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Shozo Shimamoto – Samurai, acrobata dello sguardo 1950-2008
La mostra ripercorre l’intero percorso artistico di Shimamoto e documenta, anche attraverso numerosi filmati, la dimensione performativa e la poetica del suo lavoro
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 13 novembre 2008 fino all'8 marzo 2009, il Museo d' Arte Contemporanea di Villa Croce presenterà una mostra antologica dell'artista giapponese Shozo Shimamoto, curata da Achille Bonito Oliva, organizzata da Antonio Borghese in collaborazione con la Fondazione Morra di Napoli e l'Associazione Shozo Shimamoto.
L'iniziativa, che propone una ricca selezione di opere, dagli anni Cinquanta fino a quelle più recenti realizzate per l'ultima Biennale di Venezia e nelle performance di Napoli e Capri dello scorso maggio, ripercorre l'intero percorso artistico di Shimamoto e documenta, anche attraverso numerosi filmati, la dimensione performativa e la poetica del suo lavoro.
Shozo Shimamoto è uno dei protagonisti più significativi della ricerca visiva contemporanea. La sua produzione inizia in Giappone con il movimento Gutai nei primi anni Cinquanta e prosegue nel tempo con un crescente consenso a livello internazionale.
Il movimento, nato in Giappone nel 1954, si indirizzava ad un fare artistico collegato alla "pittura-azione", utilizzando forme espressive come happening e performance "per una messa al bando del pennello", come lo stesso Shimamoto intitola il Manifesto della sua poetica nel 1957.
Per "liberare il colore dal pennello" gli artisti del gruppo Gutai lo sostituiscono con qualsiasi strumento possa esaltare la qualità della materia colorante, come mani, piedi, pattini, giocattoli, annaffiatoi, cannoni.
Shimamoto, inventore di un nuovo modo di concepire la pittura, animatore di forme spettacolari e multimediali, creatore di un ponte ideale tra le avanguardie artistiche occidentali e la tradizione tipicamente giapponese della calligrafia zen, si colloca in una posizione cruciale nella vicenda artistica contemporanea, divenendo, come scrive Achille Bonito Oliva, "un nomade samurai dell'arte che riesce ad andare a bersaglio, assistito dal caso intelligente di un processo creativo che vuole bucare l'inerzia del mondo e dare energia alla comunità degli uomini".
In occasione dell'inaugurazione della mostra, giovedì 13 novembre, alle ore 16.00, l'artista eseguirà, in piazza Matteotti, la performance Shozo Shimamoto – Samurai, acrobata dello sguardo, che vedrà la partecipazione dell'artista Fluxus Philip Corner, con la collaborazione di Phœbe Neville. Durante la performance, organizzata da Abc Arte, il Maestro lancerà, dall'alto di una gru, i colori sulla tela posizionata al centro della piazza, dove oggetti e performer la animeranno creando una fusione di suoni, colori e movimenti, una potenza vitalistica che rimane la cifra stilistica di questo artista.
"Un colore senza materia non esiste. La bellezza della materia deve sopravvivere anche alla forzatura del pennello. Solo attraverso screpolature ed erosioni o magari una mutazione di colore sopravvenuta inaspettatamente possiamo scoprire la bellezza intrinseca nelle sostanze coloranti.”
Così recita il testo programmatico che Shozo Shimamoto scrisse nel 1957, dando inizio ad un percorso di sperimentazione linguistica che è diventato, nel corso di 58 anni di attività, la cifra distintiva della sua poetica: la continua e inarrestabile riflessione e sperimentazione sul linguaggio artistico, sull'azione e sulla materia che è luce, energia e colore.
Nato ad Osaka nel 1928, Shimamoto è uno dei co-fondatori del Movimento Gutai, l'Associazione d'Arte Concreta fondata da Jiro Yoshihara nel 1954 con lo scopo di liberare l'arte dalle convenzioni e dal peso della tradizione sia Orientale che Occidentale.
La mostra proposta costituisce per Genova e per la Liguria una assoluta novità per lo studio di una personalità artistica centrale nella storia dell'arte del Secondo Dopoguerra. Insieme alla retrospettiva dedicata a Lucio Fontana che si terrà contemporaneamente a Palazzo Ducale, l'esposizione di Shozo Shimamoto permette di far luce su un particolare momento storico-politico, culturale ed artistico che ha dato i natali a rivoluzionarie concezioni artistiche che parallelamente hanno toccato l'Europa, gli Stati Uniti ed il Giappone.
La mostra è una retrospettiva dell'artista giapponese Shozo Shimamoto che si propone di documentare antologicamente e cronologicamente il percorso artistico del maestro dalle prime opere fino alle più recenti performances.
Il percorso, suddiviso in decenni, prende avvio dalle opere risalenti ai primi anni '50: a quell'epoca Shimamoto è allievo del Maestro Jiro Yoshihara che lo spinge a sperimentare nuovi linguaggi ed a cercare nuove forme d'espressione. E' da questa esigenza che nascono, quasi per caso, i primi lavori, i Buchi, realizzati facendo agire i pigmenti di colore su diversi strati di carta di giornale sovrapposti. La materia ed il caso sono i protagonisti dell'azione pittorica e l'artista ne è solo il testimone.
Il buco che infrange lo schermo della superficie è il risultato del contatto fisico tra artista, superficie e colore; la traccia di quel contatto, l’esito di un’azione, non una scelta di tipo mentale, come nel caso di Fontana. Questa sezione quindi offre anche l'oppurtunità di confrontare e svincolare due poetiche (quella di Shimamoto e Fontana) che sono state, per lungo tempo, erroneamente accostate.
All'interno della stessa sezione dedicata ai lavori anni'40 e '50 sono presenti anche le opere Gutai di action painting e di tipo environmentale e ambientale. A rappresentare quest'ultima tipologia è la ricostruzione eseguita dall'artista dell'installazione intitolata “Prego, camminate qui sopra”. L'originale era stata costruita per la “Seconda Esposizione Gutai all'aperto ” del 1955, tenutasi nel parco della città di Ashiya. Il camminamento, che rientrava all'interno di un progetto collettivo di intervento creativo su di uno spazio fisico, coinvolgeva direttamente lo spettatore, che era invitato a percorrere l'opera ed a relazionarsi conessa: composta da una serie di assi di legno e da un sistema di molle, l'opera reagiva al passaggio del visitatore alterando la sua stabilità. Allo stesso modo “Cannon Work” del 1956 testimonia la genesi delle sue azioni di pittura all'interno della poetica Gutai: sparati da un cannone, appositamente costruito dall'artista, i colori si posizionano in modo accidentale sulla tela, in un tempo e in uno spazio deliberatamente indefinito.
A completare questa sezione, fotografie d'epoca e video storici documentano le mostre e le prime iniziative Gutai. I lavori su pellicola e audio di Shimamoto rientrano in questa esigenza di continua sperimentazione: per il “Gutai Stage Exhibition” del 1957 crea un film dal titolo “Il film che non esiste in nessuna altra parte del mondo” ottenuto disegnando sulla pellicola segni rudimentali, punti e linee; il tutto accompagnato da una musica che era il risultato della riproduzione dei suoni più comuni e naturali.
La Seconda sezione prende in considerazione gli anni Sessanta. L'arrivo del critico francese Michel Tapié in Giappone nel 1957, accompagnato da Georges Mathieu, cambia le sorti del Gruppo Gutai e dello stesso Shimamoto: l'assimilazione dell'espressione artistica Gutai all'Informale, che veicola il suo linguaggio verso un pittoricismo sempre meno caratterizzato da forme oggettuali e processuali, viene compensata dall'azione
di promozione internazionale con cui il critico porta il gruppo fuori dal Giappone. I quadri e le tele di Shimamoto, così come quelle di tutti i componenti del Gutai, pur conquistando le sale espositive europee ed americane, non rinunciano all'azione, che diventa il fulcro della realizzazione pittorica. Le opere sono frutto di una performance, di un'azione, di un nuovo tipo di tecnica, che risale al 1956 e che consiste nel lanciare con violenza e senza alcun tipo di filtro mentale e intellettuale le sostanze coloranti all'interno di bottiglie contro la tela (bottle crash).
Anche in questa fase più prettamente pittorica, il percorso evidenzia la continua esigenza di sperimentazione che caratterizza l'espressione artistica di Shimamoto: prova e varia le tecniche, i supporti e le dimensioni.
Gli anni Settanta e Ottanta prevedono l'esposizione di serigrafie realizzate nell'ambito del progetto Mail Art, al quale Shimamoto si è iniziato ad interessare dopo la morte del Maestro Yoshihara ed il conseguente scioglimento del Gutai. L'adesione alla Mail Art e alla creazione del Network si lega inscindibilmente con il passato Gutai per il suo carattere collettivo e attivo. A documentare questa fase dell'artista, fotografie delle sue azioni e performances con il gruppo AU (Union Artist).
Gli anni Novanta sono rappresentati dai Bottle Crash, opere eseguite utilizzando la tecnica da lui stesso inventata nel lontano 1956. In questi anni sviluppa infatti una sua innovativa e particolare modalità di espressione linguistica, che, se da un lato riutilizza il lancio del colore entro bottiglie, dall'altro lo riempe di nuovi significati apportati dall'esperienza della Mail Art.
L'ultima sezione documenta gli anni più recenti della sua espressione artistica: Shimamoto crea le sue tele esclusivamente durante eventi-performance nei quali lo spazio (piazza urbana, monumenti pubblici, musei e gallerie) il pubblico, i performer, gli strumenti e gli oggetti utilizzati per il lancio del colore costituiscono una sempre nuova ed imprevedibile relazione. Le opere saranno quindi accompagnate da una ricca document zione fotografica delle perfomance relative che assume, negli anni più recenti, un ruolo centrale a discapito dell'esito pittorico. L'elemento sonoro, fondamentale nella realizzazione delle performance, sarà presente a completare l'allestimento, ricreando la spettacolarità, la processualità e la teatralizzazione delle sue operazioni artistiche. Le Performance documentate saranno quelle realizzate alla Saga University of Art di Kyoto, a Trevi mediante lanci di colore da un elicottero, al Fashion Museum di Kobe, a Venezia, a Pechino nell'ambito dell'Art Challenged Project, in Piazza Dante a Napoli, a Punta Campanella e a Capri.
La mostra prevede un percorso didattico diacronico, che mette in parallelo e confronta i grandi eventi storico-artistici ed i maggiori protagonisti del Secondo Dopoguerra (Fontana, Cage, Pollock, Kaprow, Mathieu) al fine di ricostruire una mappatura adeguata e completa.
L'iniziativa, che propone una ricca selezione di opere, dagli anni Cinquanta fino a quelle più recenti realizzate per l'ultima Biennale di Venezia e nelle performance di Napoli e Capri dello scorso maggio, ripercorre l'intero percorso artistico di Shimamoto e documenta, anche attraverso numerosi filmati, la dimensione performativa e la poetica del suo lavoro.
Shozo Shimamoto è uno dei protagonisti più significativi della ricerca visiva contemporanea. La sua produzione inizia in Giappone con il movimento Gutai nei primi anni Cinquanta e prosegue nel tempo con un crescente consenso a livello internazionale.
Il movimento, nato in Giappone nel 1954, si indirizzava ad un fare artistico collegato alla "pittura-azione", utilizzando forme espressive come happening e performance "per una messa al bando del pennello", come lo stesso Shimamoto intitola il Manifesto della sua poetica nel 1957.
Per "liberare il colore dal pennello" gli artisti del gruppo Gutai lo sostituiscono con qualsiasi strumento possa esaltare la qualità della materia colorante, come mani, piedi, pattini, giocattoli, annaffiatoi, cannoni.
Shimamoto, inventore di un nuovo modo di concepire la pittura, animatore di forme spettacolari e multimediali, creatore di un ponte ideale tra le avanguardie artistiche occidentali e la tradizione tipicamente giapponese della calligrafia zen, si colloca in una posizione cruciale nella vicenda artistica contemporanea, divenendo, come scrive Achille Bonito Oliva, "un nomade samurai dell'arte che riesce ad andare a bersaglio, assistito dal caso intelligente di un processo creativo che vuole bucare l'inerzia del mondo e dare energia alla comunità degli uomini".
In occasione dell'inaugurazione della mostra, giovedì 13 novembre, alle ore 16.00, l'artista eseguirà, in piazza Matteotti, la performance Shozo Shimamoto – Samurai, acrobata dello sguardo, che vedrà la partecipazione dell'artista Fluxus Philip Corner, con la collaborazione di Phœbe Neville. Durante la performance, organizzata da Abc Arte, il Maestro lancerà, dall'alto di una gru, i colori sulla tela posizionata al centro della piazza, dove oggetti e performer la animeranno creando una fusione di suoni, colori e movimenti, una potenza vitalistica che rimane la cifra stilistica di questo artista.
"Un colore senza materia non esiste. La bellezza della materia deve sopravvivere anche alla forzatura del pennello. Solo attraverso screpolature ed erosioni o magari una mutazione di colore sopravvenuta inaspettatamente possiamo scoprire la bellezza intrinseca nelle sostanze coloranti.”
Così recita il testo programmatico che Shozo Shimamoto scrisse nel 1957, dando inizio ad un percorso di sperimentazione linguistica che è diventato, nel corso di 58 anni di attività, la cifra distintiva della sua poetica: la continua e inarrestabile riflessione e sperimentazione sul linguaggio artistico, sull'azione e sulla materia che è luce, energia e colore.
Nato ad Osaka nel 1928, Shimamoto è uno dei co-fondatori del Movimento Gutai, l'Associazione d'Arte Concreta fondata da Jiro Yoshihara nel 1954 con lo scopo di liberare l'arte dalle convenzioni e dal peso della tradizione sia Orientale che Occidentale.
La mostra proposta costituisce per Genova e per la Liguria una assoluta novità per lo studio di una personalità artistica centrale nella storia dell'arte del Secondo Dopoguerra. Insieme alla retrospettiva dedicata a Lucio Fontana che si terrà contemporaneamente a Palazzo Ducale, l'esposizione di Shozo Shimamoto permette di far luce su un particolare momento storico-politico, culturale ed artistico che ha dato i natali a rivoluzionarie concezioni artistiche che parallelamente hanno toccato l'Europa, gli Stati Uniti ed il Giappone.
La mostra è una retrospettiva dell'artista giapponese Shozo Shimamoto che si propone di documentare antologicamente e cronologicamente il percorso artistico del maestro dalle prime opere fino alle più recenti performances.
Il percorso, suddiviso in decenni, prende avvio dalle opere risalenti ai primi anni '50: a quell'epoca Shimamoto è allievo del Maestro Jiro Yoshihara che lo spinge a sperimentare nuovi linguaggi ed a cercare nuove forme d'espressione. E' da questa esigenza che nascono, quasi per caso, i primi lavori, i Buchi, realizzati facendo agire i pigmenti di colore su diversi strati di carta di giornale sovrapposti. La materia ed il caso sono i protagonisti dell'azione pittorica e l'artista ne è solo il testimone.
Il buco che infrange lo schermo della superficie è il risultato del contatto fisico tra artista, superficie e colore; la traccia di quel contatto, l’esito di un’azione, non una scelta di tipo mentale, come nel caso di Fontana. Questa sezione quindi offre anche l'oppurtunità di confrontare e svincolare due poetiche (quella di Shimamoto e Fontana) che sono state, per lungo tempo, erroneamente accostate.
All'interno della stessa sezione dedicata ai lavori anni'40 e '50 sono presenti anche le opere Gutai di action painting e di tipo environmentale e ambientale. A rappresentare quest'ultima tipologia è la ricostruzione eseguita dall'artista dell'installazione intitolata “Prego, camminate qui sopra”. L'originale era stata costruita per la “Seconda Esposizione Gutai all'aperto ” del 1955, tenutasi nel parco della città di Ashiya. Il camminamento, che rientrava all'interno di un progetto collettivo di intervento creativo su di uno spazio fisico, coinvolgeva direttamente lo spettatore, che era invitato a percorrere l'opera ed a relazionarsi conessa: composta da una serie di assi di legno e da un sistema di molle, l'opera reagiva al passaggio del visitatore alterando la sua stabilità. Allo stesso modo “Cannon Work” del 1956 testimonia la genesi delle sue azioni di pittura all'interno della poetica Gutai: sparati da un cannone, appositamente costruito dall'artista, i colori si posizionano in modo accidentale sulla tela, in un tempo e in uno spazio deliberatamente indefinito.
A completare questa sezione, fotografie d'epoca e video storici documentano le mostre e le prime iniziative Gutai. I lavori su pellicola e audio di Shimamoto rientrano in questa esigenza di continua sperimentazione: per il “Gutai Stage Exhibition” del 1957 crea un film dal titolo “Il film che non esiste in nessuna altra parte del mondo” ottenuto disegnando sulla pellicola segni rudimentali, punti e linee; il tutto accompagnato da una musica che era il risultato della riproduzione dei suoni più comuni e naturali.
La Seconda sezione prende in considerazione gli anni Sessanta. L'arrivo del critico francese Michel Tapié in Giappone nel 1957, accompagnato da Georges Mathieu, cambia le sorti del Gruppo Gutai e dello stesso Shimamoto: l'assimilazione dell'espressione artistica Gutai all'Informale, che veicola il suo linguaggio verso un pittoricismo sempre meno caratterizzato da forme oggettuali e processuali, viene compensata dall'azione
di promozione internazionale con cui il critico porta il gruppo fuori dal Giappone. I quadri e le tele di Shimamoto, così come quelle di tutti i componenti del Gutai, pur conquistando le sale espositive europee ed americane, non rinunciano all'azione, che diventa il fulcro della realizzazione pittorica. Le opere sono frutto di una performance, di un'azione, di un nuovo tipo di tecnica, che risale al 1956 e che consiste nel lanciare con violenza e senza alcun tipo di filtro mentale e intellettuale le sostanze coloranti all'interno di bottiglie contro la tela (bottle crash).
Anche in questa fase più prettamente pittorica, il percorso evidenzia la continua esigenza di sperimentazione che caratterizza l'espressione artistica di Shimamoto: prova e varia le tecniche, i supporti e le dimensioni.
Gli anni Settanta e Ottanta prevedono l'esposizione di serigrafie realizzate nell'ambito del progetto Mail Art, al quale Shimamoto si è iniziato ad interessare dopo la morte del Maestro Yoshihara ed il conseguente scioglimento del Gutai. L'adesione alla Mail Art e alla creazione del Network si lega inscindibilmente con il passato Gutai per il suo carattere collettivo e attivo. A documentare questa fase dell'artista, fotografie delle sue azioni e performances con il gruppo AU (Union Artist).
Gli anni Novanta sono rappresentati dai Bottle Crash, opere eseguite utilizzando la tecnica da lui stesso inventata nel lontano 1956. In questi anni sviluppa infatti una sua innovativa e particolare modalità di espressione linguistica, che, se da un lato riutilizza il lancio del colore entro bottiglie, dall'altro lo riempe di nuovi significati apportati dall'esperienza della Mail Art.
L'ultima sezione documenta gli anni più recenti della sua espressione artistica: Shimamoto crea le sue tele esclusivamente durante eventi-performance nei quali lo spazio (piazza urbana, monumenti pubblici, musei e gallerie) il pubblico, i performer, gli strumenti e gli oggetti utilizzati per il lancio del colore costituiscono una sempre nuova ed imprevedibile relazione. Le opere saranno quindi accompagnate da una ricca document zione fotografica delle perfomance relative che assume, negli anni più recenti, un ruolo centrale a discapito dell'esito pittorico. L'elemento sonoro, fondamentale nella realizzazione delle performance, sarà presente a completare l'allestimento, ricreando la spettacolarità, la processualità e la teatralizzazione delle sue operazioni artistiche. Le Performance documentate saranno quelle realizzate alla Saga University of Art di Kyoto, a Trevi mediante lanci di colore da un elicottero, al Fashion Museum di Kobe, a Venezia, a Pechino nell'ambito dell'Art Challenged Project, in Piazza Dante a Napoli, a Punta Campanella e a Capri.
La mostra prevede un percorso didattico diacronico, che mette in parallelo e confronta i grandi eventi storico-artistici ed i maggiori protagonisti del Secondo Dopoguerra (Fontana, Cage, Pollock, Kaprow, Mathieu) al fine di ricostruire una mappatura adeguata e completa.
13
novembre 2008
Shozo Shimamoto – Samurai, acrobata dello sguardo 1950-2008
Dal 13 novembre 2008 all'otto marzo 2009
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA VILLA CROCE
Genova, Via Jacopo Ruffini, 3, (Genova)
Genova, Via Jacopo Ruffini, 3, (Genova)
Orario di apertura
lunedì chiuso, da martedì a venerdì ore 9–18; sabato e domenica ore 10–18
Vernissage
13 Novembre 2008, ore 18,30
Sito web
www.shimamotogenova.org
Autore
Curatore