Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Sidival Fila – Opere
Dal 13 luglio al 4 novembre 2019 il Museo Diocesano Tridentino ospiterà una personale dell’artista brasiliano Sidival Fila, frate minore francescano e voce tra le più autorevoli dell’arte contemporanea a livello internazionale.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 13 luglio al 4 novembre 2019 il Museo Diocesano Tridentino ospiterà una personale dell’artista brasiliano Sidival Fila, frate minore francescano e voce tra le più autorevoli dell’arte contemporanea a livello internazionale. Artista dalla straordinaria capacità creativa, Sidival Fila è presente con l'opera Golgotha anche alla 58ˆ Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, attualmente in corso nella città lagunare.
L'esposizione alla Biennale di Venezia è solo l'ultima tappa di un percorso umano e artistico di straordinario interesse. Nato nel 1962 in Brasile, Stato del Paranà, nel 1985 Sidival Fila si trasferisce in Italia alla ricerca di un’identità artistica e personale. Qui approfondisce l’interesse per l’arte, maturando nel contempo una vocazione spirituale che lo porterà a entrare nell'Ordine dei Frati Minori di San Francesco d'Assisi. Ordinato a Roma nel 1999, Fila eserciterà il suo ministero presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma e il Carcere di Rebibbia, dividendo la sua vita tra i Conventi di Vitorchiano e Frascati. L’ingresso nell’ordine corrisponde a una volontaria interruzione dell’attività artistica, abbandonata per diciotto anni. La vocazione artistica tornerà tuttavia a imporre la sua presenza, con rinnovata consapevolezza. Inizia infatti nel 2006 un percorso, non più interrotto, che lo conduce a misurarsi con tecniche, materiali e soluzioni compositive diverse. Dai materiali umili agli oggetti di scarto, fino ai tessuti per lo più antichi e utilizzati nell'ambito delle celebrazioni liturgiche.
Nelle mani di Sidival Fila i tessuti si trasformano e da 'scarti' diventano elementi compositivi di un nuovo racconto che intreccia luce, colore e forma. Le opere di Fila non sono "sacre"; tuttavia è proprio la spiritualità il loro oggetto più profondo: «Nella mia ricerca – afferma - non c’è nulla che rimandi in senso figurato o esplicito al religioso, ma c’è un rimando a una tensione verso il trascendente. Il mio desiderio è rendere la materia spirituale dal punto di vista percettivo, renderla fluida, fare del colore un’energia cromatica. Sono dimensioni che rimandano alla nostra concezione di spirito: che, anche per il mondo laico, è luce, trasparenza, leggerezza». Per Sidival Fila «la sacralità non è nel soggetto che un’opera rappresenta, un Cristo o una Madonna, quanto nel fatto che c’è un qualcosa che comunica e va oltre. La vera arte è sempre intrisa di sacralità».
Nelle sue creazioni astratte l'artista utilizza ago, filo, oggetti di recupero, vecchie tele. Con il filo Sidival Fila ricuce le ferite, crea relazioni, fonda nuove simmetrie. Il suo lavoro si fa metafora vivente di azioni necessarie alla nostra società, che pongono al centro la relazione: con sé stessi, con l’altro da sé, con il mondo, con la vita e una sua dimensione spirituale, con il passato e il presente. Tematiche care al Museo Diocesano Tridentino, che con la personale di Sidival Fila intende proseguire un dialogo già in corso con l'arte contemporanea e le questioni più urgenti del nostro tempo. È inoltre evidente il collegamento tra la mostra e la collezione di paramenti liturgici provenienti dalle chiese della diocesi che il museo espone nel percorso permanente.
La mostra
La mostra, a cura di Domenica Primerano e Riccarda Turrina, è allestita nelle sale del piano terra. Il percorso si snoda attraverso tre diverse sezioni. La prima comprende una serie di dipinti monocromi dai colori accesi: molte opere sono intitolate “Metafora” proprio per invitare chi le osserva ad ascoltare, a cogliere la similitudine sottesa nell’utilizzo di un materiale che prende vita dall’intreccio di trama e ordito. È questo uno dei punti cardine della poetica di Sidival Fila, incentrata sul concetto di relazione umana, che nell’espressione artistica si identifica con la scelta di utilizzare il tessuto come soggetto principale del racconto.
La seconda sala ospita le quattordici stazioni della Via Crucis, una composizione astratta, volutamente scomposta nell’impaginazione, difficilmente riconducibile alla Passione, se non attraverso una lettura simbolica. In quest’opera le stoffe parlano del bisogno, che l’artista fortemente sente, di creare un legame con la realtà, affinché l’arte non sia manifestazione di un’eternità immateriale, ma manifestazione del suo bisogno di avere un contatto con il mondo, con la fragilità e la fuggevolezza della vita, con quella caducità che come un velo riveste ogni tempo, lo esalta, lo eleva. La Via Crucis si conclude con un'opera site specific realizzata appositamente per il Diocesano: un antico Crocifisso in legno avvolto entro tessuti antichi rattoppati.
L'ultima sezione espositiva è dedicata al tema del recupero dei tessuti antichi. Servendosi di frammenti di antichi abiti liturgici, Fila crea opere nuove intrise di passato, nelle quali rivive, silenziosa, la narrazione di chi quella stoffa l’ha tessuta o cucita, l’ha indossata, l’ha rattoppata, l’ha riposta in un cassetto, l’ha donata. «Recuperare per me significa dare voce a chi non ne ha più, ridare all’oggetto la sua dignità perduta» afferma Sidival Fila «Ho compreso come la materia possa contenere lo spazio, il tempo, la memoria. La bellezza viene dunque data dalla materia del tempo, perché è capace di registrare e contenere».
La mostra è accompagnata da un catalogo con testi delle curatrici.
CARTELLA STAMPA E IMMAGINI https://www.museodiocesanotridentino.it/area-stampa
Biografia
Sidival Fila nasce in Brasile, Stato del Paranà, nel 1962.Già adolescente si appassiona alle arti plastiche, prediligendo la pittura; trasferitosi a San Paolo, frequenta spesso i musei della città, prestando particolare attenzione ai movimenti artistici europei del primo Novecento. Nel 1985, alla ricerca di un’identità artistica e personale, si trasferisce in Italia. Qui approfondisce l’interesse per l’arte, maturando nel contempo una vocazione spirituale che lo porterà poi a entrare nell'Ordine dei Frati Minori di San Francesco d'Assisi. Ordinato a Roma nel 1999, Fila eserciterà il suo ministero presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma e il Carcere di Rebibbia, dividendo la sua vita tra i Conventi di Vitorchiano e Frascati. L’ingresso nell’ordine corrisponde a una volontaria interruzione dell’attività artistica, abbandonata per diciotto anni. La vocazione artistica tornerà tuttavia a imporre la sua presenza, con rinnovata consapevolezza. Inizia infatti nel 2006 un percorso, non più interrotto, che conduce Fila a misurarsi con tecniche, materiali e soluzioni compositive difformi. Dai materiali umili agli oggetti di scarto, fino ai tessuti liberi e introflessi, ciò che resta costante nella ricerca è il contatto con la materia, a cui l’artista mira a restituire la voce, a raccontarne la storia, a farne percepire la vibrazione.
Data al 2007 la prima mostra personale organizzata presso il convento di San Bonaventura di Frascati; nel 2009 alcune sue opere sono presentate a Roma all’interno di una piccola personale presso la galleria Le Passage du Russie. La mostra che, attira curiosità e attenzione nella capitale, costituisce anche il viatico per un contatto con il collezionismo estero. Degli stessi anni è la partecipazione ad alcune collettive nazionali e internazionali: nel 2010, Fila è tra gli artisti presenti alla mostra Trasparenze: l’Arte per le Energie Rinnovabili, al MACRO Testaccio di Roma e poi al MADRE di Napoli, mentre nel 2011, l’artista partecipa all’esposizione Lo splendore della Verità, la bellezza della Carità organizzata dal Pontificium Consilium de Cultura per il 60° anno di sacerdozio di Benedetto XVI. Nel 2012 – lo stesso anno in cui l’artista presenta una rassegna delle sue opere più recenti nella personale, Le pieghe della luce, presso l’ex GIL di Roma – la Galleria Ulisse dedica a lui e ad Agostino Bonalumi una mostra dal significativo titolo Dittico sull'Orlo dell'Infinito; il dialogo con altri artisti connota anche la successiva mostra personale Trasformazione, presentata nel 2015 presso il Museo Bilotti di Roma, dove le opere dell’artista brasiliano dialogano con i percorsi espositivi di Yves Klein e Tito Amodei.
Nell’inverno del 2016 Fila è presente a Roma, presso l’Ambasciata del Brasile, con una personale dal titolo Metafora; alla primavera dello stesso anno data invece la partecipazione dell’artista alla mostra collettiva Drȏles de trames!, presso Le Fresnoy-Studio national des arts contemporains di Lille, ove, sotto la regia di Alain Fleischer, i tessuti dell’artista dialogano con le opere di artisti internazionali come Dan Flavin, Sheila Hicks, Sol LeWitt, François Morellet, François Rouan e Pablo Valbuena.
Nel maggio 2017 un progetto dell’artista vince la selezione indetta dal centro di arte contemporanea e musica della Sankt Peter Kunst-Station di Colonia, ove, nella primavera dello stesso anno Fila propone un site specific che investe l’intera struttura architettonica.
Nel dicembre 2017 la mostra personale RI-NASCITA, realizzata in collaborazione con Fondaco Italia e sita presso gli Archi del Palazzo Papale di Rieti, è parte di un progetto che investe i territori di Greccio e Rieti. Lo stesso mese inaugura, presso la Galerie Jérȏme Poggi di Parigi, la prima mostra personale dell’artista in Francia, e una sua opera è esposta presso la chiesa parigina di Saint Eustache. Dal 21 febbraio al 5 aprile 2018 Sidival Fila è protagonista di una prestigiosa mostra personale presso la Galleria San Fedele di Milano, dove l’artista è chiamato anche a proporre una installazione all'interno della cripta della Chiesa di San Fedele, in dialogo con grandi maestri dell’arte italiana come Lucio Fontana e Jannis Kounellis.
Nel maggio del 2018 viene pubblicata in un unico volume, edito da Silvana Editoriale, la monografia ufficiale, curata da Elisa Coletta. Attualmente Sidival Fila vive e lavora a Roma, presso il Convento dei frati francescani di San Bonaventura al Palatino.
L'esposizione alla Biennale di Venezia è solo l'ultima tappa di un percorso umano e artistico di straordinario interesse. Nato nel 1962 in Brasile, Stato del Paranà, nel 1985 Sidival Fila si trasferisce in Italia alla ricerca di un’identità artistica e personale. Qui approfondisce l’interesse per l’arte, maturando nel contempo una vocazione spirituale che lo porterà a entrare nell'Ordine dei Frati Minori di San Francesco d'Assisi. Ordinato a Roma nel 1999, Fila eserciterà il suo ministero presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma e il Carcere di Rebibbia, dividendo la sua vita tra i Conventi di Vitorchiano e Frascati. L’ingresso nell’ordine corrisponde a una volontaria interruzione dell’attività artistica, abbandonata per diciotto anni. La vocazione artistica tornerà tuttavia a imporre la sua presenza, con rinnovata consapevolezza. Inizia infatti nel 2006 un percorso, non più interrotto, che lo conduce a misurarsi con tecniche, materiali e soluzioni compositive diverse. Dai materiali umili agli oggetti di scarto, fino ai tessuti per lo più antichi e utilizzati nell'ambito delle celebrazioni liturgiche.
Nelle mani di Sidival Fila i tessuti si trasformano e da 'scarti' diventano elementi compositivi di un nuovo racconto che intreccia luce, colore e forma. Le opere di Fila non sono "sacre"; tuttavia è proprio la spiritualità il loro oggetto più profondo: «Nella mia ricerca – afferma - non c’è nulla che rimandi in senso figurato o esplicito al religioso, ma c’è un rimando a una tensione verso il trascendente. Il mio desiderio è rendere la materia spirituale dal punto di vista percettivo, renderla fluida, fare del colore un’energia cromatica. Sono dimensioni che rimandano alla nostra concezione di spirito: che, anche per il mondo laico, è luce, trasparenza, leggerezza». Per Sidival Fila «la sacralità non è nel soggetto che un’opera rappresenta, un Cristo o una Madonna, quanto nel fatto che c’è un qualcosa che comunica e va oltre. La vera arte è sempre intrisa di sacralità».
Nelle sue creazioni astratte l'artista utilizza ago, filo, oggetti di recupero, vecchie tele. Con il filo Sidival Fila ricuce le ferite, crea relazioni, fonda nuove simmetrie. Il suo lavoro si fa metafora vivente di azioni necessarie alla nostra società, che pongono al centro la relazione: con sé stessi, con l’altro da sé, con il mondo, con la vita e una sua dimensione spirituale, con il passato e il presente. Tematiche care al Museo Diocesano Tridentino, che con la personale di Sidival Fila intende proseguire un dialogo già in corso con l'arte contemporanea e le questioni più urgenti del nostro tempo. È inoltre evidente il collegamento tra la mostra e la collezione di paramenti liturgici provenienti dalle chiese della diocesi che il museo espone nel percorso permanente.
La mostra
La mostra, a cura di Domenica Primerano e Riccarda Turrina, è allestita nelle sale del piano terra. Il percorso si snoda attraverso tre diverse sezioni. La prima comprende una serie di dipinti monocromi dai colori accesi: molte opere sono intitolate “Metafora” proprio per invitare chi le osserva ad ascoltare, a cogliere la similitudine sottesa nell’utilizzo di un materiale che prende vita dall’intreccio di trama e ordito. È questo uno dei punti cardine della poetica di Sidival Fila, incentrata sul concetto di relazione umana, che nell’espressione artistica si identifica con la scelta di utilizzare il tessuto come soggetto principale del racconto.
La seconda sala ospita le quattordici stazioni della Via Crucis, una composizione astratta, volutamente scomposta nell’impaginazione, difficilmente riconducibile alla Passione, se non attraverso una lettura simbolica. In quest’opera le stoffe parlano del bisogno, che l’artista fortemente sente, di creare un legame con la realtà, affinché l’arte non sia manifestazione di un’eternità immateriale, ma manifestazione del suo bisogno di avere un contatto con il mondo, con la fragilità e la fuggevolezza della vita, con quella caducità che come un velo riveste ogni tempo, lo esalta, lo eleva. La Via Crucis si conclude con un'opera site specific realizzata appositamente per il Diocesano: un antico Crocifisso in legno avvolto entro tessuti antichi rattoppati.
L'ultima sezione espositiva è dedicata al tema del recupero dei tessuti antichi. Servendosi di frammenti di antichi abiti liturgici, Fila crea opere nuove intrise di passato, nelle quali rivive, silenziosa, la narrazione di chi quella stoffa l’ha tessuta o cucita, l’ha indossata, l’ha rattoppata, l’ha riposta in un cassetto, l’ha donata. «Recuperare per me significa dare voce a chi non ne ha più, ridare all’oggetto la sua dignità perduta» afferma Sidival Fila «Ho compreso come la materia possa contenere lo spazio, il tempo, la memoria. La bellezza viene dunque data dalla materia del tempo, perché è capace di registrare e contenere».
La mostra è accompagnata da un catalogo con testi delle curatrici.
CARTELLA STAMPA E IMMAGINI https://www.museodiocesanotridentino.it/area-stampa
Biografia
Sidival Fila nasce in Brasile, Stato del Paranà, nel 1962.Già adolescente si appassiona alle arti plastiche, prediligendo la pittura; trasferitosi a San Paolo, frequenta spesso i musei della città, prestando particolare attenzione ai movimenti artistici europei del primo Novecento. Nel 1985, alla ricerca di un’identità artistica e personale, si trasferisce in Italia. Qui approfondisce l’interesse per l’arte, maturando nel contempo una vocazione spirituale che lo porterà poi a entrare nell'Ordine dei Frati Minori di San Francesco d'Assisi. Ordinato a Roma nel 1999, Fila eserciterà il suo ministero presso il Policlinico Agostino Gemelli di Roma e il Carcere di Rebibbia, dividendo la sua vita tra i Conventi di Vitorchiano e Frascati. L’ingresso nell’ordine corrisponde a una volontaria interruzione dell’attività artistica, abbandonata per diciotto anni. La vocazione artistica tornerà tuttavia a imporre la sua presenza, con rinnovata consapevolezza. Inizia infatti nel 2006 un percorso, non più interrotto, che conduce Fila a misurarsi con tecniche, materiali e soluzioni compositive difformi. Dai materiali umili agli oggetti di scarto, fino ai tessuti liberi e introflessi, ciò che resta costante nella ricerca è il contatto con la materia, a cui l’artista mira a restituire la voce, a raccontarne la storia, a farne percepire la vibrazione.
Data al 2007 la prima mostra personale organizzata presso il convento di San Bonaventura di Frascati; nel 2009 alcune sue opere sono presentate a Roma all’interno di una piccola personale presso la galleria Le Passage du Russie. La mostra che, attira curiosità e attenzione nella capitale, costituisce anche il viatico per un contatto con il collezionismo estero. Degli stessi anni è la partecipazione ad alcune collettive nazionali e internazionali: nel 2010, Fila è tra gli artisti presenti alla mostra Trasparenze: l’Arte per le Energie Rinnovabili, al MACRO Testaccio di Roma e poi al MADRE di Napoli, mentre nel 2011, l’artista partecipa all’esposizione Lo splendore della Verità, la bellezza della Carità organizzata dal Pontificium Consilium de Cultura per il 60° anno di sacerdozio di Benedetto XVI. Nel 2012 – lo stesso anno in cui l’artista presenta una rassegna delle sue opere più recenti nella personale, Le pieghe della luce, presso l’ex GIL di Roma – la Galleria Ulisse dedica a lui e ad Agostino Bonalumi una mostra dal significativo titolo Dittico sull'Orlo dell'Infinito; il dialogo con altri artisti connota anche la successiva mostra personale Trasformazione, presentata nel 2015 presso il Museo Bilotti di Roma, dove le opere dell’artista brasiliano dialogano con i percorsi espositivi di Yves Klein e Tito Amodei.
Nell’inverno del 2016 Fila è presente a Roma, presso l’Ambasciata del Brasile, con una personale dal titolo Metafora; alla primavera dello stesso anno data invece la partecipazione dell’artista alla mostra collettiva Drȏles de trames!, presso Le Fresnoy-Studio national des arts contemporains di Lille, ove, sotto la regia di Alain Fleischer, i tessuti dell’artista dialogano con le opere di artisti internazionali come Dan Flavin, Sheila Hicks, Sol LeWitt, François Morellet, François Rouan e Pablo Valbuena.
Nel maggio 2017 un progetto dell’artista vince la selezione indetta dal centro di arte contemporanea e musica della Sankt Peter Kunst-Station di Colonia, ove, nella primavera dello stesso anno Fila propone un site specific che investe l’intera struttura architettonica.
Nel dicembre 2017 la mostra personale RI-NASCITA, realizzata in collaborazione con Fondaco Italia e sita presso gli Archi del Palazzo Papale di Rieti, è parte di un progetto che investe i territori di Greccio e Rieti. Lo stesso mese inaugura, presso la Galerie Jérȏme Poggi di Parigi, la prima mostra personale dell’artista in Francia, e una sua opera è esposta presso la chiesa parigina di Saint Eustache. Dal 21 febbraio al 5 aprile 2018 Sidival Fila è protagonista di una prestigiosa mostra personale presso la Galleria San Fedele di Milano, dove l’artista è chiamato anche a proporre una installazione all'interno della cripta della Chiesa di San Fedele, in dialogo con grandi maestri dell’arte italiana come Lucio Fontana e Jannis Kounellis.
Nel maggio del 2018 viene pubblicata in un unico volume, edito da Silvana Editoriale, la monografia ufficiale, curata da Elisa Coletta. Attualmente Sidival Fila vive e lavora a Roma, presso il Convento dei frati francescani di San Bonaventura al Palatino.
12
luglio 2019
Sidival Fila – Opere
Dal 12 luglio al 04 novembre 2019
arte contemporanea
Location
PALAZZO PRETORIO – MUSEO DIOCESANO TRIDENTINO
Trento, Piazza Del Duomo, 18, (Trento)
Trento, Piazza Del Duomo, 18, (Trento)
Biglietti
ingresso € 2,00
ingresso gratuito ogni prima domenica del mese e per i possessori dell'abbonamento annuale al Museo
Orario di apertura
10.00 - 13.00 / 14.00 - 18.00
giorno di chiusura: ogni martedì, 1 novembre
Vernissage
12 Luglio 2019, ore 21.00
Autore
Curatore