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Sguardi metropolitani
Mario Margani prosegue il percorso di ricerca sull’iconografia moderna del tradizionale tema paesaggistico, scegliendo quattro nuovi artisti che presenteranno in anteprima la loro indagine sulla dimensione metropolitana
Comunicato stampa
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Mario Margani, collaboratore della Galleria Famiglia Margini, dopo l’apertura della mostra “I Nuovi Paesaggi” prosegue il percorso di ricerca sull’iconografia moderna del tradizionale tema paesaggistico, scegliendo quattro nuovi artisti che presenteranno in anteprima la loro indagine sulla dimensione metropolitana.
Angelo De Ceglie, Dario Semini, Lorenzo Fabbro, Gabor Miklos Szoke sono volutamente artisti molto differenti tra di loro sia per sensibilità che per tecnica, al fine di cogliere diversi punti di vista della stessa condizione.
Testo critico:
Il vuoto incedere dei passanti davanti ad una stazione, lontani chilometri gli uni dagli altri, sembra raccontare l’impossibilità di leggere tra gli sguardi l’identità o di scovarvi tracce di speranza.
Lo spazio urbano genera l’incubo del vivere alienato, l’uomo recita il ruolo del peccatore escluso dal paradiso della natura. Non gli è più dato di assaporare il frutto della terra ed erra freneticamente tra smog e cemento. Nonostante ciò nell’Inferno Metropolitano è possibile trovare spiragli di Spensieratezza, Felicità e Leggerezza.
Osservare la città da un’altra prospettiva, interpretare le sue mutazioni con l’occhio di chi si lascia ancora stupire da incontri inattesi, surreali, fantastici. Sono questi gli sguardi metropolitani capaci di rendere omaggio alla magia che nasce dall’incontro tra lo spirito umano e la materia urbana ricca di tracce energetiche sedimentate nel tempo.
Un paesaggio metropolitano che si esprime al meglio negli spazi vissuti intimamente, negli angoli dimenticati. Parcheggi, Secche, Segnali stradali, Mura abbandonate, Parchi deserti. L’intervento artistico si impossessa di questi luoghi ad alto potenziale espressivo, crocevia di esistenze, e lancia la sfida a chi dimentica che la città è viva.
Il calore umano dà forma alla città frammentata, la ricompatta tramutando un contenitore di misantropia in un’esplosione di emozioni grazie a momenti di casuale socialità. La condivisione del Gioco, la curiosità di guardare dietro l’angolo e il recupero della sfera affettiva nell’attraversamento della Strada sono l’atteggiamento dell’uomo artefice del proprio percorso di vita. L’individuo è fulcro e ragion d’essere della città!
Questo è l’atteggiamento di chi contrasta l’avanzata dell’omologazione e della disintegrazione dei rapporti sociali preservando quei pezzi genuini di città e questa attitudine indiscreta, bizzarra e singolare dello sguardo metropolitano, di chi vive il cambiamento.
Angelo De Ceglie afferra e presenta la sorpresa nello spazio urbano modificando i segnali stradali con rifrangenze luminose e giochi di linee che incrociano e attirano lo sguardo del passante.
Dario Semini con i suoi scatti pesca momenti di inaspettata energia nei grandi spazi così come tra gli anfratti cittadini, bloccando il ritmo frenetico in passaggi che manifestano le possibilità vitali e poetiche dello spazio.
Lorenzo Fabbro con occhio indiscreto trova anche nei luoghi più spersonalizzanti tracce di emozioni e rapporti umani capaci di rompere il muro dell’incomunicabilità e coinvolgere l’osservatore.
Gabor Miklos Szoke infonde nella sua materia prediletta, il legno, l’energia animalesca che investe lo spazio e si impossessa dei suoi abitanti. Realizza gigantesche sculture capaci di incutere timore ed arrestare il quotidiano scorrere del tempo.
Angelo De Ceglie, Dario Semini, Lorenzo Fabbro, Gabor Miklos Szoke sono volutamente artisti molto differenti tra di loro sia per sensibilità che per tecnica, al fine di cogliere diversi punti di vista della stessa condizione.
Testo critico:
Il vuoto incedere dei passanti davanti ad una stazione, lontani chilometri gli uni dagli altri, sembra raccontare l’impossibilità di leggere tra gli sguardi l’identità o di scovarvi tracce di speranza.
Lo spazio urbano genera l’incubo del vivere alienato, l’uomo recita il ruolo del peccatore escluso dal paradiso della natura. Non gli è più dato di assaporare il frutto della terra ed erra freneticamente tra smog e cemento. Nonostante ciò nell’Inferno Metropolitano è possibile trovare spiragli di Spensieratezza, Felicità e Leggerezza.
Osservare la città da un’altra prospettiva, interpretare le sue mutazioni con l’occhio di chi si lascia ancora stupire da incontri inattesi, surreali, fantastici. Sono questi gli sguardi metropolitani capaci di rendere omaggio alla magia che nasce dall’incontro tra lo spirito umano e la materia urbana ricca di tracce energetiche sedimentate nel tempo.
Un paesaggio metropolitano che si esprime al meglio negli spazi vissuti intimamente, negli angoli dimenticati. Parcheggi, Secche, Segnali stradali, Mura abbandonate, Parchi deserti. L’intervento artistico si impossessa di questi luoghi ad alto potenziale espressivo, crocevia di esistenze, e lancia la sfida a chi dimentica che la città è viva.
Il calore umano dà forma alla città frammentata, la ricompatta tramutando un contenitore di misantropia in un’esplosione di emozioni grazie a momenti di casuale socialità. La condivisione del Gioco, la curiosità di guardare dietro l’angolo e il recupero della sfera affettiva nell’attraversamento della Strada sono l’atteggiamento dell’uomo artefice del proprio percorso di vita. L’individuo è fulcro e ragion d’essere della città!
Questo è l’atteggiamento di chi contrasta l’avanzata dell’omologazione e della disintegrazione dei rapporti sociali preservando quei pezzi genuini di città e questa attitudine indiscreta, bizzarra e singolare dello sguardo metropolitano, di chi vive il cambiamento.
Angelo De Ceglie afferra e presenta la sorpresa nello spazio urbano modificando i segnali stradali con rifrangenze luminose e giochi di linee che incrociano e attirano lo sguardo del passante.
Dario Semini con i suoi scatti pesca momenti di inaspettata energia nei grandi spazi così come tra gli anfratti cittadini, bloccando il ritmo frenetico in passaggi che manifestano le possibilità vitali e poetiche dello spazio.
Lorenzo Fabbro con occhio indiscreto trova anche nei luoghi più spersonalizzanti tracce di emozioni e rapporti umani capaci di rompere il muro dell’incomunicabilità e coinvolgere l’osservatore.
Gabor Miklos Szoke infonde nella sua materia prediletta, il legno, l’energia animalesca che investe lo spazio e si impossessa dei suoi abitanti. Realizza gigantesche sculture capaci di incutere timore ed arrestare il quotidiano scorrere del tempo.
15
giugno 2009
Sguardi metropolitani
Dal 15 giugno al 13 luglio 2009
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
CAFE’ IL CORTILETTO DI BRERA – ART CAFE’ & BAR
Milano, Via Brera, 28, (Milano)
Milano, Via Brera, 28, (Milano)
Vernissage
15 Giugno 2009, ore 16
Autore
Curatore