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SIGNUM
Esposte opere che rievocano “segni di scritture”: simboli, codici, immersi in atmosfere senza tempo.
Comunicato stampa
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Le opere esposte nel Battistero di Arsago Seprio rievocano “segni di scritture”, che non hanno fine, che si ripetono, si somigliano, ma differiscono sempre. Si muovono in uno spazio visivo che non ha un centro, ma infiniti luoghi di elaborazione. In loro ogni tratto è sensibile, si fa cosciente di un ruolo, libero, ma sempre carico di responsabilità. La responsabilità di essere continuamente espressione di qualcosa.
Sono simboli, codici, immersi in atmosfere dense e senza tempo, da sempre germinazioni di idee. Sono segni Ante litteram che percorrono lo spazio dell’opera svelando il pensiero in posizione di anticipo rispetto al codice testuale; possiedono lo smarrimento e la determinazione che sono in ogni atto iniziale di una forma visiva definita, di scrittura o di immagine, tanto da conservare ciò che invece queste nascondono: l’origine. (Molte opere “compiute” ci offrono, infatti, la loro complessità, ma nulla dell’inizio, mentre il segno è l’inizio che non termina, ma si ripete, ricomincia, ritorna ancora e ancora inizia.)
Sono segni di memoria e anticipazioni, che non possono definirsi nel presente perché accadono nel tempo: tracce che il passato lascia nel presente per indicare diversi futuri. Sono visioni di processi, accadimenti, che si combinano e continuamente si modificano ed evolvono, associando punti fissi più o meno stabili nella loro dinamica.
Si manifestano nella scomposizione o “avvelenamento” della struttura anatomica delle parole fino a distruggerla, per rigenerarla: lettere contaminate, manipolate e ridotte a disegni e codici disarmonici; libri, che da sempre contengono parole, luminosi, sepolti o ingabbiati in strutture trasparenti, inaccessibili, inviolabili, “sacri” al punto di negare il loro utilizzo.
Opere nate da un processo di rottura e contaminazione, che, mentre trasforma il codice del linguaggio fino a mutarlo, porta alla riflessione sul linguaggio e sulla comunicazione, palesandosi in ‘segno come scrittura’.
Opere non come rappresentazione, ma come ‘ri-presentazione del non visibile’.
Opere che propongono un punto di equilibrio tra invenzione formale, governo delle tecniche e delle materie, libertà creativa, e di quanto abbiamo ancora voglia di accettare come mistero.
Opere che, mostrando e rendendo manifesto il ‘non visibile’, rivelano la verità che si raggiunge tramite la conoscenza.
Sono simboli, codici, immersi in atmosfere dense e senza tempo, da sempre germinazioni di idee. Sono segni Ante litteram che percorrono lo spazio dell’opera svelando il pensiero in posizione di anticipo rispetto al codice testuale; possiedono lo smarrimento e la determinazione che sono in ogni atto iniziale di una forma visiva definita, di scrittura o di immagine, tanto da conservare ciò che invece queste nascondono: l’origine. (Molte opere “compiute” ci offrono, infatti, la loro complessità, ma nulla dell’inizio, mentre il segno è l’inizio che non termina, ma si ripete, ricomincia, ritorna ancora e ancora inizia.)
Sono segni di memoria e anticipazioni, che non possono definirsi nel presente perché accadono nel tempo: tracce che il passato lascia nel presente per indicare diversi futuri. Sono visioni di processi, accadimenti, che si combinano e continuamente si modificano ed evolvono, associando punti fissi più o meno stabili nella loro dinamica.
Si manifestano nella scomposizione o “avvelenamento” della struttura anatomica delle parole fino a distruggerla, per rigenerarla: lettere contaminate, manipolate e ridotte a disegni e codici disarmonici; libri, che da sempre contengono parole, luminosi, sepolti o ingabbiati in strutture trasparenti, inaccessibili, inviolabili, “sacri” al punto di negare il loro utilizzo.
Opere nate da un processo di rottura e contaminazione, che, mentre trasforma il codice del linguaggio fino a mutarlo, porta alla riflessione sul linguaggio e sulla comunicazione, palesandosi in ‘segno come scrittura’.
Opere non come rappresentazione, ma come ‘ri-presentazione del non visibile’.
Opere che propongono un punto di equilibrio tra invenzione formale, governo delle tecniche e delle materie, libertà creativa, e di quanto abbiamo ancora voglia di accettare come mistero.
Opere che, mostrando e rendendo manifesto il ‘non visibile’, rivelano la verità che si raggiunge tramite la conoscenza.
16
settembre 2023
SIGNUM
Dal 16 settembre al primo ottobre 2023
arte contemporanea
Location
Battistero di San Giovanni Arsago Seprio (Varese)
Arsago Seprio, Via San Vittore, 3, (VA)
Arsago Seprio, Via San Vittore, 3, (VA)
Orario di apertura
da sabato a domenica ore 16:00 - 19:00
Vernissage
16 Settembre 2023, ore 16:00
Autore
Progetto grafico