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Sidival Fila – Il filo della grazia
La Galleria San Fedele ospita la mostra “Il filo della grazia” dell’artista brasiliano Sidival Fila, frate minore francescano, a cura di Andrea Dall’Asta SJ. In concomitanza si inaugura nella Chiesa di San Fedele un’installazione “site-specific” nella cripta di San Fedele.
Comunicato stampa
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Ago, tessuti, oggetti di recupero, fili che cuciono e ritessono tele di ieri e di oggi. L’artista brasiliano, frate minore francescano, ormai da molti anni ha fatto dell’avventura artistica la propria vocazione. Quando entriamo nel suo splendido studio a Roma, nel cuore del Palatino, in un commovente convento francescano che ha conservato intatto il suo sapore antico, restiamo colpiti dalle sue opere: tele di grandi dimensioni, piccoli quadri concepiti come miniature, colori cangianti accostati a neri antracite, a bianchi avorio, come a costituire una splendida e raffinata sinfonia cromatica, tutto sembra fare affiorare un intenso senso di pace, di quiete.
. L’artista prende una tela, la piega creando pieni e vuoti, la modella, la ridipinge. In seguito la ricuce minuziosamente, ricongiungendone i diversi punti, ricostruendone la tessitura. La trama del nuovo tessuto che viene così a crearsi costituisce un velo leggero, sottile, quasi trasparente. Il tessuto originario si mostra così velato, come se lo si potesse solo intravedere. Qual è il senso di questo lavoro di tessitura, compiuto come un paziente amanuense, riprendendo tessuti, manipolandoli, ricreandoli, dando loro nuova vita? Non si tratta certo soltanto di un lavoro formale o concettuale. Riprendere un materiale già utilizzato, consunto, è un gesto di pietas, in cui l’artista raccoglie un materiale che ha già assolto alla funzione per cui è stato creato, un oggetto scartato, ormai giunto alla fine del suo viaggio. Ridipingerlo, piegarlo, ricucirlo, ricongiungerne la parti mancanti, significa trasformarne il significato, immergendolo nella trasfigurazione della dimensione estetica. Un tessuto, avente un proprio carattere funzionale, è ora immesso nella sfera dell’arte. La creazione nasce da questo prendersi cura, da questa preghiera che segue il lento ricucire delle diverse parti della tela, facendone scaturire la bellezza, l’armonia, la sacralità.
Questo filo non copre il tessuto sottostante, ma come un filtro leggero lascia che la tela sottostante respiri, dia origine a trasparenze sottili, si animi al cambiare della posizione dell’osservatore e del costante mutare della luce. Questo “velo” non gli si sovrappone, ma lo protegge, lo accudisce. Il nuovo universo ricreato da Fila si fa così metafora della vita, consegnata alla luce della grazia che ci accompagna. Il tempo della visione della tela diventa in questo modo tempo di una contemplazione festiva, in quanto ogni frammento della vita è riconsegnato al filo luminoso del mistero.
La visita della mostra verrà arricchita anche dall’esperienza digitale proposta da SmartFactory, start up culturale innovativa che si occupa di Smart Cultures e Digital Humanities. Attraverso l’innovativa tecnologia iBeacon permetterà ai visitatori di ricevere direttamente sul proprio smartphone contenuti e informazioni sulle opere esposte e su San Fedele, trasformando il proprio telefono in una audioguida interattiva.
. L’artista prende una tela, la piega creando pieni e vuoti, la modella, la ridipinge. In seguito la ricuce minuziosamente, ricongiungendone i diversi punti, ricostruendone la tessitura. La trama del nuovo tessuto che viene così a crearsi costituisce un velo leggero, sottile, quasi trasparente. Il tessuto originario si mostra così velato, come se lo si potesse solo intravedere. Qual è il senso di questo lavoro di tessitura, compiuto come un paziente amanuense, riprendendo tessuti, manipolandoli, ricreandoli, dando loro nuova vita? Non si tratta certo soltanto di un lavoro formale o concettuale. Riprendere un materiale già utilizzato, consunto, è un gesto di pietas, in cui l’artista raccoglie un materiale che ha già assolto alla funzione per cui è stato creato, un oggetto scartato, ormai giunto alla fine del suo viaggio. Ridipingerlo, piegarlo, ricucirlo, ricongiungerne la parti mancanti, significa trasformarne il significato, immergendolo nella trasfigurazione della dimensione estetica. Un tessuto, avente un proprio carattere funzionale, è ora immesso nella sfera dell’arte. La creazione nasce da questo prendersi cura, da questa preghiera che segue il lento ricucire delle diverse parti della tela, facendone scaturire la bellezza, l’armonia, la sacralità.
Questo filo non copre il tessuto sottostante, ma come un filtro leggero lascia che la tela sottostante respiri, dia origine a trasparenze sottili, si animi al cambiare della posizione dell’osservatore e del costante mutare della luce. Questo “velo” non gli si sovrappone, ma lo protegge, lo accudisce. Il nuovo universo ricreato da Fila si fa così metafora della vita, consegnata alla luce della grazia che ci accompagna. Il tempo della visione della tela diventa in questo modo tempo di una contemplazione festiva, in quanto ogni frammento della vita è riconsegnato al filo luminoso del mistero.
La visita della mostra verrà arricchita anche dall’esperienza digitale proposta da SmartFactory, start up culturale innovativa che si occupa di Smart Cultures e Digital Humanities. Attraverso l’innovativa tecnologia iBeacon permetterà ai visitatori di ricevere direttamente sul proprio smartphone contenuti e informazioni sulle opere esposte e su San Fedele, trasformando il proprio telefono in una audioguida interattiva.
21
febbraio 2018
Sidival Fila – Il filo della grazia
Dal 21 febbraio al 04 aprile 2018
arte contemporanea
Location
GALLERIA SAN FEDELE
Milano, Via Ulrico Hoepli, 3A-B, (Milano)
Milano, Via Ulrico Hoepli, 3A-B, (Milano)
Biglietti
Museo: 3 euro (fino a 12 anni, gratuito)
Orario di apertura
Orari di apertura Galleria: da martedì a sabato 16:00 - 19:00, al mattino su appuntamento.
Orari di apertura Museo: mercoledì, giovedì e venerdì: ore 14-18; sabato: ore 10-18; domenica: ore 14-18.
Vernissage
21 Febbraio 2018, ore 18.30
Autore
Curatore