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Shozo Shimamoto – Action Colors 1950-2006
Shozo Shimamoto, artista giapponese nato nel 1928, è stato tra i fondatori del gruppo Gutai
Comunicato stampa
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Shozo Shimamoto, artista giapponese nato nel 1928, è stato tra i fondatori del gruppo Gutai, una delle avanguardie internazionali nate dopo la seconda guerra mondiale, per compiere una rivoluzione culturale che azzerasse il pensiero classico e portasse alla nascita di un uomo nuovo. Il Gutai nasce nel 1954 sotto la guida di Jiro Yoshihara e si dedica ad un arte legata alla “pittura-azione”, alla performance, all’happening, cioè a quell’arte che sapeva uscire dai canoni della tradizione e del museo per rivolgersi direttamente alla gente con un interventi spesso duri e provocatori.
Non a caso il manifesto scritto da Shimamoto per Gutai, datato 1957, si intitolava “Per una messa al bando del pennello”:<< …Quando io iniziai a usare i colori non sapevo molto dei pennelli adoperati nel Rinascimento; ma sono sempre stato certo che ovunque al mondo il pennello non sia servito ad altro che a esprimere il colore svuotando di forza la sostanza colorante. ..Noi invece non vogliamo più adoperare le qualità dei coloranti (oli o smalti), distorcendole. ..Un colore senza materia non esiste. Nel fare un quadro, quindi, rappresentazione di un’immagine naturale o un’idea poco importa, non resta che conservare quella bellezza della materia che sopravvive talora anche alla prova di forza del pennello.”
Quindi Shimamoto si può considerare un vero “pittore concreto” cioè colui che usa il colore nelle sue fondamentali qualità materiche. Inoltre a questa poetica aggiunge la performance. I suoi “quadri” nascono da azioni durante le quali scaglia bottiglie di colore sospeso nel vuoto, roteando attorno all’enorme tela, saltando come un folletto dentro il magma della pittura. E’ in questo l’unico continuatore di un concetto di pittura nato da Jackson Pollock, ma in più l’artista giapponese possiede un’idea di pittura che nasce dal rapporto tra l’artista e il pubblico durante delle azioni pubbliche: l’arte per lui è qualcosa di unico e irripetibile, ogni suo lavoro è diverso perché diverse sono le condizioni in cui è stato realizzato.
Shozo Shimamoto tra il 1949 e il 1950 realizza i primi “Ana (Buchi)” e già nel 1955 organizza una mostra sperimentale in cui gli spettatori sono invitati a partecipare fisicamente. Ha esposto per la prima volta in Italia a Torino nel 1961. La sua opera è conosciuta nel mondo con mostre personali o di gruppo. Nel 1993 è stato invitato alla Biennale di Venezia. In accordo con la religione buddista, nel 1995 viene celebrato il suo “funerale in vita”, mentre prosegue instancabile a realizzare performance dagli Stati Uniti all’Europa, unico rappresentante di una stagione artistica legata alla performance e all’incontro interattivo con il pubblico.
Non a caso il manifesto scritto da Shimamoto per Gutai, datato 1957, si intitolava “Per una messa al bando del pennello”:<< …Quando io iniziai a usare i colori non sapevo molto dei pennelli adoperati nel Rinascimento; ma sono sempre stato certo che ovunque al mondo il pennello non sia servito ad altro che a esprimere il colore svuotando di forza la sostanza colorante. ..Noi invece non vogliamo più adoperare le qualità dei coloranti (oli o smalti), distorcendole. ..Un colore senza materia non esiste. Nel fare un quadro, quindi, rappresentazione di un’immagine naturale o un’idea poco importa, non resta che conservare quella bellezza della materia che sopravvive talora anche alla prova di forza del pennello.”
Quindi Shimamoto si può considerare un vero “pittore concreto” cioè colui che usa il colore nelle sue fondamentali qualità materiche. Inoltre a questa poetica aggiunge la performance. I suoi “quadri” nascono da azioni durante le quali scaglia bottiglie di colore sospeso nel vuoto, roteando attorno all’enorme tela, saltando come un folletto dentro il magma della pittura. E’ in questo l’unico continuatore di un concetto di pittura nato da Jackson Pollock, ma in più l’artista giapponese possiede un’idea di pittura che nasce dal rapporto tra l’artista e il pubblico durante delle azioni pubbliche: l’arte per lui è qualcosa di unico e irripetibile, ogni suo lavoro è diverso perché diverse sono le condizioni in cui è stato realizzato.
Shozo Shimamoto tra il 1949 e il 1950 realizza i primi “Ana (Buchi)” e già nel 1955 organizza una mostra sperimentale in cui gli spettatori sono invitati a partecipare fisicamente. Ha esposto per la prima volta in Italia a Torino nel 1961. La sua opera è conosciuta nel mondo con mostre personali o di gruppo. Nel 1993 è stato invitato alla Biennale di Venezia. In accordo con la religione buddista, nel 1995 viene celebrato il suo “funerale in vita”, mentre prosegue instancabile a realizzare performance dagli Stati Uniti all’Europa, unico rappresentante di una stagione artistica legata alla performance e all’incontro interattivo con il pubblico.
02
marzo 2007
Shozo Shimamoto – Action Colors 1950-2006
Dal 02 al 28 marzo 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA CARINI & DONATINI
San Giovanni Valdarno, Via Gruccia, 192b, (Arezzo)
San Giovanni Valdarno, Via Gruccia, 192b, (Arezzo)
Orario di apertura
10-13 e 16-20, sabato e domenica su appuntamento
Vernissage
2 Marzo 2007, ore 18.30
Autore
Curatore