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She devil
opere di quattro artiste presentate da quattro curatrici
Comunicato stampa
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Lo Studio Stefania Miscetti presenta tre video e tre dipinti di artiste selezionate da quattro curatrici:
Daniela Cascella, Dobrila Denegri,Tiziana Di Caro, Elena Giulia Rossi.
Le opere sono presentate come appunti di indagine e riflessione al femminile, analizzando il rapporto tra realtà esterna
e mondo interiore attraverso comportamenti e situazioni comunemente inscritte nella ‘normalità’.
SHE DEVIL, nome di un’eroina di Marvel e titolo di film, allude, in modo giocoso, allo spirito diabolico e bizzarro con cui l’esperienza artistica indaga e attraversa il quotidiano. Ognuna delle protagoniste delle opere mette in gioco se stessa attraverso il confronto,
a volte violento altre grottesco, con momenti che caratterizzano la vita, mai fornendo una chiave di lettura definitiva, ma piuttosto aprendo ulteriori interrogativi.
a cura di Daniela Cascella
NOOSHIN FARHID
She Wants Me To Go To Heaven
single screen video, 2001
16'
Il parlato piatto e indistinto di Lei è affogato nel suono di una macchina da scrivere che ne cancella le pretese e ne rivela la monotonia di toni e di argomenti. Lui appare seduto accanto a Lei ma in realtà la sua vicinanza si rivela un'immagine montata: è soltanto l'involucro del suo corpo che sta dove dovrebbe stare. In realtà Lui si manifesta in una serie di inquadrature a parte, si racconta solo quando Lei manca sullo schermo. E con poche frasi ironiche e asciutte (il contrario del mare indistinto del chiacchiericcio di Lei) esprime la propria inadeguatezza - lui, emigrato in Inghilterra dall'Iran - l'incapacità di trovare parole: inizia a raccontare una storia ma non riesce a concluderla, si scontra con l'impossibilità di una lingua non sua eppure afferma la volontà di rimanere in mezzo alle "Persone Terrene". Gesti, sguardi e parole tirate fuori dall'anima perché necessarie e solo quando necessarie, opponendosi ad ogni prosaico eccesso di spiegazione.
a cura di Dobrila Denegri
JULIA WEIDNER
Keep On
video, 2003
Un scenario semplice, come una passeggiata nel parco in una giornata di sole, come un tentativo di irrompere nella ordinaria quotidianità della gente comune con un refrain sdolcinato da film americano anni ’60 che invita ad essere sempre sul “lato solare della vita”. Così è il video della giovane tedesca Julia Weidner: una serie di mini-gag riprese dal vivo in cui i protagonisti sono passanti casuali, cui dimensione ordinaria, privata e anonima all’improvviso viene “disturbata” da un apparentemente innocuo e spiritoso commento musicale eseguito dall’artista. Questa colonna sonora trasforma ogni scena in una sorta di vignetta che con sottile ironia e arguzia ritrae una specifica condizione sociale e, allo stesso tempo, pone l’interrogativo di come l’arte contemporanea oggi possa trattare temi come ottimismo e populismo.
a cura di Tiziana Di Caro
LUCIA LAMBERTI
girls+cars+guns
tre opere olio su tela, 2006
cm 100 x 120
Protagoniste delle opere presentate sono donne armate, colte nel momento in cui, assalite dall’isitinto di difesa o dalla furia omicida, puntano la pistola contro il nemico. Un nemico ignoto perché è relegato al di là della scena pittorica, facendo sì che l’attenzione si concentri esclusivamente sull’espressione femminile, che si contrare e si deforma fino a diventare mostruosa.
Le fonti che Lucia Lamberti utilizza sono film di bassa qualità reperibili in rete, da cui seleziona dei frame, che sono decodificati e alterati dal gesto pittorico. Sfalsando i pixel e rendendo vibranti le forme, l'artista altera la bellezza delle attrici, creando scene dinamiche e inquietanti, in cui l'idea della bellezza femminile è violentata dalla rabbia, dalla follia, dalla paura.
a cura di Elena Giulia Rossi
KELLY DOBSON
Blendie, 2003 – 2004
video, 3’
Blendie è una video performance che indaga in chiave umoristica la relazione tra uomo e tecnologie. Un software, invenzione dell’artista, fa sì che un frullatore anni Cinquanta risponda alla voce umana diventando un interlocutore che a tratti sembra non obbedire più allo stimolo umano per rivelare una coscienza propria. Frutto di una lunga ricerca in design, ingegneria e psicoterapia, Blendie è parte del più ampio progetto “Machine Therapy”: la costruzione di macchine “empatiche”, come nel caso Blendie, apre a riflessioni sulla risposta sociale al dilagare dell’utilizzo delle tecnologie nell’era post-industriale.
Daniela Cascella, Dobrila Denegri,Tiziana Di Caro, Elena Giulia Rossi.
Le opere sono presentate come appunti di indagine e riflessione al femminile, analizzando il rapporto tra realtà esterna
e mondo interiore attraverso comportamenti e situazioni comunemente inscritte nella ‘normalità’.
SHE DEVIL, nome di un’eroina di Marvel e titolo di film, allude, in modo giocoso, allo spirito diabolico e bizzarro con cui l’esperienza artistica indaga e attraversa il quotidiano. Ognuna delle protagoniste delle opere mette in gioco se stessa attraverso il confronto,
a volte violento altre grottesco, con momenti che caratterizzano la vita, mai fornendo una chiave di lettura definitiva, ma piuttosto aprendo ulteriori interrogativi.
a cura di Daniela Cascella
NOOSHIN FARHID
She Wants Me To Go To Heaven
single screen video, 2001
16'
Il parlato piatto e indistinto di Lei è affogato nel suono di una macchina da scrivere che ne cancella le pretese e ne rivela la monotonia di toni e di argomenti. Lui appare seduto accanto a Lei ma in realtà la sua vicinanza si rivela un'immagine montata: è soltanto l'involucro del suo corpo che sta dove dovrebbe stare. In realtà Lui si manifesta in una serie di inquadrature a parte, si racconta solo quando Lei manca sullo schermo. E con poche frasi ironiche e asciutte (il contrario del mare indistinto del chiacchiericcio di Lei) esprime la propria inadeguatezza - lui, emigrato in Inghilterra dall'Iran - l'incapacità di trovare parole: inizia a raccontare una storia ma non riesce a concluderla, si scontra con l'impossibilità di una lingua non sua eppure afferma la volontà di rimanere in mezzo alle "Persone Terrene". Gesti, sguardi e parole tirate fuori dall'anima perché necessarie e solo quando necessarie, opponendosi ad ogni prosaico eccesso di spiegazione.
a cura di Dobrila Denegri
JULIA WEIDNER
Keep On
video, 2003
Un scenario semplice, come una passeggiata nel parco in una giornata di sole, come un tentativo di irrompere nella ordinaria quotidianità della gente comune con un refrain sdolcinato da film americano anni ’60 che invita ad essere sempre sul “lato solare della vita”. Così è il video della giovane tedesca Julia Weidner: una serie di mini-gag riprese dal vivo in cui i protagonisti sono passanti casuali, cui dimensione ordinaria, privata e anonima all’improvviso viene “disturbata” da un apparentemente innocuo e spiritoso commento musicale eseguito dall’artista. Questa colonna sonora trasforma ogni scena in una sorta di vignetta che con sottile ironia e arguzia ritrae una specifica condizione sociale e, allo stesso tempo, pone l’interrogativo di come l’arte contemporanea oggi possa trattare temi come ottimismo e populismo.
a cura di Tiziana Di Caro
LUCIA LAMBERTI
girls+cars+guns
tre opere olio su tela, 2006
cm 100 x 120
Protagoniste delle opere presentate sono donne armate, colte nel momento in cui, assalite dall’isitinto di difesa o dalla furia omicida, puntano la pistola contro il nemico. Un nemico ignoto perché è relegato al di là della scena pittorica, facendo sì che l’attenzione si concentri esclusivamente sull’espressione femminile, che si contrare e si deforma fino a diventare mostruosa.
Le fonti che Lucia Lamberti utilizza sono film di bassa qualità reperibili in rete, da cui seleziona dei frame, che sono decodificati e alterati dal gesto pittorico. Sfalsando i pixel e rendendo vibranti le forme, l'artista altera la bellezza delle attrici, creando scene dinamiche e inquietanti, in cui l'idea della bellezza femminile è violentata dalla rabbia, dalla follia, dalla paura.
a cura di Elena Giulia Rossi
KELLY DOBSON
Blendie, 2003 – 2004
video, 3’
Blendie è una video performance che indaga in chiave umoristica la relazione tra uomo e tecnologie. Un software, invenzione dell’artista, fa sì che un frullatore anni Cinquanta risponda alla voce umana diventando un interlocutore che a tratti sembra non obbedire più allo stimolo umano per rivelare una coscienza propria. Frutto di una lunga ricerca in design, ingegneria e psicoterapia, Blendie è parte del più ampio progetto “Machine Therapy”: la costruzione di macchine “empatiche”, come nel caso Blendie, apre a riflessioni sulla risposta sociale al dilagare dell’utilizzo delle tecnologie nell’era post-industriale.
14
novembre 2006
She devil
Dal 14 al 28 novembre 2006
arte contemporanea
Location
STUDIO STEFANIA MISCETTI
Roma, Via Delle Mantellate, 14, (Roma)
Roma, Via Delle Mantellate, 14, (Roma)
Orario di apertura
dalle 16.00 alle 20.00, dal martedì al sabato
Vernissage
14 Novembre 2006, ore 19
Autore
Curatore