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Siamese Sculptures #3 – Beatrice Pasquali / Norman Foster
Siamese Sculptures è un rapporto dialogico, meglio: una dialettica a proposito di uno straordinario legame reciproco
Comunicato stampa
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Siamese Sculptures è un rapporto dialogico, meglio: una dialettica a proposito di uno straordinario legame reciproco. Seguendo lo snodo di un cordone ombelicale giammai reciso, tale parentela intende debellare le idiosincrasie al fine di allineare l’industrial design alle sculture di artisti emergenti per determinarne ambiguità o affinità elettive. Vale quindi la pena ricordare Adolf Loos, che di sé aveva detto di essersi limitato a mostrare che «fra un’urna e un vaso da notte c’è una differenza e che proprio in questa differenza la civiltà ha il suo spazio. Gli altri invece, gli spiriti positivi, si dividono fra quelli che usano l’urna come vaso da notte e quelli che usano il vaso da notte come urna»; esautorato il principio secondo cui la forma segue la funzione, e senza per questo voler innescare un dibattito ormai permanente (concetto-querelle tra arti liberali e arti applicate, tra gusto e consumo, opera e prodotto, estetica e utilità), le differenze e le convenzioni saranno qui limate, così pure le finalità, sposando la società dei consumi con la mania del collezionismo più colto, giungendo da ultimo a un “quotidiano attaccamento” per le cose. In un ambiente domestico, design e arte convergeranno favorendo una contemplazione che pareggia la natura dell’uno e dell’altra, mostrandoceli come nudi oggetti, identità da cui non possono trascendere.
La terza “coppia siamese” vede affiancati Beatrice Pasquali e Norman Foster, coalizione che rinverdisce il tema della decollazione caro alla storia dell’arte e che nel corso dei secoli ha annoverato un gran numero di martiri e una sciarada di illustri personaggi: da Giovanni il Battista a Paolo Apostolo, da Santa Cecilia a San Donnino, da Caterina d’Alessandria a Margherita d’Antiochia, da Oloferne a Golia, da Orfeo alla Medusa, da Durga a Namuci, da Manlio Torquato a Cosma e Damiano, da Elizabeth Barton a Maria Antonietta...
La testa in cera di Pasquali (esposta al Museo di Storia Naturale e Archeologica di Montebelluna in occasione della mostra “la natura, l’arte, la meraviglia” a cura di Walter Guadagnini) indaga l’organismo umano con l’occhio clinico dell’anatomopatologo riuscendo a coniugare arte e scienze mediche; in bilico tra un formalismo eziologico e una più sapida demiurgia, la scultura di Pasquali è la risultanza di una ricerca sistematica condotta sull’attenta analisi di testi scientifici che implicano un lungo processo [in]formativo. Il vassoio di Norman Foster (in alluminio, colore grigio, forma rettangolare con manici, grande 65cm x 49cm x 5cm) si radica in una tradizione funzionalista e razionalista, con un approccio minimalista che prende le mosse dall’International Style verso il Dematerialismo; la riconoscibilità utilitaristca dell’oggetto è però inficiata dal sostegno a parete (in alluminio grigio, cm20,4x5,6x4,4) progettato dallo stesso Foster. Appeso alla parete il vassoio diventa quindi un ibrido tra una scultura e un quadro. A differenza delle altre esposizioni, in mostra sarà presente anche il relativo packaging: un tetraedo di cartone con una texture di pois – grigi e uniformi nel caso del vassoio, verdi e irregolari nel caso del sostegno – che esula dal tradizionale branding Alessi e diventa così parte integrante dell’opera.
Ancora una volta un freddo plateau accoglierà sulla sua superficie la parte terminale di un corpo senziente.
La terza “coppia siamese” vede affiancati Beatrice Pasquali e Norman Foster, coalizione che rinverdisce il tema della decollazione caro alla storia dell’arte e che nel corso dei secoli ha annoverato un gran numero di martiri e una sciarada di illustri personaggi: da Giovanni il Battista a Paolo Apostolo, da Santa Cecilia a San Donnino, da Caterina d’Alessandria a Margherita d’Antiochia, da Oloferne a Golia, da Orfeo alla Medusa, da Durga a Namuci, da Manlio Torquato a Cosma e Damiano, da Elizabeth Barton a Maria Antonietta...
La testa in cera di Pasquali (esposta al Museo di Storia Naturale e Archeologica di Montebelluna in occasione della mostra “la natura, l’arte, la meraviglia” a cura di Walter Guadagnini) indaga l’organismo umano con l’occhio clinico dell’anatomopatologo riuscendo a coniugare arte e scienze mediche; in bilico tra un formalismo eziologico e una più sapida demiurgia, la scultura di Pasquali è la risultanza di una ricerca sistematica condotta sull’attenta analisi di testi scientifici che implicano un lungo processo [in]formativo. Il vassoio di Norman Foster (in alluminio, colore grigio, forma rettangolare con manici, grande 65cm x 49cm x 5cm) si radica in una tradizione funzionalista e razionalista, con un approccio minimalista che prende le mosse dall’International Style verso il Dematerialismo; la riconoscibilità utilitaristca dell’oggetto è però inficiata dal sostegno a parete (in alluminio grigio, cm20,4x5,6x4,4) progettato dallo stesso Foster. Appeso alla parete il vassoio diventa quindi un ibrido tra una scultura e un quadro. A differenza delle altre esposizioni, in mostra sarà presente anche il relativo packaging: un tetraedo di cartone con una texture di pois – grigi e uniformi nel caso del vassoio, verdi e irregolari nel caso del sostegno – che esula dal tradizionale branding Alessi e diventa così parte integrante dell’opera.
Ancora una volta un freddo plateau accoglierà sulla sua superficie la parte terminale di un corpo senziente.
01
marzo 2007
Siamese Sculptures #3 – Beatrice Pasquali / Norman Foster
Dal primo al 31 marzo 2007
architettura
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
DA AZ – DEPOSITO ARTE ALBERTO ZANCHETTA
Sossano, Via Andrea Palladio, 19, (Vicenza)
Sossano, Via Andrea Palladio, 19, (Vicenza)
Orario di apertura
su appuntamento
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