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Shinya Sakurai – Shower of love
Mostra personale
Comunicato stampa
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SHINYA SAKURAI
SHOWER OF LOVE
La mirabile necessità dell’amore per l’uomo è sempre, dall’origine del mondo, la salvezza del mondo, poiché lo stesso amore è armonia dell’universo. E come l’amore è l’arte. In questa poetica salvezza vi è il cuore, con il suo simbolo, la sua forma e il suo colore, il suo interiore battito che scandisce con le sue intermittenze, geopsichici viaggi del sentimento, tra fisica e metafisica, tra natura e sogno, il rinnovo armonico della vita. Fra le immagini, le forme e le icone universali quella del cuore è la più semplice ma anche la più diretta, la più pura, la più emotiva, la più toccante. Così, tra le simboliche immagini in posa, la originale e suggestiva teoria dei cuoricini di Shinya Sakurai, giovane artista giapponese di straordinario valore, si svela e si rivela ad ogni incontro sincero sempre più simpaticamente vivida e popolare. Nell’amorosa quiete neo-pop del rarefatto spazio delle tele dell’artista di Hiroshima, elaborate in raffinata armonia con l’antico metodo “shibori”, tecnica di colorazione del tessuto che risale all’era di Edo e consiste nel legare e manipolare la tela immergendola in un bagno di tintura che crea variazioni di fantasie astratte e suggestive, il giovane artista riprende con rinnovate, intense e vivaci cromìe, il tempo del gesto antico in una tecnica di ricerca contemporanea delle più avanzate tendenze del “tsuji ga –hana” , unite ad un aggiornato e raffinato design tecnologico semplicemente meraviglioso. Shinya Sakurai raggiunge con esemplare serenità di gesto, espressioni cromatiche davvero semplici ed essenziali per bellezza e insieme incantevoli. Le sue composizioni sono armonie di suoni e colori squisitamente “educate” e comunicative. Non sono opere di solo valore estetico, ma sinceramente etico. Sono composizioni che trasmettono serenamente reiterati messaggi di pace, ed altrettanti saggi di intense pagine d’amore. Messaggi d’amore nel mondo, per il mondo. Sono opere dedicate all’uomo, per la salvezza dell’uomo nel suo universo contemporaneo, che rischia ogni giorno di perdere l’equilibrio della sua sopravvivenza. Le geopsichiche creazioni pittoriche del giovane Shinya, messaggero di pace oltre che d’arte (le due parole per lui sono inscindibili), sono per noi pagine d’amore che vanno accolte come un prezioso dono. Una sorta di ideale reliquia nel grande reliquiario del nostro mondo contemporaneo. Perché signori la Pace come l’amore è un gran dono. Ogni forma, ogni colore è nostalgia di creazione, ovvero di pace e armonia di bellezza. I dipinti di Shinya Sakurai non solo vanno intesi come atto poetico del guardare, ma come simbolo di un atto comunicativo universale, di un preciso, straordinario stato emotivo e sensibile: saper vedere attraverso le cose comuni, per raggiungere le cose del mondo, ovvero l’amore del mondo. Il suo lavoro è un atto creativo squisitamente poetico nel quale l’artista di Hiroshima, al di là dello spazio e del tempo e del silenzio, con la sua arte infonde pace e amore. La materia dell’arte è nella stessa immagine del paesaggio del mondo, in ogni sua manifestazione, ed è nella stessa conoscenza ed intelligenza dell’uomo, del suo essere, del suo esserci, del suo percepire, del suo percepirsi, del suo essere percepito. E’ nella sua stessa congeniale tecnica di espressione in fondo, che l’uomo si esprime, per comunicare. E con essa, in fondo, esprime la saggezza del mondo. Il cuore, anche nelle espressioni della sua estrema forma simbolica, è sempre a noi caro, anche se spesso inflazionato, ma non per Shinya che lo evosceglie e lo adotta per simbolo di pace, purezza e salvezza universale. Anche per Roland Barthes, il cuore citato nelle pagine dei “Frammenti di un discorso amoroso”, rappresenta un organo erettile, ovvero la vita e l’amore, poiché così come è sentito, fissato, nella sfera dell’immaginario il cuore è l’organo del desiderio…poiché il cuore, è ciò che io credo di donare…amato, negato o rifiutato che sia, vuole essere un oggetto di dono (quale migliore dono d’amore?). Al di là del codice delle sue immagini, estremamente semplificate, ma altrettanto bene sublimate, dedicate al principio dell’amore universale, il suo lavoro, esemplarmente etico oltre che estetico (Shinya è un armonico pacifista) è profondamente spirituale, poiché la sua arte esplora lo stesso sentimento dell’uomo, esplora il fenomeno della percezione sensoriale come via per la conoscenza di se stessi in relazione con la natura e l’universo. Ha le sue radici nell’arte orientale, ed è interlocutrice con quella occidentale, riconducendo in un abbraccio ideale, universale, l’uomo e il mondo, attraverso la pace e l’amore, con il sostegno della poesia delle immagini dell’arte. Poiché tutta l’opera di Shinya Sakurai prende corpo e spessore non nello spazio di un quadro, o di più quadri, non in una parete di una stanza, o di una casa, o di un museo, ma nella mente e nel cuore dell’uomo. Le sue composizioni non sono solo visioni interiori, sono significamente le realtà del nostro cuore, con i suoi sentimenti, con le sue “parole”d’amore. Grazie Schinya per le tue parabole pittoriche , intrise di tecnica e di cultura, di luce e colore, e di saggezza esemplare, portatrici di rinnovati messaggi di pace e amore, quanto mai necessari in questo nostro tempo. Shinya Sakurai, che abbiamo conosciuto nel 2006, in occasione della mostra “Mythos” allestita negli spazi dell’Accademia Albertina di Torino e curata da Salvo Bitonti e da chi scrive (presentava un’opera dal titolo “Poseidon” una installazione in tessuto elaborato con la tecnica shibori, steso per decine di metri negli ambienti dell’edificio neoclassico della Scuola di Scenografia, l’operazione era stata davvero coinvolgente), oggi presenta una sequenza di ultime opere elaborate in “Shower of Love”. Dopo le serie di dipinti “Love and Pop”(2006) e “Love from Hiroshima”(2008), con meditate “variazioni” sul tema del cuore e il suo universale simbolo attraverso una sorta di straordinaria comunicazione che mirabilmente trova intensa espressione nelle reiterate composizioni di piccoli cuoricini rossi, disposti abilmente su tele dipinte, secondo la tecnica antica di 300 anni del metodo di colorazione “Shibori”, al fine di ottenere quelle che la critica recente ha definito giustamente “impalpabili e raffinate sfumature che affiorano nelle sue tele” (Cristina Petrelli, 2008). L’artista di Hiroshima propone qui, in “Shower of love”, appunto, un universo cromatico particolarmente congeniale alla sua tecnica e alla sua natura, che comunica subito felicemente con lo spettatore, anzi, il mondo, e comunica con forte intensità di sentimenti, intessuti di pace e amore. Nelle sue tele vi è racchiusa la magia e l’incanto dell’antico e la forte vividezza del presente, intessuta di intensi cromatismi, ove il rosso del cuore è sempre vivo e contrasta nitidamente bene con l’aurea simbolica luminosa dello sfondo, nella sua essenza più equilibrata e spirituale, pur congeniata nell’intricata eterogeneità postmoderna della metropoli contemporanea. Vi si ritrovano anche qui “quelle cascate di cuoricini, così tanti e così lievi, da ricordare le piogge di petali durante le fioriture primaverili” che Vittorio Falletti ha saputo cogliere nella recente presentazione critica a lui dedicata per “Love from Hiroshima” (2008). Il simpatico Shinya così ci ha scritto in un suo breve ma intenso e schietto scritto autobiografico che gli avevamo richiesto per questa esposizione torinese: “Sono da cinque anni in Italia. Sempre domandano: di dove sei? Rispondo: Hiroshima. Tanta gente immagina Hiroshima ancora città di bruciato e nero…. Hiroshima oggi ha colore, è grande come Torino, ha parchi verdi, c’è fiume, tanti palazzi moderni. Sono nato a Hiroshima nel 1981. Ho conosciuto la città viva e vivace…che vuole andare avanti…. Perché usare cuoricini questo significa amore pace ma più importante vivere tutte le genti questo simbolo…. Mia opera goccia di colore significa pioggia di tempo: prima colore e colla, morbida goccia, dopo duro, questo ha bisogno di tempo anche colore cambia.… 06/08/1945 quando bomba atomica dopo 1 settimana sempre pioggia di nero sulla tela di Hiroshima. D’ora in poi io spero sulla tela di Hiroshima pioggia di amore e vivace colore (“a show of love”) come nelle mie opere”.
Sì Shinya, speriamo che ciò che proponi con buona raffinatezza nella tua pittura, nella tua esemplare creatività, sia nella realtà possibile, ovvero accada con nostalgia di bellezza, cioè sia vera, perché il mondo ha bisogno di tanti piccoli cuoricini rossi, quanti sono gli uomini che lo abitano e lo vivono ogni giorno, perché in ogni tempo, ma soprattutto in questo, il mondo ha ancora bisogno di amore. Grazie Shinya, con la tua semplice ma schietta e sincera arte ti abbiamo nel nostro cuore.
GIORGIO AUNEDDU MOSSA
Roma, 31marzo 2009
SHOWER OF LOVE
La mirabile necessità dell’amore per l’uomo è sempre, dall’origine del mondo, la salvezza del mondo, poiché lo stesso amore è armonia dell’universo. E come l’amore è l’arte. In questa poetica salvezza vi è il cuore, con il suo simbolo, la sua forma e il suo colore, il suo interiore battito che scandisce con le sue intermittenze, geopsichici viaggi del sentimento, tra fisica e metafisica, tra natura e sogno, il rinnovo armonico della vita. Fra le immagini, le forme e le icone universali quella del cuore è la più semplice ma anche la più diretta, la più pura, la più emotiva, la più toccante. Così, tra le simboliche immagini in posa, la originale e suggestiva teoria dei cuoricini di Shinya Sakurai, giovane artista giapponese di straordinario valore, si svela e si rivela ad ogni incontro sincero sempre più simpaticamente vivida e popolare. Nell’amorosa quiete neo-pop del rarefatto spazio delle tele dell’artista di Hiroshima, elaborate in raffinata armonia con l’antico metodo “shibori”, tecnica di colorazione del tessuto che risale all’era di Edo e consiste nel legare e manipolare la tela immergendola in un bagno di tintura che crea variazioni di fantasie astratte e suggestive, il giovane artista riprende con rinnovate, intense e vivaci cromìe, il tempo del gesto antico in una tecnica di ricerca contemporanea delle più avanzate tendenze del “tsuji ga –hana” , unite ad un aggiornato e raffinato design tecnologico semplicemente meraviglioso. Shinya Sakurai raggiunge con esemplare serenità di gesto, espressioni cromatiche davvero semplici ed essenziali per bellezza e insieme incantevoli. Le sue composizioni sono armonie di suoni e colori squisitamente “educate” e comunicative. Non sono opere di solo valore estetico, ma sinceramente etico. Sono composizioni che trasmettono serenamente reiterati messaggi di pace, ed altrettanti saggi di intense pagine d’amore. Messaggi d’amore nel mondo, per il mondo. Sono opere dedicate all’uomo, per la salvezza dell’uomo nel suo universo contemporaneo, che rischia ogni giorno di perdere l’equilibrio della sua sopravvivenza. Le geopsichiche creazioni pittoriche del giovane Shinya, messaggero di pace oltre che d’arte (le due parole per lui sono inscindibili), sono per noi pagine d’amore che vanno accolte come un prezioso dono. Una sorta di ideale reliquia nel grande reliquiario del nostro mondo contemporaneo. Perché signori la Pace come l’amore è un gran dono. Ogni forma, ogni colore è nostalgia di creazione, ovvero di pace e armonia di bellezza. I dipinti di Shinya Sakurai non solo vanno intesi come atto poetico del guardare, ma come simbolo di un atto comunicativo universale, di un preciso, straordinario stato emotivo e sensibile: saper vedere attraverso le cose comuni, per raggiungere le cose del mondo, ovvero l’amore del mondo. Il suo lavoro è un atto creativo squisitamente poetico nel quale l’artista di Hiroshima, al di là dello spazio e del tempo e del silenzio, con la sua arte infonde pace e amore. La materia dell’arte è nella stessa immagine del paesaggio del mondo, in ogni sua manifestazione, ed è nella stessa conoscenza ed intelligenza dell’uomo, del suo essere, del suo esserci, del suo percepire, del suo percepirsi, del suo essere percepito. E’ nella sua stessa congeniale tecnica di espressione in fondo, che l’uomo si esprime, per comunicare. E con essa, in fondo, esprime la saggezza del mondo. Il cuore, anche nelle espressioni della sua estrema forma simbolica, è sempre a noi caro, anche se spesso inflazionato, ma non per Shinya che lo evosceglie e lo adotta per simbolo di pace, purezza e salvezza universale. Anche per Roland Barthes, il cuore citato nelle pagine dei “Frammenti di un discorso amoroso”, rappresenta un organo erettile, ovvero la vita e l’amore, poiché così come è sentito, fissato, nella sfera dell’immaginario il cuore è l’organo del desiderio…poiché il cuore, è ciò che io credo di donare…amato, negato o rifiutato che sia, vuole essere un oggetto di dono (quale migliore dono d’amore?). Al di là del codice delle sue immagini, estremamente semplificate, ma altrettanto bene sublimate, dedicate al principio dell’amore universale, il suo lavoro, esemplarmente etico oltre che estetico (Shinya è un armonico pacifista) è profondamente spirituale, poiché la sua arte esplora lo stesso sentimento dell’uomo, esplora il fenomeno della percezione sensoriale come via per la conoscenza di se stessi in relazione con la natura e l’universo. Ha le sue radici nell’arte orientale, ed è interlocutrice con quella occidentale, riconducendo in un abbraccio ideale, universale, l’uomo e il mondo, attraverso la pace e l’amore, con il sostegno della poesia delle immagini dell’arte. Poiché tutta l’opera di Shinya Sakurai prende corpo e spessore non nello spazio di un quadro, o di più quadri, non in una parete di una stanza, o di una casa, o di un museo, ma nella mente e nel cuore dell’uomo. Le sue composizioni non sono solo visioni interiori, sono significamente le realtà del nostro cuore, con i suoi sentimenti, con le sue “parole”d’amore. Grazie Schinya per le tue parabole pittoriche , intrise di tecnica e di cultura, di luce e colore, e di saggezza esemplare, portatrici di rinnovati messaggi di pace e amore, quanto mai necessari in questo nostro tempo. Shinya Sakurai, che abbiamo conosciuto nel 2006, in occasione della mostra “Mythos” allestita negli spazi dell’Accademia Albertina di Torino e curata da Salvo Bitonti e da chi scrive (presentava un’opera dal titolo “Poseidon” una installazione in tessuto elaborato con la tecnica shibori, steso per decine di metri negli ambienti dell’edificio neoclassico della Scuola di Scenografia, l’operazione era stata davvero coinvolgente), oggi presenta una sequenza di ultime opere elaborate in “Shower of Love”. Dopo le serie di dipinti “Love and Pop”(2006) e “Love from Hiroshima”(2008), con meditate “variazioni” sul tema del cuore e il suo universale simbolo attraverso una sorta di straordinaria comunicazione che mirabilmente trova intensa espressione nelle reiterate composizioni di piccoli cuoricini rossi, disposti abilmente su tele dipinte, secondo la tecnica antica di 300 anni del metodo di colorazione “Shibori”, al fine di ottenere quelle che la critica recente ha definito giustamente “impalpabili e raffinate sfumature che affiorano nelle sue tele” (Cristina Petrelli, 2008). L’artista di Hiroshima propone qui, in “Shower of love”, appunto, un universo cromatico particolarmente congeniale alla sua tecnica e alla sua natura, che comunica subito felicemente con lo spettatore, anzi, il mondo, e comunica con forte intensità di sentimenti, intessuti di pace e amore. Nelle sue tele vi è racchiusa la magia e l’incanto dell’antico e la forte vividezza del presente, intessuta di intensi cromatismi, ove il rosso del cuore è sempre vivo e contrasta nitidamente bene con l’aurea simbolica luminosa dello sfondo, nella sua essenza più equilibrata e spirituale, pur congeniata nell’intricata eterogeneità postmoderna della metropoli contemporanea. Vi si ritrovano anche qui “quelle cascate di cuoricini, così tanti e così lievi, da ricordare le piogge di petali durante le fioriture primaverili” che Vittorio Falletti ha saputo cogliere nella recente presentazione critica a lui dedicata per “Love from Hiroshima” (2008). Il simpatico Shinya così ci ha scritto in un suo breve ma intenso e schietto scritto autobiografico che gli avevamo richiesto per questa esposizione torinese: “Sono da cinque anni in Italia. Sempre domandano: di dove sei? Rispondo: Hiroshima. Tanta gente immagina Hiroshima ancora città di bruciato e nero…. Hiroshima oggi ha colore, è grande come Torino, ha parchi verdi, c’è fiume, tanti palazzi moderni. Sono nato a Hiroshima nel 1981. Ho conosciuto la città viva e vivace…che vuole andare avanti…. Perché usare cuoricini questo significa amore pace ma più importante vivere tutte le genti questo simbolo…. Mia opera goccia di colore significa pioggia di tempo: prima colore e colla, morbida goccia, dopo duro, questo ha bisogno di tempo anche colore cambia.… 06/08/1945 quando bomba atomica dopo 1 settimana sempre pioggia di nero sulla tela di Hiroshima. D’ora in poi io spero sulla tela di Hiroshima pioggia di amore e vivace colore (“a show of love”) come nelle mie opere”.
Sì Shinya, speriamo che ciò che proponi con buona raffinatezza nella tua pittura, nella tua esemplare creatività, sia nella realtà possibile, ovvero accada con nostalgia di bellezza, cioè sia vera, perché il mondo ha bisogno di tanti piccoli cuoricini rossi, quanti sono gli uomini che lo abitano e lo vivono ogni giorno, perché in ogni tempo, ma soprattutto in questo, il mondo ha ancora bisogno di amore. Grazie Shinya, con la tua semplice ma schietta e sincera arte ti abbiamo nel nostro cuore.
GIORGIO AUNEDDU MOSSA
Roma, 31marzo 2009
29
aprile 2009
Shinya Sakurai – Shower of love
Dal 29 aprile al 31 maggio 2009
arte contemporanea
Location
LA SMARRITA
Torino, Via Cesare Battisti, 17/a, (Torino)
Torino, Via Cesare Battisti, 17/a, (Torino)
Vernissage
29 Aprile 2009, ore 19,00
Sito web
info@colombocornici.it
Autore
Curatore