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Sguardo ad/da Est
Lo sguardo ad est si apre agli sviluppi dell’arte in Russia e Cina
Comunicato stampa
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«Sguardo ad/da Est» ribadisce il proposito della nostra galleria di seguire le rapide trasformazioni del mercato internazionale dell’arte e di promuovere un circuito espositivo e commerciale dove possano trovare spazio artisti di cultura non occidentale.
In mostra dalla Cina Zhao Bandi, Zhuang Hui e Luo Yongjin; dalla Russia Serghey Denissov, Vladislav Efimov, Dimitry Mishenin, Elena Nemkova e Vladimir Shinkarev. Al di là del fatto che i più tra questi nomi siano molto noti in patria e che siano stati invitati a prestigiosi appuntamenti come la Biennale di Venezia o quella di Sydney, e che quindi si tratti di artisti il cui lavoro è già consolidato nel mercato internazionale dell’arte, con «Sguardo ad/da Est» la Transarte rinnova la proposta «per un punto di vista altro».
Lo sguardo ad est, già sperimentato con successo qualche mese addietro con le fotografie dell’artista bulgaro Garo Keshishian, in questa occasione si apre agli sviluppi dell’arte in Russia e Cina; ma è anche uno sguardo da est, nel senso che gli artisti selezionati, e in particolare i fotografi, sono stati invitati a confrontarsi con soggetti e tematiche del mondo occidentale. In Russia dopo la Perestroika ed in Cina dopo Mao Zedon e Deng Xiaoping, si è svolto un processo di integrazione artistica nella cultura mondiale che se in una prima fase operava su percorsi sperimentali, spesso ancora caratterizzati da una forte reazione rispetto al passato, oggi riesce a salvaguardare la propria eccentricità, quell'identità peculiare determinata dalla sensibilità e spiritualità dei luoghi d’origine, ed insieme a superare la cristallizzazione negli schemi prefissati di "arte per le masse" imposta dai regimi comunisti, nell’ambito dei quali ogni ricerca artistica che si discostasse dagli stili ammessi era censurata in quanto "borghese". Questa selezione di artisti russi e cinesi cerca di indagare come e quanto il retaggio della tradizione sia ancora elemento vivo e qualificante nella produzione contemporanea e, nel caso di coloro che vivono in occidente da molti anni, come proprio le basi della loro tradizione culturale e artistica siano ancora permanenti e valide oltre che maturate verso forme più complesse nei contatti con altre culture. Allora se, da una parte, lo sguardo ad est ci racconta il protagonismo della ricerca individuale, libera finalmente da ideologie oppressive e da imposizione di generi; dall’altra, lo sguardo da est testimonia l’esistenza della ricerca artistica di società che, attraversando un cambiamento radicale, si confrontano con il mondo occidentale senza esserne suggestionate, accogliendone gli elementi di progresso e integrandoli nelle proprie tradizioni millenarie.
«Lo sguardo che proponiamo è un ulteriore esperimento culturale – spiega il curatore Sergio Poggianella – per risalire all’origine della questione della globalizzazione e delle sue conseguenze a scala planetaria. I termini occidentale e non-occidentale non sono però da intendersi in contrapposizione perché le nostre civiltà sono il risultato di profondi scambi avvenuti a livello economico, politico e culturale. Rimane pur vero che l’Occidente, prima attraverso le pratiche del colonialismo poi attraverso quelle del controllo finanziario dei mercati, ha interferito se non condizionato la vita e gli esiti delle produzioni artistiche altrove maturate. Oggi diventa quanto mai necessario prestare attenzione a tali esiti e muovere, a partire da essi, una sempre più puntuale riflessione sulle scelte più o meno consapevoli del mercato internazionale dell’arte».
In mostra dalla Cina Zhao Bandi, Zhuang Hui e Luo Yongjin; dalla Russia Serghey Denissov, Vladislav Efimov, Dimitry Mishenin, Elena Nemkova e Vladimir Shinkarev. Al di là del fatto che i più tra questi nomi siano molto noti in patria e che siano stati invitati a prestigiosi appuntamenti come la Biennale di Venezia o quella di Sydney, e che quindi si tratti di artisti il cui lavoro è già consolidato nel mercato internazionale dell’arte, con «Sguardo ad/da Est» la Transarte rinnova la proposta «per un punto di vista altro».
Lo sguardo ad est, già sperimentato con successo qualche mese addietro con le fotografie dell’artista bulgaro Garo Keshishian, in questa occasione si apre agli sviluppi dell’arte in Russia e Cina; ma è anche uno sguardo da est, nel senso che gli artisti selezionati, e in particolare i fotografi, sono stati invitati a confrontarsi con soggetti e tematiche del mondo occidentale. In Russia dopo la Perestroika ed in Cina dopo Mao Zedon e Deng Xiaoping, si è svolto un processo di integrazione artistica nella cultura mondiale che se in una prima fase operava su percorsi sperimentali, spesso ancora caratterizzati da una forte reazione rispetto al passato, oggi riesce a salvaguardare la propria eccentricità, quell'identità peculiare determinata dalla sensibilità e spiritualità dei luoghi d’origine, ed insieme a superare la cristallizzazione negli schemi prefissati di "arte per le masse" imposta dai regimi comunisti, nell’ambito dei quali ogni ricerca artistica che si discostasse dagli stili ammessi era censurata in quanto "borghese". Questa selezione di artisti russi e cinesi cerca di indagare come e quanto il retaggio della tradizione sia ancora elemento vivo e qualificante nella produzione contemporanea e, nel caso di coloro che vivono in occidente da molti anni, come proprio le basi della loro tradizione culturale e artistica siano ancora permanenti e valide oltre che maturate verso forme più complesse nei contatti con altre culture. Allora se, da una parte, lo sguardo ad est ci racconta il protagonismo della ricerca individuale, libera finalmente da ideologie oppressive e da imposizione di generi; dall’altra, lo sguardo da est testimonia l’esistenza della ricerca artistica di società che, attraversando un cambiamento radicale, si confrontano con il mondo occidentale senza esserne suggestionate, accogliendone gli elementi di progresso e integrandoli nelle proprie tradizioni millenarie.
«Lo sguardo che proponiamo è un ulteriore esperimento culturale – spiega il curatore Sergio Poggianella – per risalire all’origine della questione della globalizzazione e delle sue conseguenze a scala planetaria. I termini occidentale e non-occidentale non sono però da intendersi in contrapposizione perché le nostre civiltà sono il risultato di profondi scambi avvenuti a livello economico, politico e culturale. Rimane pur vero che l’Occidente, prima attraverso le pratiche del colonialismo poi attraverso quelle del controllo finanziario dei mercati, ha interferito se non condizionato la vita e gli esiti delle produzioni artistiche altrove maturate. Oggi diventa quanto mai necessario prestare attenzione a tali esiti e muovere, a partire da essi, una sempre più puntuale riflessione sulle scelte più o meno consapevoli del mercato internazionale dell’arte».
19
aprile 2005
Sguardo ad/da Est
Dal 19 aprile al 19 maggio 2005
arte contemporanea
Location
TRANSARTE
Rovereto, Via Valbusa Grande, 2, (Trento)
Rovereto, Via Valbusa Grande, 2, (Trento)
Orario di apertura
dal martedì a sabato 15.30-19.30, lunedì per appuntamento
Vernissage
19 Aprile 2005, ore 18
Editore
NICOLODI
Autore