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Sheba Chhachhi – Between stories
L’artista indiana Sheba Chhachhi presenta la sua prima personale in Europa ed in Italia. Saranno esposte nove opere, attraverso le quali Chhachhi analizza temi contemporanei come l’inquinamento ecologico e la trasformazione urbana, con un costante riferimento all’iconografia tradizionale indiana.
Comunicato stampa
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SHEBA CHHACHHI
BETWEEN STORIES
Galleria Paolo Curti / Annamaria Gambuzzi & Co.
20121 Milano – Italy – Via Pontaccio 19
19 Novembre 2009– 26 Febbraio 2010
orario: da lunedì a venerdì 11–19, escluso festivi, sabato su appuntamento
Inaugurazione Giovedì 19 Novembre 2009, dalle ore 18.00
Sarà presente l’artista.
La mostra è accompagnata da un catalogo con un testo di Adelina von Fürstenberg.
La galleria Paolo Curti/Annamaria Gambuzzi & Co. è lieta di annunciare la prima mostra personale in Europa ed in Italia dell’artista indiana Sheba Chhachhi (1958, Harar, Etiopia, vive e lavora a New Delhi) che si aprirà il 19 Novembre prossimo in Via Pontaccio 19 a Milano.
Le radici del percorso artistico di Sheba Chhachhi affondano nella complessità dell’India, un Paese vastissimo in cui antiche tradizioni si fondono con un mondo contemporaneo, dove ricchezza e povertà si fronteggiano su un territorio permeato da una profonda spiritualità religiosa.
L’approccio iniziale di Chhachhi negli anni Ottanta si manifesta attraverso la fotografia, che successivamente viene arricchita con l’uso di testi, oggetti di recupero e sculture. I temi affrontati spaziano dalla considerazione mitica e sociale del corpo umano (specialmente quello femminile) all’inquinamento ecologico e alla trasformazione urbana, attraverso un riferimento continuo all’iconografia antica.
L’artista ha da pochi anni inaugurato un progetto legato ad una nuova espressione artistica, caratterizzata dall’utilizzo di light boxes, all’interno delle quali scorrono senza sosta immagini dall’effetto cinematografico, che riprendono miti e simboli legati alla tradizione indiana.
Saranno esposti in galleria a Milano nove lavori (otto light boxes e un video) che descrivono il percorso dell’artista dal 2007 ad oggi e che si riferiscono proprio a quest’ultima ricerca.
Attraverso le opere in mostra notiamo un lavoro come Locust Time, nel quale Chhachhi sviluppa una critica pungente all’urbanizzazione e all’inquinamento, ponendo profondi interrogativi sulla trasformazione globale. In quest’opera l’immagine satellitare della pianura alluvionale del fiume Yamuna, con le sue terre agricole prosciugate e la contaminazione dell’aria e dell’acqua, diventa simbolo del disastro ecologico, sopra cui volano figure di donne-locuste, allo stesso tempo “osservatrici” e “sopravvissute”.
La denuncia della complessità e della violenza della globalizzazione viene affrontata anche in The Trophy Hunters. Qui Chhachhi utilizza il regale scialle Jamawar come supporto per immagini di architetture, re, conquistatori, attraverso cui le è possibile raccontare una storia di invasioni e persecuzione. Affiancato a questa immagine un testo di riflessione sulle quotidiane violenze perpetrate nel Kashmir a cui fanno da sfondo diversi riferimenti, come per esempio quello sul fucile AK 47.
Il tema dell’acqua, e in molti casi la sua assenza, sono il filo conduttore che accompagna molte delle opere in mostra. Il video The Water Diviner (già presentato presso la Delhi Public Library e ora per la prima volta in Italia) ha per protagonista l’elefante - icona radicata nella cultura indiana - che in questo caso e’ immerso nell’acqua, e ci trasmette tutta la sua eleganza ma anche tutta la sua fragilità. Quest’opera riconduce ad un modo profondo di pensare il problema del fiume: un problema ecologico a cui stare di fronte, ma anche lo specchio di una cultura spirituale che da sempre accompagna l’opera della Chhachhi.
L’artista inaugura in questa sede una nuova serie, The Illuminated Books, dove la scatola luminosa assume la forma di un libro. Due pagine illuminate aperte, da un lato un’ immagine tratta dalla tradizione, dall’altro un testo antico, e un “film” che scorre raccontando storie contemporanee.
Le opere di Sheba Chhachhi hanno avuto e continuano ad avere un forte riscontro internazionale, dall’Europa all’America, all’Asia. L’artista ha esposto in numerose sedi prestigiose tra le quali:
Against Exclusion, terza Biennale di Mosca, Mosca, Russia (2009); New Narratives, Contemporary Art from India, Chicago Arts Centre, Chicago, USA (2007); Thermocline of Art-New Asian Waves; Museum of Contemporary Art, ZKM, Karlsruhe, Germania (2007); Beliefs, Biennale di Singapore, Singapore (2006); Ganga’s daughters, Neelkanth : poison/nectar, When the gun is raised, dialogue stops…, Townsend Centre, University of California, Berkeley, USA (2005); Middleage Spread: imaging India from 1974-2004, Museo Nazionale di New Delhi, New Delhi, India (2004); SubTerrain: artworks in the City Fold, Body, City, House of World Culture, Berlino, Germania (2003).
BETWEEN STORIES
Galleria Paolo Curti / Annamaria Gambuzzi & Co.
20121 Milano – Italy – Via Pontaccio 19
19 Novembre 2009– 26 Febbraio 2010
orario: da lunedì a venerdì 11–19, escluso festivi, sabato su appuntamento
Inaugurazione Giovedì 19 Novembre 2009, dalle ore 18.00
Sarà presente l’artista.
La mostra è accompagnata da un catalogo con un testo di Adelina von Fürstenberg.
La galleria Paolo Curti/Annamaria Gambuzzi & Co. è lieta di annunciare la prima mostra personale in Europa ed in Italia dell’artista indiana Sheba Chhachhi (1958, Harar, Etiopia, vive e lavora a New Delhi) che si aprirà il 19 Novembre prossimo in Via Pontaccio 19 a Milano.
Le radici del percorso artistico di Sheba Chhachhi affondano nella complessità dell’India, un Paese vastissimo in cui antiche tradizioni si fondono con un mondo contemporaneo, dove ricchezza e povertà si fronteggiano su un territorio permeato da una profonda spiritualità religiosa.
L’approccio iniziale di Chhachhi negli anni Ottanta si manifesta attraverso la fotografia, che successivamente viene arricchita con l’uso di testi, oggetti di recupero e sculture. I temi affrontati spaziano dalla considerazione mitica e sociale del corpo umano (specialmente quello femminile) all’inquinamento ecologico e alla trasformazione urbana, attraverso un riferimento continuo all’iconografia antica.
L’artista ha da pochi anni inaugurato un progetto legato ad una nuova espressione artistica, caratterizzata dall’utilizzo di light boxes, all’interno delle quali scorrono senza sosta immagini dall’effetto cinematografico, che riprendono miti e simboli legati alla tradizione indiana.
Saranno esposti in galleria a Milano nove lavori (otto light boxes e un video) che descrivono il percorso dell’artista dal 2007 ad oggi e che si riferiscono proprio a quest’ultima ricerca.
Attraverso le opere in mostra notiamo un lavoro come Locust Time, nel quale Chhachhi sviluppa una critica pungente all’urbanizzazione e all’inquinamento, ponendo profondi interrogativi sulla trasformazione globale. In quest’opera l’immagine satellitare della pianura alluvionale del fiume Yamuna, con le sue terre agricole prosciugate e la contaminazione dell’aria e dell’acqua, diventa simbolo del disastro ecologico, sopra cui volano figure di donne-locuste, allo stesso tempo “osservatrici” e “sopravvissute”.
La denuncia della complessità e della violenza della globalizzazione viene affrontata anche in The Trophy Hunters. Qui Chhachhi utilizza il regale scialle Jamawar come supporto per immagini di architetture, re, conquistatori, attraverso cui le è possibile raccontare una storia di invasioni e persecuzione. Affiancato a questa immagine un testo di riflessione sulle quotidiane violenze perpetrate nel Kashmir a cui fanno da sfondo diversi riferimenti, come per esempio quello sul fucile AK 47.
Il tema dell’acqua, e in molti casi la sua assenza, sono il filo conduttore che accompagna molte delle opere in mostra. Il video The Water Diviner (già presentato presso la Delhi Public Library e ora per la prima volta in Italia) ha per protagonista l’elefante - icona radicata nella cultura indiana - che in questo caso e’ immerso nell’acqua, e ci trasmette tutta la sua eleganza ma anche tutta la sua fragilità. Quest’opera riconduce ad un modo profondo di pensare il problema del fiume: un problema ecologico a cui stare di fronte, ma anche lo specchio di una cultura spirituale che da sempre accompagna l’opera della Chhachhi.
L’artista inaugura in questa sede una nuova serie, The Illuminated Books, dove la scatola luminosa assume la forma di un libro. Due pagine illuminate aperte, da un lato un’ immagine tratta dalla tradizione, dall’altro un testo antico, e un “film” che scorre raccontando storie contemporanee.
Le opere di Sheba Chhachhi hanno avuto e continuano ad avere un forte riscontro internazionale, dall’Europa all’America, all’Asia. L’artista ha esposto in numerose sedi prestigiose tra le quali:
Against Exclusion, terza Biennale di Mosca, Mosca, Russia (2009); New Narratives, Contemporary Art from India, Chicago Arts Centre, Chicago, USA (2007); Thermocline of Art-New Asian Waves; Museum of Contemporary Art, ZKM, Karlsruhe, Germania (2007); Beliefs, Biennale di Singapore, Singapore (2006); Ganga’s daughters, Neelkanth : poison/nectar, When the gun is raised, dialogue stops…, Townsend Centre, University of California, Berkeley, USA (2005); Middleage Spread: imaging India from 1974-2004, Museo Nazionale di New Delhi, New Delhi, India (2004); SubTerrain: artworks in the City Fold, Body, City, House of World Culture, Berlino, Germania (2003).
19
novembre 2009
Sheba Chhachhi – Between stories
Dal 19 novembre 2009 al 26 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
PAOLO CURTI / ANNAMARIA GAMBUZZI & CO.
Milano, Via Pontaccio, 19, (Milano)
Milano, Via Pontaccio, 19, (Milano)
Orario di apertura
Da lunedì a venerdì 11–19, escluso festivi, sabato su appuntamento
Vernissage
19 Novembre 2009, dalle ore 18.00
Autore