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Shaw / Secchiaroli / Samugheo
tre personali fotografiche
Comunicato stampa
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La Fondazione Antonio Mazzotta, in collaborazione con la Provincia di Milano/Assessorato alla Cultura, presenta per la Primavera 2006 una grande mostra dedicata a tre straordinari fotografi del cinema e dello spettacolo, Sam Shaw, Tazio Secchiaroli e Chiara Samugheo. La rassegna, curata da Armand Deriaz e Uliano Lucas, peopone oltre trecento scatti che celebrano icone e protagonisti del cinema degli anni Cinquanta (Shaw), Sessanta (Secchiaroli), Settanta (Samugheo), in un percorso che mette in rilievo diversità, analogie e peculiarità proprie dell'occhio fotografico di ciascun artista.
Tra i numerosi soggetti, spiccano gli omaggi a quattro icone degli anni Cinquanta e Sessanta: due divi assoluti americani, Marilyn Monroe e Marlon Brando, e due amatissimi volti italiani quali Sofia Loren e Marcello Mastroianni.
L'immagine del divo si è venuta ad affermare con modalità via via sempre più sistematiche a partire dai primi del Novecento, e in questo processo l'attività dei fotografi ha sempre ricoperto un ruolo essenziale. Negli anni Cinquanta e Sessanta si è assistito a una impennata del fenomeno divistico, legato in modo particolare a una figura come Marilyn Monroe che con la sua bellezza, sensuale e tenera allo stesso tempo, ha rivoluzionato l'immaginario collettivo.
Il “newyorkese dell'East Side” Sam Shaw diventa famoso come fotografo con lo straordinario ritratto di Marlon Brando in maglietta del film Un tram chiamato desiderio (1951), certamente una delle immagini più famose, non solo dell'attore, ma del cinema stesso. L'anno seguente incontra Marilyn e, come fotografo di scena di Billy Wilder, le resterà legato fino alla tragica fine. Marlon Brando e Marilyn Monroe sono quindi i nomi più ricorrenti della fotografia di Shaw, che ritrae i due divi sia sui set dei loro film (come Quando la moglie è in vacanza del 1955 o Viva Zapata del 1952), sia in momenti più intimi e familiari.
Tazio Secchiaroli è senz'altro uno dei fotografi italiani più famosi, cantore, ma forse co-inventore, della “dolce vita”. Le sue fotografie di Mastroianni e della Loren ricreano lo sfondo di quegli anni e consentono di comprendere la dimensione internazionale non solo delle due stelle, ma anche del cinema italiano e dell'Italia del periodo.
Secchiaroli giunge a una nuova rappresentazione del set cinematografico, una rappresentazione parallela, in cui ritrae i momenti di relax, di vita, di eccitazione, di dolcezza che sempre si vengono a creare all'interno di una troupe cinematografica che sperimenta una lunga convivenza di gruppo.
Presenza discreta e attenta, quella di Secchiaroli, il quale ha saputo fornire una lettura tutta sua e infondere nuova vita al processo di realizzazione di molti film di quegli anni. Egli veniva chiamato dal regista in qualità di reporter, al fine di documentare gli avvenimenti e le scene del set con libera licenza d'interpretazione e di produrre immagini importanti per la produzione perché destinate alle pagine dei maggiori rotocalchi popolari dell'epoca. Questi stessi scatti oggi sono documenti fondamentali della storia del cinema italiano.
Le sue immagini di Michelangelo Antonioni sul set di “Blow up” (1966) a Londra sono indimenticabili. Durante le riprese del film “I Girasoli” (del 1969, con Sofia Loren e Marcello Mastroianni, regia di De Sica) ha creato una straordinaria e personale interpretazione del set dell'Unione Sovietica. Le fotografie commissionategli da Fellini, nel 1966, per i provini a Marcello Mastroianni nel film mai realizzato “Il Viaggio di G. Mastorna”, rappresentano un documento imprescindibile per tutti gli storici di cinema.
Famosissimi sono infine gli scatti realizzati in Gran Bretagna durante le riprese di “Arabesque” di Stanley Donen con la Loren e Gregory Peck (1966), oppure quelli per “8 e mezzo” (1962) di Federico Fellini con Mastroianni.
Chiara Samugheo è stata l'originale interprete del mondo del cinema italiano degli anni Sessanta e Settanta. Giocando sull'essenzialità delle linee, sui contrasti cromatici forti, su sontuose acconciature, la fotografa ha rinnovato in modo eclatante il ritratto di studio, che diventerà un modello per la successiva fotografia di moda e di cinema degli anni '80.
La Samugheo inizia a lavorare negli anni Cinquanta realizzando le copertine per la rivista “Cinema nuovo” e sono proprio le sue fotografie a portare al successo questo quindicinale. Le sue copertine (“Tempo Illustrato”, “Le Ore”, “Grazia”, “Europeo”, “Settimo Giorno”, “Playboy”, “Playman”), i suoi servizi speciali sono diventati un punto di riferimento per i direttori dei maggiori rotocalchi italiani ed europei degli anni Sessanta, sia per il gusto, sia per la capacità di interpretare l'uso sapiente del colore e dell'ambientazione.
Chiara Samugheo reinventa o, meglio, inventa un nuovo modo di fotografare le dive, strettamente legato al gusto e al cambiamento della moda degli anni Sessanta, una fotografia a colori, raffinata, colta che interpreta, studia e ci consegna un personaggio.
Amica e confidente di attrici come Claudia Cardinale, Virna Lisi, Gina Lollobrigida e Monica Vitti - di cui in mostra ritroviamo bellissimi ritratti - abbandona il mondo della fotografia dello spettacolo negli anni Ottanta e diventa una straordinaria fotografa di architettura e di paesaggio. Ricordiamo i suoi libri sui costumi della Sardegna realizzati negli anni Novanta.
La mostra si avvale della collaborazione di Blockbuster e della sponsorizzazione tecnica di IGP Decaux, ATM e Maestro di Casa.
Domenica 9 aprile 2006 (primo giorno di apertura della mostra, dalle ore 10-19.30) i visitatori che presenteranno alla biglietteria la scheda elettorale timbrata potranno usufruire di una riduzione sul biglietto d'ingresso.
Tra i numerosi soggetti, spiccano gli omaggi a quattro icone degli anni Cinquanta e Sessanta: due divi assoluti americani, Marilyn Monroe e Marlon Brando, e due amatissimi volti italiani quali Sofia Loren e Marcello Mastroianni.
L'immagine del divo si è venuta ad affermare con modalità via via sempre più sistematiche a partire dai primi del Novecento, e in questo processo l'attività dei fotografi ha sempre ricoperto un ruolo essenziale. Negli anni Cinquanta e Sessanta si è assistito a una impennata del fenomeno divistico, legato in modo particolare a una figura come Marilyn Monroe che con la sua bellezza, sensuale e tenera allo stesso tempo, ha rivoluzionato l'immaginario collettivo.
Il “newyorkese dell'East Side” Sam Shaw diventa famoso come fotografo con lo straordinario ritratto di Marlon Brando in maglietta del film Un tram chiamato desiderio (1951), certamente una delle immagini più famose, non solo dell'attore, ma del cinema stesso. L'anno seguente incontra Marilyn e, come fotografo di scena di Billy Wilder, le resterà legato fino alla tragica fine. Marlon Brando e Marilyn Monroe sono quindi i nomi più ricorrenti della fotografia di Shaw, che ritrae i due divi sia sui set dei loro film (come Quando la moglie è in vacanza del 1955 o Viva Zapata del 1952), sia in momenti più intimi e familiari.
Tazio Secchiaroli è senz'altro uno dei fotografi italiani più famosi, cantore, ma forse co-inventore, della “dolce vita”. Le sue fotografie di Mastroianni e della Loren ricreano lo sfondo di quegli anni e consentono di comprendere la dimensione internazionale non solo delle due stelle, ma anche del cinema italiano e dell'Italia del periodo.
Secchiaroli giunge a una nuova rappresentazione del set cinematografico, una rappresentazione parallela, in cui ritrae i momenti di relax, di vita, di eccitazione, di dolcezza che sempre si vengono a creare all'interno di una troupe cinematografica che sperimenta una lunga convivenza di gruppo.
Presenza discreta e attenta, quella di Secchiaroli, il quale ha saputo fornire una lettura tutta sua e infondere nuova vita al processo di realizzazione di molti film di quegli anni. Egli veniva chiamato dal regista in qualità di reporter, al fine di documentare gli avvenimenti e le scene del set con libera licenza d'interpretazione e di produrre immagini importanti per la produzione perché destinate alle pagine dei maggiori rotocalchi popolari dell'epoca. Questi stessi scatti oggi sono documenti fondamentali della storia del cinema italiano.
Le sue immagini di Michelangelo Antonioni sul set di “Blow up” (1966) a Londra sono indimenticabili. Durante le riprese del film “I Girasoli” (del 1969, con Sofia Loren e Marcello Mastroianni, regia di De Sica) ha creato una straordinaria e personale interpretazione del set dell'Unione Sovietica. Le fotografie commissionategli da Fellini, nel 1966, per i provini a Marcello Mastroianni nel film mai realizzato “Il Viaggio di G. Mastorna”, rappresentano un documento imprescindibile per tutti gli storici di cinema.
Famosissimi sono infine gli scatti realizzati in Gran Bretagna durante le riprese di “Arabesque” di Stanley Donen con la Loren e Gregory Peck (1966), oppure quelli per “8 e mezzo” (1962) di Federico Fellini con Mastroianni.
Chiara Samugheo è stata l'originale interprete del mondo del cinema italiano degli anni Sessanta e Settanta. Giocando sull'essenzialità delle linee, sui contrasti cromatici forti, su sontuose acconciature, la fotografa ha rinnovato in modo eclatante il ritratto di studio, che diventerà un modello per la successiva fotografia di moda e di cinema degli anni '80.
La Samugheo inizia a lavorare negli anni Cinquanta realizzando le copertine per la rivista “Cinema nuovo” e sono proprio le sue fotografie a portare al successo questo quindicinale. Le sue copertine (“Tempo Illustrato”, “Le Ore”, “Grazia”, “Europeo”, “Settimo Giorno”, “Playboy”, “Playman”), i suoi servizi speciali sono diventati un punto di riferimento per i direttori dei maggiori rotocalchi italiani ed europei degli anni Sessanta, sia per il gusto, sia per la capacità di interpretare l'uso sapiente del colore e dell'ambientazione.
Chiara Samugheo reinventa o, meglio, inventa un nuovo modo di fotografare le dive, strettamente legato al gusto e al cambiamento della moda degli anni Sessanta, una fotografia a colori, raffinata, colta che interpreta, studia e ci consegna un personaggio.
Amica e confidente di attrici come Claudia Cardinale, Virna Lisi, Gina Lollobrigida e Monica Vitti - di cui in mostra ritroviamo bellissimi ritratti - abbandona il mondo della fotografia dello spettacolo negli anni Ottanta e diventa una straordinaria fotografa di architettura e di paesaggio. Ricordiamo i suoi libri sui costumi della Sardegna realizzati negli anni Novanta.
La mostra si avvale della collaborazione di Blockbuster e della sponsorizzazione tecnica di IGP Decaux, ATM e Maestro di Casa.
Domenica 9 aprile 2006 (primo giorno di apertura della mostra, dalle ore 10-19.30) i visitatori che presenteranno alla biglietteria la scheda elettorale timbrata potranno usufruire di una riduzione sul biglietto d'ingresso.
08
aprile 2006
Shaw / Secchiaroli / Samugheo
Dall'otto aprile al 09 luglio 2006
fotografia
Location
FAM – FONDAZIONE ANTONIO MAZZOTTA
Milano, Foro Buonaparte, 50, (Milano)
Milano, Foro Buonaparte, 50, (Milano)
Biglietti
intero € 5,50, ridotti € 4,50
Orario di apertura
10-19,30; martedì e giovedì 10-22.30. Chiusa tutti i lunedì non festivi e domenica 16 aprile (Pasqua).
Aperta con orario 10-19.30: lunedì 17 aprile 2006, martedì 25 aprile, lunedì 1° maggio, venerdì 2 giugno
Vernissage
8 Aprile 2006, ore 18,30
Editore
MAZZOTTA
Autore
Curatore