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Shozo Michikawa – Natura, Gesto, Scultura
mostra celebrativa dei quarant’anni di attività di Shozo Michikawa, tra gli artisti ceramisti giapponesi più riconosciuti su scala globale.
Comunicato stampa
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Dal 14 novembre al 21 dicembre Officine Saffi è lieta di presentare la mostra celebrativa dei quarant’anni di attività di Shozo Michikawa.
La relazione dialettica tra materia e struttura anima da tempo la storia della scultura ed in particolare della scultura in ceramica; una relazione che presuppone da una parte un riferimento formale che si riallaccia più o meno implicitamente alla geometria e dall'altra la libertà di dare spazio alla materia-argilla per quella che è, esaltandone la propria ruvidità e magmatica apparenza.
Seguendo questa relazione dialettica, prettamente occidentale, l'opera di Shozo Michikawa si innesta in una ricerca ben precisa che, fiorita in tutto il mondo negli anni settanta, vive oggi una rinnovata attualità, nella quale l'elemento naturale è tornato ad essere un nodale riferimento non soltanto estetico, ma molto più ampiamente culturale. Tale urgenza espressiva, che caratterizza il lavoro di artisti nati ben oltre quegli anni settanta a cui ci siamo riferiti, fonde oggi, come allora, seppure con modi inediti, il naturalistico senso della materia con strutture proprie della geometria di base, della storia dell'arte, della geologia, dell'astronomia più attuale.
In questo senso l'opera di Michikawa si pone come un “classico dell'oggi”, un riferimento per la contemporaneità più viva, svelando personalissimi legami con il primitivismo da un lato e con la storia dell'arte dall'altro.
Per quanto l'estetica del lavoro di Michikawa si possa anche rivestire di riferimenti che affondano le proprie radici nel movimento informale e post informale e, più recentemente, in una rinnovata naturalità portando la sua ricerca ad esserne addirittura un esempio perfetto, e per quanto l'artista possa conoscere ed apprezzare i richiami sopra citati, il proprio fare arte vive di un'esistenza e di riferimenti decisamente differenti, che riguardano la cultura, l'estetica ed la tensione lirica del territorio nel quale ha deciso di vivere: Seto, una delle città di più antica tradizione ceramica di quel Giappone che rappresenta la quintessenza del virtuosismo e della sacralità dell'arte di lavorare l'argilla.
Natura e scultura, infatti, si fondono nel suo lavoro in modo tanto essenziale da essere pura espressione di quell'equilibrio indicibilmente sobrio tipico dell'arte ceramica – e non solo ceramica - giapponese, un distillato della più profonda intenzione spirituale di questo rapporto dialettico.
Le torsioni, le scalfitture, i piani ortogonali e inclinati si armonizzano nelle sue opere con parti di argilla grezza, con fenditure irregolari, fratture che scardinano la geometria nitida che ne origina la forma. Sono costruzioni ceramiche archetipe nelle quali la natura pare aver fatto il suo corso e aver creato una nuova bellezza senza alcun intervento da parte dell'uomo; sono vasi, ciotole ed altri umili oggetti ceramici quotidiani sui quali si è posato il tocco della mutazione universale della quale la natura è al tempo stesso soggetto ed oggetto.
E qui sta tutta la grandezza del lavoro scultoreo di Michikawa: celare il suo gesto, renderlo talmente empatico alle dinamiche naturali da parer quasi invisibile, seppure esso generi oggetti che, per quanto nati da un'intenzione scultorea, rimangono tali.
Un gesto rapido, nitido e deciso, che esplicita in pochi istanti un sapere secolare; un gesto animato da una rapidità di esecuzione così fulminea e precisa al tempo stesso, da poter fluire soltanto da una padronanza tecnica e da un nitore ideativo assoluti.
Una sintesi gestuale che si riflette anche nell'opera ceramica finita. Le sue sono sculture oggettuali che vivono la propria tensione espressiva attraverso una ristretta gamma di soluzioni materiche e cromatiche, in pieno accordo con la propria tradizione culturale. Germinazioni plastiche, dunque, che nascono dal solco di un'arcaico passato nel quale l'utilizzo del colore determinava spesso l'identità stessa dell'oggetto artistico e ne svelava il luogo di provenienza.
Una sintesi cromatica che amplifica la potenza dialettica dell'opera di Shozo Michikawa e che, come testimoniano le molte recenti opere bianche presenti in mostra, si sta rafforzando via via, per tendere forse ad una monocromia quasi assoluta.
Una meditazione su materia e struttura, tra natura ed oggetto, dunque, vissuta con estrema nitidezza, con una consapevolezza espressiva che abbraccia una secolare sapienza ed un'estetica pienamente contemporanea con l'incisiva energia di un rapidissimo gesto.
La relazione dialettica tra materia e struttura anima da tempo la storia della scultura ed in particolare della scultura in ceramica; una relazione che presuppone da una parte un riferimento formale che si riallaccia più o meno implicitamente alla geometria e dall'altra la libertà di dare spazio alla materia-argilla per quella che è, esaltandone la propria ruvidità e magmatica apparenza.
Seguendo questa relazione dialettica, prettamente occidentale, l'opera di Shozo Michikawa si innesta in una ricerca ben precisa che, fiorita in tutto il mondo negli anni settanta, vive oggi una rinnovata attualità, nella quale l'elemento naturale è tornato ad essere un nodale riferimento non soltanto estetico, ma molto più ampiamente culturale. Tale urgenza espressiva, che caratterizza il lavoro di artisti nati ben oltre quegli anni settanta a cui ci siamo riferiti, fonde oggi, come allora, seppure con modi inediti, il naturalistico senso della materia con strutture proprie della geometria di base, della storia dell'arte, della geologia, dell'astronomia più attuale.
In questo senso l'opera di Michikawa si pone come un “classico dell'oggi”, un riferimento per la contemporaneità più viva, svelando personalissimi legami con il primitivismo da un lato e con la storia dell'arte dall'altro.
Per quanto l'estetica del lavoro di Michikawa si possa anche rivestire di riferimenti che affondano le proprie radici nel movimento informale e post informale e, più recentemente, in una rinnovata naturalità portando la sua ricerca ad esserne addirittura un esempio perfetto, e per quanto l'artista possa conoscere ed apprezzare i richiami sopra citati, il proprio fare arte vive di un'esistenza e di riferimenti decisamente differenti, che riguardano la cultura, l'estetica ed la tensione lirica del territorio nel quale ha deciso di vivere: Seto, una delle città di più antica tradizione ceramica di quel Giappone che rappresenta la quintessenza del virtuosismo e della sacralità dell'arte di lavorare l'argilla.
Natura e scultura, infatti, si fondono nel suo lavoro in modo tanto essenziale da essere pura espressione di quell'equilibrio indicibilmente sobrio tipico dell'arte ceramica – e non solo ceramica - giapponese, un distillato della più profonda intenzione spirituale di questo rapporto dialettico.
Le torsioni, le scalfitture, i piani ortogonali e inclinati si armonizzano nelle sue opere con parti di argilla grezza, con fenditure irregolari, fratture che scardinano la geometria nitida che ne origina la forma. Sono costruzioni ceramiche archetipe nelle quali la natura pare aver fatto il suo corso e aver creato una nuova bellezza senza alcun intervento da parte dell'uomo; sono vasi, ciotole ed altri umili oggetti ceramici quotidiani sui quali si è posato il tocco della mutazione universale della quale la natura è al tempo stesso soggetto ed oggetto.
E qui sta tutta la grandezza del lavoro scultoreo di Michikawa: celare il suo gesto, renderlo talmente empatico alle dinamiche naturali da parer quasi invisibile, seppure esso generi oggetti che, per quanto nati da un'intenzione scultorea, rimangono tali.
Un gesto rapido, nitido e deciso, che esplicita in pochi istanti un sapere secolare; un gesto animato da una rapidità di esecuzione così fulminea e precisa al tempo stesso, da poter fluire soltanto da una padronanza tecnica e da un nitore ideativo assoluti.
Una sintesi gestuale che si riflette anche nell'opera ceramica finita. Le sue sono sculture oggettuali che vivono la propria tensione espressiva attraverso una ristretta gamma di soluzioni materiche e cromatiche, in pieno accordo con la propria tradizione culturale. Germinazioni plastiche, dunque, che nascono dal solco di un'arcaico passato nel quale l'utilizzo del colore determinava spesso l'identità stessa dell'oggetto artistico e ne svelava il luogo di provenienza.
Una sintesi cromatica che amplifica la potenza dialettica dell'opera di Shozo Michikawa e che, come testimoniano le molte recenti opere bianche presenti in mostra, si sta rafforzando via via, per tendere forse ad una monocromia quasi assoluta.
Una meditazione su materia e struttura, tra natura ed oggetto, dunque, vissuta con estrema nitidezza, con una consapevolezza espressiva che abbraccia una secolare sapienza ed un'estetica pienamente contemporanea con l'incisiva energia di un rapidissimo gesto.
13
novembre 2018
Shozo Michikawa – Natura, Gesto, Scultura
Dal 13 novembre al 21 dicembre 2018
arte contemporanea
Location
OFFICINE SAFFI
Milano, Via Aurelio Saffi, 7, (Milano)
Milano, Via Aurelio Saffi, 7, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a veenrdì, ore 10-13 e 14-18.30
sabato 11-18
domenica su appuntamento
Vernissage
13 Novembre 2018, ore 18.30-21.00
Autore
Curatore