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Siamo sempre Nuovi-nuovi
Questa collettiva intende riportare alla luce dei riflettori venti artisti che hanno caratterizzato gli anni ‘70-‘80
Comunicato stampa
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La Galleria del Tasso ospiterà da giovedì 19 novembre la mostra “Siamo sempre Nuovi-nuovi”.
Questa collettiva intende riportare alla luce dei riflettori venti artisti che hanno caratterizzato gli anni ‘70-‘80: Enrico Barbera, Luciano Bartolini, Bruno Benuzzi, Carlo Bonfà, Vittorio D’Augusta, Giuseppe Del Franco, Enzo Esposito, Antonio Faggiano, Marcello Jori, Felice Levini, Luigi Mainolfi, Giuseppe Maraniello, Vittorio Messina, Luigi Ontani, Giorgio Pagano, Giuseppe Salvatori, Salvo, Aldo Spoldi, Wal e Giorgio Zucchini.
Come scrive Carlo Frittelli, uno dei primi a cogliere i significati della comparsa di questo gruppo di artisti: “Alcuni di questi artisti hanno avuto riconosciuta fama mentre altri sono rimasti, ingiustamente, nell’ombra. (..) Gli artisti che fecero parte del gruppo definito “Nuovi-nuovi” sono stati un vero segnale delle grandi trasformazioni che, in quel momento, avvenivano in tutto il mondo. (..) Come spesso accade nel nostro Paese questi avvenimenti di uno “tsunami” che stava mutando la nostra cultura venivano accolti con l’indifferenza se non con il supponente e sarcastico rifiuto di chi ama farsi esperto sostenendo che tutto questo è frutto, come minimo, di incapacità a rappresentare o esprimere il bello, in quanto ritenuto solo appannaggio del passato, delle tanto decantante “belle arti”(..)Senza accorgersi, invece, che tutte queste nuove ricerche facevano parte di un progetto e di un cambiamento in atto che in breve avrebbe portato la società a modificarne il gusto insieme alle sue certezze. Ripensando oggi a quel momento, a quel tempo nel quale “l’espressione”, di prevalente drammaticità che avvolgeva il mondo corroso delle tensioni dei blocchi, delle guerre e delle dittature, veniva in qualche modo esorcizzata dal lavoro dei Nuovi-nuovi quali seppero traslare la leggerezza, il dramma verso la speranza.
L’arte cioè intesa come “paradigma-gioco” di una realtà sempre più incontrollata.”
La mostra che per la prima volta ha presentato l’etichetta dei “Nuovi-nuovi” si è aperta alla Galleria d’arte comunale di Bologna il 15 marzo 1980 a cura di Renato Barilli, Francesca Alinovi e Roberto Daolio, il trio che sarebbe stato al centro di tutte le mostre successive fino alla prematura scomparsa di Francesca Alinovi nell’estate 1983.
Nell’esposizione bolognese la mostra compariva con il titolo “Dieci anni dopo” e riprendeva la mostra “Gennaio 70”, svoltasi sempre a Bologna. Quella collettiva aveva segnalato la comparsa ufficiale dell’arte povera in uno spazio pubblico.
La collettiva “Nuovi-nuovi” ebbe un seguito a Ferrara con il titolo di “La Qualità”, che fu poi ospitata in alcune sedi genovesi, al Palazzo dell’Esposizioni di Roma, a Reggio Emilia, Torino, Milano.
La mostra vanta anche due trasferte transoceaniche: nell’autunno 1980 una selezione ristretta dei “Nuovi-nuovi” fu ospitata a New York con il titolo “Italian Wave” e nel 1986-87 dieci “Nuovi-nuovi”sotto il titolo di “Icons of Postmodernism, Les Icones du Postmoderne”, toccarono Montréal, Toronto, Vancouver, New York e Chicago.
“Siamo sempre i Nuovi-nuovi” avvertono gli artisti guidati ancora oggi da Barilli e Daolio, nonostante la scomparsa di Luciano Bartolini e di Antonio Faggiano, presenti in spirito con la fantasia.
La collettiva “Siamo sempre Nuov –Nuovi”, che nel 2009 è passata da Firenze, Parma e Alessandria, sarà ospitata dalla Galleria del Tasso fino al 31 gennaio 2010
“…Questo ciclo di mostre non intende affatto spendere le sue carte in una ricostruzione di passate fortune, si vuole invece puntare sull'attualità".
Questa collettiva intende riportare alla luce dei riflettori venti artisti che hanno caratterizzato gli anni ‘70-‘80: Enrico Barbera, Luciano Bartolini, Bruno Benuzzi, Carlo Bonfà, Vittorio D’Augusta, Giuseppe Del Franco, Enzo Esposito, Antonio Faggiano, Marcello Jori, Felice Levini, Luigi Mainolfi, Giuseppe Maraniello, Vittorio Messina, Luigi Ontani, Giorgio Pagano, Giuseppe Salvatori, Salvo, Aldo Spoldi, Wal e Giorgio Zucchini.
Come scrive Carlo Frittelli, uno dei primi a cogliere i significati della comparsa di questo gruppo di artisti: “Alcuni di questi artisti hanno avuto riconosciuta fama mentre altri sono rimasti, ingiustamente, nell’ombra. (..) Gli artisti che fecero parte del gruppo definito “Nuovi-nuovi” sono stati un vero segnale delle grandi trasformazioni che, in quel momento, avvenivano in tutto il mondo. (..) Come spesso accade nel nostro Paese questi avvenimenti di uno “tsunami” che stava mutando la nostra cultura venivano accolti con l’indifferenza se non con il supponente e sarcastico rifiuto di chi ama farsi esperto sostenendo che tutto questo è frutto, come minimo, di incapacità a rappresentare o esprimere il bello, in quanto ritenuto solo appannaggio del passato, delle tanto decantante “belle arti”(..)Senza accorgersi, invece, che tutte queste nuove ricerche facevano parte di un progetto e di un cambiamento in atto che in breve avrebbe portato la società a modificarne il gusto insieme alle sue certezze. Ripensando oggi a quel momento, a quel tempo nel quale “l’espressione”, di prevalente drammaticità che avvolgeva il mondo corroso delle tensioni dei blocchi, delle guerre e delle dittature, veniva in qualche modo esorcizzata dal lavoro dei Nuovi-nuovi quali seppero traslare la leggerezza, il dramma verso la speranza.
L’arte cioè intesa come “paradigma-gioco” di una realtà sempre più incontrollata.”
La mostra che per la prima volta ha presentato l’etichetta dei “Nuovi-nuovi” si è aperta alla Galleria d’arte comunale di Bologna il 15 marzo 1980 a cura di Renato Barilli, Francesca Alinovi e Roberto Daolio, il trio che sarebbe stato al centro di tutte le mostre successive fino alla prematura scomparsa di Francesca Alinovi nell’estate 1983.
Nell’esposizione bolognese la mostra compariva con il titolo “Dieci anni dopo” e riprendeva la mostra “Gennaio 70”, svoltasi sempre a Bologna. Quella collettiva aveva segnalato la comparsa ufficiale dell’arte povera in uno spazio pubblico.
La collettiva “Nuovi-nuovi” ebbe un seguito a Ferrara con il titolo di “La Qualità”, che fu poi ospitata in alcune sedi genovesi, al Palazzo dell’Esposizioni di Roma, a Reggio Emilia, Torino, Milano.
La mostra vanta anche due trasferte transoceaniche: nell’autunno 1980 una selezione ristretta dei “Nuovi-nuovi” fu ospitata a New York con il titolo “Italian Wave” e nel 1986-87 dieci “Nuovi-nuovi”sotto il titolo di “Icons of Postmodernism, Les Icones du Postmoderne”, toccarono Montréal, Toronto, Vancouver, New York e Chicago.
“Siamo sempre i Nuovi-nuovi” avvertono gli artisti guidati ancora oggi da Barilli e Daolio, nonostante la scomparsa di Luciano Bartolini e di Antonio Faggiano, presenti in spirito con la fantasia.
La collettiva “Siamo sempre Nuov –Nuovi”, che nel 2009 è passata da Firenze, Parma e Alessandria, sarà ospitata dalla Galleria del Tasso fino al 31 gennaio 2010
“…Questo ciclo di mostre non intende affatto spendere le sue carte in una ricostruzione di passate fortune, si vuole invece puntare sull'attualità".
19
novembre 2009
Siamo sempre Nuovi-nuovi
Dal 19 novembre 2009 al 31 gennaio 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEL TASSO
Bergamo, Via San Tomaso, 72, (Bergamo)
Bergamo, Via San Tomaso, 72, (Bergamo)
Orario di apertura
mart - ven 10-12 15-19
sab 15-19 lunedì chiuso
Ufficio stampa
ANTONELLA ASNAGHI & ASSOCIATI
Autore