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She Said No
Il primo rifiuto, la prima delusione sentimentale con tutta la sua intensa e insostenibile amarezza: è a questo delicato momento che i quattro giovani artisti tornano con la memoria e soprattutto con il cuore. Un momento di rottura e necessaria presa di coscienza di se stessi.
Comunicato stampa
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SHE SAID NO
STEFAN BRÜGGEMANN – GREGOR HILDEBRANDT – JAMIE SHOVLIN – CONRAD VENTUR
Il primo rifiuto, la prima delusione sentimentale con tutta la sua intensa e insostenibile amarezza: è a questo delicato momento che i quattro giovani artisti tornano con la memoria ma soprattutto con il cuore. Un momento di rottura in cui la difficile e necessaria presa di coscienza di se stessi, dei propri desideri, capacità e limiti, è legata a doppio filo ad un inevitabile confronto con l’altro, in particolar modo con l’altro che ci ha preceduto e ispirato.
Nella costante ricerca di una propria individualità e cifra stilistica l’artista si misura e spesso si svincola dal linguaggio dei padri, dall’ambito culturale che lo ha nutrito, in un misto di riconoscenza verso qualcosa da cui ha attinto e preso forza, ma che allo stesso tempo avverte come un peso da cui liberarsi, un debito da estinguere.
Le negazioni dei quattro artisti traducono così le loro individualità, le loro ossessioni: nei confronti delle icone moltiplicate all’infinito, negando così l’unicità insita nel concetto stesso di ‘icona’ (Conrad Ventur); nei confronti del neon, materiale usato dai padri del concettuale, costretto a contorcersi, cancellarsi o negare anche la possibilità di esprimere niente che vada al di là di una iterata negazione (Stefan Brüggemann); nei confronti dei nastri delle cassette contenenti le registrazioni costrette al silenzio (Gregor Hildebrandt) oppure del nulla, trasformato in realtà attraverso la creazione di una mitica rock band tedesca degli anni Settanta (Jamie Shovlin).
Stefan Brüggemann (1975, Città del Messico, Messico) vive e lavora tra Città del Messico e Londra. Principali mostre personali: Stefan Brüggemann, Yvon Lambert Gallery, Parigi (2009); Monday, Sies&Hoeke Gallery, Dusseldorf (2009). Recenti mostre collettive: Espece d’espace, Yvon Lambert Gallery, Parigi (2009); Making of art, the art world and its players, Weinhart, Schrin Kunsthalle, Francoforte (2009).
Gregor Hildebrandt (1974, Bad Homburg, Germania) vive e lavora a Berlino. Principali mostre personali: Daß dieser Mai nie ende, Wentrup, Berlino (2009); Der Himmel im Raum, Berlinische Galerie, Berlino (2009). Recenti mostre collettive: Berlin2000, Pace Wildenstein, New York (2009); Material Presence, Zabludowicz Collection/ Project Space 176, Londra (2008).
Jamie Shovlin (1978 Leicester, UK) vive e lavora a Londra. Tra le principali personali: The Ties that Bind, 1/9 unosunove, Roma (2008); A Dream Deferred, Haunch of Venison, Londra (2007); In Search of Perfect Harmony, Tate Britain, Londra (2006). Tra le collettive: Mythologies, Haunch of Venison, Londra (2009); Distortion, Gervasuti Foundation, Venezia.
Conrad Ventur (1977 Seattle, USA) vive e lavora a New York. Principali mostre personali: Fragments of Fame, The Andy Warhol Museum, Pittsburgh, USA (2009); Conrad Ventur, Galleria 1/9 unosunove, Roma (2008). Recenti mostre collettive: Image Search, P.P.O.W Gallery, New York (2009); Desiring Necessities, John Hansard Gallery, Southampton, UK (2009).
La mostra sarà accompagnata da una manifesto con interviste agli artisti realizzate da Ilaria Gianni.
STEFAN BRÜGGEMANN – GREGOR HILDEBRANDT – JAMIE SHOVLIN – CONRAD VENTUR
Il primo rifiuto, la prima delusione sentimentale con tutta la sua intensa e insostenibile amarezza: è a questo delicato momento che i quattro giovani artisti tornano con la memoria ma soprattutto con il cuore. Un momento di rottura in cui la difficile e necessaria presa di coscienza di se stessi, dei propri desideri, capacità e limiti, è legata a doppio filo ad un inevitabile confronto con l’altro, in particolar modo con l’altro che ci ha preceduto e ispirato.
Nella costante ricerca di una propria individualità e cifra stilistica l’artista si misura e spesso si svincola dal linguaggio dei padri, dall’ambito culturale che lo ha nutrito, in un misto di riconoscenza verso qualcosa da cui ha attinto e preso forza, ma che allo stesso tempo avverte come un peso da cui liberarsi, un debito da estinguere.
Le negazioni dei quattro artisti traducono così le loro individualità, le loro ossessioni: nei confronti delle icone moltiplicate all’infinito, negando così l’unicità insita nel concetto stesso di ‘icona’ (Conrad Ventur); nei confronti del neon, materiale usato dai padri del concettuale, costretto a contorcersi, cancellarsi o negare anche la possibilità di esprimere niente che vada al di là di una iterata negazione (Stefan Brüggemann); nei confronti dei nastri delle cassette contenenti le registrazioni costrette al silenzio (Gregor Hildebrandt) oppure del nulla, trasformato in realtà attraverso la creazione di una mitica rock band tedesca degli anni Settanta (Jamie Shovlin).
Stefan Brüggemann (1975, Città del Messico, Messico) vive e lavora tra Città del Messico e Londra. Principali mostre personali: Stefan Brüggemann, Yvon Lambert Gallery, Parigi (2009); Monday, Sies&Hoeke Gallery, Dusseldorf (2009). Recenti mostre collettive: Espece d’espace, Yvon Lambert Gallery, Parigi (2009); Making of art, the art world and its players, Weinhart, Schrin Kunsthalle, Francoforte (2009).
Gregor Hildebrandt (1974, Bad Homburg, Germania) vive e lavora a Berlino. Principali mostre personali: Daß dieser Mai nie ende, Wentrup, Berlino (2009); Der Himmel im Raum, Berlinische Galerie, Berlino (2009). Recenti mostre collettive: Berlin2000, Pace Wildenstein, New York (2009); Material Presence, Zabludowicz Collection/ Project Space 176, Londra (2008).
Jamie Shovlin (1978 Leicester, UK) vive e lavora a Londra. Tra le principali personali: The Ties that Bind, 1/9 unosunove, Roma (2008); A Dream Deferred, Haunch of Venison, Londra (2007); In Search of Perfect Harmony, Tate Britain, Londra (2006). Tra le collettive: Mythologies, Haunch of Venison, Londra (2009); Distortion, Gervasuti Foundation, Venezia.
Conrad Ventur (1977 Seattle, USA) vive e lavora a New York. Principali mostre personali: Fragments of Fame, The Andy Warhol Museum, Pittsburgh, USA (2009); Conrad Ventur, Galleria 1/9 unosunove, Roma (2008). Recenti mostre collettive: Image Search, P.P.O.W Gallery, New York (2009); Desiring Necessities, John Hansard Gallery, Southampton, UK (2009).
La mostra sarà accompagnata da una manifesto con interviste agli artisti realizzate da Ilaria Gianni.
30
settembre 2009
She Said No
Dal 30 settembre al 14 novembre 2009
arte contemporanea
Location
1/9 – UNOSUNOVE ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Via Degli Specchi, 20, (Roma)
Roma, Via Degli Specchi, 20, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 11 - 19
sabato ore 15 - 19
Vernissage
30 Settembre 2009, ore 19.00
Autore