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Sifest 2008: Identità e percezioni 2, apparire appartenere
La fotografia è di nuovo protagonista a Savignano sul Rubicone per una tre giorni che coinvolgerà la città disegnando luoghi e percorsi grazie a mostre, proiezioni e installazioni video.
Comunicato stampa
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La fotografia è di nuovo protagonista a Savignano sul Rubicone per una tre giorni che coinvolgerà la città disegnando luoghi e percorsi grazie a mostre, proiezioni e installazioni video.
Grandi protagonisti della fotografia internazionale si ritroveranno il 12, 13 e 14 settembre sotto l’attenta regia del curatore Laura Serani, per proporre una riflessione sull’immagine e sul suo divenire con grande attenzione all’evoluzione della società e a quella dei linguaggi fotografici che la interpretano e la materializzano. Il SI FEST ruota intorno al tema dell’identità, individuale e collettiva, sociale e territoriale, con una particolare attenzione quest’anno ai concetti di origine e appartenenza e alle loro rappresentazioni.
Le mostre e gli incontri affrontano la questione dell’identità e gli interrogativi che ne derivano: la percezione e la ricerca dell’immagine di sé e dell’altro, il bisogno di modelli, l’identificazione e il riconoscimento.
Gli autori esposti affrontano il tema partendo dal loro personale vissuto come nel lavoro di Malekeh Nayiny che ricerca nelle vecchie fotografie della sua famiglia tracce della sua cultura, travolta dal corso della storia iraniana; così come Gustavo Frittegotto, fotografo argentino, che lavora con le fotografie conservate nello studio del padre e, parallelamente, continua a documentare la realtà delle grandi pianure del loro paese di adozione
Di terre vicine e lontane ci parla anche Michael Nyman che a Savignano si esibirà in un concerto la sera del 13 settembre e che porta la sua mostra Sublime, dove ha ritratto i particolari delle città in cui ha suonato in giro per il mondo. Particolari che lo hanno colpito, visioni intime, scorci di vita che all’autore hanno regalato suggestioni che nessun panorama da cartolina avrebbe mai prodotto.
Dopo i premi del Jeu de Paume, nel 2007, con il “premio F” di Fabbrica e Forma, continua quest’anno la presentazione di importanti riconoscimenti a giovani fotografi. Forti sono le sensazioni intrappolate nelle immagini di Jessica Dimmock che col suo lavoro, Il nono piano, ritrae una comunità di tossicodipendenti che vive segregata in un palazzo di Manhattan. La straordinaria forza di questo progetto sta nello sguardo lucido e allo stesso tempo compassionevole della fotografa, che ci rimanda un’immagine priva di retorica e rende partecipi di un’autodistruzione di fronte alla quale non si può rimanere impassibili.
Come non si può rimanere impassibili di fronte alle fotografie di Mario Dondero, uno dei più famosi fotoreporter italiani, testimone di eventi che hanno segnato la storia e l’identità italiana per sempre. E con lui Uliano Lucas, che presenta al Festival una proiezione sul ‘68 all’occasione della pubblicazione del suo libro 68: un anno di confine. Il ‘68 nel mondo, dal Vietnam alla Cina, con la proiezione di Contact Press images. Di ritorno in Italia, invece con Ferdinando Scianna che proietterà il film Quelli di Bagheria, sul suo paese natale, simile alla moltitudine di paesini sparsi nell’Italia degli anni ’60, paesi dai quali molti giovani sono scappati per sfuggire ad un destino segnato ma che in realtà custodiscono l’identità di un popolo, quello italiano, che nello sforzo di emanciparsi ha rischiato di perdere le proprie radici. Il quotidiano nel suo scorrere sereno e imperturbabile è il soggetto dell’anacronistica proiezione di Gérard Collin Thiébaut Mes Oisivetés, prodotta dal Musée Nicéphore Niépce di Chalon sur Saône.
Mentre sull’identità americana si è concentrato Jacob Holdt che, negli ani ‘70, ha viaggiato negli States affascinato e intimorito al tempo stesso dalle mille facce di un Paese che nella sua immensità racchiude tutte le idiosincrasie e le ingiustizie del mondo, con i suoi sogni ed i suoi incubi. Negli scatti di Nick Waplington, una delle figure più famose e interessanti della fotografia inglese attuale, una visione disillusa sulla società contemporanea inglese attraverso immagini di grande solitudine e di paesaggi desolati.
L’identità in pericolo e il rischio della perdita della cultura e della civilizzazione tibetana, in due proiezioni: il viaggio come un pellegrinaggio solitario di Max Pam e l’appello silenzioso dei grandi maestri tibetani fotografati da Melina Mulas, per non dimenticare.
E alla memoria fa appello anche Sarah Moon, che rivisita le favole tradizionali trasformandole in storie suggestive, che ci coinvolgono sino a non distinguere più il confine tra realtà e finzione. Così come di suggestioni tratta la mostra di Gian Paolo Barbieri, straordinario fotografo di moda e maestro di stile e di eleganza che ha, tra l’altro, ripreso con i suoi scatti famosi personaggi dello spettacolo trasformandoli per sempre in icone. Dalla moda all’arte della rappresentazione, universi reali e immaginari, come quelli ritratti nelle immagini di Toni Thorimbert, straordinario fotografo di moda a cui è dedicata una proiezione.
Una particolare attenzione in questa edizione è dedicata poi all’autoritratto con la mostra di Antonia Mulas e la sua galleria d’intensi ritratti di persone a lei vicine, uno specchio che riflette l’autrice attraverso gli occhi dei suoi soggetti e con la mostra Je est un autre, una selezione di autoritratti a partire dalle collezioni della Maison Européenne de la Photographie dei più noti autori contemporanei tra i quali Pierre et Gilles, Helmut Newton, Robert Mapplethorpe, Shrin Neshat.
Questo viaggio attraverso l’identità è partito dall’Italia per approdare in Argentina, è passato dalla Francia, dall’Iran, dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti visti attraverso gli occhi di un danese. Si chiude con l’Africa e la presentazione delle prime immagini del “Censimento della popolazione di Savignano” lanciato l’anno scorso con Malik Sidibé, primo fotografo insignito del Leone d’oro alla Biennale di Venezia al quale faranno seguito i censimenti a cura di Mario Cresci, Melina Mulas e Mario Dondero.
L’attenzione costante al territorio e alle sue trasformazioni, si esprime anche quest’anno con la presentazione dei lavori conclusivi di tre anni di workshop Parco del Rubicone: Ipotesi di paesaggio organizzato con l’Università di Bologna, Facoltà di Architettura di Cesena.
Si rinnova dunque la vocazione del SI FEST, quella di portare grandi autori internazionali ad incontrare le nuove generazioni di fotografi e di offrire a questi ultimi la possibilità di confrontarsi con gli addetti ai lavori – photo editor, curatori, agenzie, direttori di musei – tramite la lettura dei portfolio. Tra le mostre di quest’anno anche i vincitori del Premio Marco Pesaresi e del Premio Portfolio in Piazza, Filippo Romano con il lavoro Off China e Luca Fersini con Frammenti dilatati, testimoniano l’alta qualità dei progetti presentati a Savignano così come il vincitore del premio Portfolio Italia Giacomo Brunelli.
Si rinnova la grande attenzione alle nuove leve della fotografia alle quali è dedicata la sezione di lettura dei Portfolio in Piazza da parte di numerosi esperti, editori, curatori e photoeditor provenienti da differenti Paesi. Le letture si confermano come importante appuntamento e da quest’edizione si articolano su due livelli, didattico e professionale e, da quest’edizione prevedono una preiscrizione e una quota di partecipazione. Al termine delle giornate del Festival una commissione composta da lettori e rappresentanti del SI FEST attribuirà i premi:
Premio SI FEST/Portfolio ‘08
Premio TPW – Toscana Photographic Festival
Premio HF Distribuzione
Premio Portfolio Italia
Il SI FEST/08 si presenta dunque come una full immersion nella fotografia: 3 giorni di grandi mostre, incontri, conferenze; una “galleria effimera” dove acquistare fotografie d’autore curata da da Silvana Turzio, collezionista milanese, e da Gigi Giannuzzi direttore della Trolley Gallery di Londra; la presentazione della nuova banca immagini Porphirius; numerose proiezioni, tra le quali le imperdibili di NOPHOTO, officina spagnola di progetti visivi. Ma anche laboratori e lezioni di storia della fotografia e l’appuntamento annuale con una scuola di fotografia – quest’anno sarà Fabrica ospite del SI FEST con la proiezione del cortometraggio Evidence, a cura di Godfrey Reggio – per meglio informare i giovani sulle possibilità formative e sui differenti indirizzi.
Un appuntamento da non perdere quindi, per tastare il qui e ora della fotografia internazionale.
Grandi protagonisti della fotografia internazionale si ritroveranno il 12, 13 e 14 settembre sotto l’attenta regia del curatore Laura Serani, per proporre una riflessione sull’immagine e sul suo divenire con grande attenzione all’evoluzione della società e a quella dei linguaggi fotografici che la interpretano e la materializzano. Il SI FEST ruota intorno al tema dell’identità, individuale e collettiva, sociale e territoriale, con una particolare attenzione quest’anno ai concetti di origine e appartenenza e alle loro rappresentazioni.
Le mostre e gli incontri affrontano la questione dell’identità e gli interrogativi che ne derivano: la percezione e la ricerca dell’immagine di sé e dell’altro, il bisogno di modelli, l’identificazione e il riconoscimento.
Gli autori esposti affrontano il tema partendo dal loro personale vissuto come nel lavoro di Malekeh Nayiny che ricerca nelle vecchie fotografie della sua famiglia tracce della sua cultura, travolta dal corso della storia iraniana; così come Gustavo Frittegotto, fotografo argentino, che lavora con le fotografie conservate nello studio del padre e, parallelamente, continua a documentare la realtà delle grandi pianure del loro paese di adozione
Di terre vicine e lontane ci parla anche Michael Nyman che a Savignano si esibirà in un concerto la sera del 13 settembre e che porta la sua mostra Sublime, dove ha ritratto i particolari delle città in cui ha suonato in giro per il mondo. Particolari che lo hanno colpito, visioni intime, scorci di vita che all’autore hanno regalato suggestioni che nessun panorama da cartolina avrebbe mai prodotto.
Dopo i premi del Jeu de Paume, nel 2007, con il “premio F” di Fabbrica e Forma, continua quest’anno la presentazione di importanti riconoscimenti a giovani fotografi. Forti sono le sensazioni intrappolate nelle immagini di Jessica Dimmock che col suo lavoro, Il nono piano, ritrae una comunità di tossicodipendenti che vive segregata in un palazzo di Manhattan. La straordinaria forza di questo progetto sta nello sguardo lucido e allo stesso tempo compassionevole della fotografa, che ci rimanda un’immagine priva di retorica e rende partecipi di un’autodistruzione di fronte alla quale non si può rimanere impassibili.
Come non si può rimanere impassibili di fronte alle fotografie di Mario Dondero, uno dei più famosi fotoreporter italiani, testimone di eventi che hanno segnato la storia e l’identità italiana per sempre. E con lui Uliano Lucas, che presenta al Festival una proiezione sul ‘68 all’occasione della pubblicazione del suo libro 68: un anno di confine. Il ‘68 nel mondo, dal Vietnam alla Cina, con la proiezione di Contact Press images. Di ritorno in Italia, invece con Ferdinando Scianna che proietterà il film Quelli di Bagheria, sul suo paese natale, simile alla moltitudine di paesini sparsi nell’Italia degli anni ’60, paesi dai quali molti giovani sono scappati per sfuggire ad un destino segnato ma che in realtà custodiscono l’identità di un popolo, quello italiano, che nello sforzo di emanciparsi ha rischiato di perdere le proprie radici. Il quotidiano nel suo scorrere sereno e imperturbabile è il soggetto dell’anacronistica proiezione di Gérard Collin Thiébaut Mes Oisivetés, prodotta dal Musée Nicéphore Niépce di Chalon sur Saône.
Mentre sull’identità americana si è concentrato Jacob Holdt che, negli ani ‘70, ha viaggiato negli States affascinato e intimorito al tempo stesso dalle mille facce di un Paese che nella sua immensità racchiude tutte le idiosincrasie e le ingiustizie del mondo, con i suoi sogni ed i suoi incubi. Negli scatti di Nick Waplington, una delle figure più famose e interessanti della fotografia inglese attuale, una visione disillusa sulla società contemporanea inglese attraverso immagini di grande solitudine e di paesaggi desolati.
L’identità in pericolo e il rischio della perdita della cultura e della civilizzazione tibetana, in due proiezioni: il viaggio come un pellegrinaggio solitario di Max Pam e l’appello silenzioso dei grandi maestri tibetani fotografati da Melina Mulas, per non dimenticare.
E alla memoria fa appello anche Sarah Moon, che rivisita le favole tradizionali trasformandole in storie suggestive, che ci coinvolgono sino a non distinguere più il confine tra realtà e finzione. Così come di suggestioni tratta la mostra di Gian Paolo Barbieri, straordinario fotografo di moda e maestro di stile e di eleganza che ha, tra l’altro, ripreso con i suoi scatti famosi personaggi dello spettacolo trasformandoli per sempre in icone. Dalla moda all’arte della rappresentazione, universi reali e immaginari, come quelli ritratti nelle immagini di Toni Thorimbert, straordinario fotografo di moda a cui è dedicata una proiezione.
Una particolare attenzione in questa edizione è dedicata poi all’autoritratto con la mostra di Antonia Mulas e la sua galleria d’intensi ritratti di persone a lei vicine, uno specchio che riflette l’autrice attraverso gli occhi dei suoi soggetti e con la mostra Je est un autre, una selezione di autoritratti a partire dalle collezioni della Maison Européenne de la Photographie dei più noti autori contemporanei tra i quali Pierre et Gilles, Helmut Newton, Robert Mapplethorpe, Shrin Neshat.
Questo viaggio attraverso l’identità è partito dall’Italia per approdare in Argentina, è passato dalla Francia, dall’Iran, dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti visti attraverso gli occhi di un danese. Si chiude con l’Africa e la presentazione delle prime immagini del “Censimento della popolazione di Savignano” lanciato l’anno scorso con Malik Sidibé, primo fotografo insignito del Leone d’oro alla Biennale di Venezia al quale faranno seguito i censimenti a cura di Mario Cresci, Melina Mulas e Mario Dondero.
L’attenzione costante al territorio e alle sue trasformazioni, si esprime anche quest’anno con la presentazione dei lavori conclusivi di tre anni di workshop Parco del Rubicone: Ipotesi di paesaggio organizzato con l’Università di Bologna, Facoltà di Architettura di Cesena.
Si rinnova dunque la vocazione del SI FEST, quella di portare grandi autori internazionali ad incontrare le nuove generazioni di fotografi e di offrire a questi ultimi la possibilità di confrontarsi con gli addetti ai lavori – photo editor, curatori, agenzie, direttori di musei – tramite la lettura dei portfolio. Tra le mostre di quest’anno anche i vincitori del Premio Marco Pesaresi e del Premio Portfolio in Piazza, Filippo Romano con il lavoro Off China e Luca Fersini con Frammenti dilatati, testimoniano l’alta qualità dei progetti presentati a Savignano così come il vincitore del premio Portfolio Italia Giacomo Brunelli.
Si rinnova la grande attenzione alle nuove leve della fotografia alle quali è dedicata la sezione di lettura dei Portfolio in Piazza da parte di numerosi esperti, editori, curatori e photoeditor provenienti da differenti Paesi. Le letture si confermano come importante appuntamento e da quest’edizione si articolano su due livelli, didattico e professionale e, da quest’edizione prevedono una preiscrizione e una quota di partecipazione. Al termine delle giornate del Festival una commissione composta da lettori e rappresentanti del SI FEST attribuirà i premi:
Premio SI FEST/Portfolio ‘08
Premio TPW – Toscana Photographic Festival
Premio HF Distribuzione
Premio Portfolio Italia
Il SI FEST/08 si presenta dunque come una full immersion nella fotografia: 3 giorni di grandi mostre, incontri, conferenze; una “galleria effimera” dove acquistare fotografie d’autore curata da da Silvana Turzio, collezionista milanese, e da Gigi Giannuzzi direttore della Trolley Gallery di Londra; la presentazione della nuova banca immagini Porphirius; numerose proiezioni, tra le quali le imperdibili di NOPHOTO, officina spagnola di progetti visivi. Ma anche laboratori e lezioni di storia della fotografia e l’appuntamento annuale con una scuola di fotografia – quest’anno sarà Fabrica ospite del SI FEST con la proiezione del cortometraggio Evidence, a cura di Godfrey Reggio – per meglio informare i giovani sulle possibilità formative e sui differenti indirizzi.
Un appuntamento da non perdere quindi, per tastare il qui e ora della fotografia internazionale.
12
settembre 2008
Sifest 2008: Identità e percezioni 2, apparire appartenere
Dal 12 al 14 settembre 2008
fotografia
Location
SEDI VARIE – Savignano Sul Rubicone
Savignano Sul Rubicone, (Forlì-cesena)
Savignano Sul Rubicone, (Forlì-cesena)
Sito web
www.savignanoimmagini.it
Autore
Curatore