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Significanza, la profondità dell’essere!
D’Andrea con la sua mostra “SIGNIFICANZA” perfora “la pelle delle cose” e va dritto alla vibrazione della psiche e al dialogo con l’inconscio.
Comunicato stampa
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La pittura di Maurizio D’Andrea si inserisce con autorevolezza nel filone prestigioso dell’astrattismo internazionale contemporaneo. Le sue opere sono il frutto di una lunga ricerca che ha preso avvio da una timida figurazione evolvendo poi verso un astrattismo e un’astrazione sempre più profonda. D’Andrea dipinge con grande personalità e sapienza tecnica senza concedere nulla all’estetica se non dopo aver dato alla tela il suo messaggio simbolico. Il percorso dell’artista evidenzia una vicinanza spiccata con il cammino e l’evoluzione dei migliori pittori astratti italiani come Burri, Vedova, Morlotti che dopo aver iniziato con la pittura figurativa, dopo uno straordinario percorso di maturazione tecnica e concettuale, sono successivamente approdati alla pittura astratta.
D’Andrea, altresì, non volendo ripetere il pregresso illustre di una pittura che, a cavallo tra gli anni 50 e 60 del ‘900, ha dimostrato una creatività fuori dal comune con la stagione dell’informale e dell’espressionismo, sviluppa un suo stile pittorico astratto “introversico” che lo porterà ad essere unico e riconoscibile nel panorama mondiale. I tempi sono radicalmente mutati e la società contemporanea è dominata dal narcisismo, dai social e dal metaverso digitale che non possono non influire sulle poetiche artistiche. I media condizionano l’operato degli artisti in tutto il mondo spingendo verso omologazioni commerciali ed illusorie sotto l’ala della propaganda mediatica. D’Andrea rigetta con forza la consumabilità effimera dell’arte celebrativa e fonda a Torino una nuova corrente artistica che impone agli artisti il ritorno all’inconscio e al nostro essere. Nasce il Movimento Artistico Introversico Radicale che si pone in contrapposizione alla realtà virtuale e solo commerciale. Riavvicina l’arte alla filosofia, sociologia ma soprattutto alla psicologia andando a riscoprire gli inconsci collettivi di Jung, gli archetipi primordiali e i miti. D’Andrea instaura un rapporto con lo spettatore in una sorta di sfida interpretativa per la sua inesauribile capacità di conferire significato alle sue tele. Lancia messaggi, nasconde segni, testi, simboli, crea vortici e fughe, movimenti dell’anima che, nella potenza delle astrazioni, fanno della tela un campo di esplorazione e di emozione potenzialmente infinito. Gli strati di colore, le colature, i graffi, gli strofinacci che corrono nevrotici sulla tela alla ricerca della purificazione, la disperazione nella gestualità, la straordinaria padronanza nell’accostamento cromatico fatto di incredibili sfumature, le vie di fuga concettuali, rielaborano in termini innovativi la lezione dell’astrattismo che D’Andrea rimodula in modo molto originale come contaminazione dell’inconscio nell’astrazione e nella riduzione della realtà oggettuale e psichica della nostra società. La pittura di D’Andrea si muove in un continuo movimento tra l’espressionismo astratto, essenzialmente costruttivo con un fare artistico che rivendica il riscatto, e l’informale molto più nichilista e disilluso.
Il pittore è colui che trapassa e respira l'essere intimo delle cose. La tela come creazione artistica è il dispiegamento visibile di ciò che rimarrebbe altrimenti chiuso nell'universo individuale del pittore. In D'Andrea la pittura si incarna in un'interrogazione e nascita continua e segna l'approdo ad una prospettiva ontologica della pittura stessa. Per Cartesio è evidente che si possono dipingere solo cose esistenti, che la loro esistenza consiste nell’essere estese, e che il disegno rende possibile la pittura rendendo possibile la rappresentazione dell’estensione. Cartesio aveva dimenticato la profondità dell’essere, non si era preoccupato del "cuore delle cose". D'Andrea con la sua mostra "SIGNIFICANZA" perfora "la pelle delle cose" e va dritto alla vibrazione della psiche e al dialogo con l'inconscio. Perché la sua pittura astratta è significato e lo fa con una pittura ricca di astrazioni che non cerca l'aspetto esteriore ma le sue "cifre segrete", i suoi simboli, i suoi messaggi, le sue finestre dell'anima. Parla di ciò che non ha luogo: l'anima e i suoi moti. Avvicina ad una rivalutazione potente l'interiorità dell'uomo, dove la visione della tela è l'incontro di tutti gli aspetti dell'Essere, un crocevia dove la profondità dell'anima è la strada maestra. D'Andrea nei suoi quadri è un conquistatore di spazi che popola di pennellate, gesti, segni e rituali pittorici pieni di energia, colore e movimento. Parla agli inconsci collettivi che uniscono l'essere umano e predica la Significanza dell'essere contro il metaverso digitale e le sue realtà virtuali. D’Andrea con la mostra “SIGNIFICANZA” soggettualizza il linguaggio astratto rendendolo vettore di un messaggio universale e profondo.
Le opere di D’Andrea sono state esposte, in mostre collettive e personali, in diverse città del mondo riscuotendo notevole successo consacrandolo come il pittore internazionale dell’inconscio introversico.
D’Andrea, altresì, non volendo ripetere il pregresso illustre di una pittura che, a cavallo tra gli anni 50 e 60 del ‘900, ha dimostrato una creatività fuori dal comune con la stagione dell’informale e dell’espressionismo, sviluppa un suo stile pittorico astratto “introversico” che lo porterà ad essere unico e riconoscibile nel panorama mondiale. I tempi sono radicalmente mutati e la società contemporanea è dominata dal narcisismo, dai social e dal metaverso digitale che non possono non influire sulle poetiche artistiche. I media condizionano l’operato degli artisti in tutto il mondo spingendo verso omologazioni commerciali ed illusorie sotto l’ala della propaganda mediatica. D’Andrea rigetta con forza la consumabilità effimera dell’arte celebrativa e fonda a Torino una nuova corrente artistica che impone agli artisti il ritorno all’inconscio e al nostro essere. Nasce il Movimento Artistico Introversico Radicale che si pone in contrapposizione alla realtà virtuale e solo commerciale. Riavvicina l’arte alla filosofia, sociologia ma soprattutto alla psicologia andando a riscoprire gli inconsci collettivi di Jung, gli archetipi primordiali e i miti. D’Andrea instaura un rapporto con lo spettatore in una sorta di sfida interpretativa per la sua inesauribile capacità di conferire significato alle sue tele. Lancia messaggi, nasconde segni, testi, simboli, crea vortici e fughe, movimenti dell’anima che, nella potenza delle astrazioni, fanno della tela un campo di esplorazione e di emozione potenzialmente infinito. Gli strati di colore, le colature, i graffi, gli strofinacci che corrono nevrotici sulla tela alla ricerca della purificazione, la disperazione nella gestualità, la straordinaria padronanza nell’accostamento cromatico fatto di incredibili sfumature, le vie di fuga concettuali, rielaborano in termini innovativi la lezione dell’astrattismo che D’Andrea rimodula in modo molto originale come contaminazione dell’inconscio nell’astrazione e nella riduzione della realtà oggettuale e psichica della nostra società. La pittura di D’Andrea si muove in un continuo movimento tra l’espressionismo astratto, essenzialmente costruttivo con un fare artistico che rivendica il riscatto, e l’informale molto più nichilista e disilluso.
Il pittore è colui che trapassa e respira l'essere intimo delle cose. La tela come creazione artistica è il dispiegamento visibile di ciò che rimarrebbe altrimenti chiuso nell'universo individuale del pittore. In D'Andrea la pittura si incarna in un'interrogazione e nascita continua e segna l'approdo ad una prospettiva ontologica della pittura stessa. Per Cartesio è evidente che si possono dipingere solo cose esistenti, che la loro esistenza consiste nell’essere estese, e che il disegno rende possibile la pittura rendendo possibile la rappresentazione dell’estensione. Cartesio aveva dimenticato la profondità dell’essere, non si era preoccupato del "cuore delle cose". D'Andrea con la sua mostra "SIGNIFICANZA" perfora "la pelle delle cose" e va dritto alla vibrazione della psiche e al dialogo con l'inconscio. Perché la sua pittura astratta è significato e lo fa con una pittura ricca di astrazioni che non cerca l'aspetto esteriore ma le sue "cifre segrete", i suoi simboli, i suoi messaggi, le sue finestre dell'anima. Parla di ciò che non ha luogo: l'anima e i suoi moti. Avvicina ad una rivalutazione potente l'interiorità dell'uomo, dove la visione della tela è l'incontro di tutti gli aspetti dell'Essere, un crocevia dove la profondità dell'anima è la strada maestra. D'Andrea nei suoi quadri è un conquistatore di spazi che popola di pennellate, gesti, segni e rituali pittorici pieni di energia, colore e movimento. Parla agli inconsci collettivi che uniscono l'essere umano e predica la Significanza dell'essere contro il metaverso digitale e le sue realtà virtuali. D’Andrea con la mostra “SIGNIFICANZA” soggettualizza il linguaggio astratto rendendolo vettore di un messaggio universale e profondo.
Le opere di D’Andrea sono state esposte, in mostre collettive e personali, in diverse città del mondo riscuotendo notevole successo consacrandolo come il pittore internazionale dell’inconscio introversico.
01
aprile 2023
Significanza, la profondità dell’essere!
Dal primo al 15 aprile 2023
arte contemporanea
Location
SPAZIO MECENATE
Roma, Via Mecenate, 8/d, (Roma)
Roma, Via Mecenate, 8/d, (Roma)
Orario di apertura
Giorni feriali dalle 9.00 alle 19.00
Vernissage
1 Aprile 2023, Ore 16.30
Sito web
Autore
Curatore