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Si ignorano i motivi del gesto
Gli artisti in mostra adottano un registro indiziario per ridefinire la zona oscura di un’ipotetica
e ignota biografia che, per altrettanto ignote ragioni, emerge in questo spazio sotterraneo e
sconosciuto ai più. L’operazione si sviluppa attraverso un lavoro sulla rimozione, sulla traccia, sul
negativo: sul venir meno della transizione umana che genera adesso un’improvvisa mancanza di
cui nessuno conosce ragioni né lamenta il distacco
Comunicato stampa
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SI IGNORANO I MOTIVI DEL GESTO
Vernissage, 15 luglio 2011, h. 20.00
Chiusura, 6 agosto 2011
La Galleria di Palazzo Conti è una struttura realizzata nel 1860 nel centro di Locorotondo. Per
lungo tempo utilizzata come ricovero per gli animali del notaio Conti, è stata abbandonata per
circa quarant’anni. A partire dal mese di luglio 2011 il Palazzo, sottoposto a restauro, ospita
l’hotel “Garibaldi Residence”. Tuttavia, la grande galleria posteriore, gli straordinari sotterranei e parte del giardino botanico adiacente non sono mai stati sottoposti a ripristino. E, dopo i molti anni di incuria, questi spazi si offrono al visitatore nella loro oscura scabrosità in cui si moltiplicano
le tracce di un passaggio umano lasciate da coloro che hanno occupato il luogo in totale
clandestinità.
La mostra “Si ignorano i motivi del gesto”, curata da Roberto Lacarbonara, adotta un titolo assai ricorrente nelle formule del giornalismo di cronaca, laddove si tenta di rintracciare i moventi e le (s)ragioni che hanno determinato improvvisi e inattesi atti di scelleratezza e violenza e che, molto spesso, coinvolgono insospettabili protagonisti. Lo stravolgimento di un microcosmo familiare o urbano diventa così l’elemento determinante nella ricostruzione dell’identità del prossimo, del vicino, di un’alterità improvvisamente rivelatasi insostenibile.
Gli artisti in mostra adottano un registro indiziario per ridefinire la zona oscura di un’ipotetica e ignota biografia che, per altrettanto ignote ragioni, emerge in questo spazio sotterraneo e sconosciuto ai più. L’operazione si sviluppa attraverso un lavoro sulla rimozione, sulla traccia, sul negativo: sul venir meno della transizione umana che genera adesso un’improvvisa mancanza di cui nessuno conosce ragioni né lamenta il distacco.
I 17 artisti sono inseriti in un progetto che elude le consuete attitudini curatoriali. Nessuno dispone in maniera esclusiva della parete, dell’angolo, del soffitto o del pavimento.
L’intervento prevede l’allestimento di una “scena degli indizi”: ogni artista è chiamato ad insinuare delle ipotesi e a tratteggiare una “mente collettiva” all’interno del meccanismo narrativo proposto. Ognuno è invitato ad invadere l’altro, a mettere in discussione il vicino, a irrompere - se necessario - nel mezzo del lavoro dell’altro fino al punto in cui le tracce della pluralità si confondono. “Chiave di volta dell’operazione - afferma il curatore – è il carattere di sospensione e di interruzione di ogni gestualità e vitalità. Sulla scorta di Michel Foucault e della sua brillante definizione di follia come interruzione d’opera, le proposte degli artisti presenti sono il frutto di una analoga crisi del discorso, una cesura in seno alla logica. In questo modo la mostra ragiona sulla sospensione dello stesso gesto artistico: un punto in cui l’atto si ferma, svolta, si contraddice, inverte rotta, finisce senza finire. Ciò, infine, di cui realmente “si ignorano i motivi” sono i gesti dell’arte, le meccaniche della ragione, le crisi del pensiero”.
Vernissage, 15 luglio 2011, h. 20.00
Chiusura, 6 agosto 2011
La Galleria di Palazzo Conti è una struttura realizzata nel 1860 nel centro di Locorotondo. Per
lungo tempo utilizzata come ricovero per gli animali del notaio Conti, è stata abbandonata per
circa quarant’anni. A partire dal mese di luglio 2011 il Palazzo, sottoposto a restauro, ospita
l’hotel “Garibaldi Residence”. Tuttavia, la grande galleria posteriore, gli straordinari sotterranei e parte del giardino botanico adiacente non sono mai stati sottoposti a ripristino. E, dopo i molti anni di incuria, questi spazi si offrono al visitatore nella loro oscura scabrosità in cui si moltiplicano
le tracce di un passaggio umano lasciate da coloro che hanno occupato il luogo in totale
clandestinità.
La mostra “Si ignorano i motivi del gesto”, curata da Roberto Lacarbonara, adotta un titolo assai ricorrente nelle formule del giornalismo di cronaca, laddove si tenta di rintracciare i moventi e le (s)ragioni che hanno determinato improvvisi e inattesi atti di scelleratezza e violenza e che, molto spesso, coinvolgono insospettabili protagonisti. Lo stravolgimento di un microcosmo familiare o urbano diventa così l’elemento determinante nella ricostruzione dell’identità del prossimo, del vicino, di un’alterità improvvisamente rivelatasi insostenibile.
Gli artisti in mostra adottano un registro indiziario per ridefinire la zona oscura di un’ipotetica e ignota biografia che, per altrettanto ignote ragioni, emerge in questo spazio sotterraneo e sconosciuto ai più. L’operazione si sviluppa attraverso un lavoro sulla rimozione, sulla traccia, sul negativo: sul venir meno della transizione umana che genera adesso un’improvvisa mancanza di cui nessuno conosce ragioni né lamenta il distacco.
I 17 artisti sono inseriti in un progetto che elude le consuete attitudini curatoriali. Nessuno dispone in maniera esclusiva della parete, dell’angolo, del soffitto o del pavimento.
L’intervento prevede l’allestimento di una “scena degli indizi”: ogni artista è chiamato ad insinuare delle ipotesi e a tratteggiare una “mente collettiva” all’interno del meccanismo narrativo proposto. Ognuno è invitato ad invadere l’altro, a mettere in discussione il vicino, a irrompere - se necessario - nel mezzo del lavoro dell’altro fino al punto in cui le tracce della pluralità si confondono. “Chiave di volta dell’operazione - afferma il curatore – è il carattere di sospensione e di interruzione di ogni gestualità e vitalità. Sulla scorta di Michel Foucault e della sua brillante definizione di follia come interruzione d’opera, le proposte degli artisti presenti sono il frutto di una analoga crisi del discorso, una cesura in seno alla logica. In questo modo la mostra ragiona sulla sospensione dello stesso gesto artistico: un punto in cui l’atto si ferma, svolta, si contraddice, inverte rotta, finisce senza finire. Ciò, infine, di cui realmente “si ignorano i motivi” sono i gesti dell’arte, le meccaniche della ragione, le crisi del pensiero”.
15
luglio 2011
Si ignorano i motivi del gesto
Dal 15 luglio al 06 agosto 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA DI PALAZZO CONTI
Locorotondo, Via Bonifacio, 17, (Bari)
Locorotondo, Via Bonifacio, 17, (Bari)
Orario di apertura
dal giovedì alla domenica 18-21
Vernissage
15 Luglio 2011, ore 20
Autore
Curatore