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Sguardi Africani 2009 – Ousmane Ndiaye Dago / Anna Rosati
Sguardi Africani è una mostra d’arte contemporanea, ma è anche un gesto di solidarietà, uno sguardo dall’Africa e sull’Africa, dunque d’intesa, che tutti possono scambiarsi per costruire un mondo migliore.
Comunicato stampa
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Sguardi Africani è il terzo appuntamento con l’arte africana contemporanea curato da Marina Mojana in collaborazione con l’editore Giampaolo Prearo e la collezione Composti della Cà di Frà di Milano. Dopo le sculture di terracotta di Seni Camara e quelle in ebano policromo di Georges Lilanga, arrivano a Milano le Femme terre di Ousmane Ndiaye Dago, potenti immagini a colori che immortalano le performance dell’artista senegalese. Sono tre artisti di successo internazionale, le loro opere sono state esposte, negli anni passati, anche alla Biennale di Venezia, scelte per la forza della loro inconfondibile cifra stilistica con cui sanno trasmettere l’amore per la loro terra. Sguardi africani li ha selezionati, tra i tanti, perché nati nei Paesi dove anche il CEFA - il seme della solidarietà - Onlus, che promuove l’evento, è una realtà conosciuta e amata per l’impegno di promozione sociale.
Sguardi Africani è una mostra d’arte contemporanea, ma è anche un gesto di solidarietà, uno sguardo dall’Africa e sull’Africa, dunque d’intesa, che tutti possono scambiarsi per costruire un mondo migliore.
Gli sguardi africani sono reciproci: c’è chi osserva e chi viene guardato; una complicità dello sguardo in cui sono stati coinvolti, in tre momenti diversi e accanto ai tre artisti africani, anche tre affermati fotografi italiani (Franco Origlia, Simone Casetta, Anna Rosati) invitati a raccontare la loro Africa, soprattutto quella dove l’Associazione Amici del CEFA di Milano ha avviato progetti di cooperazione internazionale grazie al sostegno della Fondazione Cariplo e della Regione Lombardia.
Lo sguardo di Franco Origlia si è intrecciato con quello di Seni Camara, quello di Simone Casetta con Lilanga e ora tocca alla bolognese Anna Rosati affiancare con le sue fotografie quelle di Ousmane Dago. I tre momenti, promossi a partire dal 2006 a Milano a favore del CEFA - il seme della solidarietà - Onlus, assecondano lo slancio di passione per la realtà e per la bellezza che, della realtà, costituisce sicuramente il cuore.
Le fotografie a colori di Anna Rosati sono state scattate in Marocco, in due aree periferiche e povere ad economia agricola: la provincia di Settat e la regione di Tadla-Azilal. In entrambe le zone gli Amici del CEFA di Milano stanno operando dal 2003 per sostenere lo sviluppo del settore olivicolo e sociale. Lo sforzo è duplice: accompagnare nella formazione del capitale umano l’avvio di una attività economica redditizia, un frantoio e consolidare le cooperative coinvolte, perché possano rappresentare un modello di sviluppo solidaristico e un fattore di crescita del fragile tessuto sociale marocchino.
Anna Rosati ha seguito tutte le fasi della raccolta delle olive; tra novembre e dicembre ha fissato il suo obiettivo sul gesto di una mano marocchina che stende il telo sotto chioma e poi percuote l’albero, raccoglie le olive e le immagazzina in cassette forate, le porta in ambienti areati e freschi e quindi le lavora al frantoio, fino alla spremitura. Ma accanto al lavoro prosaico ha anche catturato istanti di poesia: nelle gocce d’olio che riflettono il cielo, nell’azzurro che si tinge di giallo, nella viscosità della materia e nella sua fluida trasparenza. Ha poi montato le foto a dittico (cm 100x70) per far convivere la sua doppia ricerca: figurativa e di reportage nella parte superiore; astratta e lirica in quella inferiore. La scelta che sottende tali convivenze è di varia natura, talora deriva dall'assonanza di tinte, talora dal loro netto contrasto, cercato e voluto. Anche il Marocco di Anna Rosati è reale e fortemente inciso, ma sempre attraversato da una liquidità magica che si mostra nelle suggestive trasparenze dell’olio.
Le quattro fotografie a colori di Ousmane Ndiaye Dago, realizzate nel 1998-1999 e provenienti dalla collezione della Prearo Editore, hanno la plasticità di un’installazione tridimensionale; sono pezzi unici (cm 150 x 200) e raffigurano le celebri Femme terre che furono esposte alla Biennale di Venezia (2001). Le opere sono pubblicate nella grande monografia Femme terre edita da Preparo (Milano, 2002) con testi critici di Martina Corgnati, T. K. Biaya e Achille Bonito Oliva. I corpi statuari delle donne africane, dal volto indefinito, si muovono con grazia davanti all’obiettivo dell’artista e perdono ogni segno caratteristico; identità anonime che si trasformano in pura essenza di bellezza. Come le olive maturano sotto i raggi del sole e cambiano colore: verde, giallo, viola, nero, così queste splendide donne ricoperte di argilla e poi sottoposte dal performer senegalese a una lieve doccia di polveri colorate, diventano statue multicolori; metafora di ogni mutazione che sta alla base dell’atto vitale e creativo.
Il rapporto del CEFA - Il seme della solidarietà con le realtà artistiche africane trova nella città di Milano il luogo ideale dove rafforzare un dialogo e uno scambio d’intesa, dal momento che la Sala delle Colonne di Palazzo Clerici è, durante l’anno, una vetrina di eccellenti appuntamenti e di relazioni internazionali organizzati da ISPI.
Tra globalizzazione e tribalizzazione, agli inizi del XXI secolo, l’Africa presenta le sue credenziali, istituzionali e culturali, per poter esprimere la propria identità e lo fa con il gesto forte dell’arte.
La mission del CEFA è quindi duplice: da un lato fare conoscere al mondo dei giovani amanti dell’arte contemporanea le urgenti domande culturali, sociali ed economiche che attraversano l’Africa di oggi, dall’altro introdurre il mondo del volontariato internazionale ai valori della bellezza.
Accompagna la mostra il film LA PIETRA, L'ULIVO. MAROCCO, MEDITERRANEO ALTRO: MIGRAZIONI E RADICI di Natalia Cussini Grivas, montaggio Enrico Bertocchi. La regista segue le famiglie contadine del Tadla-Azilal sulle tracce dell'OLIO, le cui suggestioni ridisegnano, per contrasti sia fisici che puramente emozionali, la geografia stessa di una regione poverissima ma estremamente vitale.
Sguardi Africani è una mostra d’arte contemporanea, ma è anche un gesto di solidarietà, uno sguardo dall’Africa e sull’Africa, dunque d’intesa, che tutti possono scambiarsi per costruire un mondo migliore.
Gli sguardi africani sono reciproci: c’è chi osserva e chi viene guardato; una complicità dello sguardo in cui sono stati coinvolti, in tre momenti diversi e accanto ai tre artisti africani, anche tre affermati fotografi italiani (Franco Origlia, Simone Casetta, Anna Rosati) invitati a raccontare la loro Africa, soprattutto quella dove l’Associazione Amici del CEFA di Milano ha avviato progetti di cooperazione internazionale grazie al sostegno della Fondazione Cariplo e della Regione Lombardia.
Lo sguardo di Franco Origlia si è intrecciato con quello di Seni Camara, quello di Simone Casetta con Lilanga e ora tocca alla bolognese Anna Rosati affiancare con le sue fotografie quelle di Ousmane Dago. I tre momenti, promossi a partire dal 2006 a Milano a favore del CEFA - il seme della solidarietà - Onlus, assecondano lo slancio di passione per la realtà e per la bellezza che, della realtà, costituisce sicuramente il cuore.
Le fotografie a colori di Anna Rosati sono state scattate in Marocco, in due aree periferiche e povere ad economia agricola: la provincia di Settat e la regione di Tadla-Azilal. In entrambe le zone gli Amici del CEFA di Milano stanno operando dal 2003 per sostenere lo sviluppo del settore olivicolo e sociale. Lo sforzo è duplice: accompagnare nella formazione del capitale umano l’avvio di una attività economica redditizia, un frantoio e consolidare le cooperative coinvolte, perché possano rappresentare un modello di sviluppo solidaristico e un fattore di crescita del fragile tessuto sociale marocchino.
Anna Rosati ha seguito tutte le fasi della raccolta delle olive; tra novembre e dicembre ha fissato il suo obiettivo sul gesto di una mano marocchina che stende il telo sotto chioma e poi percuote l’albero, raccoglie le olive e le immagazzina in cassette forate, le porta in ambienti areati e freschi e quindi le lavora al frantoio, fino alla spremitura. Ma accanto al lavoro prosaico ha anche catturato istanti di poesia: nelle gocce d’olio che riflettono il cielo, nell’azzurro che si tinge di giallo, nella viscosità della materia e nella sua fluida trasparenza. Ha poi montato le foto a dittico (cm 100x70) per far convivere la sua doppia ricerca: figurativa e di reportage nella parte superiore; astratta e lirica in quella inferiore. La scelta che sottende tali convivenze è di varia natura, talora deriva dall'assonanza di tinte, talora dal loro netto contrasto, cercato e voluto. Anche il Marocco di Anna Rosati è reale e fortemente inciso, ma sempre attraversato da una liquidità magica che si mostra nelle suggestive trasparenze dell’olio.
Le quattro fotografie a colori di Ousmane Ndiaye Dago, realizzate nel 1998-1999 e provenienti dalla collezione della Prearo Editore, hanno la plasticità di un’installazione tridimensionale; sono pezzi unici (cm 150 x 200) e raffigurano le celebri Femme terre che furono esposte alla Biennale di Venezia (2001). Le opere sono pubblicate nella grande monografia Femme terre edita da Preparo (Milano, 2002) con testi critici di Martina Corgnati, T. K. Biaya e Achille Bonito Oliva. I corpi statuari delle donne africane, dal volto indefinito, si muovono con grazia davanti all’obiettivo dell’artista e perdono ogni segno caratteristico; identità anonime che si trasformano in pura essenza di bellezza. Come le olive maturano sotto i raggi del sole e cambiano colore: verde, giallo, viola, nero, così queste splendide donne ricoperte di argilla e poi sottoposte dal performer senegalese a una lieve doccia di polveri colorate, diventano statue multicolori; metafora di ogni mutazione che sta alla base dell’atto vitale e creativo.
Il rapporto del CEFA - Il seme della solidarietà con le realtà artistiche africane trova nella città di Milano il luogo ideale dove rafforzare un dialogo e uno scambio d’intesa, dal momento che la Sala delle Colonne di Palazzo Clerici è, durante l’anno, una vetrina di eccellenti appuntamenti e di relazioni internazionali organizzati da ISPI.
Tra globalizzazione e tribalizzazione, agli inizi del XXI secolo, l’Africa presenta le sue credenziali, istituzionali e culturali, per poter esprimere la propria identità e lo fa con il gesto forte dell’arte.
La mission del CEFA è quindi duplice: da un lato fare conoscere al mondo dei giovani amanti dell’arte contemporanea le urgenti domande culturali, sociali ed economiche che attraversano l’Africa di oggi, dall’altro introdurre il mondo del volontariato internazionale ai valori della bellezza.
Accompagna la mostra il film LA PIETRA, L'ULIVO. MAROCCO, MEDITERRANEO ALTRO: MIGRAZIONI E RADICI di Natalia Cussini Grivas, montaggio Enrico Bertocchi. La regista segue le famiglie contadine del Tadla-Azilal sulle tracce dell'OLIO, le cui suggestioni ridisegnano, per contrasti sia fisici che puramente emozionali, la geografia stessa di una regione poverissima ma estremamente vitale.
03
marzo 2009
Sguardi Africani 2009 – Ousmane Ndiaye Dago / Anna Rosati
Dal 03 al 10 marzo 2009
fotografia
Location
PALAZZO CLERICI
Milano, Via Clerici, 5, (Milano)
Milano, Via Clerici, 5, (Milano)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00. Domenica chiuso. Dal lunedì al sabato, dalle 18.00 alle 19.00, sarà operativo un punto di informazione per avvicinare il mondo studentesco al volontariato internazionale ed alla cooperazione allo sviluppo.
Vernissage
3 Marzo 2009, ore 18
Autore
Curatore