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Sfide artistiche al contemporaneo – lateralità e frammento
La mostra, tutta femminile, che la Galleria Ariele espone in questo maggio torinese ci comunica, se ancora ce ne fosse bisogno, la forza tenace, la fragilitá consapevole e la sfida vivace e creativa che caratterizzano l’arte del nuovo millennio.
Comunicato stampa
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" Sulla superficie il significato del profondo" (Carlo Martegani)
La mostra, tutta femminile, che la Galleria Ariele espone in questo maggio torinese ci comunica, se ancora ce ne fosse bisogno, la forza tenace, la fragilitá consapevole e la sfida vivace e creativa che caratterizzano l'arte del nuovo millennio.
Per altri versi siamo dentro a un quarto di secolo che non scherza quanto a problematicità quotidiana e complessiva, assai spesso drammatica.
Uomo o donna che sia, ciascuno/a con la sua specificità artistica, affronta l'anonimato indigente in cui viviamo e il pesante cumulo di frammenti culturali e commisti che costituiscono i percorsi globali su cui ciascuno cammina.
Il fatto che la fine di rassicuranti pensieri di totalità, religiosi e non, abbia permesso di vedere l'uomo, centro della terra, come "re nudo" è un dato inconfutabile. Le conseguenze di un secolare e progressivo disagio si è risolto in una generale frammentazione senza timone; ebbene, un tale malessere esistenziale e una tale decadenza sociale e materiale rende il nostro contesto soffocante e pericoloso.
Ho titolato l'esposizione " lateralità e frammento": "lateralità" come spostamento dell'uomo in un angolo, tematica affrontata angosciosamente da Nietzsche e poi dall'esistenzialismo, e " frammento" come realtà sgretolata, in ogni campo, messa in risalto nel teatro di Beckett, nella letteratura di Musil, nella poesia di Pound, nella poetica Dada, nelle arti visive del novecento, nel modo di vivere come monade dell'uomo mediatizzato, etc.
Le parole si tendono, si lacerano e talvolta si spezzano sotto il peso, sotto la tensione incespicano, scivolano, muoiono, imputridiscono per imprecisione, non vogliono stare al loro posto...così diceva il poeta Eliot nel novecento.
Gli artisti non si sono fermati alla decostruzione di un passato diventato fragille e di un reale in declino.
Talento, perizia, invenzione, sono la risposta positiva di poetiche e opere: eccone alcune.
Elisa Fuksa Anselme, fotografa e pittrice, lavora spesso a partire dal frammento,
La memoria, il tempo familiare, la natura, una sperimentazione con passeggiate nel fantastico, il rapporto con il passato, l'ignoto dentro istanti di verità: sono tratti salienti della poetica di Elisa.
"Portami il tramonto in una tazza / sommando le caraffe del mattino / e dimmi quante stillano
di rugiada" (Emily Dickinson)
Parlando di sè, l'artista sottolinea anche che la sua poetica si basa sulla ricerca di simmetria e di armonia del corpo umano tramite la contrapposizione di figure, la destrutturazione e la ricomposizione, quasi si trattasse di un mosaico dell'immagine stessa. Cerca cioè di suscitare un senso di inquietudine in chi osserva stimolandolo verso una nuova visione del soggetto ripreso e inducendolo a interagire in modo diverso con il mondo circostante.
Le opere in mostra sono fotopitture e il suo occhio di fotografa guida la creazione pittorica, libera per ricchezza espressiva e per suggestioni cromatiche, sbrigliate grazie a una potente carica visionaria.
I lavori sono raccolti in serie. Una di esse, di cui possiamo fruire alcune immagini in galleria, risulta da un esperto e paziente impegno. Le opere riportano alla luce una narrazione costruita attraverso l 'incontro di vecchie pellicole fotografiche rappresentanti una famiglia del passato e attraverso l'elaborazione di questi frammenti d'un tempo che fu, supportata dall' intervento pittorico con tecnica mista.
Anche l'artista, Elisa, può riflettere, come un visitatore, intorno ad un mondo storico che non è più quello originale, salvato e diverso
" ..il mio canto / è pieno della tua voce: / ho capito che la mia vita è specchio / è specchio del tuo universo" (Tagore Rabindranath).
Cinzia Lo Russo, artista fiorentina, è una pittrice a tutto tondo, figlia d'arte e dotata di un
dinamismo fuori dal comune, affondato nella vita sociale e nondimeno immerso nella ricerca interrogativa del sè.
La figurazione iniziale vira e sperimenta nuovi percorsi astratto-informali allorquando Cinzia Lo Russo partecipa alla formazione del Centro Culturale Arteria e si lancia in un'appassionante avventura artistica che ridefinisce i suoi passaggi: si tratta del figurativo cosmico.
In esso si intrecciano con tenace tenuta i due antagonisti del passato, cioè il figurativo e il non figurativo dando spazio a nuove aperture.
Lateralità e frammento si possono intravvedere sfogliando le pagine pittoriche della sua poetica, ricca di continue e coerenti tappe.
I quadri sono un' incalzante cascata di note, una sorta di festa coloristica all'aperto.
Eppure non è soltanto festa. Fantasia e realtà si coalizzano nel tentativo di allontanarsi da false libertà, nel mirare alla cura del cuore dell'io, sfaldato e rappezzato alla meglio in una buccia di senso di un mondo interno ed esterno marginale e caotico.
Cinzia Lo Russo tenta una nuova arte, figlia dell'antico, sollevandoci nel suo ospitale universo incantato, con un lieve sorriso di serena ironia.
"L'essere sta / nel centro dell' amore, / lo circonda il breve spazio / che gli è dato".
(Rainer Maria Rilke)
Le narrazioni pittoriche di Roberta Coral inscenano un vissuto introspettivo, dischiuso, come un invito discreto, verso chi boccheggia nell'affollamento quotidiano.
Frammento dietro frammento, dall'ombra di un cantone, l'artista trevigiana ci porta "alla ricerca di se stessi nella luce", rappresentando appieno questo passaggio nel quadro Labirinto giallo.
Roberta Coral lavora per cicli a cui corrispondono le tappe della sua sperimentazione artistica.
Inizialmente figurativa, con allusioni preraffaellite e cenni di arte floreale; decompone ogni parte della sua struttura spaziale senza però sostare nel nichilismo modernista.
Nei suoi temi finali si avverte l'attenzione per l'esterno e l 'interno del pianeta uomo tramite il suo legame con il mondo. Dopo aver sondato ostacoli in suggestivi grovigli viventi, approda attualmente ad un ciclo dove creazione e vita interiore toccano l'apice. Colore e luce disegnano tizianamente il quadro.
Nei suoi lavori ci fermiamo a vedere. Si tratta di un complesso intrigante: impianto, armonia cromatica, segno sicuro, sinuoso o lineare, marcato e icastico leggero come un respiro.
La mostra, tutta femminile, che la Galleria Ariele espone in questo maggio torinese ci comunica, se ancora ce ne fosse bisogno, la forza tenace, la fragilitá consapevole e la sfida vivace e creativa che caratterizzano l'arte del nuovo millennio.
Per altri versi siamo dentro a un quarto di secolo che non scherza quanto a problematicità quotidiana e complessiva, assai spesso drammatica.
Uomo o donna che sia, ciascuno/a con la sua specificità artistica, affronta l'anonimato indigente in cui viviamo e il pesante cumulo di frammenti culturali e commisti che costituiscono i percorsi globali su cui ciascuno cammina.
Il fatto che la fine di rassicuranti pensieri di totalità, religiosi e non, abbia permesso di vedere l'uomo, centro della terra, come "re nudo" è un dato inconfutabile. Le conseguenze di un secolare e progressivo disagio si è risolto in una generale frammentazione senza timone; ebbene, un tale malessere esistenziale e una tale decadenza sociale e materiale rende il nostro contesto soffocante e pericoloso.
Ho titolato l'esposizione " lateralità e frammento": "lateralità" come spostamento dell'uomo in un angolo, tematica affrontata angosciosamente da Nietzsche e poi dall'esistenzialismo, e " frammento" come realtà sgretolata, in ogni campo, messa in risalto nel teatro di Beckett, nella letteratura di Musil, nella poesia di Pound, nella poetica Dada, nelle arti visive del novecento, nel modo di vivere come monade dell'uomo mediatizzato, etc.
Le parole si tendono, si lacerano e talvolta si spezzano sotto il peso, sotto la tensione incespicano, scivolano, muoiono, imputridiscono per imprecisione, non vogliono stare al loro posto...così diceva il poeta Eliot nel novecento.
Gli artisti non si sono fermati alla decostruzione di un passato diventato fragille e di un reale in declino.
Talento, perizia, invenzione, sono la risposta positiva di poetiche e opere: eccone alcune.
Elisa Fuksa Anselme, fotografa e pittrice, lavora spesso a partire dal frammento,
La memoria, il tempo familiare, la natura, una sperimentazione con passeggiate nel fantastico, il rapporto con il passato, l'ignoto dentro istanti di verità: sono tratti salienti della poetica di Elisa.
"Portami il tramonto in una tazza / sommando le caraffe del mattino / e dimmi quante stillano
di rugiada" (Emily Dickinson)
Parlando di sè, l'artista sottolinea anche che la sua poetica si basa sulla ricerca di simmetria e di armonia del corpo umano tramite la contrapposizione di figure, la destrutturazione e la ricomposizione, quasi si trattasse di un mosaico dell'immagine stessa. Cerca cioè di suscitare un senso di inquietudine in chi osserva stimolandolo verso una nuova visione del soggetto ripreso e inducendolo a interagire in modo diverso con il mondo circostante.
Le opere in mostra sono fotopitture e il suo occhio di fotografa guida la creazione pittorica, libera per ricchezza espressiva e per suggestioni cromatiche, sbrigliate grazie a una potente carica visionaria.
I lavori sono raccolti in serie. Una di esse, di cui possiamo fruire alcune immagini in galleria, risulta da un esperto e paziente impegno. Le opere riportano alla luce una narrazione costruita attraverso l 'incontro di vecchie pellicole fotografiche rappresentanti una famiglia del passato e attraverso l'elaborazione di questi frammenti d'un tempo che fu, supportata dall' intervento pittorico con tecnica mista.
Anche l'artista, Elisa, può riflettere, come un visitatore, intorno ad un mondo storico che non è più quello originale, salvato e diverso
" ..il mio canto / è pieno della tua voce: / ho capito che la mia vita è specchio / è specchio del tuo universo" (Tagore Rabindranath).
Cinzia Lo Russo, artista fiorentina, è una pittrice a tutto tondo, figlia d'arte e dotata di un
dinamismo fuori dal comune, affondato nella vita sociale e nondimeno immerso nella ricerca interrogativa del sè.
La figurazione iniziale vira e sperimenta nuovi percorsi astratto-informali allorquando Cinzia Lo Russo partecipa alla formazione del Centro Culturale Arteria e si lancia in un'appassionante avventura artistica che ridefinisce i suoi passaggi: si tratta del figurativo cosmico.
In esso si intrecciano con tenace tenuta i due antagonisti del passato, cioè il figurativo e il non figurativo dando spazio a nuove aperture.
Lateralità e frammento si possono intravvedere sfogliando le pagine pittoriche della sua poetica, ricca di continue e coerenti tappe.
I quadri sono un' incalzante cascata di note, una sorta di festa coloristica all'aperto.
Eppure non è soltanto festa. Fantasia e realtà si coalizzano nel tentativo di allontanarsi da false libertà, nel mirare alla cura del cuore dell'io, sfaldato e rappezzato alla meglio in una buccia di senso di un mondo interno ed esterno marginale e caotico.
Cinzia Lo Russo tenta una nuova arte, figlia dell'antico, sollevandoci nel suo ospitale universo incantato, con un lieve sorriso di serena ironia.
"L'essere sta / nel centro dell' amore, / lo circonda il breve spazio / che gli è dato".
(Rainer Maria Rilke)
Le narrazioni pittoriche di Roberta Coral inscenano un vissuto introspettivo, dischiuso, come un invito discreto, verso chi boccheggia nell'affollamento quotidiano.
Frammento dietro frammento, dall'ombra di un cantone, l'artista trevigiana ci porta "alla ricerca di se stessi nella luce", rappresentando appieno questo passaggio nel quadro Labirinto giallo.
Roberta Coral lavora per cicli a cui corrispondono le tappe della sua sperimentazione artistica.
Inizialmente figurativa, con allusioni preraffaellite e cenni di arte floreale; decompone ogni parte della sua struttura spaziale senza però sostare nel nichilismo modernista.
Nei suoi temi finali si avverte l'attenzione per l'esterno e l 'interno del pianeta uomo tramite il suo legame con il mondo. Dopo aver sondato ostacoli in suggestivi grovigli viventi, approda attualmente ad un ciclo dove creazione e vita interiore toccano l'apice. Colore e luce disegnano tizianamente il quadro.
Nei suoi lavori ci fermiamo a vedere. Si tratta di un complesso intrigante: impianto, armonia cromatica, segno sicuro, sinuoso o lineare, marcato e icastico leggero come un respiro.
18
maggio 2013
Sfide artistiche al contemporaneo – lateralità e frammento
Dal 18 maggio al primo giugno 2013
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARIELE
Torino, Via Lauro Rossi, 9 c, (Torino)
Torino, Via Lauro Rossi, 9 c, (Torino)
Orario di apertura
da lunedì al sabato ore 16-19,30
Vernissage
18 Maggio 2013, 18,00
Autore