilità femminile che, in quanto tale, è
sempre stata considerata “minore” e che, attraverso l’utilizzo artistico, viene recuperata
in termini di valore e di bellezza.
Valore e bellezza, dunque, che si intrecciano con un percorso, prezioso, seguito da
alcune giovani donne a partire da un altro tema “tondo”: le perle.
Percorso del quale Anna Schoenstein, conduttrice e ideatrice, scrive:
“ Una giovane, in una sera qualsiasi per le strade del Cairo, riconosce su un’altra donna
un suo vecchio vestito. Forse. Nessun grande avvenimento nel breve racconto della
scrittrice egiziana Hana’ ‘Attya pubblicato dalla casa editrice A Oriente! che è servito da
pre/testo, da spunto per un esercizio nato negli incontri del corso di traduzione
dall’arabo (Università di Milano) e poi trasformatosi in un momento di espressione
poetica e artistica.
La riflessione sulla traduzione di “Kharz”, Perle, ha dato vita infatti, a esercizi di stile,
arrangiamenti e riarmonizzazioni. Come in una variazione di musica jazz, nei versi
poetici scritti in arabo di sei giovani studiose, Stefania Cantù, Federica Casinghini,
Gabriella Dugoni, Alessandra Ferraro, Alessandra Ravizza, Silvia Sidoli, restano
immagini, suggestioni, suoni, mentre il “tema” originario di Perle non è riconoscibile se
non da chi sa e l’ispirazione poetica ha ragione su ogni cosa.
Riflesso orientale nascosto nel guscio della mostra “Sfere” la lettura dei versi poetici in
arabo e italiano – pubblicati sul numero 15 della rivista “A Oriente!” – accompagna
l’apertura della Notte Rosa della Città di Corsico.”
Titolo: Sfere
Luogo: Sala la Pianta Via Leopardi 7 Corsico ( Milano)
Inaugurazione: Martedì 21 giugno alle ore 18
Durata: sino al 26 giugno
Curatela: Antonella Prota Giurleo per l’associazione di donne Galassia
Allestimento: Gretel Fehr
Artiste: Gretel Fehr, Mavi Ferrando, Nadia Magnabosco, Marilde Magni,
Antonella Prota Giurleo
Orari di apertura: giorni feriali dalle ore 16 alle ore 19; domenica 10 -12 e 16
– 19
Entrata: libera
SABATO 25 GIUGNO in occasione della Notte rosa apertura sino a tarda sera
Performance: di poesia
Orario: dalle ore 17
Presentazione: Anna Schoenstein
Interpreti: Mariella Bucceri, Federica Casinghini, Cristina Dozio, Gabriella
Dugoni, Alessandra Ferraro, Alessandra Ravizza, Silvia Sidoli
Sfere, un titolo che rimanda alle forme curve, simbolicamente riferite al femminile e alla
madre Terra.
Una mostra nella quale le artiste invitate esprimono, attraverso le proprie opere, il valore
e la bellezza del genere femminile.
Gretel Fehr propone tre opere nelle quali utilizza due elementi che costituiscono ormai
una consuetudine del suo lavoro più recente: il recupero ( frammenti regolari di plexiglas
a specchio) e la rielaborazione fotografica.
Musica delle sfere, Smile e Trasferire mettono in luce la capacità femminile di
comprensione e attenzione nei confronti delle altre persone, quell’empatia che
comporta, nello stesso tempo, gioia e dolore. Una capacità espressa attraverso la
comparazione di positivo e negativo, del sorriso accompagnato alla lacrima, dello
specchio e dello sguardo femminile che è anche sguardo della natura.
Nei lavori di Mavi Ferrando sono ben evidenti la preponderanza della linea curva e la
commistione tra astrazione ed elementi antropomorfici, tra gioco e ironia.. Il vuoto
disegna il volume e la forma mentre ciascun elemento appare pieno o vuoto a partire
da ciò che chi osserva mette a fuoco. Anche nelle opere qui esposte, Guardiani e Nike, è
esplicitato il superamento dell’onnipresente linguaggio fallico che riempie il mondo
dell’arte.
E’ evidente come libertà e spregiudicatezza siano caratteristiche delle opere di Mavi
Ferrando, caratteristiche peraltro comuni a molte artiste, libere dal dovere di mantenere
antiche posizioni di potere con la loro scia di conservatorismo, artiste che non hanno
nulla da perdere esprimendosi liberamente attraverso l’arte.
Nadia Magnabosco presenta due opere, Perle e Quel filo che ci unisce. Nella prima
l’artista si ispira ad un testo poetico, Fotografia, che rimanda all’infanzia, alla malinconia
del tempo trascorso e ai rimpianti per il non detto ma anche alla profondità delle
relazioni umane e soprattutto con il riconoscimento della potenza della lingua materna e
della genealogia femminile ben evidenziata dal vestitino senza corpo, vestitino identità
di una genealogia femminile in cui nonne, madri, figlie e nipoti appaiono come piccole
perle uniche figlie in realtà di un unico mare. In Quel filo che ci unisce l’artista ha
raccolto diversi ritratti di donne e di bambine che, con forza e coraggio, esprimono
libertà di pensiero e di azione. Trasferite su tarlatana le immagini sono state cucite con
fili colorati, a formare un grande abito che costituisce un ritratto femminile collettivo.
Nelle opere di Antonella Prota Giurleo la consueta ricerca di materiali ecocompatibili,
forma di rispetto per la madre Terra, si accompagna al tentativo di coesistenza pacifica
tra maschile e femminile, tra forme curve e forme rettilinee. Una ricerca di percorso di
identità di genere che, a partire dal recupero del quadrato come più antica forma
simbolica riferita alla terra, passa anche attraverso le forme totemiche avvolte nella
stoffa, ornata di piccoli tondi metallici che risuonano nel movimento, stoffa che le
donne arabe pongono intorno ai fianchi per danzare. Un equilibrio, una coesistenza
pacifica di competenze e di saperi possibile? Forse. Sicuramente, una ricerca.
Marilde Magni ha creato, utilizzando la carta, l’abito per una donna in cammino verso
un mondo in cui sarà “regina” e un libro d’artista, un testo poetico in due lingue, italiana
e araba.
Le opere, Arcobaleno, e Due lingue per una poesia, sono state realizzate, secondo una
ormai consueta modalità dell’artista, a maglia. La carta, tagliata in liste sottili, diviene il
filato utilizzato per essere lavorato con i ferri “da calza”.
Un modo per recuperare una competenza e un’abilità femminile che, in quanto tale, è
sempre stata considerata “minore” e che, attraverso l’utilizzo artistico, viene recuperata
in termini di valore e di bellezza.
Valore e bellezza, dunque, che si intrecciano con un percorso, prezioso, seguito da
alcune giovani donne a partire da un altro tema “tondo”: le perle.
Percorso del quale Anna Schoenstein, conduttrice e ideatrice, scrive:
“ Una giovane, in una sera qualsiasi per le strade del Cairo, riconosce su un’altra donna
un suo vecchio vestito. Forse. Nessun grande avvenimento nel breve racconto della
scrittrice egiziana Hana’ ‘Attya pubblicato dalla casa editrice A Oriente! che è servito da
pre/testo, da spunto per un esercizio nato negli incontri del corso di traduzione
dall’arabo (Università di Milano) e poi trasformatosi in un momento di espressione
poetica e artistica.
La riflessione sulla traduzione di “Kharz”, Perle, ha dato vita infatti, a esercizi di stile,
arrangiamenti e riarmonizzazioni. Come in una variazione di musica jazz, nei versi
poetici scritti in arabo di sei giovani studiose, Stefania Cantù, Federica Casinghini,
Gabriella Dugoni, Alessandra Ferraro, Alessandra Ravizza, Silvia Sidoli, restano
immagini, suggestioni, suoni, mentre il “tema” originario di Perle non è riconoscibile se
non da chi sa e l’ispirazione poetica ha ragione su ogni cosa.
Riflesso orientale nascosto nel guscio della mostra “Sfere” la lettura dei versi poetici in
arabo e italiano – pubblicati sul numero 15 della rivista “A Oriente!” – accompagna
l’apertura della Notte Rosa della Città di Corsico.”
21
giugno 2011
Sfere
Dal 21 al 26 giugno 2011
arte contemporanea
Location
SALA LA PIANTA
Corsico, Via Giacomo Leopardi, 7, (Milano)
Corsico, Via Giacomo Leopardi, 7, (Milano)
Orario di apertura
giorni feriali dalle ore 16 alle ore 19; domenica 10-12 e 16–19
Vernissage
21 Giugno 2011, ore 18
Autore
Curatore