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Sguardi – Lorenzo Bosi
Lorenzo Bosi presenta sei opere, tecnica mista: tre pannelli, pelle e vernice, una tela, olio e acrilico, un busto, olio e acrilico, e un compensato, olio e acrilico.
Comunicato stampa
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Si inaugura venerdì 28 gennaio, alle ore 17.30, la mostra dell’artista parmigiano Lorenzo Bosi, dal titolo “Movimenti legati”, presso la Vetrina INA di Via Cavour 21, a Parma.
L’esposizione apre la rassegna biennale “Sguardi”, quest’anno imperniata sui “Percorsi artistici in movimento”, ideata e organizzata dall’Archivio Giovani Artisti dell’Assessorato Politiche Culturali e Promozione Iniziative per i Giovani - Servizio Eventi e Mostre del Comune di Parma, in collaborazione con Fondazione Monte di Parma.
Obiettivo della rassegna, che continua dopo il positivo riscontro di quella lanciata lo scorso anno, è ribadire la principale finalità dell’Archivio Giovani Artisti che, dopo 12 anni di attività, continua a selezionare e promuovere percorsi artistici di qualità, caratterizzati da un elevato grado di professionalità. Storie di artisti che hanno una solida formazione e la consapevolezza del proprio lavoro, capaci di rielaborare in modo autonomo ed originale il discorso dei maestri di riferimento.
L’intento dell’Archivio Giovani Artisti, infatti, non è più solo quello di andare a monitorare la creatività giovanile sul territorio, dandole spazi di espressione, ma anche quello di portare alla luce e dare riconoscimento istituzionale a tragitti artistici di rilievo, a competenze specifiche e qualificate, a linguaggi complessi e maturi. Più che alla sperimentazione velleitaria o dilettantistica, all’arte come hobby, si punta verso la ricerca seria e impegnata, alla volontà di fare un’arte dotata di un significato profondo e compiuto.
Lorenzo Bosi presenta sei opere, tecnica mista: tre pannelli, pelle e vernice, una tela, olio e acrilico, un busto, olio e acrilico, e un compensato, olio e acrilico.
Sono lavori in cui tornano i “gangli d’uomo”, come li chiamò l’autore nel 1998, in occasione della sua prima mostra: sagome d’uomo, date essenzialmente da una testa e dagli arti, che si legano in catene brulicanti senza soluzione di continuità. E’ una grafia piena di dinamismo, anche se represso, e le forme, semplificate e cromaticamente elementari, intimamente nervose e guizzanti, ricordano la sintesi di movimento e arcaicità dei graffitisti newyorkesi, Keith Haring in testa. E’ evidente come nel lavoro artistico di Bosi si riflettano i suoi studi universitari: i movimenti sociali diventano segno.
Inaugurazione al pubblico
Venerdì 28 gennaio 2005, ore 17.30
“Sono ancora protagonisti i miei pupazzi d’uomo, o forse resti di quel che fu l’uomo regale del passato. In loro, manca il tronco, che è muto… perché ci siamo dimenticati del corpo nella nostra civiltà. Nelle mie opere, dominano il bianco, il nero e il rosso e questa volta non c’è proprio posto per altri colori. S’incaricano loro di tenere unite le opere in un discorso compiuto. Sono movimenti legati, perché i gangli d’uomo sono compressi in spazi limitati, non si dilatano, non si sovrappongono, ma sono rinchiusi, intasati, legati all’interno di confini, ora di colore, ora di cuciture, ora di materia. C’è l’inquietudine d’essere costretti negli spazi e l’energia sembra anticipare l’esplosione, il movimento, l’azione, l’uscita dai confini. Il comune denominatore è che ogni opera pulsa e dà l’idea di movimento trattenuto, compresso, imbavagliato, ma sempre attraversato da un fremito e pronto a divenire. Ecco, il divenire lento delle cose, il formicolare dei miei gangli d’uomo, rimasugli insopprimibili che continuano a scalare le montagne della storia, questa è la vicenda che cerco di raccontare. Ho guardato con interesse ai maestri del XIX e XX secolo ma non mi sono mai riconosciuto in una scuola o in un artista. Semmai un quadro mi è rimasto dentro, il Guernica di Picasso. E non è certo un caso. Mi hanno sempre attratto le masse in movimento e ho creduto di leggervi storie antiche, angosciose e drammatiche, il più delle volte, ma con dentro anche passi di danza e giochi di bambini. Le storie degli uomini nella storia degli uomini, insomma. Come è stato quel giorno fatale a Guernica e sulla tela di Picasso che non è solo un’opera d’arte, è anche un pezzo di storia e lui non è solo un artista, ma anche un cantastorie per immagini”.
Lorenzo Bosi
Lorenzo Bosi è nato a Volta Mantovana (Mantova), il 18 agosto 1976.
Laureatosi presso l’Università di Bologna in Scienze Politiche con indirizzo storico, sta attualmente terminando un progetto di dottorato all’estero presso la Queen’s University of Belfast; argomento di studio: la “questione irlandese” e i movimenti sociali.
Nel 1996, una sua opera è scelta per illustrare la copertina del volume di Carmine Ventimiglia, “Nelle segrete stanze”, edito da Franco Angeli, Milano. Nel 1998 la tela “Muti clamori” è scelta per illustrare la copertina del romanzo di Alessandro Bosi “Gli alberi in cielo”, edito da Tracce, Pescara. Nel 2004 la tela “Bacio fra due mondi” è scelta per illustrare la copertina del saggio di Marco Deriu, “La fragilità dei padri. Il disordine simbolico paterno e il confronto con i figli adolescenti”, edito da Unicopli, Milano.
Nel 1997 tiene una mostra personale presso il Teatro al Parco di Parma, in cui espone quindici tele e diversi disegni, partecipa con dieci tele a una serata del progetto Cortili Modenesi e una collettiva intitolata “Rassegna Arti Visive” organizzata dall’AICS (la mostra itinerante tocca le città di Cervia, Piacenza, Ferrara, Finale Emilia e Rimini). Nel 2001 partecipa alla mostra collettiva di Gualtieri (Reggio Emilia) in onore di Cesare Zavattini “Da Za al Po”, organizzata dall’associazione l’Albero. Nel 2002, tiene una mostra personale presso la comunità gli Alberi di Basilicanova (PR), dal titolo “Pensieri in copertina”. Nel 2003 partecipa a due collettive: quella di Langhirano (Parma), “Alfa Beta. Segni di scritture e di immagini”, organizzata dall’associazione l’Albero, e quella di Gualtieri (Reggio Emilia) in onore del Parmigianino, “Per Parmigianino. Lo specchio e la lente”, organizzata dalla medesima associazione. Nel 2004, tiene una mostra personale presso la comunità gli Alberi di Basilicanova (PR) e presso il Caffè del Prato di Parma.
L’esposizione apre la rassegna biennale “Sguardi”, quest’anno imperniata sui “Percorsi artistici in movimento”, ideata e organizzata dall’Archivio Giovani Artisti dell’Assessorato Politiche Culturali e Promozione Iniziative per i Giovani - Servizio Eventi e Mostre del Comune di Parma, in collaborazione con Fondazione Monte di Parma.
Obiettivo della rassegna, che continua dopo il positivo riscontro di quella lanciata lo scorso anno, è ribadire la principale finalità dell’Archivio Giovani Artisti che, dopo 12 anni di attività, continua a selezionare e promuovere percorsi artistici di qualità, caratterizzati da un elevato grado di professionalità. Storie di artisti che hanno una solida formazione e la consapevolezza del proprio lavoro, capaci di rielaborare in modo autonomo ed originale il discorso dei maestri di riferimento.
L’intento dell’Archivio Giovani Artisti, infatti, non è più solo quello di andare a monitorare la creatività giovanile sul territorio, dandole spazi di espressione, ma anche quello di portare alla luce e dare riconoscimento istituzionale a tragitti artistici di rilievo, a competenze specifiche e qualificate, a linguaggi complessi e maturi. Più che alla sperimentazione velleitaria o dilettantistica, all’arte come hobby, si punta verso la ricerca seria e impegnata, alla volontà di fare un’arte dotata di un significato profondo e compiuto.
Lorenzo Bosi presenta sei opere, tecnica mista: tre pannelli, pelle e vernice, una tela, olio e acrilico, un busto, olio e acrilico, e un compensato, olio e acrilico.
Sono lavori in cui tornano i “gangli d’uomo”, come li chiamò l’autore nel 1998, in occasione della sua prima mostra: sagome d’uomo, date essenzialmente da una testa e dagli arti, che si legano in catene brulicanti senza soluzione di continuità. E’ una grafia piena di dinamismo, anche se represso, e le forme, semplificate e cromaticamente elementari, intimamente nervose e guizzanti, ricordano la sintesi di movimento e arcaicità dei graffitisti newyorkesi, Keith Haring in testa. E’ evidente come nel lavoro artistico di Bosi si riflettano i suoi studi universitari: i movimenti sociali diventano segno.
Inaugurazione al pubblico
Venerdì 28 gennaio 2005, ore 17.30
“Sono ancora protagonisti i miei pupazzi d’uomo, o forse resti di quel che fu l’uomo regale del passato. In loro, manca il tronco, che è muto… perché ci siamo dimenticati del corpo nella nostra civiltà. Nelle mie opere, dominano il bianco, il nero e il rosso e questa volta non c’è proprio posto per altri colori. S’incaricano loro di tenere unite le opere in un discorso compiuto. Sono movimenti legati, perché i gangli d’uomo sono compressi in spazi limitati, non si dilatano, non si sovrappongono, ma sono rinchiusi, intasati, legati all’interno di confini, ora di colore, ora di cuciture, ora di materia. C’è l’inquietudine d’essere costretti negli spazi e l’energia sembra anticipare l’esplosione, il movimento, l’azione, l’uscita dai confini. Il comune denominatore è che ogni opera pulsa e dà l’idea di movimento trattenuto, compresso, imbavagliato, ma sempre attraversato da un fremito e pronto a divenire. Ecco, il divenire lento delle cose, il formicolare dei miei gangli d’uomo, rimasugli insopprimibili che continuano a scalare le montagne della storia, questa è la vicenda che cerco di raccontare. Ho guardato con interesse ai maestri del XIX e XX secolo ma non mi sono mai riconosciuto in una scuola o in un artista. Semmai un quadro mi è rimasto dentro, il Guernica di Picasso. E non è certo un caso. Mi hanno sempre attratto le masse in movimento e ho creduto di leggervi storie antiche, angosciose e drammatiche, il più delle volte, ma con dentro anche passi di danza e giochi di bambini. Le storie degli uomini nella storia degli uomini, insomma. Come è stato quel giorno fatale a Guernica e sulla tela di Picasso che non è solo un’opera d’arte, è anche un pezzo di storia e lui non è solo un artista, ma anche un cantastorie per immagini”.
Lorenzo Bosi
Lorenzo Bosi è nato a Volta Mantovana (Mantova), il 18 agosto 1976.
Laureatosi presso l’Università di Bologna in Scienze Politiche con indirizzo storico, sta attualmente terminando un progetto di dottorato all’estero presso la Queen’s University of Belfast; argomento di studio: la “questione irlandese” e i movimenti sociali.
Nel 1996, una sua opera è scelta per illustrare la copertina del volume di Carmine Ventimiglia, “Nelle segrete stanze”, edito da Franco Angeli, Milano. Nel 1998 la tela “Muti clamori” è scelta per illustrare la copertina del romanzo di Alessandro Bosi “Gli alberi in cielo”, edito da Tracce, Pescara. Nel 2004 la tela “Bacio fra due mondi” è scelta per illustrare la copertina del saggio di Marco Deriu, “La fragilità dei padri. Il disordine simbolico paterno e il confronto con i figli adolescenti”, edito da Unicopli, Milano.
Nel 1997 tiene una mostra personale presso il Teatro al Parco di Parma, in cui espone quindici tele e diversi disegni, partecipa con dieci tele a una serata del progetto Cortili Modenesi e una collettiva intitolata “Rassegna Arti Visive” organizzata dall’AICS (la mostra itinerante tocca le città di Cervia, Piacenza, Ferrara, Finale Emilia e Rimini). Nel 2001 partecipa alla mostra collettiva di Gualtieri (Reggio Emilia) in onore di Cesare Zavattini “Da Za al Po”, organizzata dall’associazione l’Albero. Nel 2002, tiene una mostra personale presso la comunità gli Alberi di Basilicanova (PR), dal titolo “Pensieri in copertina”. Nel 2003 partecipa a due collettive: quella di Langhirano (Parma), “Alfa Beta. Segni di scritture e di immagini”, organizzata dall’associazione l’Albero, e quella di Gualtieri (Reggio Emilia) in onore del Parmigianino, “Per Parmigianino. Lo specchio e la lente”, organizzata dalla medesima associazione. Nel 2004, tiene una mostra personale presso la comunità gli Alberi di Basilicanova (PR) e presso il Caffè del Prato di Parma.
28
gennaio 2005
Sguardi – Lorenzo Bosi
Dal 28 gennaio al 20 febbraio 2005
giovane arte
Location
VETRINA INA
Parma, Strada Cavour, 21, (Parma)
Parma, Strada Cavour, 21, (Parma)
Vernissage
28 Gennaio 2005, ore 17.30
Autore