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Silenzi
Lavori realizzati con linguaggi diversi: dalla pittura, all’incisione, dall’installazione, alla fotografia. Opere che si collocano dagli anni Trenta a oggi. Il tentativo è quello di cogliere un filo rosso che si dipana tra atmosfere, idee, sensazioni.
Comunicato stampa
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Silenzi, a cura di Angela Madesani, presenta le opere di 12 artisti appartenenti a differenti generazioni. Sono lavori realizzati con linguaggi diversi: dalla pittura, all’incisione, dall’installazione, alla fotografia. Opere che si collocano dagli anni Trenta a oggi. Il tentativo è quello di cogliere un filo rosso che si dipana tra atmosfere, idee, sensazioni.
Si va dalle immagini in bianco e nero di Emanuele Cavalli (1904-1981), pittore, che restituisce con la fotografia un mondo di oggetti, di rimandi ad atmosfere poetiche, a quelle di Franco Vimercati (1940-2001), nella cui ricerca attraverso oggetti normali, appartenenti a una quotidianità qualsiasi, è un’analisi concettuale del linguaggio, alle fotografie di Sergio Scabar (1946), in cui è una luce velata di silenzio su una gamma scura di toni.
Analisi del linguaggio, della pittura, del colore è anche quella di Antonio Calderara (1903-1978), che nel corso degli anni è passato dalla figurazione alla purezza dell’astrazione.
Quella di Carlo Alfano (1932-1990) è un’analisi del tempo, della sua circolarità, ma anche delle pause e dunque dei silenzi, attraverso i frammenti, come la pittura, esperienza privata in cui sono memoria e racconto.
Gli oggetti di un mondo lontano, fatto di natura, poesia, luce e ombra, sono i soggetti delle opere di Leonardo Genovese. Protagonisti delle due foto di Marco Maria Zanin (1983), dal ciclo Lacuna e equilibrio, sono materiali, oggetti in cui la guida è l’opera di Giorgio Morandi, macerie di una città demolita, collocate in uno spazio neutro.
Nelle immagini dal lavoro Washer, sui toni del bianco di Matteo Cremonesi (1986), è una sorta di inerzia che ci rimanda alla normalità degli oggetti, ai quali non prestiamo attenzione, che, tuttavia, popolano silenziosi la nostra vita.
In seguito alla prima esecuzione di 4′33″, il compositore John Cage ha affermato: «Non hanno capito. Non esiste il silenzio. Alcuni credevano fosse silenzio, poiché ignoravano come ascoltare, in realtà c’erano tantissimi suoni accidentali. Durante il primo movimento si poteva sentire il vento che soffiava dall'esterno. Durante il secondo movimento gocce di pioggia cominciavano a picchiettare sul tetto, e durante il terzo la gente stessa produceva ogni genere di suono interessante parlando o uscendo dalla sala». Il silenzio è una tensione all’assoluto, una ricerca, un’aspirazione a una condizione, a un modo diverso per affrontare l’esistenza, in un mondo di clamori, di chiasso, di fastidio, dove ogni cosa viene spogliata della sua purezza, per essere trasformata in qualcosa d’altro, possibilmente adatto alla società dello spettacolo.
I segni dell’opera di Emanuele Becheri (1973), dalla serie Shining, sono le tracce lasciate dal passaggio, privo di rumore, di una lumaca. È la scansione del tempo con la sua lentezza, fatta di gesti minimi, in grado di lasciare segni profondi, dando forma ai fenomeni nell’accezione filosofica del termine.
Al tema dell’ascolto, rara virtù, sono dedicate le due opere in mostra di Pierluigi Fresia (1962). Ascolto dell’esperienza della morte, raccontata da chi muore in una quiete densa di senso. È il silenzio dell’impossibilità dell’azione nelle opere dell’artista russo Alexander Brodsky (1955), architetto utopico che, durante gli anni Settanta e Ottanta, è stato alla guida del movimento visionario chiamato “paper architecture”, che ha sviluppato una nuova estetica architettonica, in aperta contrapposizione ai modelli costruttivi dell’Unione Sovietica e dei paesi dell’Est. Nelle opere di Lena Liv (1952) è il silenzio della storia, di quella archetipica, che va oltre qualsiasi tipo di narrazione, per cogliere l’essenza delle cose, la loro verità intrinseca, che si riconduce all’umanità, nel senso più ampio del termine.
Gli artisti:
Carlo Alfano, Emanuele Becheri, Alexander Brodsky, Antonio Calderara, Emanuele Cavalli, Matteo Cremonesi, Pierluigi Fresia, Leonardo Genovese, Lena Liv, Sergio Scabar, Franco Vimercati, Marco Maria Zanin.
Si va dalle immagini in bianco e nero di Emanuele Cavalli (1904-1981), pittore, che restituisce con la fotografia un mondo di oggetti, di rimandi ad atmosfere poetiche, a quelle di Franco Vimercati (1940-2001), nella cui ricerca attraverso oggetti normali, appartenenti a una quotidianità qualsiasi, è un’analisi concettuale del linguaggio, alle fotografie di Sergio Scabar (1946), in cui è una luce velata di silenzio su una gamma scura di toni.
Analisi del linguaggio, della pittura, del colore è anche quella di Antonio Calderara (1903-1978), che nel corso degli anni è passato dalla figurazione alla purezza dell’astrazione.
Quella di Carlo Alfano (1932-1990) è un’analisi del tempo, della sua circolarità, ma anche delle pause e dunque dei silenzi, attraverso i frammenti, come la pittura, esperienza privata in cui sono memoria e racconto.
Gli oggetti di un mondo lontano, fatto di natura, poesia, luce e ombra, sono i soggetti delle opere di Leonardo Genovese. Protagonisti delle due foto di Marco Maria Zanin (1983), dal ciclo Lacuna e equilibrio, sono materiali, oggetti in cui la guida è l’opera di Giorgio Morandi, macerie di una città demolita, collocate in uno spazio neutro.
Nelle immagini dal lavoro Washer, sui toni del bianco di Matteo Cremonesi (1986), è una sorta di inerzia che ci rimanda alla normalità degli oggetti, ai quali non prestiamo attenzione, che, tuttavia, popolano silenziosi la nostra vita.
In seguito alla prima esecuzione di 4′33″, il compositore John Cage ha affermato: «Non hanno capito. Non esiste il silenzio. Alcuni credevano fosse silenzio, poiché ignoravano come ascoltare, in realtà c’erano tantissimi suoni accidentali. Durante il primo movimento si poteva sentire il vento che soffiava dall'esterno. Durante il secondo movimento gocce di pioggia cominciavano a picchiettare sul tetto, e durante il terzo la gente stessa produceva ogni genere di suono interessante parlando o uscendo dalla sala». Il silenzio è una tensione all’assoluto, una ricerca, un’aspirazione a una condizione, a un modo diverso per affrontare l’esistenza, in un mondo di clamori, di chiasso, di fastidio, dove ogni cosa viene spogliata della sua purezza, per essere trasformata in qualcosa d’altro, possibilmente adatto alla società dello spettacolo.
I segni dell’opera di Emanuele Becheri (1973), dalla serie Shining, sono le tracce lasciate dal passaggio, privo di rumore, di una lumaca. È la scansione del tempo con la sua lentezza, fatta di gesti minimi, in grado di lasciare segni profondi, dando forma ai fenomeni nell’accezione filosofica del termine.
Al tema dell’ascolto, rara virtù, sono dedicate le due opere in mostra di Pierluigi Fresia (1962). Ascolto dell’esperienza della morte, raccontata da chi muore in una quiete densa di senso. È il silenzio dell’impossibilità dell’azione nelle opere dell’artista russo Alexander Brodsky (1955), architetto utopico che, durante gli anni Settanta e Ottanta, è stato alla guida del movimento visionario chiamato “paper architecture”, che ha sviluppato una nuova estetica architettonica, in aperta contrapposizione ai modelli costruttivi dell’Unione Sovietica e dei paesi dell’Est. Nelle opere di Lena Liv (1952) è il silenzio della storia, di quella archetipica, che va oltre qualsiasi tipo di narrazione, per cogliere l’essenza delle cose, la loro verità intrinseca, che si riconduce all’umanità, nel senso più ampio del termine.
Gli artisti:
Carlo Alfano, Emanuele Becheri, Alexander Brodsky, Antonio Calderara, Emanuele Cavalli, Matteo Cremonesi, Pierluigi Fresia, Leonardo Genovese, Lena Liv, Sergio Scabar, Franco Vimercati, Marco Maria Zanin.
11
maggio 2016
Silenzi
Dall'undici maggio al 15 luglio 2016
fotografia
arte moderna e contemporanea
arte contemporanea
serata - evento
giovane arte
arte moderna e contemporanea
arte contemporanea
serata - evento
giovane arte
Location
GALLERIA MILANO
Milano, Via Daniele Manin, 13, (Milano)
Milano, Via Daniele Manin, 13, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10-13 e 16-20
Vernissage
11 Maggio 2016, h 18.30
Autore
Curatore