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Sicurezza
Esposizione di Opere in Mostra Collettiva
Comunicato stampa
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Immagini
Quante volte un’immagine ha contribuito a preservare la nostra esistenza?
Il più delle volte nemmeno ne siamo stati consapevoli, ma percorrendo una qualunque strada ci imbattiamo continuamente negli ammonimenti più disparati, sono praticamente ovunque: sono i simboli della civiltà in movimento, della civiltà che vive, lavora e si auto-tutela.
Da sempre l’uomo si è ingegnato nella condensazione di idee e concetti pratici, in una forma di comunicazione che fosse il più possibile universale; oggi questo traguardo viene in parte raggiunto da tutto un sistema di moderni pittogrammi, allegato alla cartellonistica stradale, da noi comunemente denominati “segnali”.
La scelta dell’immagine, rispetto ad un qualsiasi altro tipo di espressione, è facile da comprendere, in quanto i tempi di reazioni a quest’ultima risultano per lo più immediati, per esempio, rispetto ad un testo scritto; inoltre l’immagine detiene il vantaggio di essere onnicomprensiva, anche a latitudini differenti. Queste qualità non dovrebbero assolutamente essere date per scontate, soprattutto in virtù di certi fatti recenti di cronaca, che imputano uno dei peggiori incidenti ferroviari, accaduti negli ultimi anni, ad un errore verbale intercorso fra un macchinista francofono e uno fiammingo. Possiamo tranquillamente affermare, che un’immagine di divieto, in questo caso, sarebbe stata molto più esplicita, di qualsiasi altro tipo d’istruzione.
Alla luce di questi fatti Arte Continua propone una riflessione profonda, nell’ambito della manifestazione sulla Sicurezza del comune di Roma, prendendo spunto da quelle che nel campo delle manifestazioni visive, sono le immagini più intrinsecamente assimilate, nonché le meno interessanti: quelle dei segnali.
Questo, senza voler far torto a nessuno, è dipeso dallo sconfinamento di queste ultime nell’ambito dell’utilità sociale, cosa che ne permette l’assimilazione come segni convenzionali, al pari dei numeri e delle lettere, al fine di non creare fraintendimenti, garantendone così la massima chiarezza.
Facendo un esempio pratico, nessuno metterebbe mai in dubbio che un 1 è un 1, allo stesso modo nessuno obbietterebbe sul fatto che un cerchio contornato da una striscia rossa rappresenta un divieto d’accesso.
La ricorrente presenza di “istruzioni visive” sulla strada, come in aereo o come in nave, non traccia forse le linee di confine della colonizzazione umana, accompagnandola e tutelandola nel suo svolgersi?
Passando però dall’utile all’estetica, esiste un presupposto secondo cui, ogni immagine nel momento in cui è riconosciuta nella sua interezza, diventa convenzionale. Tenendo presente questo concetto, ogni artista della rassegna ha focalizzato la sua ricerca sulla compilazione di immagini dense, pur tenendo a mente le peculiarità del “segnale”.
Lo sforzo è stato coniugare i due opposti; da un capo all’altro della linea sensibile, l’immagine artistica, la più molteplice delle costruzioni visive, intraprende così un dialogo ideale con i segni più univoci che possano esistere: quelli della sicurezza.
Al contrario di questi loro lontani parenti, le opere costruiscono molteplici livelli d’interpretazione, al fine di dilatare il tempo di fruizione e di appropriazione dei significati, attraverso un discorso di largo respiro, volto alla pluralità ricettiva. Sono immagini queste, completate dalle proiezioni di chi le osserva, pur rimanendo sempre attente all’attualità, pongono numerosi spunti di riflessione a chi voglia lasciarsi rapire, anche solo per il breve volgere di uno sguardo, dalla loro enfasi comunicativa.
Come nelle rassegne precedenti, sono presentate opere concepite dalla gente, per la gente, offerte con un linguaggio incisivo e semplice, senza arrampicamenti iperbolici o intellettualismi astrusi, che come è palese ai più, spesso e volentieri servono esclusivamente a mascherare imbarazzanti assenze di contenuto.
Arte Continua, anche in questa occasione, si propone di scommettere sui temi della tutela e la salvaguardia, si riempie di contenuti, sfidando la linea che separa l’utile dal bello, proponendo un lavoro che trabocca di vita e che vuole essere al servizio della vita.
Dott.ssa Manuela Lo Franco
Storica dell’arte
Quante volte un’immagine ha contribuito a preservare la nostra esistenza?
Il più delle volte nemmeno ne siamo stati consapevoli, ma percorrendo una qualunque strada ci imbattiamo continuamente negli ammonimenti più disparati, sono praticamente ovunque: sono i simboli della civiltà in movimento, della civiltà che vive, lavora e si auto-tutela.
Da sempre l’uomo si è ingegnato nella condensazione di idee e concetti pratici, in una forma di comunicazione che fosse il più possibile universale; oggi questo traguardo viene in parte raggiunto da tutto un sistema di moderni pittogrammi, allegato alla cartellonistica stradale, da noi comunemente denominati “segnali”.
La scelta dell’immagine, rispetto ad un qualsiasi altro tipo di espressione, è facile da comprendere, in quanto i tempi di reazioni a quest’ultima risultano per lo più immediati, per esempio, rispetto ad un testo scritto; inoltre l’immagine detiene il vantaggio di essere onnicomprensiva, anche a latitudini differenti. Queste qualità non dovrebbero assolutamente essere date per scontate, soprattutto in virtù di certi fatti recenti di cronaca, che imputano uno dei peggiori incidenti ferroviari, accaduti negli ultimi anni, ad un errore verbale intercorso fra un macchinista francofono e uno fiammingo. Possiamo tranquillamente affermare, che un’immagine di divieto, in questo caso, sarebbe stata molto più esplicita, di qualsiasi altro tipo d’istruzione.
Alla luce di questi fatti Arte Continua propone una riflessione profonda, nell’ambito della manifestazione sulla Sicurezza del comune di Roma, prendendo spunto da quelle che nel campo delle manifestazioni visive, sono le immagini più intrinsecamente assimilate, nonché le meno interessanti: quelle dei segnali.
Questo, senza voler far torto a nessuno, è dipeso dallo sconfinamento di queste ultime nell’ambito dell’utilità sociale, cosa che ne permette l’assimilazione come segni convenzionali, al pari dei numeri e delle lettere, al fine di non creare fraintendimenti, garantendone così la massima chiarezza.
Facendo un esempio pratico, nessuno metterebbe mai in dubbio che un 1 è un 1, allo stesso modo nessuno obbietterebbe sul fatto che un cerchio contornato da una striscia rossa rappresenta un divieto d’accesso.
La ricorrente presenza di “istruzioni visive” sulla strada, come in aereo o come in nave, non traccia forse le linee di confine della colonizzazione umana, accompagnandola e tutelandola nel suo svolgersi?
Passando però dall’utile all’estetica, esiste un presupposto secondo cui, ogni immagine nel momento in cui è riconosciuta nella sua interezza, diventa convenzionale. Tenendo presente questo concetto, ogni artista della rassegna ha focalizzato la sua ricerca sulla compilazione di immagini dense, pur tenendo a mente le peculiarità del “segnale”.
Lo sforzo è stato coniugare i due opposti; da un capo all’altro della linea sensibile, l’immagine artistica, la più molteplice delle costruzioni visive, intraprende così un dialogo ideale con i segni più univoci che possano esistere: quelli della sicurezza.
Al contrario di questi loro lontani parenti, le opere costruiscono molteplici livelli d’interpretazione, al fine di dilatare il tempo di fruizione e di appropriazione dei significati, attraverso un discorso di largo respiro, volto alla pluralità ricettiva. Sono immagini queste, completate dalle proiezioni di chi le osserva, pur rimanendo sempre attente all’attualità, pongono numerosi spunti di riflessione a chi voglia lasciarsi rapire, anche solo per il breve volgere di uno sguardo, dalla loro enfasi comunicativa.
Come nelle rassegne precedenti, sono presentate opere concepite dalla gente, per la gente, offerte con un linguaggio incisivo e semplice, senza arrampicamenti iperbolici o intellettualismi astrusi, che come è palese ai più, spesso e volentieri servono esclusivamente a mascherare imbarazzanti assenze di contenuto.
Arte Continua, anche in questa occasione, si propone di scommettere sui temi della tutela e la salvaguardia, si riempie di contenuti, sfidando la linea che separa l’utile dal bello, proponendo un lavoro che trabocca di vita e che vuole essere al servizio della vita.
Dott.ssa Manuela Lo Franco
Storica dell’arte
26
febbraio 2010
Sicurezza
Dal 26 al 27 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
AUDITORIUM – PARCO DELLA MUSICA
Roma, Viale Pietro De Coubertin, 34, (Roma)
Roma, Viale Pietro De Coubertin, 34, (Roma)
Orario di apertura
ore 9.30-13.30
Sito web
www.art-ambiente.it
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